Frasi su fabbrica
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“Ho premesso che le coppie dello stesso sesso vanno tutelate e riconosciute dalle legge. Ma che ci posso fare? Non sono favorevole all'adozione e, prima ancora, al matrimonio, che è per definizione l'unione di un uomo e di una donna. Non accetta il mio argomento? Provi a seguirmi. Perché, allora, il matrimonio non può essere fra tre persone? O fra quattro? O fra tre uomini, due donne e un avatar? Se la sua risposta fosse «Eh no, bisogna essere in due!», vuol dire che anche per lei esiste una definizione di matrimonio, basata su una categoria: il numero. Per me ce n'è un'altra: la differenza di sesso. Non lo chiede solo la religione cattolica; lo suggeriscono il buon senso, la storia e la natura (che punta, implacabile, alla procreazione e alla conservazione della specie). Aggiungo: l'adozione da parte di coppie omosessuali mi lascia perplesso; molto perplesso quando ha risvolti pubblici e mondani, come nel caso di Elton John. Un bambino ha bisogno di mamma e papà, figure diverse e complementari. Può accadere che debba crescere solo con una o solo con l'altro. Ma svantaggiarlo da subito mi sembra ingiusto. Solo nel caso di adolescenti, la cui l'adozione si rivelasse difficile, sono pronto a rivedere il mio parere. Questo fa di me un troglodita politico? Non credo. Forse, in parte, un conservatore. Credo infatti che qualcosa da conservare ci sia, nella tradizione e nella fabbrica sociale degli uomini. Molto altro, invece, si può e si deve cambiare. E in Italia non lo facciamo, porca miseria.”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Italians, Corriere.it
Origine: Da Le adozioni degli omosessuali http://italians.corriere.it/2011/02/03/le-adozioni-degli-omosessuali/, 3 febbraio 2011.

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“Io attaccai discorso con una splendida ragazza di campagna che portava una camicetta di cotone molto scollata e rivelava la sommità abbronzata del suo bel seno. Era ottusa. Parlò di serate in campagna passate a fare il popcorn sotto il portico. Un tempo ciò mi avrebbe rallegrato il cuore ma poiché il cuore di lei non se ne rallegrava mentre lo diceva, capii che in esso non c'era altro che l'idea di ciò che si dovrebbe fare. «E in quale altro modo si diverte?» Cercai di tirar nel discorso le amicizie maschili e il sesso. I suoi grandi occhi scuri mi scrutarono vacui e con una specie di dolore nel sangue che risaliva a generazioni addietro per non aver fatto ciò che urgeva venisse fatto… qualsiasi cosa fosse, e tutti sanno cosa sia. «Cos'è che esige dalla vita?» Volevo prenderla e spremere da lei la risposta. Non aveva la minima idea di quel che volesse. Farfugliò di impieghi, di film, di andare da sua nonna durante l'estate, del desiderio di recarsi a New York a vedere il Roxy, di che specie di completo avrebbe indossato: qualcosa di simile a quello che portava la Pasqua scorsa, cappellino bianco, rose, scarpine pure rosa, e un soprabito di gabardine color lavanda. «Cosa fa la domenica pomeriggio?» domandai. Stava seduta sotto il portico. I suoi amici passavano in bicicletta e si fermavano a chiacchierare. Leggeva giornaletti umoristici, si sdraiava nell'amaca. «Cosa fa in una calda notte d'estate?» Sedeva sotto il portico guardava le macchine sulla strada. Lei e sua madre facevano il popcorn. «Cosa fa suo padre in una notte d'estate?» Lavora, fa il turno di notte in una fabbrica di caldaie, ha passato la sua vita intera a mantenere una donna e i suoi rampolli e senza credito né adorazione. «Cosa fa suo fratello in una notte d'estate?» Va in giro in bicicletta e passeggia davanti al chiosco delle bibite. «Cos'è che egli muore dalla voglia di fare? Cos'è che tutti noi moriamo dalla voglia di fare? Cosa vogliamo?» Non lo sapeva. Sbadigliò. Aveva sonno. Era troppo. Nessuno poteva dirlo. Nessuno avrebbe potuto dirlo mai. Tutto era finito. Aveva diciott'anni ed era estremamente adorabile, e mancata.”

On the Road

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“L'unica cosa che voglio che la storia si ricordi è ciò che il mondo ignora; che dopo aver ottenuto l'indipendenza del mio paese dalla Francia con le mie proprie forze, fui l'unico leader nella Cambogia contemporanea a costruire scuole, università, collegi, ospedali, strade, porti marittimi, ponti, aeroporti, e fabbriche per la sua patria e il suo popolo. Ma il mondo ignora tutto ciò. La storia non lo vuole ricordare, ma l'ho fatto. L'ho fatto.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

The only thing I want history to remember is what the world ignores - that after obtaining by my own efforts my country's independence from France, I was the only leader in contemporary Cambodia who built schools, universities, colleges, hospitals, roads, seaports, bridges, airports, factories for his homeland and for his people. But the world ignores that. History does not want to record that. But I did it, I did it.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: L'unica cosa che voglio che la storia si ricordi è ciò che il mondo ignora; che dopo aver ottenuto l'indipendenza del mio paese dalla Francia con le mie proprie forze, fui l'unico leader nella Cambogia contemporanea a costruire scuole, università, collegi, ospedali, strade, porti marittimi, ponti, aeroporti, e fabbriche per la sua patria e il suo popolo. Ma il mondo ignora tutto ciò. La storia non lo vuole ricordare, ma l'ho fatto. L'ho fatto.

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“Ovunque, dobbiamo sempre esaminarci. Non è solo il Partito nel suo insieme che lo deve fare, ma anche ogni organizazzione, ogni quadro, ogni membro del Partito, ogni risponsabile delle fabbriche, nei porti, nei servizi energici, nelle saline. Se non rappresenta più la classe di base, cioè il popolo sfruttato, il Partito cesserà d'avere senso, e non potrà più vantarsi d'essere il Partito del proletariato.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dai discorsi
Variante: Ovunque, dobbiamo sempre esaminarci. Non è solo il Partito nel suo insieme che lo deve fare, ma anche ogni organizazzione, ogni quadro, ogni membro del Partito, ogni risponsabile nelle fabbriche, nei porti, nei servizi energetici, nelle saline. Se non rappresenta più le classi di base, cioè il popolo sfruttato, il Partito cesserà d'avere senso, e non potrà più vantarsi d'essere il Partito del proletariato.

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“Il palmarès dei bianconeri [la Juventus] sarà forse ricco di trofei, ma in quanto a baldoria, lì sono veramente pessimi! Bisognava giocare, vincere e basta! Ogni tanto avevo l'impressione di andare al lavoro in fabbrica.”

Zbigniew Boniek (1956) allenatore di calcio, ex calciatore e dirigente sportivo polacco

Origine: Citato in Jean-Philippe Leclaire, Michel Platini, il re di Torino http://www.ultimouomo.com/michel-platini-il-re-di-torino/, Ultimouomo.com, 25 aprile 2017.

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“— Non mi hai mai detto che c’era un androide a bordo. Perché? Non mentirmi, Carter. Ho visto il suo marchio tatuato, fuori delle docce.Burke era imbarazzato. — Be’, non mi è venuto in mente. Non capisco perché sei così sconvolta. La Compagnia impiega da anni i sintetici a bordo delle navi. Non hanno bisogno di ipersonno, ed è molto più economico che assumere un pilota umano, per coordinare i passaggi interstellari. E non dà di volta loro il cervello a lavorare tutto quel tempo da soli. Non c’è niente di strano.— Per conto mio, preferisco l’espressione “persona artificiale”, — interloquì gentilmente Bishop. — C’è qualche problema, posso fare qualcosa, forse?— Ne dubito. — Burke si ripulì le labbra sporche di uovo. — Un sintetico non ha funzionato come doveva, durante la sua ultima traversata. Ci sono stati dei morti.— Ne sono sconvolto. Quanto tempo fa?— Un bel po’, sì. — Burke non entrò nei particolari, cosa di cui Ripley gli fu grata.— Allora può essersi trattato di un modello più vecchio.— Cyberdine Systems 120-A/218.Bishop si piegò verso Ripley con fare conciliante. — Bene, questo spiega tutto. I vecchi A/2 erano sempre un po’ nervosi. Adesso come adesso non potrebbe succedere, non con l’installazione dei nuovi inibitori comportamentali. Mi è impossibile nuocere o, per omissione, permettere che sia fatto del male ad un essere umano. Gli inibitori sono stati montati in fabbrica insieme con il resto delle mie funzioni cerebrali. Nessuno può manometterli. Quindi, come può vedere, io sono totalmente innocuo. (pp. 36-37)”

Alan Dean Foster (1946) scrittore statunitense

Aliens scontro finale

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“Non facevo comizi, ma non ho mai nascosto da che parte stavo. E da che parte potevo stare? Mio padre era nel consiglio di fabbrica, alla Burgo. Bastava che facesse un fischio e si fermava il reparto.”

Roberto Boninsegna (1943) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Gianni Mura, 70 anni da Bonimba http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/11/04/70-anni-da-bonimba.html, la Repubblica, 4 novembre 2013.

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“Gli ospedali sono stati convertiti dall'esercito israeliano in fabbriche di angeli, perché le prime vittime di questo massacro sono stati i bambini.”

Vittorio Arrigoni (1975–2011) scrittore e attivista italiano

Origine: Youtube, Video: "Restiamo Umani" https://www.youtube.com/watch?v=SblB2O7AfP4 di Anna Maria Selini

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“Abbiamo bisogno di un cambiamento culturale globale sul lavoro, dalle colline di Hollywood ai corridoi di Westminster, fino alle fabbriche di Dhaka…”

in AA.VV., Il libro del femminismo, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019. ISBN 9788858022900

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“Alla Juve è come andare in fabbrica, ognuno rispetta il suo ruolo e il clima è rigido. Alla fine però nel calcio conta vincere e lì lo fanno. In altre piazze ho riscontrato più passione.”

Marco Borriello (1982) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista rilasciata a Radio Marte; citato in Borriello: "Alla Juventus come in fabbrica. Avrei voluto finire al Napoli" https://www.foxsports.it/2018/10/12/borriello-juventus-come-fabbrica-avrei-voluto-finire-napoli/, FoxSports.it, 12 ottobre 2018.

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