Frasi su impostura

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema impostura, vita, dio, menzogna.

Frasi su impostura

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“[…] quella parola è un alibi insostituibile: serve a ridurre ogni moto di umanità o di gentilezza a un'impostura da ipocriti, e di conseguenza ad assolvere ogni moto di grettezza e di disumanità. (26 febbraio 2017)”

Michele Serra (1954) giornalista, scrittore e autore televisivo italiano

( 26 febbraio 2017 http://www.repubblica.it/rubriche/l-amaca/2017/02/26/news/amaca_26_febbraio_2017-159274955/)
la Repubblica
Variante: [... ] quella parola è un alibi insostituibile: serve a ridurre ogni moto di umanità o di gentilezza a un'impostura da ipocriti, e di conseguenza ad assolvere ogni moto di grettezza e di disumanità.

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“[Cagliostro] Un miscuglio d'ingenuità e impostura, genio e ciarlataneria, misticismo e sregolatezza.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Da Il grande mago, Rizzoli.

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“Dichiariamolo apertamente noi che non siamo preti e che non li temiamo: la culla della Chiesa nascente è circondata solo da imposture. È una sequela ininterrotta di libri assurdi sotto nomi supposti.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Origine: Da L'affermazione del cristianesimo, ed. Procaccini, Napoli, 1988, p. 88.

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“[Riferito all'opera di Giuseppe Vella, falsario di storia musulmana] «Azzardannu 'na jurnata / Visitari li murtali, / Virità fu sfazzunata; / Ristau nuda a lu spitali. / […] / Sta Minsogna Saracina / cu sta giubba mala misa / trova cui pri concubina / l'accarizza, adorna e spisa. / E cridennulla di sangu, / Come vanta, anticu e puru, / d'introdurla in ogni rangu / si fa pregio non oscuru»”

Giovanni Meli (1740–1815) poeta e drammaturgo italiano

Gazetta problematica relativa all'impostura di lu codici arabu di l'abbati Vella
Origine: Citata in Bartolomeo Lagumina, Il falso codice arabo-siculo, «Archivio storico siciliano», n.s., V (1880), pp. 232-314: 251, riportato da Paolo Preto in Una lunga storia di falsi e falsari http://www.storiamediterranea.it/public/md1_dir/r298.pdf, 2006, p. 24. Citata in Michele Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia http://archive.org/stream/storiadeimusulm01amargoog#page/n17/mode/2up, 1854, pp. IX-X)

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“La seduzione è qualcosa che sottrae al discorso il suo senso e lo svia dalla sua verità.”

Jean Baudrillard (1929–2007) filosofo e sociologo francese

Seduzione e impostura, p. 32
Simulacri e impostura

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“Considerare il diavolo un partigiano del Male e l'angelo un combattente del Bene significa accettare la demagogia degli angeli. La faccenda, in realtà, è più complessa.
Gli angeli sono partigiani non del Bene, ma della creazione divina. Il diavolo, invece, è colui che nega al mondo divino un senso razionale.
Come si sa, angeli e demoni si spartiscono il dominio del mondo. Tuttavia, per il bene del mondo non occorre che gli angeli abbiano il sopravvento sui demoni (come credevo quando ero bambino), ma che i poteri degli uni e degli altri siano all'incirca in equilibrio. Se nel mondo c'è un eccesso di senso incontestabile (dominio degli angeli), l'uomo soccombe sotto il suo peso. Se il mondo perde tutto il suo senso (dominio dei demoni), è altrettanto impossibile vivere.
Le cose che vengono private di colpo del loro senso presunto, del posto assegnato loro nel preteso ordine delle cose (un marxista formatosi a Mosca che crede agli oroscopi), provocano in noi il riso. All'origine, il riso appartiene dunque al diavolo. Vi è in esso qualcosa di malvagio (le cose si rivelano di colpo diverse da come volevano farci credere di essere), ma anche una parte di benefico sollievo (le cose sono più leggere di come apparivano, ci lasciano vivere più liberamente, smettono di opprimerci con la loro austera serietà).
Quando l'angelo udì per la prima volta il riso del maligno, restò sbalordito. Accadde durante un banchetto, la sala era gremita e i presenti durino conquistati uno dopo l'altro dal riso del diavolo, che era contagioso. L'angelo capiva benissimo che quel riso era diretto contro Dio e contro la dignità della sua opera. Sapeva di dover reagire subito, in un modo o nell'altro, ma si sentiva debole e inerme. Non riuscendo a inventare niente di nuovo, scimmiottò il suo rivale. Aperta la bocca, emise un suono intermittente, spezzato, alle frequenze più alte del suo registro vocale […], ma dandogli un significato opposto: Mentre il riso del diavolo alludeva all'assurdità delle cose, l'angelo, col suo grido, voleva rallegrarsi che tutto, quaggiù, fosse ordinato con ragione, ben concepito, bello, buono e pieno di senso.
Così l'angelo e il diavolo si fronteggiavano e, mostrandosi l'un l'altro la bocca spalancata, emettevano all'incirca lo stesso suono, ma ciascuno esprimeva col suo clamore cose radicalmente opposte. E il diavolo guardava l'angelo ridere e rideva ancora di più, ancora meglio e con più gusto, perché l'angelo che rideva era infinitamente comico.
Un riso ridicolo è un fallimento. Ciò non toglie che gli angeli abbiano ottenuto comunque un risultato. Ci hanno ingannati tutti con un'impostura semantica. Per indicare sia la loro imitazione del riso, sia il riso originale (quello del diavolo), c'è una parola sola. Ormai non ci rendiamo nemmeno più conto che la stessa manifestazione esteriore nascoste due atteggiamenti interiori assolutamente opposti. Esistono due tipi di riso e noi non abbiamo parole per distinguerli l'un l'altro.”

The Book of Laughter and Forgetting

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