Frasi di Dante Alighieri

300 parole di saggezza e intuizione sulla bellezza della natura e il viaggio dell'anima

“Non ti curar di loro, ma guarda e passa.”

“Lo viso mostra lo color del core.”

“Considerate la vostra semenza: | fatti non foste a viver come bruti, | ma per seguir virtute e canoscenza.”

“Vuolsi così colà dove si puote | ciò che si vuole, e più non dimandare.”

“Tanto gentile e tanto onesta pare | la donna mia quand'ella altrui saluta, | ch'ogne lingua deven tremando muta, | e li occhi no l'ardiscon di guardare.”

“Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto | di tua lezione, or pensa per te stesso | com'io potea tener lo viso asciutto.”

“Lo maggior don che Dio per sua larghezza
fesse creando, e a la sua bontate
più conformato, e quel ch'e' più apprezza,
fu de la volontà la libertate;
di che le creature intelligenti,
e tutte e sole, fuore e son dotate.”

“Ecco un iddio più forte di me, che viene a signoreggiarmi.”

“Era già l'ora che volge il disio | ai navicanti e 'ntenerisce il core | lo dì c' han detto ai dolci amici addio; | e che lo novo peregrin d'amore | punge, se ode squilla di lontano | che paia il giorno pianger che si more.”

“Figliuol mio,» disse 'l maestro cortese, | «quelli che muoion nell'ira di Dio | tutti convegno qui d'ogni paese; e pronti sono a trapassar lo rio | chè la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disìo.”

“O somma sapïenza, quanta è l'arte | che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, | e quanto giusto tua virtù comparte!”

“S'i' credesse che mia risposta fosse
a persona che mai tornasse al mondo,
questa fiamma staria sanza più scosse;
ma però che già mai di questo fondo
non tornò vivo alcun, s'i' odo il vero,
sanza tema d'infamia ti rispondo.”

“La "Commedia" non è un'opera, è un lungo monologo che mette il lettore di fronte a scelte radicali legate alla tragedia dello stare al mondo e alla speranza di salvezza.”

“A maggior forza e a miglior natura
liberi soggiacete; e quella cria
la mente in voi, che 'l ciel no ha in sua cura.
Però, se 'l mondo presente disvia,
in voi è la cagione, in voi si cheggia.”

“Democrito, che 'l mondo a caso pone.”

“La gloria di colui che tutto move
per l'universo penetra, e risplende
in una parte piú e meno altrove.”

“Vergine Madre, figlia del tuo figlio, | umile e alta più che creatura, | termine fisso d'etterno consiglio, | tu se' colei che l'umana natura | nobilitasti sì, che 'l suo fattore | non disdegnò di farsi sua fattura.”

“Amor che nella mente mi ragiona cominciò egli a dir si dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi suona.”

“Facesti come quei che va di notte, | che porta il lume dietro e sé non giova, | ma dopo sé fa le persone dotte.”

“Io venni in luogo d'ogni luce muto, | che mugghia come fa mar per tempesta, | se da contrari venti è combattuto.”

“Io credo ch'ei credette ch'io credesse…”

“Puro e disposto a salire a le stelle.”

“Poca favilla gran fiamma seconda.”

“Ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso | tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo | de la mia gloria e del mio paradiso.”

“O gente umana, per volar sù nata, | perché a poco vento così cadi?”

“Ciascun confusamente un bene apprende | nel qual si queti l'animo, e disira; | per che di giugner lui ciascun contende.”

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, | nave sanza nocchiere in gran tempesta, | non donna di provincie, ma bordello!”

“Apri la mente a quel ch'io ti paleso | e fermalvi entro; ché non fa scïenza, | sanza lo ritenere, avere inteso.”

“Quali dal vento le gonfiate vele | caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, | tal cadde a terra la fiera crudele.”

“La similitudine in Dante, pur nella sua immediatezza e nel suo realismo, si carica sempre di accenti morali.”

“L'umana generatione, quando è massime libera, hottimamente vive.”

“La frode, ond'ogne coscïenza è morsa, | può l'omo usare in colui che 'n lui fida | e in quel che fidanza non imborsa. | Questo modo di retro par ch'incida | pur lo vinco d'amor che fa natura; | onde nel cerchio secondo s'annida | ipocresia, lusinghe e chi affattura, | falsità, ladroneccio e simonia, | ruffian, baratti e simile lordura.”

“Ed elli avea del cul fatto trombetta.”

“Come d'autunno si levan le foglie | l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo | vede a la terra tutte le sue spoglie, | similmente il mal seme d'Adamo | gittansi di quel lito ad una ad una, | per cenni come augel per suo richiamo.”

“A noi venìa la creatura bella, | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.”

“Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto,
di bella verità m'avea scoverto,
provando e riprovando, il dolce aspetto.”

“L'esperîenza
di questa dolce vita.”

“Tutti gli scritti di Dante e altre opere correlate”

“L'animo mio, per disdegnoso gusto, | credendo col morir fuggir disdegno, | ingiusto fece me contra me giusto.”

“Or le bagna la pioggia e move il vento […].”

“Vien dietro a me, e lascia dir le genti: | sta come torre ferma, che non crolla | già mai la cima per soffiar di venti; | ché sempre l'omo in cui pensier rampolla | sovra pensier, da sé dilunga il segno, | perché la foga l'un de l'altro insolla.”

“Siate, Cristiani, a muovervi più gravi: | non siate come penna ad ogne vento, | e non crediate ch'ogne acqua vi lavi. | Avete il novo e 'l vecchio Testamento, | e 'l pastor de la Chiesa che vi guida; | questo vi basti a vostro salvamento. | Se mala cupidigia altro vi grida, | uomini siate, e non pecore matte, | sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!”

“Tu proverai sì come sa di sale | lo pane altrui, e come è duro calle | lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.”

“Ingégnati, se puoi, d'esser palese.”

“La Divina Commedia è il libro più giustificabile, più limpido, più grande, più straordinario di tutte le letterature; ma non di dopo Dante, anche di prima. (Roberto Benigni)”

“Dovunque può essere litigio, ivi debbe essere g[i]udicio.”

“Dio è Uno; l'Universo è un pensiero di Dio; l'Universo è dunque Uno esso pure. Tutte le cose vengono da Dio. Tutte partecipano, più o meno, della natura divina, a seconda del fine pel quale sono create. L'uomo è nobilissimo fra tutte le cose: Dio ha versato in lui più della sua natura che non sull'altre. Ogni cosa che viene da Dio tende al perfezionamento del quale è capace. La capacità di perfezionamento nell'uomo è indefinita. L'Umanità è Una. Dio non ha fatto cosa inutile; e poiché esiste una Umanità, deve esistere uno scopo unico per tutti gli uomini, un lavoro da compirsi per opera d'essi tutti. Il genere umano dovrebbe dunque lavorare unito sì che tutte le forze intellettuali diffuse in esso ottengano il più alto sviluppo possibile nella sfera del pensiero e dell'azione. Esiste dunque una Religione universale della natura umana.
Mazzini cita queste parole fra virgolette, come scritte da Dante. Si tratta di «una libera esposizione mazziniana del pensiero dantesco», secondo la nota del curatore.”

“[…] Filosofia non è altro che amistanza a sapienza.”

“Donna è gentil nel ciel che si compiange | di questo 'mpedimento ov' io ti mando, | sì che duro giudicio là sù frange.”

“Maggior difetto men vergogna lava.”

“Libertà va cercando, ch'è sì cara, | come sa chi per lei vita rifiuta.”

“Lume v'è dato a bene e a malizia.”

“Intra due cibi, distanti e moventi | d'un modo, prima si morria di fame, | che liber'omo l'un recasse ai denti.”

“Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, | per giudicar di lungi mille miglia | con la veduta corta d'una spanna?”

“Qual è quel cane ch'abbaiando agogna, | e si racqueta poi che 'l pasto morde, | ché solo a divorarlo intende e pugna, | cotai si fecer quelle facce lorde | de lo demonio Cerbero, che 'ntrona | l'anime sì, ch'esser vorrebber sorde.”

“È da uomo malvagio l'ingannare colla menzogna.”

“Nel mezzo del cammin di nostra vita,
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.”

“In quella parte del libro de la mia memoria… si trova una rubrica la quale dice: Incipit vita nova.”

“Ella è quanto de ben pò far natura;
per essemplo di lei bieltà si prova.”

“Che se in Fiorenza per via onorata non s'entra, io non entrerovvi giammai. E che? non potrò io da qualunque angolo della terra mirare il sole e le stelle? non potrò io sotto ogni plaga del cielo meditare le dolcissime verità, se pria non mi renda uom senza gloria, anzi d'ignominia, in faccia al popolo e alla città di Fiorenza? (dall'epistola XII; citato in Piero Fraticelli”

“E io: "Tanto m'è bel, quanto a te piace: | tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto | dal tuo volere, e sai quel che si tace".”

“Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande | che per mare e per terra batti l'ali, | e per lo 'nferno tuo nome si spande!”

“Per lor maladizion sì non si perde, | che non possa tornar, l'etterno amore, | mentre che la speranza ha fior del verde.”

“Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo, | ti priego, se mai vedi quel paese | che siede tra Romagna e quel di Carlo [Carlo II d'Angiò], | che tu mi sie di tuoi prieghi cortese | in Fano, sì che ben per me s'adori | pur ch'i' possa purgar le gravi offese.”

“E come quei che con lena affannata | uscito fuor del pelago a la riva | si volge a l'acqua perigliosa e guata, | così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, | si volse a retro a rimirar lo passo | che non lasciò già mai persona viva.”

“Ne la corte del cielo, ond' io rivegno, | si trovan molte gioie care e belle | tanto che non si posson trar del regno; | e 'l canto di quei lumi era di quelle; | chi non s'impenna sì che là sù voli, | dal muto aspetti quindi le novelle.”