Frasi su dittatore
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“È importante che Hosni Mubarak resti in carica finché non sarà stata impostata la transizione.”

Franco Frattini (1957) politico italiano

6 febbraio 2011; citato in Alessandro Capriccioli' Dittatore ti amerò http://espresso.repubblica.it/dettaglio/dittatore-ti-amero/2145064, L'espresso, 21 febbraio 2011

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“Voi occidentali non capite la filosofia dietro il mio potere. Gli iraniani considerano il loro sovrano come un padre. […] La monarchia è il cemento della nostra unione. […] Ora, se per te un padre è inevitabilmente un dittatore, allora quello è un problema tuo, non mio.”

Mohammad Reza Pahlavi (1919–1980)

Variante: Voi occidentali semplicemente non capite la filosofia che sta dietro il mio potere. Gli iraniani considerano il loro sovrano come un padre. [... ] La monarchia è il cemento della nostra unità. [... ] Ora, se per te un padre è inevitabilmente un dittatore, quello è un problema tuo, non mio.

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“Un potenziale dittatore comico, come Hitler nel mio libro [Lui è tornato], è uno come Trump. Questi dell'Afd invece non fanno neanche ridere. Sono quanto più di tenebroso e respingente. Restano solo i loro slogan anti-europei, anti-immigrati, antisemiti. Questo è preoccupante.”

Timur Vermes (1967) scrittore tedesco

Origine: Dall'intervista di Antonello Guerrera, Timur Vermes: "Afd grave pericolo, in Germania il benessere tiene insieme la democrazia" http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/26/news/vermes_il_mio_libro_su_hitler_voleva_far_sorridere_ma_questi_sono_personaggi_pericolosi_-176550913/, La Repubblica.it, 26 settembre 2017.

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“Era il frutto della manipolazione genetica compiuta in quel continente con l'innesto della storia occidentale sulla società africana. Nel momento di maggior gloria, Bokassa chiamava papà il generale de Gaulle, fratello il presidente Giscard d'Estaing, e cugino Amin Dada, allora sanguinario dittatore in Uganda. Questa era la composita, eterogenea famiglia cui sentiva di appartenere.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Era il frutto della manipolazione genetica compiuta in quel continente con l' innesto della storia occidentale sulla società africana. Nel momento di maggior gloria, Bokassa chiamava papà il generale de Gaulle, fratello il presidente Giscard d'Estaing, e cugino Amin Dada, allora sanguinario dittatore in Uganda. Questa era la composita, eterogenea famiglia cui sentiva di appartenere.

“È vero che il regime iracheno è laico e moderno rispetto a molti altri della regione. A Bagdad non si discute come a Ryad se la terra è quadrata o rotonda. Né si lapidano le adultere. Né sono obbligatorie le preghiere quotidiane dell'Islam. Né esiste la segregazione sociale tra uomini e donne. Né sono soltanto le antiche qualità di un despota orientale che hanno consentito a Saddam Hussein di restare per ventidue anni filati il dittatore dell'Iraq. Sino al 1979 come vice presidente ma in realtà come il vero uomo forte; e da allora come l'indiscusso capo dello stato.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: È vero che il regime iracheno è laico e moderno rispetto a molti altri della regione. A Bagdad non si discute come a Ryad se la terra è quadrata o rotonda. Né si lapidano le adultere. Né sono obbligatorie le preghiere quotidiane dell'Islam. Né esiste la segregazione sociale tra uomini e donne. Né sono soltanto le antiche qualità di un despota orientale che hanno consentito a Saddam Hussein di restare per ventidue anni filati il dittatore dell' Iraq. Sino al 1979 come vice presidente ma in realtà come il vero uomo forte; e da allora come l'indiscusso capo dello stato.

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“Non che quest'ultimo ispirasse eccessiva fiducia, ma come dittatore classico era senz'altro preferibile a una rivoluzione islamica che avrebbe potuto sconvolgere ampie e decisive regioni del pianeta. Tanto preferibile che nel settembre '80 la tentata invasione irachena dell'Iran, da cui scaturì la guerra del Golfo, non suscitò uno scandalo adeguato alla gravità dell'aggressione. Quella complice indulgenza, allora comprensibile se non proprio inevitabile, ha partorito un monster, secondo la brutale espressione di un senatore americano, o un nuovo voleur de Bagdad, secondo quella più poetica di un quotidiano francese. Un mostro o un ladro di Bagdad che dispone della forza militare più importante del Golfo e del mondo arabo, tra l'altro dotata di gas nervini come ben sanno le popolazioni civili curde, e in possesso di un arsenale atomico per fortuna ancora incompleto, ma non tanto lontano dall'esserlo. Una potenza costruita grazie agli aiuti paralleli se non congiunti o concertati di Mosca e di Washington, di Parigi e di Londra, e di tante altre capitali ansiose di vendere armi, tra le quali Roma, Varsavia, Praga, Il Cairo… Nella lista non manca il Kuwait che, per proteggersi da Khomeini, finanziò lautamente Saddam Hussein, sapendo benissimo che sotto le spoglie del protettore si nascondeva un lupo ansioso di fare dell'emirato un solo boccone. Ma tra lui e Khomeini non c'erano scelte.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Non che quest'ultimo ispirasse eccessiva fiducia, ma come dittatore classico era senz'altro preferibile a una rivoluzione islamica che avrebbe potuto sconvolgere ampie e decisive regioni del pianeta. Tanto preferibile che nel settembre '80 la tentata invasione irachena dell'Iran, da cui scaturì la guerra del Golfo, non suscitò uno scandalo adeguato alla gravità dell' aggressione. Quella complice indulgenza, allora comprensibile se non proprio inevitabile, ha partorito un monster, secondo la brutale espressione di un senatore americano, o un nuovo voleur de Bagdad, secondo quella più poetica di un quotidiano francese. Un mostro o un ladro di Bagdad che dispone della forza militare più importante del Golfo e del mondo arabo, tra l' altro dotata di gas nervini come ben sanno le popolazioni civili curde, e in possesso di un arsenale atomico per fortuna ancora incompleto, ma non tanto lontano dall'esserlo. Una potenza costruita grazie agli aiuti paralleli se non congiunti o concertati di Mosca e di Washington, di Parigi e di Londra, e di tante altre capitali ansiose di vendere armi, tra le quali Roma, Varsavia, Praga, Il Cairo... Nella lista non manca il Kuwait che, per proteggersi da Khomeini, finanziò lautamente Saddam Hussein, sapendo benissimo che sotto le spoglie del protettore si nascondeva un lupo ansioso di fare dell'emirato un solo boccone. Ma tra lui e Khomeini non c'erano scelte.
Origine: Da Il ladro di Bagdad http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/08/03/il-ladro-di-bagdad.html?ref=search, la Repubblica, 3 agosto 1990.

“Può darsi che i successori, racimolati di gran fretta dall'esercito per evitare un pericoloso vuoto di potere, siano in realtà dei pretoriani, pronti a difendere nei limiti del possibile gli interessi dell'esule. Ma resta il fatto che il Maghreb ha perduto un dittatore e che gli occidentali (Stati Uniti, Francia, Italia) hanno un alleato "laico" in meno nel mondo musulmano.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Il dittatore laico. Da idolo del ceto medio a tiranno http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/01/15/il-dittatore-laico-da-idolo-del.html?ref=search, la Repubblica, 15 gennaio 2011.

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“Scompariva il solo governante del mondo ex coloniale che non fosse un dittatore.”

Alberto Ronchey (1926–2010) giornalista italiano

Origine: Da L'India dopo Nehru: un enigma fra tragica miseria e caute speranze http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0097_01_1964_0141_0003_6079793/, La Stampa, 14 giugno 1964

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