Frasi su albore

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema albore, mondo, tempo, color.

Frasi su albore

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“E gli occhi. Io non so dire il colore degli occhi di Lenore Beadsman; non posso guardarli; per me quegli occhi sono il sole.
Sono blu. Le sue labbra sono carnose e rosse e tendono al rorido e più che chiedere pare pretandano, in quel loro broncio di seta liquida, d'esser baciate. Io le bacio spesso, lo ammetto, inutile negarlo, ne sono un baciatore, e un bacio con Lenore è, se mi è concesso indugiare un po' su questo tema, non tanto un bacio quanto una dislocazione, è rimozione e poi brusca assunzione di essenza dall'io alle labbra, sicchè è non tanto il contatto di due corpi umani per fare le solite cose a colpi di labbra quanto due insiemi di labbra in reciproca cova e in comunione di specie sin dagli albori dell'era post-Scarsdale, forti di condizione ontologica autonoma sancita dalla suddetta comunione, che trascinano dietro e sotto di sè, mentre si uniscono e diventano una cosa sola, due ormai completamente superflui corpi terreni appesi al bacio come spossati cambi di fiori sursbocciati ovvero come mute ormai inservibili. Un bacio con Lenore è una sequenza in cui io pattino con scarpe imburrate sull'umida pista del suo labbro inferiore, protetto dalle intemperie grazie all'aggetto madido e tiepido di quello superiore, per infine riparare tra labbro e gengiva e rimboccarmi il labbro sin sul naso come un bimbo la coperta e da lì scrutare con occhi lustri e ostili il mondo esterno di Lenore, del quale non voglio più far parte.”

The Broom of the System

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“E s'udian gli usignoli al primo albore | E gli asini cantar versi d'amore.”

Alessandro Tassoni (1565–1635) scrittore italiano

I, 6
La Secchia rapita

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“Proprio come il divorzio secondo la parola del Salvatore non fu permesso fin dal principio, ma a causa della durezza del nostro cuore fu una concessione di Mosè alla razza umana, così anche il mangiar carne fu sconosciuto fino al diluvio. Ma dopo il diluvio, alla maniera delle quaglie date nel deserto al popolo che mormorava, il veleno della carne animale fu offerto ai nostri denti. […] Agli albori della razza umana non mangiavamo carne, né facevamo pratiche di divorzio, né pativamo il rito della circoncisione. Così abbiamo raggiunto il diluvio. Ma dopo il diluvio, insieme con il dono della legge che nessuno poteva soddisfare, ci è stata data la carne come cibo, e il divorzio è stato permesso agli uomini duri di cuore, ed è stato applicato il taglio della circoncisione, come se la mano di Dio avesse plasmato in noi qualcosa di superfluo. Ma una volta che Cristo è venuto alla fine dei tempi, e l'Omega è passata in Alfa e la fine è stata mutata in principio, non ci è più permesso il divorzio, né siamo circoncisi, né mangiamo carne.”

San Girolamo (345–420) scrittore, teologo e santo romano

I, 18
Adversus Iovinianum
Origine: Just as divorce according to the Saviour's word was not permitted from the beginning, but on account of the hardness of our heart was a concession of Moses to the human race, so too the eating of flesh was unknown until the deluge. But after the deluge, like the quails given in the desert to the murmuring people, the poison of flesh-meat was offered to our teeth. [...] At the beginning of the human race we neither ate flesh, nor gave bills of divorce, nor suffered circumcision for a sign. Thus we reached the deluge. But after the deluge, together with the giving of the law which no one could fulfil, flesh was given for food, and divorce was allowed to hard-hearted men, and the knife of circumcision was applied, as though the hand of God had fashioned us with something superfluous. But once Christ has come in the end of time, and Omega passed into Alpha and turned the end into the beginning, we are no longer allowed divorce, nor are we circumcised, nor do we eat flesh [...]. (da Against Jovinianus http://www.newadvent.org/fathers/3009.htm, traduzione inglese di W.H. Fremantle, G. Lewis e W.G. Martley, in Nicene and Post-Nicene Fathers, Second Series, vol. 6, Christian Literature Publishing, Buffalo, 1893; riveduto e trascritto a cura di Kevin Knight in NewAdvent.org)

“Albore fiaccare | per troppo incaricare.”

Garzo poeta e scrittore italiano

Proverbi

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“Eterno Amore

Oh tenero eterno amore,
dipinge acquiescente senza posa 
che rifiati la mia bianca anima,
come seta mulberry 
nelle piaghe dei pallidi sorrisi 
nei refoli di vento primaverili,
con tocchi gentili agli occhi 
ad accarezzare dolcemente
le mie gracili gote
trasognanti delle tue dita 
a percepire con oro rosa e brunito
le antiche reminiscenze 
sui melliflui versanti
del mio veemente cuore,
ancora drudo e perso di te! 
Con la malleabile pennellessa
del miraggio che riflette
leggiadre giravolte rarefatte 
di atone caterve fiorite
in aliti d'amore mai eclissati, 
e drappi di brezza d'albore! 
Dipinge ancor originando etra 
intinta nel fato dei singulti
della danzante nostalgia 
sul lapideo suolo cinereo,
l'anima mia intrisa in colori 
di spente tacite lacrime
sgretolate sul trabucco 
ove lo sciabordio di risacca
inerme mi riconducono 
nei desueti e giulivi momenti,
tra le tue braccia olezzanti 
di porpora amore vero
e amaranto impeto puro, 
mentre lentamente spira
la speme del mio gouaches 
nel non dissolverti
tra i tenui colori senza fine 
dei miei pigri amorfi giorni,
senza liridi nel blu della notte 
come fulgide sorelle amiche
a darmi sguardi di luce 
come boccioli di rose rosse. 
Dove le mie cupidità
si traducono in realtà
solo nell'infinito dei miei sogni… 
Ove l'inesorabile realtà
non può strapparti più via il respiro 
dei tuoi lieti sogni,
e dei tuoi lemmi più profondi, 
ove il tuo riposo eterno
si perpetua sol col mio, 
nel dolce sonno di questo eterno amore, senza più sole. 

Laura Lapietra ©”