
Origine: Saggi sul Buddhismo Zen – Vol. I, p. 37
Origine: Saggi sul Buddhismo Zen – Vol. I, p. 37
Attribuite, Citato in Rois Grandes Dames et beaux esprits d'autrefois
Origine: Dall'intervista di Mario Avagliano, "Dai favolosi '70 un rinascimento tutto salernitano", La Città, 15 dicembre 2002; riportata in Storiaxxisecolo.it http://www.storiaxxisecolo.it/avagliano/marioavagliano6d.htm
Origine: Mangia bene e starai meglio, p. 46
Origine: Citato in Jean Carper, Mangia bene e starai meglio, traduzione di Rossella Traldi, Sperling & Kupfer, Milano, 1995, pp. 64-65. ISBN 88-200-1919-1
Origine: La televisione, p. 179
Il gioco delle apparenze fatto arte
I, p.15
Discorsi intorno alla Sicilia, Libro 1
Sempre giovani e magre I segreti in cucina delle donne giapponesi
The Book of Night Women
da Contro Timarco, 138
Origine: Citato in Michel Austin e Pierre Vidal-Naquet, Economie e società nella Grecia Antica, Boringheri, 1982, pp. 237-238.
vol. 7, parte 1, pp. 784-785
Storia dell'arte italiana, La pittura del Quattrocento
Origine: Antonio e Piero del Pollaiolo.
Origine: Antichi pittori italiani, pp. 492-493
tomo I, Carlo Ceresa pittore, p. 246
Vite de' pittori scultori e architetti bergamaschi
Variante: Fu il Ceresa buon figurista sì in grande, che in piccolo, ma ad olio solamente. Studiava le opere sue dal naturale, dal che ne risulta esatta correzione del disegno. Nell'inventare fu piuttosto aggiustato, che ferace. Si valse per lo più di colori vivaci e brillanti, caricando però gli scuri con molta forza: usò certo modo di tingere, che in parte a quello, che tenne il Querino nelle carnagioni, si accosta. Le figure sono aggraziate, ed espressive, e le sacre spirano, e che molto dilettano per le idee loro belle e ridenti. (Carlo Ceresa pittore, p. 246)
vol. 9, parte 1, p. 29
Storia dell'arte italiana, La pittura del Cinquecento
da Serate futuriste, Editrice Tirrena, Napoli, 1930
Variante: Il restaurant Astarita è abbacinato di luce elettrica e resta avvitato nel mare dai violenti riflessi di gesso elettrico liquido. Le barche da nolo nella penombra turchina si ninnano come fette di poponi. Le caldarroste scoppiettano. Una padella frigge. Un odore di olio e di pesce fritto e di mare. Seduti a riva gruppi di popolane stritolano i tarallini bagnati nell'acqua sulfurea. Il mozzo resupino nella speranza, con gli occhi e la bocca alle stelle, canta una canzone di nasse... Gli abitanti marinai del borgo luciano, sono addossati alle finestre terrene dalle quali sfolgora l'aureo salone dello chalet Savoia. quei vani dame in décolletés e cavalieri in frac. Salone, dame e cavalieri tipo Vedova allegra... A mezzanotte, poi, nei restaurants di Santa Lucia Nuova trillano tutti i mandolini dei posteggiatori della riva, che cantano alle mense delle chanteuses ancora pulsanti di canzoni cantate e ballate...
E allora tu, nell'odor del mare, senti un odor d'amore...(da Serate futuriste, Editrice Tirrena, Napoli, 1930)
Origine: Citato in Giovanni Artieri, Napoli, punto e basta?, [Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non], Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, pp. 605-606.
da Sul Fedro di Platone 231 c
Origine: Citato in Michel Austin e Pierre Vidal-Naquet, Economie e società nella Grecia Antica, Boringheri, 1982, p. 238.
Origine: Dal commento ad Archestrato in Storia letteraria di Sicilia dei tempi greci, 1859, p. 205.
Nanna: Giornata prima
Dialogo nel quale la Nanna insegna alla Pippa