“Il Duce, per quanto si sentisse lo sforzo fisico, imprimeva alle sue frasi l'energia, con la quale egli aspirava al dominio delle masse [che stavano] ai suoi piedi; il Duce nuotava sempre nella corrente sonora della sua madrelingua, le si abbandonava con tutte le sue rivendicazioni territoriali, era un parlatore, anche quando scivolava dall'oratoria alla retorica, parlatore senza distorsioni, senza convulsioni. Hitler al contrario voleva procedere patetico o beffardo – due toni tra i quali egli amava sempre oscillare – parlava, o piuttosto urlava, sempre convulsamente. Si può, anche nella più forte eccitazione, mantenere una certa dignità, una calma interiore, un'autoconsapevolezza, un sentimento di concordia tra sé e la propria comunità. Di questo mancò fin dall'inizio in poi il consapevole, l'esclusivo, l'essenziale retore, Hitler.”

LTI – Taccuino di un filologo (Lingua Tertii Imperii - Notizbuch eines Philologen)

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

Citazioni simili

Gabriele d'Annunzio photo
Ippocrate di Coo photo
Cesare Segre photo
Pietro Badoglio photo
Boris Leonidovič Pasternak photo
Carmine Senise photo
Antonio Bresciani photo
Marcello Dell'Utri photo

Argomenti correlati