Frasi su enciclica

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema enciclica, stato, uomo, chiesa.

Frasi su enciclica

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“Il desiderio di pace è certamente un sentimento comune a tutti, e non vi è alcuno che non la invochi ardentemente. La pace, tuttavia, una volta che si rinneghi la Divinità è assurdamente invocata: dove è assente Dio, la giustizia è esiliata; e tolta di mezzo la giustizia, invano si nutre la speranza della pace.”

Papa Pio X (1835–1914) 257° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall'enciclica E supremi, 4 ottobre 1903; disponibile su Vatican.va http://w2.vatican.va/content/pius-x/it/encyclicals/documents/hf_p-x_enc_04101903_e-supremi.html

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“Preghiamo e veneriamo le reliquie dei martiri e dei confessori al fine di adorare colui di cui essi sono testimoni è confessori.”

Papa Giovanni XV 137° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall'enciclica Cum conventus esset, 675

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“Onoriamo i servitori [i santi] affinché l'onore ridondi al Signore.”

Papa Giovanni XV 137° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall'enciclica Cum conventus esset, 675

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“Nessuno ritenga che la santità sia patrimonio di pochi prescelti. Tutti sono obbligati senza eccezione alcuna.”

Papa Pio XI (1857–1939) 259° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall'Enciclica su Francesco di Sales citato in Natale Ginelli, La tua via, Edizioni Paoline, Milano 1957

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“Chi ha dunque ingegno badi di non tacere, chi abbondanza di roba si guardi dall'esser troppo duro di mano nell'esercizio della misericordia: chi ha un'arte da vivere, ne partecipi al prossimo l'uso e l'utilità.”

Papa Gregório I (540–604) 64° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Citato in Le encicliche sociali dei papi, a cura di Igino Giordani, p. 167.

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“Federico II, il cosiddetto imperatore […] re della pestilenza […] eretico e precursore del'Anticristo.”

Papa Gregorio IX 178° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall'enciclica del 1239; citato in Hubert Houben, Federico II. Imperatore, uomo, mito, Il Mulino, 2009, p. 57. ISBN 978-88-15-13338-0

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“[Associando Federico II alla bestia dell'Apocalisse, XIII] Sale dal mare una bestia piena di nomi blasfemi, la quale, infierendo con zampe d'orso e con fauci di leone, e nelle altre membra con forma di leopardo, apre la bocca per oltraggiare il nome divino, e non smette di assalire con simili dardi né il tabernacolo di Dio né i santi che abitano nei cieli.”

Papa Gregorio IX 178° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall'enciclica del 1239, in Archivio Segreto Vaticano, Reg. Vat. 19, cc. 156v-159v, nr. 256; traduzione dal latino di Andrea Piazza
Origine: Citato in Andrea Piazza, «Anticristo/Messia» http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000025.xml&idOrigine=12f6a79e-86d6-11dc-9a1b-0016357eee51 da Enciclopedia Federiciana, vol I, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani.

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“Da questa corrottissima sorgente dell'indifferentismo scaturisce quell'assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenossisimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato.”

Papa Gregorio XVI (1765–1846) 254° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dalla enciclica Mirari vos; citato in Walter Peruzzi, Il cattolicesimo reale attraverso i testi della Bibbia, dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili, Odradek, Roma, 2008, p. 209

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“…gli ho detto: «Senti a Giulià: er Foglio c'ha quattro pagine, la prossima enciclica nostra trecentosessanta. Io vado a lavorà, se vedemo n'altra volta.»”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Parla con me, 2 marzo 2008
Personaggi originali, Don Pizzarro

“Ai signori Vichy e Lenorme era sufficiente ottenere tutti i permessi per perlustrare il terreno presso il santuario del Marzale; e il parigino, che s'era previdentemente messo in società con uno stimanto cittadino piemontese, anzi italiano ormai, sperava che la questione romana, il pontefice, Roma capitale d'Italia, tutti problemi sui quali fra le due potenze non c'era accordo, non interferissero nei suoi affari, guastassero i buoni rapporti con le autorità. Anche le relazioni fra le autorità politiche e quelle religiose non erano tranquille. Sul principio del 1863, il ministro Pisanelli aveva proposto la legge per l'abolizione delle congregazioni ecclesiastiche e per l'ordinamento dell'asse ecclesiastico. in Francia era uscita, in quei mesi, la Vita di Gesù di Renan. L'8 dicembre di quell'anno, noi sappiamo, che il pontefice avrebbe pubblicato l'enciclica Quanta cura e il Sillabo. E fra due anni, nel 1866, si avrebbe avuta «l'infausta campagna» del 1866, con la donazione del Veneto da parte dei francesi, anche se: «Questa mostra di guerra consumò 144 milioni per gli apparecchi e armamenti: 141 milioni per la flotta; poi 91 milioni e mezzo per indennità pagate all'Austria, sicché la Venezia costava al regno quasi un miliardo». Il governo dei moderati durò, sappiamo ancora, sedici anni, fornendo al regno ben quindici ministeri.”

Alberico Sala (1923–1991) scrittore, poeta e critico d'arte italiano

Origine: I vizi naturali, p. 36

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“[…] i fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista.”

Papa Pio X (1835–1914) 257° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall'enciclica Pascendi Dominici Gregis, 8 settembre 1907; disponibile su Vatican.va http://w2.vatican.va/content/pius-x/it/encyclicals/documents/hf_p-x_enc_19070908_pascendi-dominici-gregis.html

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“Per guidare un sistema industriale, e anche farne la critica, non si può essere preindustriali. Riguardo alla mentalità che ha prevalso, bisogna ricordare che in definitiva per anni in tutte le sedi hanno detto: i padroni. Noi dicevamo: gli imprenditori. Perché lo spirito imprenditoriale c'era, sarà stato all'italiana ma c'era, aveva una sua creatività e non si poteva ucciderlo. Io temo che già sia stato mezzo ucciso. Se leggi certe encicliche recenti dei papi, il linguaggio è anticapitalistico nella più vecchia delle maniere. E il linguaggio ha la sua importanza. Anche Andreotti per esempio ha detto: "Dobbiamo colpire i ricchi". Ma in un paese moderno si dice: gli alti redditi. Lui dice i ricchi, pensando forse che sia questione di morale cristiana. Ma quale morale cristiana! In Svezia tassano davvero gli alti redditi e non per morale cristiana, semmai per morale laica. Il Partito comunista, ideologicamente, ha usato un certo linguaggio. Ma ora si è accorto che quel linguaggio non si applica al nostro tipo di società. I Socialisti li conosciamo bene. I democristiani hanno un linguaggio per cui il capitalismo è un male. Non vedono i problemi se non con mentalità precapitalistica, puramente assistenziale. Quindi l'opinione pubblica non è stata informata sulla realtà dei suoi problemi, è stata solo abituata a quel linguaggio. Gli emigrati in Germania usano già un altro lessico. Se mai avremo una ripresa, questa sarà possibile solo imparando alcune cose.”

Ugo La Malfa (1903–1979) politico italiano

Origine: Intervista sul non – governo, pp. 73-74

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