Frasi di Francesco De Gregori

pagina 5

“Il bosco piano piano | si riprende le case. | Sono immobili gli aeroplani | negli aeroporti sotto alla luna.”

“Guardo le mie povere cose, | una foto di Angela Davis | muore lentamente sul muro | e a me di lei | non me n'è fregato niente mai.”

“Pablo infatti è firmata anche da Lucio, perché mentre io la stavo scrivendo lui mi accompagnò a Bari e nel pomeriggio, mentre l'ascoltava, mi disse: <>. Lui non sapeva suonare la chitarra ma io l’ascoltai perché avevo capito che aveva ragione.”

“Alcuni hanno una musica nella testa, | ma non gli piacciono le parole. | Tutta la vita una musica in testa | in cerca d'autore.”

“[In risposta alla domanda "che musica ascolta De Gregori ultimamente?"] Essenzialmente musica classica, con grande attenzione. Mi sono appassionato dei timbri, delle sonorità. Pensa che quando ho cominciato a fare questo lavoro me ne fregavo totalmente. Per me una canzone era solo una serie di accordi, una linea melodica e basta. Poi poteva suonarla un fagotto, una chitarra o un qualsiasi altro strumento. Quando ho fatto Rimmel era così. Invece ora voglio stare più attento ai timbri.”

“Se credi di conoscermi | non è un problema mio.”

“Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone: | la storia entra dentro le stanze, le brucia. | La storia dà torto e dà ragione.”

“Sole sul tetto dei palazzi in costruzione, | sole che batte sul campo di pallone | e terra e polvere ché tira vento, | e poi magari piove. | Nino cammina che sembra un uomo, | con le scarpette di gomma dura: | dodic'anni e il cuore pieno di paura. | Ma, Nino, non aver paura di sbagliare un calcio di rigore: | non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore; | un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.”

“E un giorno, credi, questa guerra finirà, | ritornerà la pace ed il burro abbonderà; | e andremo a pranzo la domenica fuori porta, a Cinecittà. | Oggi pietà l'è morta, ma un bel giorno rinascerà | e poi qualcuno farà qualcosa, magari si sposerà.”

“Trovo molto più delicato dire ancora adesso che gioco a carte e bevo vino | per la gente del porto sono Gesù Bambino perché mi sembra più adatto a una canzone dedicata a un tema importante come la maternità. Non desiderata ma comunque vissuta con dolcezza, un tema nobile: questa giovane donna, lui che nasce e gli viene dato quello strano nome, tutto riconduce a un'atmosfera quasi sacra.”

“Lo portarono via in duecento, | peccato fosse solo quando se ne andò.”

“Molti si riempiono la bocca con questa parola [poesia], senza sapere che cosa voglia dire, e – sbagliando – l'accostano al mio lavoro. Sarebbe più giusto descrivere il mio modo di fare canzoni come parte dela letteratura del mondo di oggi, al pari di cinema, teatro e romanzi.”

“Legalizzare la mafia sarà la regola del Duemila, | sarà il carisma di Mastro Lindo a organizzare la fila | e non dovremo vedere niente che non abbiamo veduto già.”

“Stella è contenta | che babbo se n'è andato, | che babbo è via lontano. | E mamma lava i piatti e | canta piano.”

“E intanto conto i denti, però il conto non mi torna: | ce ne è uno che mi manca, e forse tu mi puoi aiutare: | per caso, non l'hai mica ritrovato a casa tua? | Ero così distratto, amore mio, | quando ti ho morso il cuore.”

“Non sarà il canto delle sirene | a addormentarci il cuore | quando l'occhio di Ismaele | si affaccia dietro al sole | e nella schiuma della nostra scia | qualcosa appare e scompare.”

“Ecco l'Agnello di Dio | all'uscita della scuola: | ha gli occhi come due monete, | il sorriso come una tagliola. | Ti dice che cosa ti costa, | ti dice che cosa ti piace; | prima ancora della tua risposta | ti dà un segno di pace.”

“Amando la letteratura, capisco che non sono adatto a scrivere un romanzo. Se tanti miei colleghi avessero la stessa consapevolezza, le librerie sarebbero meno affollate di carta.”

“Per gli amici che vanno e ritornano indietro | e hanno perduto l'anima e le ali. | Per chi vive all'incrocio dei venti | ed è bruciato vivo.”

“La casa è una canzone sulla fragilità. Sul fatto che costruiamo sempre qualcosa che è destinato a crollare. Non è pessimismo, è disincanto.”

“Lo vedi, siamo come cani | senza collare.”

“E mi ricordo infatti un pomeriggio triste, | io col mio amico Culo di gomma, famoso meccanico, | sul ciglio di una strada a contemplare l'America: | diminuizione dei cavalli, aumento dell'ottimismo.”

“Generale, queste cinque stelle, | queste cinque lacrime sulla mia pelle | che senso hanno dentro al rumore | di questo treno, | che è mezzo vuoto e mezzo pieno | e va veloce verso il ritorno?”

“Fa parte delle esigenze di noi uomini interrogarsi su un mistero come quello della morte. Soprattutto per un laico come me, uno che non “crede” nel senso tradizionale del termine. Uno che non ha un'idea consolidata dell'aldilà, che non si aspetta un paradiso cattolico. Nella canzone il mistero viene risolto dalla figura di un angelo che “viene a sciogliere e non a legare”, scusa se mi cito. Il senso è vedere la nostra fine come un momento di scioglimento dolce, non una frattura, non una cosa di cui aver paura. Una canzone che dovrebbe riconciliarci con l'idea della morte che in occidente è sempre bandita. Soprattutto nelle canzoni, perché poi nessuno si scandalizza se un film o un romanzo trattano l'argomento. In una canzone è inusuale.”

“Mi ricordo le fotografie dei carri armati: | io passavo i pomeriggi a ritagliarle, | a incollarle sopra pezzi di cartone.”

“Bambini venite parvulos, | vale un occhio il vostro cuore, | mille dollari i vostri occhi, | i vostri occhi senza dolore.”

“Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma, | ma hai voglia se va.”

“No, nient’affatto, forse chi l’ascolta si è abituato a sentire testi meno elementari rispetto a 20, 30 anni fa. La scrittura delle canzoni si è evoluta nel tempo. Quando feci uscire un paio di dischi negli anni Settanta ci fu una levata di scudi: per molti scrivevo cose incomprensibili. Se fossero uscite oggi nessuno avrebbe detto niente.”

“Dolly del mare profondo, | figlia di minatori, | si leva le scarpe e cammina sull'erba | insieme al figlio del figlio dei fiori.”

“La storia siamo noi, nessuno si senta offeso; | siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo. | La storia siamo noi, attenzione!, | nessuno si senta escluso. | La storia siamo noi; | siamo noi queste onde nel mare, | questo rumore che rompe il silenzio, | questo silenzio così duro da masticare.”

“Beviamo tutto, sentiamo il gusto | del fondo del bicchiere […].”

“Oltre quel monte il confine, | oltre il confine chissà, | oltre quel monte la casa di Hilde.”

“E anche adesso è rimasta una scritta nera | sopra il muro davanti casa mia; | dice che il movimento vincerà. | I nuovi capi hanno facce serene | e cravatte intonate alla camicia.”

“Ma se non fosse per sentirti vivo, adesso, io nemmeno per tutto l'oro del mondo | starei gridando.”

“E ripensa il soldatino | al suo rancio disgraziato, | all'odore della notte | e del sangue che ha versato. | Quella volta che la morte | gli è passata proprio accanto, | l'ha guardato di traverso | e se n'è andata zoppicando.”

“Santa Lucia, | il violino dei poveri è una barca sfondata, | è un ragazzino al secondo piano | che canta, ride e stona; | perché vada lontano fa' che gli sia dolce | anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine.”

“Da anni accumulo idee. E poi le scrivo su qualche foglietto. Spesso le perdo o le dimentico, quindi quelle che restano sono sicuramente le più significative.”

“Sono solo un operaio | lungo la massicciata, | il mio pane sa di polvere, | la mia acqua è salata, | io lavoro per la ruggine | e respiro il carbone, | costruisco per niente | e non ne vedo la fine.”

“Il capitano non tiene mai paura. Dritto sul cassero fuma la pipa | in questa alba fresca e scura che rassomiglia un po' alla vita.”

“E trascorrere ho visto fanciulle | con le guance di pesca, | e pescatori pescare, | usare occhi per esca.”

“È un arco cangiante che va dall'idolatria per le piste ciclabili a un sindacalismo vecchio stampo, novecentesco, a tratti incompatibile con la modernità. Che agita in continuazione i feticci del "politicamente corretto", una moda americana di trent'anni fa, e della "Costituzione più bella del mondo". Che si commuove per lo slow food e poi magari, en passant, strizza l'occhio ai No Tav per provare a fare scouting con i grillini.”

“C'è gente senza cuore in giro per la città, | alcuni bruciano persone e cose | solo per vedere che effetto fa.”

“Oltre il confine, con molto dolore, | non trovai fiori diversi. (da La casa di Hilde”

“I miei amici, lo sai, | sono tutti segnati. | I miei amici, lo sai, | sono tutti in galera, | sono tutti fregati, | sono tutti schedati.”

“E adesso, per favore, dimmi quando finirà la guerra: | sono stufo di stare nella mia trincea di lusso.”

“E se non fosse per sentirmi vivo, adesso, io nemmeno probabilmente | starei cantando.”

“Ti legassero stretta | alla quercia più vecchia | se davvero non vuoi il mio cuore.”

“Se ho scommesso, se ho pagato, | se ho promesso ed ho tradito, | quante volte ho confessato | senza essermi pentito.”

“Il quinto venne assunto in galera per un indizio da poco | e fu crocefisso col ferro e col fuoco, | forse per un errore o forse perché era stato scoperto; | forse un'implicita confessione oppure soltanto lo sconforto.”