Frasi su lino

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema lino, uomini, arte, cosa.

Frasi su lino

Victor Hugo photo
Roberto Mattioli photo

“Lino Patruno, sei d'accordo con l'utilizzo frequente di questi forestierismi anglofoni?”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 7 marzo 1996

Filippo Facci photo

“Mi piacerebbe, dunque, negare che parte delle candidature del Pdl facciano espressamente schifo, e che siano solamente plastilina nelle mani del capi-listone. Ma non ci riesco. Nessuno, per definizione, è indegno di entrare in Parlamento: ma quando vedi certi esclusi ti prudono le mani. Militari contro militari, imprenditori contro imprenditori, sindacalisti contro sindacalisti, handicappati contro handicappati, e portavoce, parenti, segretarie, scienziati contro scienziati: va bene tutto. Ma ditemi perché dev'esserci la moglie di Emilio Fede e non Daniele Capezzone, cui Berlusconi di ripiego ha offerto di fare il suo portavoce. Ditemi perché dev'esserci la chirurga di Berlusconi e la fisioterapista di Berlusconi quando di converso hanno spazzato e non sostituito praticamente tutti i liberali (da Alfredo Biondi a Egidio Sterpa a Lino Jannuzzi) per infilare oltretutto anche il tassista Loreno Bittarelli, capopolo della cricca corporativa più illiberale d'Occidente. Non hanno candidato Paolo Cirino Pomicino, ma abbiamo la giornalista del Tg4 Gabriella Giammanco, e Gabriella Carlucci, Elisabetta Gardini, l'avvocatessa Nunzia Di Girolamo già indicata come «la nuova Mara Carfagna» come se ci fossimo già abituati alla vecchia. Chissà che hanno pensato Elio Vito e Antonio Martusciello nel vedersi esclusi a vantaggio della nota conduttrice Elisa Alloro: questo mentre Maurizio Gasparri aveva il fegato di spiegare che le sciampiste stanno tutte a sinistra, dove pure abbondano segretarie e portavoce che di politica capiscono poco ma di accondiscendenza già di più. In compenso nel Pd non c'è l'islamista moderato Khaled Foud Allam, e non c'è neppure Nando Dalla Chiesa: ma c'è Massimo Calearo, che sino a due settimane fa aveva la suoneria del cellulare (sul serio) con l'inno di Forza Italia.”

Filippo Facci (1967) giornalista italiano

Origine: Da Che schifo E adesso come li voto? http://www.rosanelpugno.it/rosanelpugno/node/18320, Il Riformista, 12 marzo 2008.

Francesco Grisi photo

“Che cosa vuole la società dai nevrotici e dagli scrittori? Pane, mortadella e lenzuola di lino? O la vita, con l'avventura che tortura la storia e rende nomadi nel deserto per la terra promessa?”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Citato in Francesco Grisi, a cura di Sergio Paolo Foresta e Luigi Stanizzi, Luigi Pellegrini Editore, Catanzaro, 2002, p. 18.

Richard de Bury photo

“Lia… dice ciò che non fa e fa ciò che non dirà | Lino dice ciò che non pensa e pensa ciò che non dirà.”

Ennio Rega (1953) cantautore e compositore italiano

da Io Lino e Lia
Arrivederci Italia

Publio Cornelio Tacito photo
Arnaldo Fusinato photo
Fiorello photo

“Eravamo un gruppo felice: eravamo Io, Fidel, Cumpaio Segundo, Sotomayor, Lino Padruba e la sua Jazz Band, Tarek Aziz, Arthur Ashe, Pavel Tonkov, I king Krimson, Edy Orioli, Frida Medici, Roger Milla e Mario Lavezzi…”

Fiorello (1960) showman, imitatore e conduttore radiofonico italiano

Citazioni dal programma radiofonico Viva Radio 2, Imitazioni e personaggi, Gianni Minà

Gigi D'Agostino photo
Erinna photo

“Moira, ch'è signora della conocchia | che fila il lino. (fr. dub. 12”

Erinna poetessa greca antica

Frammenti

Filippo Facci photo
Aristotele photo
Plutarco photo
Patrick Rothfuss photo

“Era di nuovo notte. La locanda della Pietra Miliare era in silenzio, e si trattava di un silenzio in tre parti.
La parte più ovvia era una quiete vuota, riecheggiante, formata da cose che mancavano. Se ci fosse stato del vento, avrebbe spirato attraverso gli alberi, fatto scricchiolare l’insegna della locanda sui suoi cardini e spazzato via il silenzio lungo la strada come vorticanti foglie autunnali.
Se ci fosse stata una folla o anche solo un gruppetto di avventori, questi l’avrebbero riempito con conversazioni e risa, il fracasso e gli schiamazzi che ci si aspetta da una taverna nelle buie ore notturne. Se ci fosse stata musica… ma no, ovviamente non c’era alcuna musica. In realtà non c’era nulla di tutto ciò, perciò rimaneva il silenzio.
All’interno della Pietra Miliare alcuni uomini erano radunati a un angolo del bancone. Bevevano con calma determinazione, evitando serie discussioni di notizie preoccupanti. Nel fare ciò essi aggiungevano un piccolo, cupo silenzio a quello, vuoto, più grande. Formava una sorta di lega, un contrappunto.
Il terzo silenzio non era facile da notare. Se foste rimasti in ascolto per un’ora, avreste potuto cominciare a sentirlo nel pavimento di legno sotto i piedi e nei ruvidi barili scheggiati dietro il bancone.
Era nel peso del focolare di pietra nera che tratteneva il calore di un fuoco spento da molto. Era nel lento andirivieni di un bianco panno di lino che sfregava le venature del bancone. Ed era nelle mani dell’uomo che se ne stava lì in piedi a pulire un tratto di mogano che già risplendeva alla luce delle lampade. L’uomo aveva capelli di color rosso vivo, come fiamma. I suoi occhi erano scuri e distanti, e lui si muoveva con la sottile certezza che proviene dal conoscere molte cose.
La Pietra miliare era sua, proprio come il terzo silenzio.
Era appropriato, dato che dei tre era il silenzio più grande, che avvolgeva gli altri.
Era profondo e vasto come la fine dell’autunno. Era pesante come una grossa pietra levigata dal fiume. Era il paziente suono di fiori recisi, di un uomo che sta aspettando di morire.”

The Name of the Wind

Ian McEwan photo
Gianni De Michelis photo