“Non deviare dalla natura ed il formarci sulle sue leggi e sui suoi esempi, è sapienza.”
citato in Claudio Malagoli, Etica dell'alimentazione: prodotti tipici e biologici, Ogm e nutraceutici, commercio equo e solidale, Aracne, 2006, p. 173
Esplora le profonde citazioni di Seneca il Giovane su guerra, virtù, ricchezza, governo, amicizia, speranza, disperazione, preparazione, vita e morte per una saggezza senza tempo che illuminerà e ispirerà.
Lucio Anneo Seneca, noto anche come Seneca o Seneca il giovane, è stato un famoso filosofo, drammaturgo e politico romano durante l'età imperiale. È considerato uno dei maggiori esponenti dello stoicismo eclettico.
Seneca ha svolto diverse attività, inclusa la vita pubblica, ed è stato senatore e questore durante il periodo giulio-claudio. Inizialmente condannato a morte da Caligola, fu poi graziato grazie all'intervento di un'amante dello stesso imperatore.
In seguito, venne condannato a un'esilio su un'isola dall'imperatore Claudio ma fu richiamato a Roma in seguito. Qui divenne tutore e precettore del futuro imperatore Nerone su incarico della madre Giulia Agrippina Augusta.
Dopo un periodo di buon governo in cui Nerone governò saggiamente sotto l'influenza di Seneca, i due si allontanarono sempre di più e il filosofo alla fine si ritirò nella vita privata che tanto aveva desiderato. Tuttavia, apparentemente coinvolto in una cospirazione contro Nerone, venne vittima delle sue persecuzioni e scelse il suicidio.
L'influenza di Seneca sullo stoicismo romano successivo fu profonda: tra i suoi allievi vi erano Gaio Musonio Rufo e Aruleno Rustico, nonno di Quinto Giunio Rustico, che divenne uno dei mentori dell'imperatore filosofo Marco Aurelio.
“Non deviare dalla natura ed il formarci sulle sue leggi e sui suoi esempi, è sapienza.”
citato in Claudio Malagoli, Etica dell'alimentazione: prodotti tipici e biologici, Ogm e nutraceutici, commercio equo e solidale, Aracne, 2006, p. 173
“Per quanto tu ne uccida molti, nondimeno non puoi uccidere il tuo successore.”
riferendosi a Nerone; citato in Dione Cassio, Istorie, LXI, 18
“[…] certe abitudini si possono più facilmente troncare che moderare.”
108, 16; 2000
Epistulae morales ad Lucilium
“È povero non chi possiede poco, ma chi brama avere di più.”
lettera 2; 1975
Epistulae morales ad Lucilium
100, 9; 2000
Epistulae morales ad Lucilium
54, 1-4
Epistulae morales ad Lucilium
libro VIII, 70
Epistulae morales ad Lucilium
“L'uomo è un animale che ragiona.”
41, 8
Epistulae morales ad Lucilium
Epistulae morales ad Lucilium
“Nessuno è obbligato a correre sulla via del successo.”
22, 4
Nulli necesse est felicitatem cursu sequi.
Epistulae morales ad Lucilium
“Nessuno mai condannò la sapienza alla povertà.”
Nemo sapientiam paupertate damnavit.
Epistulae morales ad Lucilium
lettera 57; 1975
Epistulae morales ad Lucilium
70
Scopulum esse illum putamus dementissimi: portus est, aliquando petendus, numquam recusandus, in quem si quis intra primos annos delatus est, non magis queri debet quam qui cito navigavit.
Epistulae morales ad Lucilium
“Ogni piacere ha il suo momento culminante quando sta per finire.”
12, 5
Epistulae morales ad Lucilium
lettera 33; 1975
Epistulae morales ad Lucilium
Epistola 47,1
Epistulae morales ad Lucilium
23, 6-7
Epistulae morales ad Lucilium
124, 22; 2000
Lettere a Lucilio
XV, 1-2; 1993, p. 83
La brevità della vita (De brevitate vitae)
“Perdono il giorno in attesa della notte, la notte per timore del giorno.”
XVI, 5; 1993, p. 87
Diem noctis exspectatione perdunt, noctem lucis metu.
La brevità della vita (De brevitate vitae)
XV, 5; 1993, p. 85
La brevità della vita (De brevitate vitae)
121, 24
Lettere a Lucilio
Origine: Citato in Gino Ditadi, I filosofi e gli animali, vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994, pp. 329-330. ISBN 88-85944-12-4
XVII, 1; 1993, p. 87
De brevitate vitae
108, 17-18; 2000
Epistulae morales ad Lucilium
121, 18; 2000
Lettere a Lucilio
II, 10, 3; 2000, p. 74
De ira
15, 5; 2000, p. 219
De tranquillitate animi