Frasi di Gilbert Keith Chesterton

Gilbert Keith Chesterton è stato uno scrittore, giornalista e aforista inglese.

Scrisse un gran numero di opere di vario genere: romanzi, racconti, poesie, biografie e opere teatrali; amò molto il paradosso e la polemica. Fra le sue opere ricordiamo Il Napoleone di Notting Hill e la serie di romanzi che hanno come protagonista la figura di padre Brown.

✵ 29. Maggio 1874 – 14. Giugno 1936   •   Altri nomi Гилберт Кит Честертон, GK Chesterton
Gilbert Keith Chesterton photo

Lavori

Eretici
Eretici
Gilbert Keith Chesterton
Ortodossia
Ortodossia
Gilbert Keith Chesterton
Il Napoleone di Notting Hill
Il Napoleone di Notting Hill
Gilbert Keith Chesterton
L'osteria volante
L'osteria volante
Gilbert Keith Chesterton
San Tommaso d'Aquino
San Tommaso d'Aquino
Gilbert Keith Chesterton
L'imputato
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Tremende bazzecole
Gilbert Keith Chesterton
Autobiografia
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Gilbert Keith Chesterton
Charles Dickens
Gilbert Keith Chesterton
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Gilbert Keith Chesterton frasi celebri

Frasi sugli uomini di Gilbert Keith Chesterton

“Basil Grant ed io stavamo discorrendo un giorno in quello che forse è il più bel posto del mondo per discorrere: la piattaforma superiore di un tram discretamente deserto. Conversare sulla sommità di un colle è una cosa superba, ma conversare su di una collina volante è una cosa da fiaba. La vasta e scialba estensione della parte nord di Londra spariva; la buona anatura ci dava il senso della sua immensità e della sua bassezza. Era, se fosse possibile esprimersi così, una ignobile infinità, una squallida eternità, e noi sentivamo il reale orrore dei quartieri poveri di Londra, l'orrore che è interamente svisato e frainteso dai romanzi sensazionali che li dipingono come un ammasso di vie strette, di case sporche, una tana di delinquenti e di pazzi, una bolgia del vizio. In un vicolo stretto, in un covo di vizi voi non dovete cercare la civiltà, non dovete cercare l'ordine. Ma la cosa orribile di quei quartieri era il fatto che la civiltà c'era, che l'ordine c'era, ma la civiltà vi appariva solo nel suo lato morboso, e l'ordine solo nella sua monotonia. Nessuno direbbe passando per un quartiere di delinquenti: "Non vedo monumenti, non rilevo traccia di cattedrali". Ma là c'erano degli edifici pubblici, solo che si trattava per lo più di manicomi; c'erano anche delle statue, ma si trattava generalmente di monumento di ingegneri ferroviari e di filantropi, due brtte genìe d'uomini unite dal loro comune disprezzo per il popolo. C'erano delle chiese, ma erano le chiese di sette oscure ed errabonde, come gli Agapemoniti o gli Irvingiti. C'erano, oltre a ciò, grandi strade, e vasti incroci, e linee tranviarie, e tutti i segni reali della civiltà!”

Origine: Il Club dei Mestieri Stravaganti, p. 51

Frasi sul mondo di Gilbert Keith Chesterton

“Il mondo non languirà mai per mancanza di meraviglie, ma soltanto quando l'uomo cesserà di meravigliarsi.”

Origine: Citato in Marcus Parisini, L'anima degli animali, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, Pordenone, 2002, p. 45. ISBN 88-87881-68-5

Gilbert Keith Chesterton frase: “L'essere buoni è una impresa molto più rischiosa del giro del mondo.”

“L'essere buoni è una impresa molto più rischiosa del giro del mondo.”

Origine: Il Club dei Mestieri Stravaganti, p. 52

Gilbert Keith Chesterton: Frasi popolari

Gilbert Keith Chesterton Frasi e Citazioni

“Vi sono due generi di idealisti – disse. – Quelli che idealizzano la realtà, e quelli, più rari, che convertono in realtà l'ideale.”

p. 201)
Variante: "Vi sono due generi di idealisti – disse. – Quelli che idealizzano la realtà, e quelli, più rari, che convertono in realtà l'ideale."

“È facile, a volte, donare il proprio sangue alla patria, e ancor più facile donarle del denaro. Talvolta è più difficile donarle la verità.”

Origine: Da una lettera alla fidanzata; citato in Paolo Gulisano, Chesterton, quella "profezia" sui banchieri di Wall Street http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2013/2/7/CHESTERTON-Quella-profezia-sui-banchieri-di-Wall-Street/361296/, Il sussidiario.net.

“Uno dei misteri del matrimonio, che deve essere un sacramento e uno dei più incredibili, è che un uomo inutile come me, può diventare indispensabile in certi momenti. Non mi sono mai sentito così piccolo come ora che so quanto sono necessario.”

Origine: Citato nella postfazione a Gilbert Keith Chesterton, La Ballata del Cavallo Bianco, Raffaelli Editore, Seconda Edizione 2011, a cura di Annalisa Teggi e Marco Antonellini, postfazione di Marica Ferri, p. 171.

“[San Francesco] vide ogni cosa con senso drammatico, staccata dalla sua posizione, non immobile come in un quadro ma in azione come un dramma. Un uccello poteva sfiorarlo come una freccia, […] un cespuglio poteva fermarlo come un brigante; ed egli era pronto a dare il benvenuto a entrambi. In una parola, noi parliamo di un uomo che non confondeva il bosco con gli alberi, e non voleva farlo. Voleva piuttosto considerare ogni albero come un'entità separata e quasi sacra, come una creatura di Dio […] Non voleva ergersi di fronte a uno scenario usato come mero sfondo, e recante la banale iscrizione: "Scena: un bosco". In tal senso vorremmo intendere che era troppo drammatico per il dramma stesso. Lo scenario avrebbe preso vita nelle sue commedie […] Ogni cosa sarebbe stata in primo piano, e quindi alla ribalta; ogni cosa avrebbe avuto un proprio carattere. Questa è la qualità per cui, come poeta, egli fu perfettamente l'opposto d'un panteista. Non chiamò la natura sua Madre, ma chiamò Fratello un certo somaro e Sorella una certa passerotta. […] È qui che il suo misticismo è così simile al senso comune di un fanciullo. Un bambino non ha difficoltà a comprendere che Dio creò cane e gatto; sebbene sia consapevole che la formazione del gatto e del cane dal nulla è un processo misterioso al di là della sua immaginazione. Ma nessun bambino capirebbe il senso dell'unione del cane e del gatto e di ogni altra cosa in un unico mostro con una miriade di gambe chiamata natura. Egli senza dubbio si rifiuterebbe di attribuire capo o coda a un simile animale. […] Gli uccelli e gli animali francescani assomigliano davvero a uccelli e animali araldici, non perché fossero favolosi, ma nel senso che erano considerati come realtà, chiare e positive, scevre dalle illusioni dell'atmosfera e della prospettiva. In tal senso egli vide un uccello color sabbia in campo azzurro e una pecora d'argento in campo verde. Ma l'araldica dell'umiltà era più ricca dell'araldica dell'orgoglio, perché giudicava tutte le cose che Dio aveva creato come qualcosa di più prezioso e di più unico die blasoni che i principi e i nobili avevano dato soltanto a se stessi.”

cap. VI, p. 66
Francesco d'Assisi

“È questo senza dubbio il vero significato delle famose parole, molto spesso fraintese, rivolte ai primi santi: "Voi siete il sale della terra.”

... ] Il sale insaporisce e conserva il manzo, non perché è come il manzo, ma perché è molto diverso. Cristo non disse agli apostoli che erano semplicemente quelli che eccellevano, né che erano i soli ad eccellere, ma che erano l'eccezione, quelli permanentemente in contraddizione e incompatibili.

“Come siete umano, tenero, pieno di riguardi! Voi fareste la guerra per arrotondare una terra di confine o per le importazioni da un porto straniero; spargereste del sangue per una tassa troppo forte sui merletti e a causa d'un saluto non reso da un ammiraglio; ma per ciò che può rendere la vita degna o miserabile, come siete umano! Ve lo dico, e so quel che mi dico: non ci sono mai state guerre inevitabili e necessarie, tranne le guerre religiose; non vi sono state mai giuste guerre se non di religione; non vi sono state mai guerre umane, se non religiose. In esse si è combattuto per qualche cosa che tendeva per lo meno a formare la felicità e la virtù dell'uomo. Se non altro, il Crociato pensava veramente che l'Islam era causa della perdita d'ogni anima umana, fosse quella d'un Re o d'uno stagnino, di cui potesse impadronirsi. Da parte mia, credo che Barker e tutti quegli avvoltoi arricchiti causino la perdita dell'anima di ogni uomo, rovinino ogni pollice di terreno, ogni pietra delle case di cui riescono ad impadronirsi. Credete ch'io non abbia il diritto di combattere per Notting Hill, voi Governo inglese che avete così spesso fatto la guerra per delle inezie? Se davvero, come i vostri ricchi amici pretendono, non c'è Dio, e il cielo sulle nostre teste è tetro e vuoto, in nome di che un uomo dovrebbe lottare, se non pel giardino che fu l'Eden della sua infanzia e dove conobbe le delizie, troppo caduche, del primo amore? Se non v'è tempio né scrittura che siano sacri, che c'è di sacro, se la giovinezza dell'uomo non è sacra?”

Origine: Il Napoleone di Notting Hill, p. 122

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