Frasi di Arthur Schopenhauer
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248 frasi sulla saggezza della vita e la ricerca della verità

Esplorate la profonda saggezza di Arthur Schopenhauer attraverso le sue stimolanti citazioni sul talento, la solitudine, la compassione e la ricerca della verità. Immergetevi nella sua filosofia e scoprite l'esistenza umana.

Arthur Schopenhauer è stato un filosofo, orientalista e traduttore tedesco del XIX secolo. È considerato una delle maggiori menti del suo tempo e ha avuto una grande influenza sulla cultura europea. Il suo pensiero combina elementi dell'illuminismo, della filosofia di Platone, del romanticismo e del kantismo con le dottrine orientali, in particolare il buddhismo e l'induismo. La sua concezione filosofica è caratterizzata da un forte pessimismo ed è stata una grande fonte di ispirazione per molti filosofi successivi.

Schopenhauer nacque da una famiglia benestante e dopo la morte di suo padre si trasferì a Weimar con sua madre. Qui ebbe modo di incontrare importanti figure letterarie come Wieland e Goethe. Dopo aver studiato medicina a Gottinga e filosofia a Berlino, si laureò nel 1813 a Jena con una tesi sulla ragion sufficiente. Nel 1818 pubblicò la sua opera più importante, "Il mondo come volontà e rappresentazione". Nonostante il scarso successo iniziale, negli anni successivi Schopenhauer ricevette sempre più riconoscimenti per le sue teorie.

Dal 1833 visse a Francoforte sul Meno come un solitario borghese. Nonostante la fama di misantropo, ebbe diverse relazioni amorose durante la sua vita. Gli ultimi anni videro finalmente i riconoscimenti che merita grazie alla pubblicazione del volume "Parerga e paralipomena". Schopenhauer si interessò poco alla politica dell'epoca, ma si schierò a favore dell'Unità d'Italia. Morì nel 1860 all'età di 72 anni.

✵ 22. Febbraio 1788 – 21. Settembre 1860
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Arthur Schopenhauer Frasi e Citazioni

“Chi è amico di tutti non è amico di nessuno.”

Origine: Citato in Guido Almansi, Il filosofo portatile, TEA, Milano, 1991.

“In India, le nostre religioni non attecchiranno mai; l'antica saggezza della razza umana non sarà oscurata dagli eventi in Galilea. Al contrario, la saggezza indiana fluirà indietro verso l'Europa, e produrrà cambiamenti fondamentali nel nostro pensiero e nelle nostre conoscenze.”

Origine: In India, our religions will never at any time take root; the ancient wisdom of the human race will not be supplanted by the events in Galilee. On the contrary, Indian wisdom flows back to Europe, and will produce a fundamental change in our knowledge and thought. (da The World as Will and Representation, volume I, & 63 pp. 356-357; citato in A Tribute to Hinduism http://www.hinduwisdom.info/quotes1_20.htm#Q2)

“Le Upaniṣad sono state la consolazione della mia vita, e saranno la consolazione della mia morte.”

Origine: Citato in La saggezza indiana, a cura di Gabriele Mandel, Rusconi, 1999.

“Ma nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta.”

Origine: Da Il primato della volontà, a cura di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano, 2002, p. 94.

“Tutta la mia filosofia si lascia riassumere in una frase: il mondo è la volontà che conosce se stessa.”

Origine: Da Der Handschriftliche Nachlass, vol. I, Manoscritti 1804-1818, p. 462, DTV, München-Zürich 1985.

“Che cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare nel proprio cuore alcuna domanda.”

Parerga e Frammenti postumi
Origine: Da Sulla filosofia e il suo metodo, in Parerga e Paralipomena.

“I porcospini stanno bene vicini, ma non troppo.”

Parerga e Frammenti postumi
Origine: Da Parerga e Paralipomena, II, 2, cap. 30, 396.

“La cortesia è per la natura umana quello che è il calore per la cera.”

da Parerga e Paralipomena
Parerga e Frammenti postumi

“Nelle persone di capacità limitate la modestia è semplice onestà, ma in chi possiede un grande talento è ipocrisia.”

Parerga e Frammenti postumi
Origine: Da Parerga e paralipomena; citato in Elena Spagnol, Citazioni, Garzanti, 2003.

“Ogni animale ha il suo intelletto evidentemente solo allo scopo di trovare e procacciarsi il cibo, e secondo ciò è anche determinata la misura del suo intelletto. Non altrimenti stanno le cose per l'uomo; solo che la maggiore difficoltà della sua conservazione e l'infinita moltiplicabilità dei suoi bisogni ha reso necessaria una misura maggiore di intelletto. Soltanto quando questa misura viene superata, per una anormalità, si ha un'eccedenza assolutamente esente dal servizio della volontà, che, se è considerevole, si chiama genio. Per questa ragione soltanto un tale intelletto diventa dapprima oggettivo; ma può avvenire che, a un certo grado, diventi anche metafisico, o per lo meno aspiri a esserlo. Infatti, proprio in conseguenza della sua oggettività, la natura stessa, la totalità delle cose, diventa il suo oggetto e il suo problema. Soltanto in lui, cioè, la natura comincia a percepirsi proprio come qualcosa che è, e pur tuttavia potrebbe anche essere diversamente; mentre, nell'intelletto comune, normale, la natura non si percepisce chiaramente – come il mugnaio non ode il rumore della macina, o il profumiere non sente il profumo del suo negozio. Sembra per lui una cosa pacifica: ne è prigioniero. Solo in certi momenti più chiari la percepisce, e quasi se ne spaventa: ma si rassegna ben presto. È facile vedere che cosa questi cervelli normali possono dare in filosofia, anche quando si riuniscono in grandi masse. Se invece l'intelletto fosse metafisico per origine e destinazione, essi potrebbero, specialmente unendo le loro forze, promuovere la filosofia come ogni altra scienza.”

Parerga e Frammenti postumi
Origine: Da Alcune considerazioni sul contrasto; in Parerga e paralipomena, Adelphi, § 67, pp. 128-129.