Frasi su cataclisma

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema cataclisma, mondo, vita, uomini.

Frasi su cataclisma

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“I gatti, come categoria, non hanno mai completamente superato il complesso di superiorità dovuto al fatto che, nell'antico Egitto, erano adorati come dei.”

Pelham Grenville Wodehouse (1881–1975) scrittore inglese

Origine: Citato in Rachael Hale, Centouno cataclismi. Per amore dei gatti, Contrasto, 2004, p. 24.

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“Un cataclisma di odio e cinismo piombato sulla popolazione di Gaza come «Piombo fuso» che fa a pezzi corpi umani.”

Vittorio Arrigoni (1975–2011) scrittore e attivista italiano

Origine: Gaza. Restiamo umani, p. 31

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“Vale la pena soffermarci su quest’incubo [della fine della letteratura e delle arti], per come Borges ce lo racconta in una sua conversazione sui sogni e gli incubi.
Il terribile sogno è del poeta inglese William Wordsworth e si trova nel secondo [rectius: quinto] libro del poema The Prelude — un poema autobiografico, come dice il sottotitolo. Fu pubblicato nel 1850, l’anno stesso della morte del poeta. Allora non si pensava, come invece oggi, a un possibile cataclisma cosmico che annientasse ogni grande opera umana, se non l’umanità interamente.
Ma Wordsworth ne ebbe la preoccupazione e, in sogno, la visione.
Ed ecco come Borges l’assume e riassume nel suo discorso: “Nel sogno la sabbia lo circonda, un Sahara di sabbia nera. Non c’è acqua, non c’è mare. Sta al centro del deserto — nel deserto si sta sempre al centro — ed è ossessionato dal pensiero di come fare per sfuggire al deserto, quando vede qualcuno vicino a lui. Stranamente, è un arabo della tribù dei beduini, che cavalca un cammello e ha nella mano destra una lancia.
Sotto il braccio sinistro ha una pietra; nella mano una conchiglia. L’arabo gli dice che ha la missione di salvare le arti e le scienze e gli avvicina la conchiglia all’orecchio; la conchiglia è di straordinaria bellezza. Wordsworth ci dice che ascoltò la profezia (‘in una lingua che non conoscevo ma che capii’): una specie di ode appassionata, che profetizzava che la Terra era sul punto di essere distrutta dal diluvio che l’ira di Dio mandava. L’arabo gli dice che è vero, che il diluvio si avvicina, ma che egli ha una missione: salvare l’arte e le scienze. Gli mostra la pietra. La pietra, stranamente, è la Geometria di Euclide pur rimanendo una pietra. Poi gli avvicina la conchiglia, che è anche un libro: è quello che gli ha detto quelle cose terribili. La conchiglia è, anche, tutta la poesia del mondo, compreso, perche' no?, il poema di Wordsworth.
Il beduino gli dice: ‘Devo salvare queste due cose, la pietra e la conchiglia, entrambi libri’. Volge il viso all’indietro, e vi è un momento in cui Wordsworth vede che il volto del beduino cambia, si riempie di orrore. Anche lui si volge e vede una gran luce, una luce che ha inondato metà del deserto. Questa luce è quella dell’acqua del diluvio che sta per sommergere la Terra. Il beduino si allontana e Wordsworth vede che è anche don Chisciotte, che il cammello è anche Ronzinante e che allo stesso modo che la pietra è il libro e la conchiglia il libro, il beduino è don Chisciotte e nessuna delle due cose ed entrambe nello stesso tempo”…
l’immagine di don Chisciotte che si allontana invincibilmente richiama quella dipinta da Daumier, forse contemporaneamente. E ci è lecito, in aura borgesiana, chiederci se il poeta e il pittore non abbiano fatto lo stesso sogno.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Ore di Spagna

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“Ma il passaggio, o trasformazione subitanea, da "caffè" a bar, ha un suo significato storico e preciso. Perché la società del "caffè", la Belle Époque, non è stata, in definitiva, soppressa e mutata dai cataclismi, dalle guerre, dalle rivoluzioni, dalle alluvioni economiche e sociali. Tutto il guasto, tutta la mutazione è venuta da un cambio di velocità: gli uomini del caffè andavano a trenta, a cinquanta all'ora; gli uomini del bar vanno a duecento, a cinquecento, a mille all'ora.”

Alberto Consiglio (1902–1973) giornalista, politico e sceneggiatore italiano

Variante: Ma il passaggio, o trasformazione subitanea, da "caffè" a bar, ha un suo significato storico e preciso. Perché la società del "caffè", la Belle Époque, non è stata, in definitiva, soppressa e mutata dai cataclismi, dalle guerre, dalle rivoluzioni, dalle alluvioni economiche e sociali. Tutto il guasto, tutta la mutazione è venuta da un cambio di velocità: gli uomini del caffè andavano a trenta, a cinquanta all'ora; gli uomini del bar vanno a duecento, a cinquecento, a mille all'ora.
Origine: Dall'introduzione a Erminio Scalera, I caffè napoletani, Napoli, 1967; citato in (Monumenti e Miti della Campania Felix – Il Mattino), Il caffè, postfazione di Lejla Mancusi Sorrentino, Pierro, 1997, pp. 108, 110.

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“Te Lo Auguro

Oggi vorrei fare
un augurio speciale
tutto quanto sol per te!
Non ti auguro un dono qualsiasi, di più…
Ti auguro quello
che molti non posseggono
e avrebbero voluto
pagare col sangue!
Semplicemente…
Ti auguro tempo,
tempo per divertirti
e per ridere di pura gioia
con gli occhi lucidi d'emozione.
Ti auguro tempo,
per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso,
ma anche per donarlo
agli altri con amore
e pazienza, senza pensare
al tuo tornaconto.
Ti auguro tempo,
non per affrettarti e correre per far più cose
nello stesso arco di tempo,
ma tempo per essere contento in ciò che fai!
Ti auguro tempo,
non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché
te ne resti per realizzare
molti più sogni da vivere,
tempo per stupirti
e tempo per fidarti,
ancora del tempo
non soltanto per guardarlo sull’orologio, o misurarlo attraverso una clessidra,
o contemplandolo
sul volto dell'anziano.
Ti auguro tempo
per guardare il firmamento,
il mare, i monti, le tue mani
e quello che puoi
fare con esse,
e ancora il mondo intero!
Tempo per crescere,
per maturare,
anche se magari sei
avanti con gli anni!
Ti auguro tempo
per sperare nuovamente
e per amare ancora,
se l'amore per un po
ti ha lasciato solo
strada facendo nascondendosi
dietro l'angolo.
Impara a guardare a cercare,
e a non confrontare!
Non ha più senso rimandare!
La vita passa
la vita è una sola
e appartiene a te,
ne al passato ne al futuro!
La vita sei tu ora!
Ti auguro tempo
per trovare e ritrovare
te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono
da non distruggere coi drammi del passato,
ne saresti tu
la causa principale
di quel dolore
nel volerti incatenare
a ogni costo al suo ricordo,
come un cieco che non sa apprezzare il presente
coi suoi fiori e olezzi!
Ti auguro tempo
anche per perdonare
e dimenticare comprendendo
che la vita è come il mare,
a volte calmo a volte agitato.
E tu devi imparare a stare
calmo sulla tua zattera
governandola e adattarla
ai suoi cambiamenti!
Ti auguro di avere tempo
ma tanto tempo
per destarti da ciò
che ti ottenebra il cuore
e la mente non lasciandoti libero di evolverti
volgendo il tuo sguardo
verso l'orizzonte
della vera vita,
che aspetta
anche te per esistere!
Se lo impiegherai bene
ne ricaverai qualcosa di straordinario,
come son certa
lo è il tuo cuore
che nascondi tra le mani,
perché hai paura
di perderlo ancora
a causa dei cataclismi
che il destino riserva.
Ti auguro di avere
tutto questo tempo
con tutto il mio bene,
che te lo augura davvero!”