Frasi su cedimento

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema cedimento, essere, dopo, uomo.

Frasi su cedimento

Sandro Pertini photo
Jonathan Franzen photo

“Accadde che organi collocati ai vertici, e comunque all'interno degli apparati di sicurezza dello Stato, cominciano, ad un certo punto, a lavorare non a favore delle indagini, ma contro di esse, non per collaborare con i giudici, ma per intralciare e depistare il loro lavoro. Mi limiterò a ricordare, tra i molti, tre episodi. Il primo riguarda Marco Pozzan, uomo di fiducia di Franco Freda, colpito da mandato di cattura nel giugno 1972 per concorso nella strage di piazza Fontana. Il Pozzan aveva dato segni di cedimento in un precedente interrogatorio e rivelato dati di notevole rilievo sulla strategia della tensione e sulla sua matrice di Destra. Sarebbe stato perciò molto importante avere la disponibilità fisica del Pozzan. È risultato, invece, che verso la fine di quell'anno uomini del Sid avevano intercettato durante la sua latitanza il Pozzan, lo avevano condotto in via Sicilia, ove il Sid aveva gli uffici di copertura, lo avevano sottoposto ad un vero e proprio interrogatorio per saggiarne la tenuta e le conoscenze, e infine l'avevano fatto espatriare in Spagna con un passaporto falso.
Il secondo episodio riguarda Giovanni Ventura, anch'egli colpito da mandato di cattura per complicità nella strage. Anche il Ventura, nei primi mesi del '72, dava segni di inquietudine e mostrava di voler fare delle rivelazioni sulla strategia della tensione. Ebbene, il Sid anche questa volta interviene, ma non già per collaborare; infatti propone, attraverso un proprio emissario, al Ventura un piano di fuga e a tal fine mette nella sua disponibilità una chiave idonea ad aprire le celle del Carcere di Monza, dove il Ventura era allora detenuto, e due bombolette contenenti sostanze narcotizzanti per stordire gli agenti di custodia durante la programmata operazione di fuga.
II terzo episodio riguarda Guido Giannettini, uomo di Destra, legato al Sid da un rapporto di collaborazione organico e a tal fine retribuito. Anche il Giannettini, verso la metà del '72, dopo aver subito una perquisizione, viene sospettato di complicità nella strage, e contro di lui in realtà viene emesso mandato di cattura verso la fine di quell’anno. Il Sid interviene ancora una volta, non per collaborare, ma per indurre il Giannettini a sottrarsi alle investigazioni dell'autorità inquirente. Viene infatti fatto espatriare in Francia dove sarà tenuto sotto il controllo del Servizio che, anziché troncare ogni rapporto di collaborazione, continuerà addirittura a stipendiarlo.”

Pietro Calogero (1939) magistrato italiano

Origine: Dal programma televisivo La notte della Repubblica, Rai 2, 12 dicembre 1989.

Giorgio Gaber photo

“La risposta delle masse è di sinistra | con un lieve cedimento a destra. | Son sicuro che il bastardo è di sinistra, | il figlio di puttana è a destra.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da [[Destra e sinistra|Destra/sinistra], disco 2, n. 7
E pensare che c'era il pensiero

Friedrich Nietzsche photo
Marcel Proust photo
John Irving photo
Papa Benedetto XVI photo
Raffaello Brignetti photo
Bettino Craxi photo
Moni Ovadia photo
Sully Prudhomme photo

“Quando una donna è veramente casta, è anche incorruttibile; crederò meno facilmente ai cedimenti morali di donne angeliche.”

Sully Prudhomme (1839–1907) poeta francese

Giovedì, 2 ottobre 1862, p. 51
Diario intimo

Corrado Guzzanti photo

“Dandini: Ha ancora qualcosa sul filone "Muro di gomma"…
Smitherson: Ah, firm de muri! Allora, firm de muri, che quest'anno è un genere che va molto, ho girato "Muro di gonna", firm sullo strapotere televisivo delle donne al telegiornale, e poi "Muro di comma". Ecco, "Muro di comma" sarebbe invece il passaggio giuridico dar vecchio rito ar nuovo rito giuridico, è anche una storia psicanale de lui, der capo do'o Stato.
Dandini: Psicanale?
Smitherson: 'Na storia psicanale. Er capo do'o Stato c'ha 'n ossessione: che tutte 'ste stragi, diciamo, è tutto un complotto contro de lui, che l'aereo de Ustica je doveva cascà in testa a lui, che er treno Italicus je doveva scoppià 'n faccia a lui, che alla stazione de Bologna c'era lui, che Pinelli l'hanno buttato in testa a lui, che la coda di paglia ce l'ha solo lui… e 'nsomma, il suo psicanale è morto preoccupato, fa qua la situazione der capo do'o Stato a senso analitico è preoccupante: devi rimuovere. Devi rimuovere tutto, devi scordà tutto, lascia 'sta storia alle spalle. E allora: anno nuovo, rito nuovo. Ributtare tutti i pezzi a mare: pija la scatola nera dell'aereo e ributtala a mare; la scatola nera del treno, ributtala a mare; la scatola nera della piazza, ributtala a mare. Nun finisce qui, perché a 'n certo punto er giudice, Ragazzacci, 'sto giudice che se occupa de'e stragi, è morto preoccupato, fa: "Come, che è, nun se fa! Tutto 'sto lavoro e nun famo più gnente. So' vent'anni che faccio st'inchieste, più gnente. E tutta 'sta gente chi l'assolve?" Quindi se mette a tavolino co' un paio di pentiti creativi e due giorni dopo esce la rivelazione su Piazza Fontana.
Dandini: Su chi ha messo la bomba?
Smitherson: Nun era 'na bomba: cedimento strutturale.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Avanzi, 1992
Personaggi originali, Rokko Smitherson

Giuseppe Ruvolo photo
Primo Levi photo

“Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa. Cosí per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempí gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso di pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai piú sarebbe potuto avvenire di cosí buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. È stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti, e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.”

La tregua
Variante: Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo.
Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quello che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.
Così per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso del pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. E' stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti; e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.

Leonardo Sciascia photo
Mauro Leonardi photo
Epitteto photo