Frasi di Christopher Hitchens

Christopher Eric Hitchens è stato un giornalista, saggista, critico letterario e commentatore politico britannico naturalizzato statunitense, che ha vissuto e lavorato prevalentemente negli Stati Uniti.



Già commentatore per Vanity Fair, The Nation e Slate, è stato columnist per il Wall Street Journal nonché, occasionalmente, esperto di affari correnti statunitensi sulle colonne del quotidiano britannico Daily Mirror, Hitchens è noto per il suo spirito dissacratorio e anticlericale, il suo ateismo, la sua ostilità verso qualsivoglia forma di religione nonché per il suo sarcasmo, la sua dialettica e il suo tumultuoso distacco dalla Sinistra anglo-americana. Hitchens è stato considerato come facente parte della corrente del nuovo ateismo antiteista.Originariamente comunista trotskista e articolista per numerose pubblicazioni di sinistra britanniche e statunitensi, si dimise dal Nation dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 e al culmine di divergenze politiche che andavano avanti fin dai primi anni novanta. Sovente definito un liberal, da altri un neo-con, egli stesso ha affermato di non esserlo, sebbene abbia dichiarato di trovarsi talora «dalla stessa parte dei neo-con» e ad essi «momentaneamente alleato». Aggiunse anche che, benché non si considerasse più né trotskista, né socialista, le sue convinzioni politiche dai tempi della sinistra militante non erano cambiate in maniera significativa, affermando di stimare sempre la filosofia politica ed economica di Karl Marx, anche se in maniera revisionista.Indipendentemente da ciò, Christopher Hitchens è sempre stato difficilmente etichettabile politicamente. Più nette sono le sue prese di posizione e accese critiche contro quello che lui chiamava fascismo dal volto islamico , così come mai messa in discussione è stata la sua fiducia nei valori illuministici della laicità, umanesimo e ragione. I suoi riferimenti culturali sono stati Thomas Jefferson, Thomas Paine e, soprattutto, George Orwell. Hitchens è stato anche membro onorario della National Secular Society .

Ha ottenuto la cittadinanza statunitense nel 2007 e ha vissuto, durante gli ultimi anni, quasi sempre a Washington D.C.

Nel 2010 dichiarò di essere affetto da cancro all'esofago. Hitchens è deceduto il 15 dicembre 2011 all'età di 62 anni, a causa di una polmonite, complicanza della sua malattia. Wikipedia  

✵ 13. Aprile 1949 – 15. Dicembre 2011   •   Altri nomi Christopher Eric Hitchens
Christopher Hitchens photo

Lavori

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Christopher Hitchens frasi celebri

“Sono un ateo. Non sono neutrale rispetto alla religione, le sono ostile. Penso che essa sia realmente un male, non solo una falsità. E non mi riferisco solo alla religione organizzata, ma alla fede religiosa in sé e per sé.”

I'm an atheist. I'm not neutral about religion, I'm hostile to it. I think it is a positively bad idea, not just a false one. And I mean not just organized religion, but religious belief itself.

Frasi sulla religione di Christopher Hitchens

Christopher Hitchens: Frasi popolari

Christopher Hitchens Frasi e Citazioni

“Un bravo bugiardo deve avere buona memoria. Kissinger è un meraviglioso bugiardo con una notevole memoria.”

Good liar must have a good memory. Kissinger is a stupendous liar with a remarkable memory.
Origine: Da Processo a Henry Kissinger, Fazi, 2003, ISBN 9788881124091.

“Avevo una madrina stravagante che in una delle sue visite decise di rimediare a tutte le sue precedenti dimenticanze e di farmi un regalo sul serio. Fui così accompagnato da tutta la famiglia in un'elegante libreria di Plymouth, dove mi venne detto che potevo scegliere sei libri a mio piacimento. Non ci misi molto: volevo una sgargiante serie di Billy Bunter. Gli adulti mi dissero che non andava affatto bene, e mi propinarono un bell'assortimento di libri edificanti di Arthur Ransome sulle avventure all'aria aperta di intrepidi ragazzi inglesi. Per vendetta, furono per sempre lasciati alla polvere in cima al mio scaffale. E neppure mai aperti, finché riuscii artatamente ad abbandonarli in uno dei tanti traslochi della mia famiglia. Così, del tutto ignaro, persi l'occasione di fare la conoscenza di un autore che, secondo il corrispondente a Mosca del «Manchester Guardian», nel 1918 aveva rivelato i «trattati segreti» il cui ruolo nella Prima Guerra Mondiale era stato tanto importante, e che aveva avuto, per giunta, un flirt con la segretaria di Trockij. (Questa scoperta fatta in seguito mi stupì, come avrebbe certamente stupito moltissimo i miei parenti che mi avevano costretto a prendere Ransome.) Mia madre fu irritata per tutto il giorno: «Sciocchino, – disse.”

Zia Pam era talmente ben disposta che avresti potuto avere facilmente un bell'orologio da polso se lo avessi chiesto».
Ma non volevo un maledetto orologio. Volevo essere lasciato in pace con una pila di libri di mia scelta. (p. 73)
Hitch 22. Le mie memorie

“Madre Teresa era meno interessata ad aiutare i poveri di quanto lo era nello sfruttare quella situazione di immenso squallore per diffondere il suo credo da fondamentalista cattolica.”

Origine: Citato in Adam Taylor, Le critiche a Madre Teresa di Calcutta http://www.ilpost.it/2015/12/20/le-critiche-a-madre-teresa-di-calcutta/, Washington Post, tradotto in Il Post.it, 20 dicembre 2015.

“Milošević non aveva esattamente il potere psicotico d'un Saddam Hussein o d'un Osama Bin Laden. Era fra quelle persone più pericolose: l'ufficiale mediocre e conformista che resta in attesa e maschera i suoi rancori. Salì da funzionario fino al potere supremo, e sebbene cavalcò un'onda di fervore religioso e xenofobo, è perfettamente plausibile che se ne fregassedei totem e dei simboli che egli sfruttò. Sia in ufficio che sulla sbarra, incarnava la banalità del male. In un libro eccellente del 1995, The Death of Yugoslavia, scritto da Laura Silber e Allan Little, e nella raffinata serie tv girata dalla Bbc che l'accompagnava, puoi assistere alle sue tattiche meschine e il suo opportunismo cinico che egli usò come un verme ingozzato consumando inesaurabilmente il cuore dello stato. Sembra che ebbe un solo amico del cuore; la sua adorabile moglie ideologa, Mirjana Marković, che lo tirava su citando la sua apparenza impassibile dalle orecchie grandi, e il suicidio di ambi i suoi genitori. Guàrdatevi da quelle nullità ammareggiate che entrano la politica per motivi terapeutici.”

Variante: Milošević non aveva esattamente il potere psicotico d'un Saddam Hussein o d'un Osama Bin Laden. Era fra quelle persone più pericolose: l'ufficiale mediocre e conformista che resta in attesa e maschera i suoi rancori. Salì da funzionario fino al potere supremo, e sebbene cavalcò un'onda di fervore religioso e xenofobo, è perfettamente plausibile che se ne fregava dei totem e dei simboli che egli sfruttò. Sia in ufficio che sulla sbarra, incarnava la banalità del male. In un libro eccellente del 1995, The Death of Yugoslavia, scritto da Laura Silber e Allan Little, e nella raffinata serie tv girata dalla Bbc che l'accompagnava, puoi assistere alle sue tattiche meschine e il suo opportunismo cinico che egli usò come un verme ingozzato consumando inesaurabilmente il cuore dello stato. Sembra che ebbe un solo amico del cuore; la sua adorabile moglie ideologa, Mirjana Marković, che lo tirava su citando la sua apparenza impassibile dalle orecchie grandi, e il suicidio di ambi i suoi genitori. Guàrdatevi da quelle nullità ammareggiate che entrano la politica per motivi terapeutici.

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