Frasi di Giosue Carducci

Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci è stato un poeta, scrittore, critico letterario e accademico italiano.

Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1906. Wikipedia  

✵ 27. Luglio 1835 – 16. Febbraio 1907
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Lavori

Rime nuove
Giosue Carducci
Odi barbare
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Giosue Carducci
Giambi ed Epodi
Giosue Carducci
A Satana
Giosue Carducci
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Giosue Carducci frasi celebri

“Il divino del pian silenzio verde.”

Il bove, IX, v. 14
Rime nuove

“[…] vacche del cielo […].”

Canto di marzo, libro II, v. 11
Odi barbare

Frasi su come pensare di Giosue Carducci

“[Sullo Zibaldone] È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustra con se stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il Leopardi, non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.”

Origine: Dall'introduzione ai Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura.

Giosue Carducci: Frasi popolari

“Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.”

Origine: Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del Tricolore, Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia, Il Saggiatore, 2010, p. 90 https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90. ISBN 8842816469

“Pastonchi? mai letto tanti brutti versi.”

Origine: Citato in Bonaventura Caloro, È lo stato che crea la nazione, La Fiera Letteraria, aprile 1973.

“Maggio risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol. (Libro III, Maggiolata, vv. 1-4)”

Rime nuove
Variante: Maggio risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol. (Maggiolata, L, vv. 1-4)

Giosue Carducci Frasi e Citazioni

“Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.”

Origine: Citato in Leo Longanesi, In piedi e seduti, Longanesi, 1968.

“Hallali', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo; […].”

Ninna-nanna di Carlo V, LXXX, vv. 33-34
Rime nuove
Origine: Hallalí è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. [Nota del curatore]

“Lieta del fato Brescia raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.”

Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia, libro I, vv. 37-40
Odi barbare

“L'ora presente è in vano, non fa che percuotere e fugge.”

da Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley

“Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte | Nume Clitumno!”

da Alle fonti del Clitumno

“Surge nel chiaro inverno la fosca turrita Bologna, | e il colle di sopra bianco di neve ride.”

Nella piazza di San Petronio, libro I, vv. 1-2
Odi barbare

“Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'universo!”

Idillio maremmano, LXVII, vv. 38-39
Rime nuove

“Impronta Italia domandava Roma, | Bisanzio essi le han dato.”

Per Vincenzo Caldesi, XVIII, vv. 27-28
Giambi ed epodi

“La nostra patria è vile.”

In morte di Giovanni Cairoli, v. 132

“Ai giudizi dei nemici vuolsi avere sempre la debita osservanza.”

serie prima, p. ii
Ceneri e faville

“È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti!”

Origine: Confessioni e battaglie, Serie prima, p. 122

“Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi.”

Alla Regina d'Italia, libro I, vv. 29-30
Odi barbare

“Italia | assunta novella tra le genti.”

Cadore, vv. 163-164
Rime e ritmi

“[…] l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.”

Origine: Da Bozzetti critici e discorsi letterari, coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, p. 457 https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457.

“Oh non per questo dal fatal di Quarto | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò.”

La Consulta araldica, XI, vv. 25-28
Giambi ed epodi
Origine: Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.

“Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel vin Cromuello [Oliver Cromwell] | cercava il signor,'|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.”

da Brindisi in Levia gravia, XXV, vv. 1-8
Origine: Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal Chateaubriand in Quatre Stuarts. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).

“Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.”

v. 122-123
Della «Canzone di Legnano»
Origine: Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 629.

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