Frasi su orso

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema orso, essere, grande, altro.

Frasi su orso

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“Voi sapete che io ho la nomina (non di senatore, per carità) che sono un orso, ho un carattere spinoso, che sfuggo… sono sfuggente. Non è vero. Se io non fossi stato sfuggente, se non fossi stato un orso, se non fossi stato uno che si mette da parte, non avrei potuto scrivere cinquantacinque commedie.”

Eduardo De Filippo (1900–1984) drammaturgo, attore e regista italiano

Origine: Dall'ultimo discorso pubblico al Teatro di Taormina; citato in Taormina Arte 1984 http://www.taormina-arte.com/2006/storia/indexanno.asp?idanno=1984.

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“Dimmi qualcosa di ancora più carino."
"Mi piaci tanto, Midori. "
"Tanto quanto?"
"Tanto quanto un orso in primavera."
"Un orso in primavera?" chiese lei sollevando di nuovo la testa.
"Come sarebbe 'un orso in primavera'?"
"Un orso in primavera… allora, tu stai passeggiando da sola per i campi quando a un tratto vedi arrivare nella tua direzione un orso adorabile dalla pelliccia vellutata e dagli occhi simpatici, che ti fa: 'Senta, signorina, non le andrebbe di rotolarsi un po' con me sull'erba?'. Tu e l'orsetto vi abbracciate e giocate a rotolare giù lungo il pendio tutto ricoperto di trifogli per ore e ore. Carino, no?"
"Carinissimo."
"Ecco, tu mi piaci tanto così.”

Norwegian Wood
Variante: Mi piaci tanto, Midori.”
“Tanto quanto?”
“Tanto quanto un orso in primavera.”
“Un orso in primavera?” chiese lei sollevando di nuovo la testa. “Come sarebbe "un orso in primavera"?”
“Un orso in primavera... allora, tu stai passeggiando da sola per i campi quando a un tratto vedi arrivare nella tua direzione un orso adorabile dalla pelliccia vellutata e dagli occhi simpatici, che ti fa: "Senta, signorina, non le andrebbe di rotolarsi un po' con me sull"erba?". Tu e l"orsetto vi abbracciate e giocate a rotolare giù lungo il pendio tutto ricoperto di trifogli per ore e ore. Carino, no?”
“Carinissimo.”
“Ecco, tu mi piaci tanto così.

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“Il cinema è un alto artificio che mira a costruire realtà alternative a spese di quella fattuale, che gli provvede solo il materiale grezzo.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

Origine: Da L'effetto Kulesov e l'orso che ride, La bustina di Minerva, L'espresso, 19 febbraio 1989.

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“Vorrei essere un cane, una scimmia, o un orso,
O tutto tranne quell'animale vanitoso,
Che è così orgoglioso d'essere razionale.”

John Wilmot, II conte di Rochester (1647–1680) scrittore, poeta e drammaturgo inglese

vv. 5-7
A Satire Against Mankind

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“L'orso rispetto agli altri animali ha il vantaggio che a Carnevale può restare vestito così com'è.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Origine: Il mondo senza un filo di grasso, p. 51

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“[.. ] non dobbiamo vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso.”

Christoph von Schmid (1768–1854) scrittore, religioso e educatore tedesco

Origine: Il paggio del Re, p. 55

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“[Associando Federico II alla bestia dell'Apocalisse, XIII] Sale dal mare una bestia piena di nomi blasfemi, la quale, infierendo con zampe d'orso e con fauci di leone, e nelle altre membra con forma di leopardo, apre la bocca per oltraggiare il nome divino, e non smette di assalire con simili dardi né il tabernacolo di Dio né i santi che abitano nei cieli.”

Papa Gregorio IX 178° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall'enciclica del 1239, in Archivio Segreto Vaticano, Reg. Vat. 19, cc. 156v-159v, nr. 256; traduzione dal latino di Andrea Piazza
Origine: Citato in Andrea Piazza, «Anticristo/Messia» http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000025.xml&idOrigine=12f6a79e-86d6-11dc-9a1b-0016357eee51 da Enciclopedia Federiciana, vol I, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani.

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“L'orso, quando finisce la stagione degli amori gira tutto triste per i bar facendo suonare nei juke-box Questo piccolo grande amore.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Origine: Il mondo senza un filo di grasso, p. 51

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“Dove l'orso spiccava le api dai tronchi, e l'orsa mugolando allattava gli stupidi orsacchiotti: dove l'alce spaventata fuggiva il dilaniare dei lupi, e i lupi insegnavano ai lupicini a urlare e a sbranare; dove l'astore e i suoi piccini divorarono assai cuciattoli, e i corvi a stormi ci rubavano le oche; ecco, vedete, fuggita è di là ogni gioia, e solo le cornacchie ora cantano lo squallore autunnale. Gli uccellini, con i loro canti, stretti l'uno all'altro si rannicchiano, e, senza affanni, finché dura il freddo, dormono e sognano.”

Kristijonas Donelaitis (1714–1780) scrittore lituano

Origine: Da Le stagioni, Ricchezze d'autunno, in Giuseppe Morici, Il poeta nazionale della Lituania, Cristiano Donalitius, Studi Baltici, 3, 1933, pp. 41-61, traduzione di Giuseppe Morici; citato in Kristijonas Donelaitis, Le Stagioni, traduzione, introduzione e note di Adriano Cerri, prefazione di Pietro U. Dini, Edizioni Joker, Novi Ligure, 2014, appendice testuale, p. 281. ISBN 978-88-7536-353-6

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“È stato scelto l'orso marsicano come simbolo del Parco d'Abruzzo.”

Laura Quieti scrittrice italiana

Origine: Il segreto di Gaia, p. 159

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“Su Avvakum non si possono fare tanti discorsi: su di sé ha già detto tutto lui, si è ficcato come un orso nella sua tana e l'ha riempita tutta.”

Andrej Donatovič Sinjavskij (1925–1997) scrittore e critico letterario sovietico

Origine: Da Avvakum, Vita dell'Arciprete Avvakum scritta da lui stesso, traduzione di Pia Pera, Adelphi, 1986, p. 49. ISBN 978-88-459-0208-0

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“Mi sono acclimatato benissimo qui. Me ne sto come un orso nella tana; mai, nella mia vita avventurosa, mi sono sentito tanto a casa mia. La mia orsaggine si è acuita dopo la morte della mia compagna [Elsa], che era più legata di me agli altri esseri umani.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

1937 circa
Lettere a Max Born
Origine: Archivio Einstein 8-151. Citato in Einstein-Born Briefwechsel, p. 177. Citato in Pensieri di un uomo curioso, p. 33.

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“[Chiedendo la soppressione della Ménagerie du Jardin des Plantes] L'umiliazione degli animali non è più tollerabile di quella delle persone. Proprio come un secolo fa, e ancora di più, vengono esibiti gattopardi, puma e tigri che sono, in realtà, morti viventi.
Sono disperati, ma soprattutto deprivati. Hanno perso il verde delle foglie degli alberi e dei prati così come la terra che calcavano. Le grandi zampe dei predatori, dai cuscinetti così delicati, si feriscono sul duro cemento. I rapaci si trascinano nei loro stessi escrementi. I fenicotteri rosa rimestano l'acqua delle fogne. […] In prigione, l'uomo perde la sua libertà; in una gabbia l'animale perde anche lo spazio in cui organizzava la sua esistenza in tutta la sua complessità: il suo comportamento viene sconvolto, la sua psiche scossa. Non trova altra via d'uscita che la follia, spesso misericordiosa. Ecco perché l'orso continua il suo vorticoso viavai lungo quel muro che lambisce con il muso. L'elefante si dondola senza tregua. Un giovane lupo si strappa le unghie. I prigionieri degli zoo, fatta salva qualche eccezione, sono dei malati mentali, ossessionati dalla loro condanna, frustrati, ansiosi e aggressivi.
Quest'ospedale psichiatrico, che sfrutta la sofferenza animale, non merita né il nostro tempo né le eminenti personalità da museo che lo amministrano. Il serraglio del Jardin des Plantes è solo un'enclave anacronistica e scandalosa, dove, nel cuore di Parigi, si possono vedere, per soli tre franchi, animali infelici, costruzioni traballanti e piastrelle rotte.
Sbarazzatevi di tutto ciò e piantate dei fiori!”

Philippe Diolé (1908–1977)

Origine: Da Prisons dans un jardin, Le Figaro, 11 giugno 1974; citato in Matthieu Ricard, Sei un animale!, traduzione di Sergio Orrao, Sperling & Kupfer, Milano, 2016, pp. 245-246. ISBN 978-88-200-6028-2