Frasi di William Shakespeare
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291 citazioni illuminanti sulla vita, l'amore e la morte

Scoprite la saggezza senza tempo di William Shakespeare attraverso le sue citazioni più famose. Dalla complessità dell'amore alla profondità della natura umana, queste parole penetranti affascineranno e ispireranno. Esplorate le profonde osservazioni di Shakespeare sulla fiducia, la bellezza, l'amore e l'inevitabilità della morte.

William Shakespeare è stato un famoso drammaturgo e poeta inglese, considerato il più grande scrittore della cultura occidentale. Conosciuto come il "Bardo dell'Avon" o il "Cigno dell'Avon", è noto per le sue opere teatrali, i sonetti e altri poemi. Le sue opere sono state tradotte in tutte le principali lingue del mondo e rappresentate più volte rispetto ad altre opere. È anche lo scrittore più citato nella storia della letteratura inglese e molte delle sue espressioni linguistiche sono ancora usate oggi.

Nonostante sia ancora oggetto di dibattito l'ordine cronologico delle sue opere e la sua paternità su alcune di esse, si ritiene che abbia creato la maggior parte dei suoi lavori tra il 1588 e il 1613. Era un maestro sia della tragedia che della commedia, in grado di coniugare il gusto popolare con una profonda caratterizzazione dei personaggi, una poetica sofisticata e una notevole profondità filosofica.

Pur essendo famoso già durante la sua vita, la sua fama è esplosa dopo la morte, con numerosi e importanti personaggi che hanno elogiato le sue opere nei secoli successivi. A causa della mancanza di documentazione sulla sua vita privata, sono sorte molte speculazioni sul suo aspetto fisico, sessualità, credo religioso e persino sull'autenticità delle sue opere. Lui è stato anche onorato con l'intitolazione dell'asteroide 2985 Shakespeare.

✵ 1564 – 23. Aprile 1616
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William Shakespeare Frasi e Citazioni

“Ah, è cosa eccellente possedere la forza d'un gigante, ma usarla da gigante, è tirannia!”

Isabella: atto II, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber
Misura per misura

“L'idea di un gran fatto varca sempre i limiti della moderanza.”

Northumberland: atto I, scena III, p. 167
Enrico IV

“E cosi, coll'imagine tua o coll'amor tuo, tu, benché assente, mi sei ognora presente, poiché non puoi allontanarti oltre il confine de' miei pensieri ed io sono ognora con essi, ed essi con te.”

da Sonetto XLVII, in William Shakespeare, Gabriele Baldini, Sonetti, traduzione di Lucifero Darchini, Feltrinelli Editore, 1994. ISBN 8807820536

“Le rose canine hanno colore altrettanto intenso | quanto la profumata tinta delle rose, | pendono su consimili spine, e scherzano con pari vezzosità | quando il fiato estivo schiude i loro incappucciati bottoni.
Ma, poiché la loro virtù è unicamente nel loro aspetto, | esse vivono non amate e avvizziscono non circondate da riverenza: | muoiono interamente. Le dolci rose non muoiono così: | delle loro soavi morti si fanno soavissimi odori.”

da Sonetto LIV; citato in Benedetto Croce, Ariosto, Shakespeare e Corneille, Laterza, Bari 1968
The canker-blooms have full as deep a dye | as the perfumed tincture of the roses,| hang on such thorns, and play as wantonly | when summer's breath their masked bud discloses.
But, for their virtue only is their show, | they live unwoo'd and unrespected fade; | die to themselves. Sweet roses do not so; | of their sweet deaths are sweetest odours made...
Sonetti

“Se voi leggete questi versi, non ricordate | la mano che li scrisse; perché io vi amo tanto | che nei vostri dolci pensieri vorrei essere dimenticato, | se il pensare a me vi dovesse procurar dolore.”

da Sonetto LXXI; citato in Benedetto Croce, Ariosto, Shakespeare e Corneille, Laterza, Bari 1968
Nay, if you read this line, remember not | the hand that writ it; for I love you so, | that I in your sweet thoughts would be forgot, | if thinking on me then should make you woe
Sonetti

“Infatti, mio signore, | io non v'ho mai negato i prigionieri […].”

Hotspur, parte I, atto I, scena III; Raponi
Enrico IV

“Padrone, non dovete aver paura. | L'isola è piena di questi sussurri, | di dolci suoni, rumori, armonie, | che non fanno alcun male, anzi dilettano.”

Calibano: atto III, scena II; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber
La Tempesta
Origine: Citato in lingua originale nel film La dolce vita (1960).

“La più insipida, ridicola commedia che ho visto mai in vita mia.”

Samuel Pepys
Sogno di una notte di mezza estate, Citazioni sull'opera

“Beh, fanno come gli uomini a terra: i grandi mangiano i piccoli.”

Primo pescatore, atto II, scena I
Pericle, il principe di Tiro

“Mi chiedete di cercare la mia redenzione dalle mani del demonio.”

Isabella, atto V, scena I
Misura per misura

“Omittance is no quittance.”

As You Like It

“I am determinèd to prove a villain”

King Richard III

“RICCARDO - Continuo a chiedermi come paragonare questa prigione dove vivo al resto del mondo, e siccome il mondo è pieno di gente e qui non c'è anima viva, fuori che me, non posso farlo. Pure, continuo a battere su quel chiodo.
La mia immaginazione farà da femmina al mio spirito, il mio spirito è il maschio, e fra tutti e due concepiranno una generazione di pensieri prolifici, e saranno essi a popolare questo microcosmo di personaggi irrequieti quanto la gente di questo mondo: poiché nessun pensiero è mai contento. I migliori, come i pensieri del divino, sono frammisti ai dubbi: tali da mettere il Verbo stesso in conflitto col Verbo.
Come "Venite, pargoli"; oppure ancora "È difficile per un cammello passare per la cruna d'un ago".
I pensieri che spronano all'ambizione, progettano imprese irrealizzabili: come queste vane, fragili unghie possano aprirsi una breccia tra le strutture granitiche di questo duro universo - le mura scabre della mia prigione.
E poiché non possono, si annullano nella loro superbia.
I pensieri che aspirano alla rassegnazione si consolano di non essere i primi, fra gli schiavi della Fortuna, e neppure gli ultimi: come stolti mendichi che, inchiodati alla gogna, si sentono meno umiliati perché è toccato a tanti, e toccherà a tanti altri. E in questo pensiero trovano una sorta di sollievo, caricando le proprie sventure sul dosso di quelli che prima di loro ebbero simile sorte.
Così io recito in un sol personaggio la parte di molti: e nessuno contento. Qualche volta faccio il re: allora il tradimento mi fa sospirare di essere un poveraccio - ed io tale divento. Poi però l'opprimente miseria mi convince che me la passavo meglio da re.
Ed eccomi rimesso sul trono: solo che di lì a poco mi vedo bello e detronizzato da Bolingbroke, e subito non sono più nulla. Ma chiunque io sia, né io né alcun uomo che possa dirsi uomo sarà contento di nulla finché non avrà il sollievo di non esser più nulla.

Suono di musica.

Sento della musica. Ah, ah! Andate a tempo! Come è aspra la dolce musica quando non tiene il ritmo e non rispetta il tempo.
Così è per la musica delle umane vite: e qui io ho un orecchio talmente affinato da avvertire la stonatura in una corda non bene accordata.
Ma per accordare il mio regno ai bisogni del tempo, non ebbi orecchio da avvertire le mie stonature.
Ho fatto pessimo uso del tempo, e il tempo fa pessimo uso di me, ché ora il tempo ha fatto di me il suo orologio.
I miei pensieri sono minuti, che i miei sospiri vanno ritmando sul quadrante dei miei occhi; mentre il mio dito, come la punta della lancetta, continua a segnare il tempo, nettandoli delle lacrime.
Ora, signore, il suono che indica lo scadere dell'ora è il clamore dei gemiti che mi squassano il cuore - che è la campana. Così sospiri, e lacrime, e gemiti, scandiscono i minuti, i quarti e le ore; mentre il tempo mio va galoppando a portare la gioia del superbo Bolingbroke, e io me ne sto qui a fare il pupazzo, a guardia del suo orologio.
Questa musica mi fa uscir di senno. Fatela smettere! Può darsi abbia ricondotto dei folli a rinsavire, ma io dico che può portare chi è savio alla follia.
Pure, benedetta l'anima buona che me la infligge, poiché essa è segno d'affetto, e l'affetto per Riccardo è un ben raro gioiello, in un mondo così saturo d'odio.”

Richard II

“Pazzo, amante, poeta: tutti e tre sono composti sol di fantasia.”

Teseo: atto V, scena I
Sogno di una notte di mezza estate

“Dormendo non si sente il mal di denti.”

Primo carceriere; atto V, scena IV; traduzione di Goffredo Raponi
Cimbelino

“E la verginità, la vostra buona vecchia verginità, somiglia tanto a quelle pere vizze di Francia, brutte fuori e dentro acide.”

Parolles, atto I, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber
Tutto è bene quel che finisce bene

“I clamori avvelenati di una donna gelosa sono più micidiali dei denti di un cane idrofobo.”

Madre Badessa, atto V, scena I, in "Opere complete", traduzione di Gabriele Baldini, Rizzoli, 1963
La commedia degli errori

“La follia, mio signore, come il sole se ne va passeggiando per il mondo, e non c'è luogo dove non risplenda.”

Feste: atto III, scena I; traduzione di Goffredo Raponi, LiberLiber
La dodicesima notte