Frasi su doppiaggio

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema doppiaggio, attore, fare, lavorio.

Frasi su doppiaggio

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“In Italia non si riesce a vedere un film in lingua originale, perché i doppiatori qui sono una mafia. Non capisco perché abbiano tutto questo potere. Il doppiaggio esiste anche in Francia, ma non hanno lo stesso potere. Quando c'è uno sciopero della categoria il cinema non si ferma. Meglio comunque il doppiaggio piuttosto che il film non esca proprio.”

Vincent Cassel (1966) attore francese

Origine: Da un'intervista rilasciata al programma radiofonico Hollywood Party, Radio 3; citato in Vincent Cassel: «I doppiatori in Italia sono una mafia» http://www.rollingstone.it/cinema/news-cinema/vincent-cassel-i-doppiatori-in-italia-sono-una-mafia/2016-03-17/, Rollingstone.it, 17 marzo 2016.

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“Il doppiaggio fatto bene è quello di cui il pubblico non si accorge. Il doppiaggio fatto bene è quello approntato dai professionisti, non dai talent della tv.”

Luca Ward (1960) attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano

Origine: Da un post https://www.facebook.com/LucaWard/posts/10158224175415068 sulla pagina ufficiale, Facebook.com, 12 febbraio 2017.

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“Come ogni traduzione che si rispetti, il doppiaggio veicola il film al pubblico […]. Non esiste una lobby. Come in ogni cosa, troppa quantità mette a rischio la qualità. Ma c'è sempre la possibilità di vedere l'originale in dvd. E i sottotitoli esprimono una sintesi che molto toglie alla ricchezza del linguaggio.”

Pino Insegno (1959) attore, doppiatore e conduttore televisivo italiano

Origine: Citato in Arianna Finos, Cassel: "È una mafia il doppiaggio italiano" http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/cassel-e-una-mafia-il-doppiaggio-italiano/481868, Repubblica.it, 16 marzo 2016.

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“Appuntamento a tre (1999) – doppiaggio”

Neri Marcorè (1966) attore, comico e imitatore italiano

Film

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“[Riferito al doppiaggio] Adesso c'è una grande inflazione, una grande confusione, una grande degenerazione.”

Sergio Di Stefano (1939–2010) attore teatrale, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata nel luglio 2008, ascoltabile su Voci sullo schermo Il podcast del doppiaggio italiano http://www.antoniogenna.net/doppiaggio/podcast/podcast.htm, antoniogenna.net.

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“È cambiato totalmente il doppiaggio da quando ho cominciato io: sono cambiati i metodi, sono cambiati gli orari, quindi è una grandissima fatica.”

Sergio Di Stefano (1939–2010) attore teatrale, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano

citato in Antonio Genna. net

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“Mio padre mi ha sempre insegnato a fare tutto. Quando gli ho detto che volevo fare l'attore, mi ha detto di studiare doppiaggio, perché secondo lui era la scuola migliore. Non l'Accademia di Arte Drammatica, che sforna a volte pessimi attori di teatro. "Gli attori di teatro – mi diceva – parlano il 'birignao.'”

Christian De Sica (1951) attore italiano

Invece bisogna parlare il dialetto, che è il vero italiano".
Origine: Citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, 2005, Roma. ISBN 8839712895

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“A me piace il sistema che si usa in Italia, amo il doppiaggio. Lo trovo una forma espressiva.”

Gus Van Sant (1952) regista, sceneggiatore, montatore, pittore, fotografo, musicista e scrittore statunitense

Origine: Citato in David Grieco, van sant cowboy, genio ribelle http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/50000/48219.xml?key=Gus+Van+Sant&first=111&orderby=1, l'Unità, 10 giugno 2002, p. 21.

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“Per noi il doppiaggio è un costo in più, non indifferente, se si scelgono attori di qualità. A noi piacerebbe, per gusto e per economia, proiettare film sottotitolati.”

Giampaolo Letta (1966) dirigente d'azienda e produttore cinematografico italiano

Origine: Citato in Arianna Finos, Cassel: "È una mafia il doppiaggio italiano" http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/cassel-e-una-mafia-il-doppiaggio-italiano/481868, Repubblica.it, 16 marzo 2016.

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“[…] la lobby dei doppiatori non esiste, è il mercato che decide. Quanto incasserebbe un film sottotitolato e non doppiato? Lo vediamo quando alcune sale fanno il tentativo: non c'è paragone. Tra l'altro il doppiaggio ha un costo per la grande distribuzione: è evidente che se lo fanno è perché così incassano di più. In Italia già leggiamo pochi libri, figurati se ci mettiamo a "leggere" un film.”

Luca Ward (1960) attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano

Origine: Citato in Doppiatori italiani sotto accusa, la replica a Cassel: «Non siamo una lobby» http://www.corriere.it/spettacoli/16_marzo_20/doppiatori-sotto-accusa-doppiaggio-8f4e6924-ee0a-11e5-9277-b3acd54d3652.shtml, Corriere.it, 19 marzo 2016.

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“Non mi piace essere al centro dell'attenzione ma ho sempre amato recitare. Il doppiaggio quindi era perfetto anche per questo aspetto, potevo essere un’attrice a tutto tondo senza dover rendere conto a nessuno di null'altro se non di quello che sapevo fare.”

Valentina Favazza (1987) doppiatrice italiana

Origine: Da Intervista esclusiva a Valentina Favazza http://marveluniverseitalia.altervista.org/intervista-esclusiva-valentina-favazza/, marveluniverseitalia.altervista.org, 19 maggio 2014.

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“[Sul conciliare famiglia e attività lavorativa] È stato molto difficile. Tanto è vero che quando mi sono sposata, dopo sono andata a vivere a Milano e ci ho vissuto undici anni, proprio perché io personalmente non riuscivo a conciliare il mio lavoro con i bambini piccoli, per lo meno fino a quando sono piccoli è molto difficile, e fare il teatro non ne parliamo, ti porta via per tournée, e infatti io ho rinunciato tante cose quando i miei figli erano piccoli. E poi ho anche rifiutato il doppiaggio, perché quello mi occupava troppo. Poi sono tornata a Roma, dopo dodici anni, e dopo un divorzio, e ho ripreso a lavorare anche bene, però senz'altro conciliare la vita famigliare con un lavoro così pieno, com'è stato il mio, sempre occupata dalla mattina alla sera, io sono riuscita a fare i salti mortali per essere più vicina a loro. Ho avuto la fortuna di trovare delle babysitter bravissime, che li seguivano anche nello studio. Ma avevo anche bisogno di lavorare, non potevo dire di no. Ma è andata bene anche così, perché ho due figli meravigliosi, e sono contentissima.”

Maria Pia Di Meo (1939) attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana

Variante: È stato molto difficile. Tanto è vero che quando mi sono sposata, dopo sono andata a vivere a Milano e ci ho vissuto undici anni, proprio perché io personalmente non riuscivo a conciliare il mio lavoro con i bambini piccoli, per lo meno fino a quando sono piccoli è molto difficile, e fare il teatro non ne parliamo, ti porta via per tournée, e infatti io ho rinunciato tante cose quando i miei figli erano piccoli. E poi ho anche rifiutato il doppiaggio, perché quello mi occupava troppo. Poi sono tornata a Roma, dopo dodici anni, e dopo un divorzio, e ho ripreso a lavorare anche bene, però senz'altro conciliare la vita famigliare con un lavoro così pieno, com'è stato il mio, sempre occupata dalla mattina alla sera, io sono riuscita a fare i salti mortali per essere più vicina a loro. Ho avuto la fortuna di trovare delle babysitter bravissime, che li seguivano anche nello studio. Ma avevo anche bisogno di lavorare, non potevo dire di no. Ma è andata bene anche così, perché ho due figli meravigliosi, e sono contentissima.

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“Il re leone II: il regno di Simba (1998) – doppiaggio”

Neri Marcorè (1966) attore, comico e imitatore italiano

Film

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“[Sulla preparazione per doppiare] No, non ho studiato niente, perché come si dice, sono figlia d'arte, si può dire che l'avevo proprio nel mio DNA questa capacità di recitare. Perché poi "doppiaggio" è una parola quasi inadeguata, nel senso che il doppiaggio lo può fare chi sa recitare, e in più a questo deve aggiungere una tecnica particolare. Perché una cosa è recitare in teatro, quindi portare la voce, avere un timbro diverso; e una cosa è fare il doppiaggio, avere davanti un microfono, e quindi devi poter dosare la tua voce, e avere la tecnica tale da permetterti di essere vera, autentica, di trasmettere emozioni. Tutto quello che l'attore in presa diretta ha costruito magari in mesi di lavoro, noi dobbiamo doppiarlo in tempi molto stretti, quindi è necessaria una tecnica particolare, una particolare sensibilità, perché bisogna tradurre quello che è il lavoro dell'attore in originale, a noi, alla nostra lingua, il nostro modo di essere, le nostre sensazioni, quindi è un lavoro anche creativo.”

Maria Pia Di Meo (1939) attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana

Variante: No, non ho studiato niente, perché come si dice, sono figlia d'arte, si può dire che l'avevo proprio nel mio DNA questa capacità di recitare. Perché poi "doppiaggio" è una parola quasi inadeguata, nel senso che il doppiaggio lo può fare chi sa recitare, e in più a questo deve aggiungere una tecnica particolare. Perché una cosa è recitare in teatro, quindi portare la voce, avere un timbro diverso; e una cosa è fare il doppiaggio, avere davanti un microfono, e quindi devi poter dosare la tua voce, e avere la tecnica tale da permetterti di essere vera, autentica, di trasmettere emozioni. Tutto quello che l'attore in presa diretta ha costruito magari in mesi di lavoro, noi dobbiamo doppiarlo in tempi molto stretti, quindi è necessaria una tecnica particolare, una particolare sensibilità, perché bisogna tradurre quello che è il lavoro dell'attore in originale, a noi, alla nostra lingua, il nostro modo di essere, le nostre sensazioni, quindi è un lavoro anche creativo.
Origine: Da Quel mostro di mia suocera è Mary Poppins: intervista a Maria Pia Di Meo http://www.panorama.it/blog-5/la-fine-del-mondo-e-ritorno/quel-mostro-di-mia-suocera-e-mary-poppins-intervista-a-maria-pia-di-meo/, Panorama, 8 agosto 2016.

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“A Christmas Carol (2009) – doppiaggio”

Gary Oldman (1958) attore britannico

Film

“L'aneddoto che resta secondo me nella storia e che mi lega al doppiaggio è questo: io nasco come un fruitore del cinema in una famiglia che non mi ha portato molto al cinema, non si andava molto al cinema ma d'estate accadeva un miracolo, nelle arene estive si celebrava e si celebra ancora ora la visione plein air della cinematografia… mia madre mi portava in un mese al cinema una volta… io molte sere scappavo, mi mettevo dalla parte del posteggio, c'erano dei platani che dividevano il posteggio dall'arena di proiezione e io mi mettevo là molte sere a sentire il cinema e nel sentire il cinema con la percezione del soundtrack e la percezione di quelle voci magiche del cinema degli anni sessanta io mi sono innamorato di chi parlava dentro quella pellicola e sono diventato il più grande fan di Carletto Romano, di cui nutro un profondo senso di riconoscenza perché mi ha dato una percezione sottilissima del mestiere dell'attore e del mestiere del doppiaggio.”

Stefano De Sando (1954) attore e doppiatore italiano

Variante: L’aneddoto che resta secondo me nella storia e che mi lega al doppiaggio è questo: io nasco come un fruitore del cinema in una famiglia che non mi ha portato molto al cinema, non si andava molto al cinema ma d’estate accadeva un miracolo, nelle arene estive si celebrava e si celebra ancora ora la visione plein air della cinematografia... mia madre mi portava in un mese al cinema una volta… io molte sere scappavo, mi mettevo dalla parte del posteggio, c’erano dei platani che dividevano il posteggio dall’arena di proiezione e io mi mettevo là molte sere a sentire il cinema e nel sentire il cinema con la percezione del soundtrack e la percezione di quelle voci magiche del cinema degli anni sessanta io mi sono innamorato di chi parlava dentro quella pellicola e sono diventato il più grande fan di Carletto Romano, di cui nutro un profondo senso di riconoscenza perchè mi ha dato una percezione sottilissima del mestiere dell’attore e del mestiere del doppiaggio.
Origine: Da La voce di De Niro... non ama celebrare troppo il doppiaggio http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2007/09/306982.shtml, a cura di Daniela Sgambelluri, Supereva.it, 30 settembre 2007.

“[Sulla situazione attuale del doppiaggio] Oggi lo vedo, per certi versi, non dico decaduto, ma… Molti dicono, per esempio, che i film vanno visti in originale, non doppiati. Ora, questo potrebbe anche andar bene, però dovremmo presumere che tutti conoscano le lingue, ma in Italia sappiamo benissimo che non tutti le conoscono. Allora cosa succede, che si dovrebbero mettere i sottotitoli, cosa che secondo me è negativa, perché non ti permette di guardare l'attore, le azioni, perché devi leggere. E in linea di massima, il doppiaggio sta diventando un lavoro che si deve fare alla svelta, con un certo numero di turni, di righe, quindi si è perso un po' quella caratteristica che c'era quando ero più giovane, che i film si facevano con calma, avendo la possibilità di studiare di più i caratteri, il proprio e quello degli altri attori. E infatti se vediamo  dei vecchi film, sono doppiati benissimo. Oggi ci sono bravi doppiatori con una grandissima tecnica, ma secondo me poco creativi dal punto di vista artistico. Anche perché non c'è la possibilità. Perché il tempo è poco, bisogna correre, fare tutto alla svelta, e quindi il risultato è quello che è, purtroppo.”

Maria Pia Di Meo (1939) attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana

Variante: Oggi lo vedo, per certi versi, non dico decaduto, ma… Molti dicono, per esempio, che i film vanno visti in originale, non doppiati. Ora, questo potrebbe anche andar bene, però dovremmo presumere che tutti conoscano le lingue, ma in Italia sappiamo benissimo che non tutti le conoscono. Allora cosa succede, che si dovrebbero mettere i sottotitoli, cosa che secondo me è negativa, perché non ti permette di guardare l'attore, le azioni, perché devi leggere. E in linea di massima, il doppiaggio sta diventando un lavoro che si deve fare alla svelta, con un certo numero di turni, di righe, quindi si è perso un po' quella caratteristica che c'era quando ero più giovane, che i film si facevano con calma, avendo la possibilità di studiare di più i caratteri, il proprio e quello degli altri attori. E infatti se vediamo  dei vecchi film, sono doppiati benissimo. Oggi ci sono bravi doppiatori con una grandissima tecnica, ma secondo me poco creativi dal punto di vista artistico. Anche perché non c'è la possibilità. Perché il tempo è poco, bisogna correre, fare tutto alla svelta, e quindi il risultato è quello che è, purtroppo.

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“La città perduta (1995) – doppiaggio”

Neri Marcorè (1966) attore, comico e imitatore italiano

Film

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“I Cavalieri dello zodiaco: L'ultima battaglia (1989) – doppiaggio”

Neri Marcorè (1966) attore, comico e imitatore italiano

Film

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“Alice nel Paese delle Meraviglie (1999) – doppiaggio”

Neri Marcorè (1966) attore, comico e imitatore italiano

Film

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“Midnight in Paris (2011) – doppiaggio”

Neri Marcorè (1966) attore, comico e imitatore italiano

Film

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“Il principe d'Egitto (1998) – doppiaggio”

Neri Marcorè (1966) attore, comico e imitatore italiano

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“Planet 51 (2009) – doppiaggio”

Gary Oldman (1958) attore britannico

Film

“Il doppiatore è un attore, è un attore impegnato in un'attività di doppiaggio, ma è un attore. Non puoi fare il doppiaggio se non sei un attore.”

Angelo Nicotra (1948) attore, doppiatore e dialoghista italiano

Origine: Da un'intervista di Nicola F. Marcaccini, Calliopea.it, 2008. Video https://www.youtube.com/watch?v=rrISiKNaWA4 disponibile su Youtube.com.

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“Negli ultimi anni mi sono dedicata (anche) alla regia teatrale e mi piace moltissimo. È per questo che forse al momento il ruolo che mi piace di più svolgere nel doppiaggio è quello di direttrice… in qualche modo il direttore del doppiaggio è un "regista", no?”

Georgia Lepore (1965) doppiatrice, attrice e cantante italiana

Origine: Da La voce dell’arte. Georgia Lepore https://ilovecoffeeing.wordpress.com/2014/09/22/la-voce-dellarte-georgia-lepore/, ilovecoffeeing.wordpress.com, 22 settembre 2014.

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“A quattordici anni preferivo nettamente il doppiaggio originale. Ed effettivamente, negli anime il doppiaggio aiuta a capire alcune sfumature caratteriali, senza adattamenti. Però ritengo il doppiaggio italiano uno dei migliori al mondo. Se devo scegliere tra inglese o italiano, scelgo italiano tutta la vita.”

Yuriko Tiger (1993) modella e personaggio televisivo italiana

Variante: A quattordici anni preferivo nettamente il doppiaggio originale. Ed effettivamente, negli anime il doppiaggio aiuta a capire alcune sfumature caratteriali, senza adattamenti. Però ritengo il doppiaggio italiano uno dei migliori al mondo. Se devo scegliere tra inglese o italiano, scelgo italiano tutta la vita.

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“Il doppiaggio è un'arte tecnica che deve far sognare e far esprimere i desideri degli attori. Far vivere liberamente quelle che sono le emozioni delle persone nel caso della nostra materia.”

Roberto Pedicini (1962) attore italiano

Origine: Da Intervista esclusiva a Roberto Pedicini http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2006/08/266614.shtml, a cura di Daniela Sgambelluri, Supereva.it, 26 agosto 2008.

“L'importante nel doppiaggio, come nella recitazione in genere e forse nella vita, è essere sempre entro ciò che è misurabile ed attuabile, non andare oltre né fare troppo poco. Ciò che importa è insegnare l'essenzialità delle cose. Consiglio a tutti di vivere tutto con passione. È il modo migliore per dare un senso alla vita.”

Giorgio Lopez (1947) attore, doppiatore e dialoghista italiano

Origine: Da Intervista esclusiva a Giorgio Lopez http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2006/10/272669.shtml, a cura di Daniela Sgambelluri, Supereva.it, 27 ottobre 2006.

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“Il doppiaggio che mi ha dato più soddisfazione in assoluto è quello di John Malkovich ne Le relazioni pericolose.”

Luca Biagini (1949) attore e doppiatore italiano

Del resto mi fanno sempre fare le parti del cattivo. Credo che dipenda dai tratti del volto.