Frasi su scopata

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema scopata, due-giorni, essere, letto.

Frasi su scopata

Charles Bukowski photo
Franco Califano photo
Dave Eggers photo

“Ehm, sei sicuro di volermi raccontare tutte queste cose?
Perché, quali cose?

Dei tuoi genitori, la paranoia…
Be', cos'è che ti sto raccontando, in fondo? Non ti sto dando proprio niente. Ti sto dando cose che Dio sa, che chiunque sa. I miei genitori sono famosi nella loro morte. E questo sarà il mio monumento costruito alla loro memoria. Io do a te tutte queste cose, ti racconto delle gambe di mio padre e delle parrucche di mia madre – più avanti in questo capitolo – e ti racconto i miei dubbi sull'opportunità o meno di fare sesso davanti all'armadio a specchi dei miei genitori la notte del funerale di mio padre, ma dopo tutto, cosa ti ho mai dato di così prezioso? Potresti pensare di sapere qualcosa di me, a quel punto, ma invece non sai ancora nulla. Io racconto, e un secondo dopo è tutto sparito. Non mi interessa – e come potrebbe? Ti racconto con quante ragazze sono andato a letto (trentadue), o di come i miei genitori hanno lasciato questo mondo, e alla fin fine che cosa ti ho dato? Niente. Posso dirti i nomi dei miei amici, i loro numeri di telefono…
Marny Requa: 415-431-2435
K. C. Fuller: 415-922-7893
Kirsten Stewart: 415-614-1976
Ma cos'è che hai in mano? Nulla. Tutti mi hanno dato il permesso di farlo. E perché? Perché tu non hai nulla, al massimo qualche numero di telefono. Può sembrare qualcosa di prezioso al massimo per uno o due secondi. Tu puoi avere solo quello che io posso permettermi di dare. E tu sei il mendicante che implora una qualsiasi cosa, mentre io sono il passante frettoloso che butta un quarto di dollaro nel bicchiere di carta che protendi verso di me. Questo è quanto ti posso dare. E non mi annienta. Ti do virtualmente tutto quello che possiedo. Ti do le cose migliori di me, anche se si tratta di cose che amo, ricordi di cui faccio tesoro, belli o brutti che siano, come le foto della mia famiglia appese al muro, posso mostrartele senza che esse per questo ne vengano sminuite. Posso permettermi di darti anche tutto quanto. Trasaliamo di fronti agli sciagurati che nei programmi pomeridiani rivelano i loro orrendi segreti di fronte a milioni di telespettatori, eppure… che cosa abbiamo tolto loro, e loro che cosa ci hanno dato? Niente. Sappiamo che Janine ha scopato con il fidanzato di sua figlia, ma… e allora? Moriremo un giorno e avremo protetto… che cosa? Avremo protetto dal mondo il fatto che facciamo questo o quello, che muoviamo le braccia in questo o quest'altro modo, e che la nostra bocca ha prodotto questi e questi altri suoni? Ma per favore. Ci sembra che rivelare cose imbarazzanti o private, tipo, che ne so, le nostre abitudini masturbatorie (quanto a me, circa una volta al giorno, perlopiù sotto la doccia), significhi – proprio come per i primitivi che temono che la macchina fotografica gli possa portare via l'anima – che abbiamo dato a qualcuno una cosa che noi identifichiamo come i nostri segreti, il nostro passato e le sue zone oscure, la nostra identità, nella convinzione che rivelare le nostre abitudini o le nostre perdite o le nostre imprese in qualche modo ci deprivi di qualcosa. Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant'altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov'è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant'era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo adesso il serpente potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più la sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla.”

L'opera struggente di un formidabile genio

Charles Bukowski photo
Fabio Volo photo
Charles Bukowski photo
Paolo Sorrentino photo
Aldo Busi photo
Andrzej Sapkowski photo
Irvine Welsh photo

“In campo sessuale, come in qualsiasi altro campo, non piace a nessuno farsela coi falliti.”

Una scopata dopo un secolo; p. 141
Trainspotting, Proviamoci ancora

Stefan Zweig photo
David Foster Wallace photo
Manuel Vázquez Montalbán photo
Irvine Welsh photo
Irvine Welsh photo

“Sai qual è il fatto, Spud? Che quando ti buchi, tutto il resto non conta. Non ti devi più preoccupare di niente.”

Renton: Una scopata dopo un secolo; p. 142
Trainspotting, Proviamoci ancora

Irvine Welsh photo

“[Renton] Si sentiva parte della realtà e, di conseguenza, vulnerabile.”

Una scopata dopo un secolo; p. 159
Trainspotting, Proviamoci ancora

Nick Kyrgios photo

“Comunque mi dispiace dirti che Kokkinakis si è scopato la tua ragazza.”

Nick Kyrgios (1995) tennista australiano

A Stanislas Wawrinka durante il torneo di Montreal il 13 agosto 2015
Origine: Citato in Vanni Gilbertini, "Bad boy" Kyrgios colpisce ancora: scintille con Wawrinka! http://www.ubitennis.com/blog/2015/08/13/bad-boy-kyrgios-colpisce-ancora-scintille-con-wawrinka/, Ubitennis.com, 13 agosto 2015.

Charles Bukowski photo
Yasmina Reza photo

“Mi sono sentito anch'io sull'orlo della noia, pervaso dalla malinconia degli amanti, quando tranne le scopate non succede più niente.”

Yasmina Reza (1959) drammaturga, scrittrice e attrice francese

Happy are the Happy

Charles Bukowski photo
Daniel Pennac photo
Joe R. Lansdale photo
Stephen King photo
Tucker Max photo