Frasi di George Orwell
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174 frasi che esplorano saggezza, verità e linguaggio nel contesto sociale del XX secolo

Immergetevi nella profonda saggezza di George Orwell, uno degli scrittori più influenti del XX secolo. Dall'amore e dal controllo alla verità e al linguaggio, esplorate le sue citazioni senza tempo che sfidano le norme della società e approfondiscono le complessità della natura umana.

George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, è stato un importante scrittore e giornalista britannico. Conosciuto come opinionista politico e culturale, è considerato uno dei maggiori autori di prosa in lingua inglese del XX secolo. La sua fama è dovuta in particolare a due romanzi: "La fattoria degli animali", un'alleogria politica; e "1984", una distopia che descrive una società totalitaria. Quest'ultimo ha dato origine all'aggettivo "orwelliano" per descrivere meccanismi totalitari di controllo del pensiero.

Orwell era un polemista lucido e anticonformista che criticava anche l'intellighenzia socialista inglese, alla quale si sentiva estraneo. Nonostante ciò, rimase sempre un convinto socialista fino alla fine della sua vita. Tuttavia, le tragiche esperienze personali e la presa di coscienza delle contraddizioni e degli errori fatali della dirigenza sovietica sotto Stalin lo portarono ad abbracciare un forte antisovietismo, mettendolo così in contrasto con una parte significativa della sinistra europea dell'epoca. Nel 1946 dichiarò:

✵ 25. Giugno 1903 – 21. Gennaio 1950
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George Orwell Frasi e Citazioni

“La povertà è una forma di halitosi spirituale.”

Gordon Comstock: cap. V, p. 123
Fiorirà l'aspidistra

“Sono le donne che rendono impossibile ogni progresso.”

Gordon Comstock: cap. VI, p. 150
Fiorirà l'aspidistra

“[…] Dickens è uno di quegli autori in cui la parte è migliore del tutto.”

Origine: Charles Dickens, p. 378

“Finché non diverranno coscienti della loro forza, non si ribelleranno e, finché non si ribelleranno, non diverranno coscienti della loro forza.”

1984
Variante: Finché non diventeranno coscienti della loro forza, non si ribelleranno e, finché non si ribelleranno, non diverranno coscienti della loro forza.

“è qualcosa di bello, la distruzione delle parole. Naturalmente, c'è una strage di verbi e aggettivi, ma non mancano centinaia e centinaia di nomi di cui si può fare tranquillamente a meno. E non mi riferisco solo ai sinonimi, sto parlando anche dei contrari. Che bisogno c'è di una parola che è solo l'opposto di un'altra? Ogni parole già contiene in se stessa il suo opposto. Prendiamo "buono", che bisogno c'è di avere anche "cattivo"? "Sbuono" andrà altrettanto bene, anzi meglio, perché, a differenza dell'altra, costituisce l'opposto esatto di "buono". Anche se desideri un'accezione più forte di "buono", che senso hanno tutte quelle varianti vaghe e inutili : "eccellente", "splendido", e via dicendo? "Plusbuono" rende perfettamente il senso […].
Non capisci che lo scopo principale a cui tende la neolingua è quello di restringere al massimo la sfera di azione del pensiero? Alla fine renderemo lo psicoreato letteralmente impossibile, perché non ci saranno parole con cui poterlo esprimere […].
Tutta le letteratura del passato sarà distrutta: Chaucer, Shakespeare, Milton, Byron, esisteranno solo nella loro versione in neolingua […].
Anche la letteratura del partito cambierà, anche gli slogan cambieranno. Si potrà mai avere uno slogan come "La libertà è schiavitù", quando il concetto stesso di libertà sarà stato abolito? […].
Il pensiero non esisterà più, almeno non come lo intendiamo ora. Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa.”

1984

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