Frasi su imprenditore
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“Non è per contraddire Barack Obama, ma "il Paese dove tutto è possibile" non sono gli Usa. È l'Italia. Dove è possibile che il capogruppo del partito di maggioranza commenti l'elezione di Obama dicendo che fa contenta Al Qaeda. È possibile che il leader di un altro partito di governo abbia definito "bingo bongo" gli africani. È possibile che un altro autorevole leader di quel partito abbia definito "culattoni" gli omosessuali. È possibile che un sindaco del Nord inviti a trattare gli immigrati come "leprotti", a fucilate. È possibile che Marcello Dell'Utri (interdetto dai pubblici uffici, e però senatore della Repubblica: è possibile anche questo) ammonisca le giornaliste del Tg3 perché abbassano il morale della Nazione. È possibile che il premier, proprietario di televisioni, nel pieno del suo ruolo istituzionale inviti gli imprenditori a non destinare investimenti pubblicitari ai suoi concorrenti. È possibile che, in piena crisi finanziaria, lo stesso premier esorti ad acquistare azioni indicandone il nome. È possibile che una trasmissione della televisione pubblica sia oggetto di una spedizione punitiva di squadristi. È possibile che un ex presidente della Repubblica rievochi la violenza e gli intrighi di Stato come metodo repressivo delle manifestazioni studentesche. E sono possibili mille altre di queste meraviglie, nel solo vero paese dove veramente tutto è possibile. Così possibile che si è già avverato.”

Michele Serra (1954) giornalista, scrittore e autore televisivo italiano

6 novembre 2008
la Repubblica, L'Amaca

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“La mia passione è sempre stata l'industria, la progettualità. Ed è esattamente questo di cui gli imprenditori vogliono parlare quando si siedono a un tavolo con un investitore.”

Alessandro Benetton (1964) imprenditore italiano

Origine: Dall'intervista di Monica d'Ascenzo, Alessandro Benetton: «Chiuso il terzo fondo di 21 Investimenti» http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-05-28/alessandro-benetton-chiuso-terzo-fondo-21-investimenti-144849.shtml?uuid=ABaBKDoD/, Il Sole 24 Ore, 28 maggio 2015.

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“Torino non era una copia in piccolo di Parigi anche perché, a differenza di questa, non fu città di sommosse, di barricate. È una città che produce eccentrici, solitari, genialoidi e talora tipi geniali, outsider, scrittori e pittori isolati, qualche anarchico ma teorico, di rado bombarolo, provoca omicidi e suicidi (per questi ultimi, una delle più alte, se non la più alta, percentuale italiana, in triste gara con Trieste, la città al confine opposto), ma la massa è di gente pacata, di sudditi, spesso brontoloni e ipercritici ma, alla fine, obbedienti. Nella sua storia non cacciò mai i suoi duchi e poi re, non complottò contro di essi. A differenza di Parigi, periodicamente sulle barricate, Torino insorse solo due volte. Ed entrambe non per fumosi obiettivi ideologici, ma per la concretezza del pane: nel 1864 quando, a tradimento, giunse il trasferimento della capitale; e nel 1917, quando lo Stato chiedeva di digiunare con le razioni di guerra e al contempo di faticare a ritmi accelerati nelle fabbriche che producevano per il fronte. Movimento ci fu anche negli ultimi giorni dell'aprile del 1945. Ma, pure qui, per una questione molto concreta: soprattutto per impedire la distruzione di impianti industriali, dal cui lavoro sarebbe dipesa la vita futura. Ancora una volta, al mito della «lotta di classe», prevalse la consapevolezza, dettata dal buon senso, che gli interessi degli imprenditori coincidevano con quelli dei dipendenti. Senza fabbriche, niente guadagni per il padrone; ma neanche pane per i lavoratori.”

cap. III
Il mistero di Torino

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“Volontà e responsabilità delle forze politiche e sindacali, capacità ed iniziative di imprenditori, presenza attiva di tutte le forze economiche, impegno costante di governo e Parlamento ne hanno il potere: l'Italia risorgerà!”

Oscar Luigi Scalfaro (1918–2012) 9º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Dal discorso di fine anno agli italiani; citato in Messaggio di fine anno agli italiani http://www.quirinale.it/ex_presidenti/Scalfaro/mess_fineanno/scalfaro_m1992.htm, Quirinale.it, 31 dicembre 1992.

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“Sì, Berlusconi è entrato in politica per impedire che gli portassero via la roba… Tenta di evitare che gli scippino insieme la sua impresa e la sua libertà di imprenditore.”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

Origine: Da La Stampa, 25 febbraio 1994; citato in Peter Gomez, Marco Travaglio, Le mille balle blu, BUR, Milano, 2010, p. 1948 https://books.google.it/books?id=Kpnk2WS3DoAC&pg=PA1948. ISBN 978-88-58-60465-6.

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“[Rivolgendosi a Silvio Berlusconi] Lei chiede per sé gli stessi diritti del cittadino comune. Ma lei non è un cittadino comune. E neanche un imprenditore comune. È il proprietario della più grande concentrazione privata di mezzi di comunicazione che ci sia in Europa. La libertà che chiede per sé, noi la chiediamo per tutti.”

Beniamino Andreatta (1928–2007) economista e politico italiano

Origine: Da un intervento alla Camera dei Deputati, 20 maggio 1994; citato in Ok della Camera al ddl sul conflitto d'interessi, ora il passaggio al Senato http://www.repubblica.it/politica/2016/02/25/news/ok_camera_ddl_conflitto_interessi-134237373/, Repubblica.it, 25 febbraio 2016.

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“Per guidare un sistema industriale, e anche farne la critica, non si può essere preindustriali. Riguardo alla mentalità che ha prevalso, bisogna ricordare che in definitiva per anni in tutte le sedi hanno detto: i padroni. Noi dicevamo: gli imprenditori. Perché lo spirito imprenditoriale c'era, sarà stato all'italiana ma c'era, aveva una sua creatività e non si poteva ucciderlo. Io temo che già sia stato mezzo ucciso. Se leggi certe encicliche recenti dei papi, il linguaggio è anticapitalistico nella più vecchia delle maniere. E il linguaggio ha la sua importanza. Anche Andreotti per esempio ha detto: "Dobbiamo colpire i ricchi". Ma in un paese moderno si dice: gli alti redditi. Lui dice i ricchi, pensando forse che sia questione di morale cristiana. Ma quale morale cristiana! In Svezia tassano davvero gli alti redditi e non per morale cristiana, semmai per morale laica. Il Partito comunista, ideologicamente, ha usato un certo linguaggio. Ma ora si è accorto che quel linguaggio non si applica al nostro tipo di società. I Socialisti li conosciamo bene. I democristiani hanno un linguaggio per cui il capitalismo è un male. Non vedono i problemi se non con mentalità precapitalistica, puramente assistenziale. Quindi l'opinione pubblica non è stata informata sulla realtà dei suoi problemi, è stata solo abituata a quel linguaggio. Gli emigrati in Germania usano già un altro lessico. Se mai avremo una ripresa, questa sarà possibile solo imparando alcune cose.”

Ugo La Malfa (1903–1979) politico italiano

Origine: Intervista sul non – governo, pp. 73-74

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“[Nel 2004] Siena ha vinto perché è una città che ha una grande cultura sportiva. E la storia, come quella fatta dalla Mens Sana, lascia una traccia profonda, crea terreno fertile per gli imprenditori dello sport. La grande spinta è arrivata dal Monte dei Paschi.”

Carlo Recalcati (1945) cestista e allenatore di pallacanestro italiano

Origine: Citato in Pino Di Blasio, Siena affronta il Palio del basket «Possiamo entrare nella storia» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/giugno/05/Siena_affronta_Palio_del_basket_co_9_040605248.shtml, Corriere della Sera, 5 giugno 2004, p. 46.

“A venticinque anni mi ripetevo sempre: Ale, mi raccomando, ti fai il mazzo fino ai quarantacinque e poi molli tutto e vai a far surf dalla mattina alla sera. […] E invece, evidentemente, sono più imprenditore che surfista. E per un imprenditore, purtroppo, il punto di sazietà non arriva mai.”

Alessandro Benetton (1964) imprenditore italiano

Origine: Dall'intervista di Raffaele Panizza, Alessandro Benetton: di salite, discese e altre salite http://icon.panorama.it/uomini/alessandro-benetton-di-salite-discese-e-altre-salite/, Panorama.it.

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