
Origine: Da Choix de lettres 1917-1962, pp. 377-79.
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema deformazione, essere, stato, volta.
Origine: Da Choix de lettres 1917-1962, pp. 377-79.
Origine: Dal discorso inaugurale della posa della prima pietra per la costruzione del teatro di Bayreuth 22 maggio 1872; citato in Friedrich Nietzsche, Richard Wagner a Bayreuth (Richard Wagner in Bayreuth), traduzione di Giovanna Vignato, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1992. ISBN 88-7692-094-3
2), p. 151
L'ultimo quaderno
n. 25, p. 2
Editoriali in Radici Cristiane
Origine: Duns Scoto: il rigore della carità, p. 67-68
da Perché sono un agnostico, pp. 70-71
Sopra di noi... niente
Origine: Profilo storico della letteratura italiana, p. 211
1984
Origine: Citato in Anna Maria Mori, Lo spot è bambino http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/12/13/lo-spot-bambino.html, la Repubblica, 13 dicembre 1984.
Origine: Da L'Espresso, 14 febbraio 1960; citato in Claudio G. Fava, Aldo Viganò, I film di Federico Fellini, Gremese, Roma, 1995, p. 96 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA96&lpg=PA96#v=onepage&q&f=false. ISBN 88-7605-931-8
Giuseppe Berto, dall'introduzione
Il male oscuro, Citazioni sul libro
cap. XIV, p. 142
Il partito comunista italiano
“… è per camuffare le deformazioni alle articolazioni, caratteristiche della gotta.”
dall'intervista di Piero Angela nel documentario Michelangelo: in compagnia di un genio, Quark DVD - Rai Trade, 2001
da Bianco e nero, anno XXIV, n. 4, aprile 1963
Origine: Citato in Otto e Mezzo http://www.federicofellini.it/node/527, Federico Fellini.it.
Un indovino mi disse
Origine: Dall Intervista a Federico Buffa: "Adoravo Nastase, Open di Agassi è un capolavoro" http://www.ubitennis.com/blog/2014/07/25/intervista-federico-buffa-racconta-adoravo-nastase-libro-agassi-capolavoro/, Ubitennis.com, 25 luglio 2014.
da Collaboratori della verità, San Paolo, 1994
Origine: Citato in Quanto Ratzinger metteva in guardia dall'inganno del «Gesù solo misericordioso» che piace al mondo http://www.iltimone.org/33773,News.html, il Timone.org.
Variante: Mai, mi sembra, è stato reso in un modo così commovente il "Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio". L'implorazione degli occhi, l'abbandono delle bocche (in questi due capi di guerra! delle bocche da venir comunicate con un poco di terra e d'erba), il gesto così fraterno del cavaliere (come lo circonda bene, il suo orante!), le mani dell'inginocchiato, belle come un bel destino, tutto compone una freccia che raggiunge il segno. Infine una pittura cattolica che raggiunge il segno: elevare, edificare. L'autore ci fa grazia, questa volta della sua visione celeste. Il soprannaturale non è più evocato, qui, dai grossolani mezzi cari al Greco: quella deformazione del corpo umano che non soltanto è un'offesa per la più bella creazione di Dio, ma è contraria al dogma, secondo il quale i corpi risusciteranno nello stato della loro più grande bellezza. I due supplicanti del "Romero" sono il reale, poiché è presumibile che quelle espressioni prestate loro dal pittore, le abbiano talvolta veramente avute strettamente tali come le vediamo nel quadro; e nel tempo stesso trascendono il reale. Sono umani quanto è possibile esserlo, e nello stesso tempo portano il riflesso del divino.