Frasi di Guy de Maupassant

Henri-René-Albert-Guy de Maupassant, [gi d mo.pa.ˈsɑ̃] , è stato uno scrittore, drammaturgo, reporter di viaggio, saggista e poeta francese, nonché uno dei padri del racconto moderno. Wikipedia  

✵ 5. Agosto 1850 – 6. Luglio 1893
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Lavori

Una vita
Una vita
Guy de Maupassant
La casa Tellier
La casa Tellier
Guy de Maupassant
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Guy de Maupassant frasi celebri

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Un bacio legale non potrà mai valere un bacio rubato.”

Origine: Da Confessioni di una donna, in Maupassant, La casa Tellier, Sansoni 1965, trad. di Mario Picchi

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Frasi sulla vita di Guy de Maupassant

“Infatti nella vita tutto consiste nel poter digerire bene. Così l'artista trova l'ispirazione, i giovanotti la voglia d'amare, i pensatori le idee luminose e tutti quanti la gioia di stare al mondo.”

Origine: Da Suicidi; in Tutti i racconti neri, fantastici e crudeli, a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994

“Penetrando nel museo, la scorsi subito in fondo ad una sala, e bella proprio come l'avevo immaginata. Non ha la testa, le manca un braccio; mai tuttavia la forma umana mi è parsa più meravigliosa e più seducente. Non è la donna vista dal poeta, la donna idealizzata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna così com'è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. È robusta, col petto colmo, l'anca possente e la gamba un po' forte, è una Venere carnale che si immagina coricata quando la si vede in piedi. Il braccio caduto nascondeva i seni; con la mano rimasta, solleva un drappeggio col quale copre, con gesto adorabile, i fascini più misteriosi. Tutto il corpo è fatto, concepito, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi si concentrano, tutto il pensiero vi confluisce. Questo gesto semplice e naturale, pieno di pudore e di impudicizia, che nasconde e mostra, che vela e rivela, che attrae e che fugge, sembra definire tutto l'atteggiamento della donna sulla terra. Ed il marmo è vivo. Lo si vorrebbe palpeggiare, con la certezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono indicibilmente animate e belle. Si segue, in tutto il suo fascino, la linea morbida e grassa della schiena femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità decrescenti delle cosce e nella leggera curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana. Un'opera d'arte appare superiore soltanto se è, nello stesso tempo, il simbolo e l'esatta espressione di una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. Dinnanzi al volto della Gioconda, ci si sente ossessionati da non so quale tentazione di amore snervante e mistico. Esistono anche donne viventi i cui occhi ci infondono quel sogno di tenerezza irrealizzabile e misteriosa. Si cerca in esse qualcos'altro dietro le apparenze, perché sembrano contenere ed esprimere un po' di quell'ideale inafferrabile. Noi lo inseguiamo senza mai raggiungerlo, dietro tutte le sorprese della bellezza che pare contenere un pensiero, nell'infinito dello sguardo il quale è semplicemente una sfumatura dell'iride, nel fascino del sorriso nato da una piega delle labbra e da un lampo di smalto, nella grazia del movimento fortuito e dell'armonia delle forme. Così i poeti, impotenti staccatori di stelle, sono sempre stati tormentati da una sete di amore mistico. L'esaltazione naturale di un animo poetico, esasperato dall'eccitazione artistica, spinge quegli esseri scelti a concepire una specie di amore nebuloso, perdutamente tenero, estatico, mai sazio, sensuale senza essere carnale, talmente delicato che un nonnulla lo fa svanire, irrealizzabile sovrumano. E questi poeti sono, forse, i soli uomini che non abbiano mai amato una donna, una vera donna in carne ossa, con le sue qualità di donna, i suoi difetti di donna, la sua mente di donna, ristretta ed affascinante, i suoi nervi di donna e la sua sconcertante femminilità. Qualsiasi creatura davanti a cui si esalta il loro sogno diventa il simbolo di un essere misterioso, ma fantastico: l'essere celebrato da quei cantori di illusioni. E la creatura vivente da loro adorata è qualcosa come la statua dipinta, immagine di un dio di fronte al quale il popolo cade in ginocchio. Ma dov'è questo dio? Qual è questo dio? In quale parte del cielo abita la sconosciuta che quei pazzi, dal primo sognatore fino all'ultimo, hanno tutti idolatrata? Non appena essi toccano una mano che risponde alla stretta, la loro anima vola via nell'invisibile sogno, lontano dalla realtà della carne. La donna che stringono, essi la trasformano, la completano, la sfigurano con la loro arte poetica. Non sono le sue labbra che baciano, bensì le labbra sognate. Non è in fondo agli occhi di lei, azzurri o neri, che si perde così il loro sguardo esaltato, è in qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile. L'occhio della loro dea non è altro che un vetro attraverso cui essi cercano di vedere il paradiso dell'amore ideale. Se tuttavia alcune donne seducenti possono dare alle nostre anime una così rara illusione, altri non fanno che eccitare nelle nostre vene l'amore impetuoso che perpetua la razza. La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di Paros, è - dicono - La Venere Callipigia descritta da Ateneo e Lampridio, data da Eliogabalo ai siracusani. Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza. Schopenhauer scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola. La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita. È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere. È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella.”

Incipit di alcune opere, Viaggio in Sicilia

Frasi sul mondo di Guy de Maupassant

“Dopo aver visitato le antiche e nobili dimore di Genova e ammirato alcuni quadri fra i quali i tre capolavori di Van Dyck, non rimane da vedere che il Camposanto, il più bizzarro, sorprendente, macabro e comico museo di sculture funebri che vi sia al mondo. Lungo l'immenso quadrilatero corre una galleria, come un chiostro gigantesco aperto su un cortile che accoglie le tombe dei poveri ricoperte da lapidi bianche come neve. Percorrendola, si passa davanti a una processione di borghesi di marmo che piangono i loro morti.
Che mistero! Queste statue testimoniano una grande capacità, un vero talento da parte degli artigiani che le hanno realizzate. La natura dei vestiti, delle camicie, dei pantaloni rivela una lavorazione di fattura stupefacente. Ho visto un abito di amoerro a cui i tagli netti della stoffa davano un aspetto di totale verosimiglianza. Non vi è niente di più irresistibilmente grottesco, mostruosamente ordinario, indegnamente comune di queste persone che piangono gli amati congiunti.
Di chi è la colpa? Dello scultore, che nei lineamenti dei suoi modelli ha visto soltanto la volgarità dei borghesi moderni e non ha saputo trovarvi quel riflesso superiore d'umanità che i pittori fiamminghi hanno colto così bene nei tipi più laidi e plebei della loro razza? Dei borghesi, ai quali il basso livello di civilizzazione democratica ha eroso e cancellato ogni carattere distintivo e ha fatto perdere i segni di originalità di cui ogni classe sociale è sempre stata dotata?
I Genovesi sembrano molto fieri di questo sorprendente museo che disorienta e rende difficile il giudizio.”

Origine: La vita errante, pp. 45-46

Guy de Maupassant Frasi e Citazioni

“[Segesta] Il tempio di Segesta sembra essere stato posto ai piedi della montagna da un uomo geniale che aveva avuto la rivelazione del punto unico in cui lo doveva erigere. Anima da solo l'immensità del paesaggio che vivifica ed abbellisce divinamente.”

Origine: Citato in Quando Segesta affascinò Alberto Moravia http://palermo.repubblica.it/dettaglio/quando-segesta-affascino-alberto-moravia/1401211/2, Repubblica.it, 6 dicembre 2007.

“I grandi artisti sono quelli che impongono all'umanità la loro particolare illusione.”

Origine: Da Pietro e Giovanni, Prefazione

“Quello che amiamo con violenza finisce sempre con l'ucciderci.”

da La notte
Racconti fantastici

“[…] quindi salgo subito in barca per andare a salutare, dovere di scrittore, i papiri dell'Anapo.
Si attraversa il golfo da una riva all'altra si scorge, sulla sponda piatta è spoglia, la foce di un piccolissimo fiume, quasi un ruscello, in cui si inoltra il battello.,
La corrente impetuosa è difficile da risalire. A volte si rema, volte ci si serve della gaffa fa per scivolare sull'acqua che scorre veloce tra due rive coperte di fiori gialli, minuscoli e splendenti, due rive d'oro.,
Vediamo canne sgualcite dal nostro passaggio che si impegnano essi rialzano, poi, con gli steli nell'acqua, degli iris blu, di un blu intenso, sui quali volteggiano innumerevoli libellule dalle ali di vetro, madreperlacee frementi, grandi come uccelli-mosca. Adesso, sulle due scarpate che ci imprigionano, crescono cardi giganteschi con voli voli smisurati, che allacciano le piante terrestri con le camere ruscello.,
Sotto di noi, in fondo all'acqua, di una foresta di grandi erbe ondeggianti che si muovono, galleggiano, sembrano notare nella corrente che le agita. Poi il Anapo si separa dall'antico Ciane, suo affluente. Procediamo tra le righe, aiutandoci sempre con una pertica. Il ruscello serpeggia con graziosi panorami, prospettive fiorite carine. Un'isola appare infine, piena di strani arbusti. Gli steli fragili e triangolari, alti da nove a dodici piedi, portano in cima ciuffi tondi di filamenti verdi, lunghi, essi e soffici come capelli. Sembrano teste umane divenute piante, gettate nell'acqua sacra della sorgente da uno degli dei pagani che vivevano lì una volta. È il papiro antico.,
I contadini, d'altronde, chiamano questa canna: parrucca.,
Eccone altri più lontano, un intero bosco. Fremono, mormorano, si chinano, mescolano le loro fronti pelose, le urtano, paiono parlare di cose ignote lontane.,
Non è forse strano che l'arbusto venerabile, che ci portò il pensiero dei morti, che fu gusto del genio umano, abbia, sul corpo infimo di arboscello, una grossa criniera folta e fluttuante, simile a quella dei poeti?”

Origine: Viaggio in Sicilia, p. 135

“La bestia è calma, e dorme in fondo, tutt'in fondo. Solo la pesante fumata sfugge dal prodigioso fumaiolo alto 3312 metri.”

da La vie errante; citato in Rina La Mesa, Scrittori stranieri in Sicilia, Cappelli, 1961
La vita errante

“Bisognerebbe amare, amare follemente, senza vedere ciò che si ama. Perché vedere è comprendere, e comprendere è disprezzare.”

Origine: Da Un caso di divorzio; in Tutti i racconti neri, fantastici e crudeli, a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994

“La cosa più insignificante racchiude un po' d'ignoto. Troviamolo.”

Origine: Da Pietro e Giovanni, prefazione; citato in Elena Spagnol, Citazioni, Garzanti, 2003

Guy de Maupassant: Frasi in inglese

“A sick thought can devour the body's flesh more than fever or consumption.”

Origine: Le Horla et autres contes fantastiques

“In fact living is dying.”

Origine: Bel-Ami

“I entered literary life as a meteor, and I shall leave it like a thunderbolt.”

As quoted in "Guy De Maupassant : A Study" by Pol Neveux, in Original Short Stories http://www.gutenberg.org/etext/3090

Guy De Maupassant frase: “There is only one good thing in life, and that is love.”

“There is only one good thing in life, and that is love.”

"The Love of Long Ago"
Origine: The Complete Short Stories of de Maupassant
Contesto: There is only one good thing in life, and that is love. And how you misunderstand it! how you spoil it! You treat it as something solemn like a sacrament, or something to be bought, like a dress.

“The girl was one of those pretty and charming young creatures who sometimes are born, as if by a slip of fate, into a family of clerks.”

Variant translation:
She was one of those pretty and charming girls, born by a blunder of destiny in a family of employees. She had no dowry, no expectations, no means of being known, understood, loved, married by a man rich and distinguished; and she let them make a match for her with a little clerk in the Department of Education.
La Parure (The Necklace) (1884)
Contesto: The girl was one of those pretty and charming young creatures who sometimes are born, as if by a slip of fate, into a family of clerks. She had no dowry, no expectations, no way of being known, understood, loved, married by any rich and distinguished man; so she let herself be married to a little clerk of the Ministry of Public Instruction.

“The same thing happens whenever the established order of things is upset, when security no longer exists, when all those rights usually protected by the law of man or of Nature are at the mercy of unreasoning, savage force.”

Guy De Maupassant libro Boule de Suif

Boule de Suif (1880)
Contesto: The same thing happens whenever the established order of things is upset, when security no longer exists, when all those rights usually protected by the law of man or of Nature are at the mercy of unreasoning, savage force. The earthquake crushing a whole nation under falling roofs; the flood let loose, and engulfing in its swirling depths the corpses of drowned peasants, along with dead oxen and beams torn from shattered houses; or the army, covered with glory, murdering those who defend themselves, making prisoners of the rest, pillaging in the name of the Sword, and giving thanks to God to the thunder of cannon — all these are appalling scourges, which destroy all belief in eternal justice, all that confidence we have been taught to feel in the protection of Heaven and the reason of man.

“The anguish of suspense made men even desire the arrival of the enemy.”

Guy De Maupassant libro Boule de Suif

Boule de Suif (1880)
Contesto: Life seemed to have stopped short; the shops were shut, the streets deserted. Now and then an inhabitant, awed by the silence, glided swiftly by in the shadow of the walls. The anguish of suspense made men even desire the arrival of the enemy.

“For several days in succession fragments of a defeated army had passed through the town.”

Guy De Maupassant libro Boule de Suif

Boule de Suif (1880)
Contesto: For several days in succession fragments of a defeated army had passed through the town. They were mere disorganized bands, not disciplined forces. The men wore long, dirty beards and tattered uniforms; they advanced in listless fashion, without a flag, without a leader. All seemed exhausted, worn out, incapable of thought or resolve, marching onward merely by force of habit, and dropping to the ground with fatigue the moment they halted.

“At the end of a short time, once the first terror had subsided, calm was again restored.”

Guy De Maupassant libro Boule de Suif

Boule de Suif (1880)
Contesto: At the end of a short time, once the first terror had subsided, calm was again restored. In many houses the Prussian officer ate at the same table with the family. He was often well-bred, and, out of politeness, expressed sympathy with France and repugnance at being compelled to take part in the war. This sentiment was received with gratitude; besides, his protection might be needful some day or other.

“The past attracts me, the present frightens me, because the future is death.”

Origine: The Complete Short Stories of Guy de Maupassant, Part One

“The only certainty is death.”

Origine: Bel-Ami

“It is the encounters with people that make life worth living.”

Variante: It is the lives we encounter that make life worth living.

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