Frasi su arcangelo

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema arcangelo, citata, cielo, essere.

Frasi su arcangelo

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“Prima di recarvi qui da me… andate a Monte Sant'Angelo e invocate l'aiuto e la protezione dell'Arcangelo Michele.”

Padre Pio da Pietrelcina (1887–1968) presbitero e santo italiano

Origine: Citato in Nina Serago, TeleradioPadrePio - San Michele e Padre Pio ci ricordano il giusto sentiero da percorrere... http://www.teleradiopadrepio.it/interna.php?key=6954&inc=dettaglio&bread=News&t=%93San%20Michele%20e%20Padre%20Pio%20ci%20ricordano%20il%20giusto%20sentiero%20da%20percorre%85%94, Teleradio Padre Pio.it, 26 settembre 2007.

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“[Al processo, interrogata se l'Arcangelo Michele le fosse apparso nudo] Credete che Nostro Signore non abbia di che vestirlo?”

Giovanna d'Arco (1412–1431) eroina nazionale francese, venerata come santa dalla Chiesa cattolica

Origine: Citato in Teresa Cremisi, Quinta udienza publica, giovedì 1 marzo, nella sala grande del castello di Rouen, p. 55.

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“Quelli che recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i più grandi eventi son chiamati arcangeli.”

Papa Gregório I (540–604) 64° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie sui vangeli

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“Caro direttore [Indro Montanelli], sono quasi 6 anni che non ci sentiamo. Da quel 22 luglio 2001 quando, dopo avere speso gli ultimi respiri a mettere in guardia gli italiani dal virus Berlusconi, te ne volasti in cielo. Ora che sei in Paradiso, immagino che tu abbia di meglio da fare che occuparti dell'Italia: in 92 anni di vita, hai già dato. Ma qui succedono cose talmente strane che devo proprio raccontartele. Intanto Berlusconi non c'è più, al governo intendo. Ma non è che si noti molto. Anzi, forse torna. Il vaccino non ha funzionato. Ora c'è di nuovo Prodi, almeno fino a un paio di minuti fa c'era. Non sappiamo. Si parla, tanto per cambiare, di crisi della politica. E in quel vuoto s'infilano indovina chi? La Confindustria e il Vaticano. Come diceva Totò, quando vedo un buco ci entro. Tu eri un laico risorgimentale a 24 carati, ma due papi, Roncalli e poi Woytjla, ti vollero conoscere perché eri molto rispettoso della religione. Un po' meno di certi Preti e di certi Vescovi che s'impicciavano di politica. Dicevi: "Aborro i preti, esseri autoritari e prepotenti. Quando qualcuno mi dice che stiamo andando verso il fascismo, vorrei quasi rispondere: magari! Il fascismo è brutto, ma passa. Invece andiamo incontro a forme di vita clericale, anzi ci siamo dentro, perché non abbiam saputo amministrare il nostro libero esame. Abbiamo liquidato la coscienza, dandola in appalto al prete. Ecco dove nasce il più macroscopico difetto degli italiani: la mancanza di una coscienza morale. Non siamo religiosi: siamo cattolici per comodità, abitudine, tradizione, non per coscienza. Il problema di Dio gli italiani non se lo pongono. Perciò non siamo mai stati una Nazione: l'unico Stato che conosciamo è quello Pontificio". Ecco, ci siamo dentro fino al collo adesso, direttore. I cattolici liberali si sono estinti. Già tu rimpiangevi De Gasperi, "un democristiano che credeva in Dio e non aveva bisogno di fare il bigotto, forse perché era nato in Austria. In chiesa De Gasperi parlava con Dio, Andreotti col prete". Oggi con Dio ci parlano in pochi, persino tra i cardinali. In compenso tutti parlano con i preti e i cardinali. Ma anche con Andreotti, che a 90 anni è sempre un bijou: è vivo e lotta insieme a noi. Il Papa invece è cambiato: Woytjla non c'è più, ora c'è Ratzinger. Quando dice no alle coppie di fatto, si mettono tutti sull'attenti. Quando invece dice che il capitalismo non è molto meglio del socialismo, quando dice che bisogna salvaguardare l'occupazione, privilegiare i poveri, gli ultimi, difendere l'ambiente da uno sviluppo scriteriato, parlano d'altro e fanno finta di non sentire. Un giorno, di recente, ha detto addirittura che bisogna cacciare i corrotti dalla politica, e lì anche i politici più bigotti sono diventati anticlericali: come si permette di impicciarsi in affari che non gli riguardano? Ti parlo dallo studio di Santoro, che è tornato in tv dopo 5 anni di riposo, diciamo così: l'ultima volta che in Rai si sentì la tua voce fu da Biagi e da Santoro, entrambi i programmi furono subito chiusi. Stiamo per trasmettere un reportage della Bbc sulla pedofilia nel clero, già visto su internet da alcune decine di milioni di persone nel mondo e 3-4 milioni in Italia. Mi dirai: "dov'è il problema, già ai miei tempi tutti volevano una Rai modello Bbc". Appunto: adesso hanno visto cosa fa la Bbc e gli è passata la voglia. Persino la Cei ha detto: "Nessuna censura, discutiamo pure con equilibrio". La censura la invocano i politici e alcuni papaveri Rai, che sono più papisti del Papa. C'è un tale Landolfi, lo stesso capo della Vigilanza che nel 2001 ti accusò di linciare Berlusconi e chiese addirittura a Ciampi di intervenire per la tua intervista a Biagi a ridare dignità al servizio pubblico, che 10 giorni fa già sapeva che avremmo imbastito un processo mediatico contro la Chiesa: una specie di Nostradamus. E ha aggiunto: "Non sono queste le finalità del servizio pubblico, non è per questo che i cittadini pagano il canone". Lui li conosce uno per uno, gli telefona tutti i giorni per sapere che cosa vogliono. Poi c'è Fassino, che una volta era comunista, però ha studiato dai gesuiti: ora parla come don Abbondio e ci invita al massimo equilibrio e alla massima prudenza. Fini l'altra sera ha annunciato a "Ballarò" che il nostro programma non andrà mai in onda: deve averglielo detto in sogno l'Arcangelo Gabriele, ma era un imitatore: infatti siamo in onda. Casini chiese un programma riparatore che raccontasse tutto il bene che fa la Chiesa nel mondo. Potrebbe commissionarlo ai suoi uomini alla Rai, che sono un po' più numerosi di quelli che aveva la Dc una volta, però la Dc aveva anche il decuplo dei suoi voti; oppure potrebbe chiederlo a Buttiglione, che ha mezza famiglia in Rai e l'altra mezza a Mediaset; invece chiede a noi. Tu dirai: che c'entrano i politici con la libera informazione? Da quando i giornalisti prendono ordini dai segretari di partiti? Ecco, il problema è che ormai non se lo domanda più nessuno. Trovano tutto ciò molto normale. I politici non si accontentano di lottizzare la Rai: vogliono fare i palinsesti e i critici televisivi; prima o poi condurranno direttamente programmi e si intervisteranno da soli. Ricordi Giuliano Ferrara? L'avevi lasciato ateo. Bene, adesso è rimasto ateo ma è diventato anche clericale, nel frattempo. Dice che il reportage Bbc è una schifezza. E lui se ne intende. C'è perfino chi pretendeva che mostrassimo in anticipo all'editore una scaletta sicura prima di decidere se mandarci in onda oppure no. Come se l'amministratore della Fiat Marchionne volesse leggere gli articoli della Stampa o De Benedetti quelli della Repubblica, prima di mandare in stampa i giornali. Anche questo, è un po' strano, è passato sotto silenzio, come una cosa normale. La nostra categoria non ha brillato, ma questa per te non è una novità: già 30 anni fa tu scrivevi che "il giornalismo italiano è servo per vecchia abitudine: i potenti vogliono il monumento equestre e il piedistallo, e noi glielo diamo". Non ti dico gli intellettuali sedicenti liberali: tutti zitti, o addirittura solidali con i censori. Sono quelli che tu definivi "una grossa camorra al servizio di ogni potere". L'altro giorno, rileggendo i tuoi ultimi articoli, mi è capitata una lettera a Franco Modigliani, Nobel dell'Economia, in cui tu parlavi della corruzione e dicevi: "Dopo tanti secoli che la pratichiamo, dietro l'esempio e sotto il magistero di nostra Santa Madre Chiesa, ineguagliabile maestra d'indulgenze, perdoni e condoni, noi italiani siamo riusciti a corrompere anche la corruzione e a stabilire con essa il rapporto di pacifica convivenza che alcuni popoli africani hanno stabilito con la sifilide, diventata nel loro sangue un'afflizioncella di ordine genetico senza più gravi controindicazioni… Un popolo italiano consapevole della propria identità e ben deciso a difenderla, non c'è. E non c'è perché, nei secoli in cui questa coscienza nazionale maturava nel resto dell'Occidente, in Italia veniva soffocata da una Chiesa timorosa che il cittadino soppiantasse il fedele e creasse un potere temporale laico contrapposto al suo". Questo scrivevi sulla prima pagina del Corriere della Sera non 1000 anni fa, 6 anni fa. Oggi passeresti per un nemico della fede, della famiglia, dell'Occidente, forse per un fiancheggiatore di Al Qaeda. Non è che potresti prenderti una libera uscita e tornare giù un po' da noi per un paio di giorni, non di più? Ci manchi tanto, e non sai quanto. Ciao, direttore.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

dalla coperina di Annozero, 31 maggio 2007
Annozero

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“[…] il piacere è sempre o passato o futuro, non mai presente […].”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

3550, 29 settembre 1823, Festa di San Michele Arcangelo; 1898, Vol. VI, p. 21
Variante: Il piacere è sempre o passato o futuro, non mai presente.

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“[Da una conferenza femminista di Giraudoux tenuta alla vigilia dell'ultima guerra] Per gli uomini è dunque arrivato il momento di ammettere la loro sconfitta? Non saprei, quello che so è che essi avevano sempre allontanato la dura ammissioni che le donne fossero uguali, se non superiori, nei campi di azione che essi si erano riservati. Gli uomini avevano messo la donna in posizione subordinata facendola serva, o in posizione troppo superiore facendola dea. Mai l'avevano ammessa alla parità. Quando un'armata di greci fu battuta dalle parti della Tracia da un'armata di donne, gli uomini di allora inventarono le Amazzoni; essi escogitarono che quelle donne fossero semidee e che conducessero una esistenza favolosa. Quando Giovanna D'arco salvò la Francia, i suoi nemici la fecero un'indemoniata, e i suoi partigiani un'arcangelo, ma nessuno ebbe mai l'idea che essa potesse essere semplicemente una donna. Per Semiramide, per Cleopatra l'uomo se l'è cavata attribuendo ad esse una grande bellezza. Quelle donne erano forse brutte. Cleopatra era certamente brutta, ma tutte e due erano dotate di genio politici. Eppure l'uomo ha nascosto il loro genio dietro una bellezza che non esisteva per togliersi d'impaccio. Ora però non è più possibile ricorrere ad espedienti del genere. Ora è giocoforza ammettere che le donne, quando s'impadroniranno del potere, non sarà perché posseggono dei nasi perfetti e dei fianchi possenti o perché hanno venduto l'anima al diavolo, ma perché esse sono dotate per il comando e il governo della società come gli uomini. Come gli uomini e forse anche più di essi.”

Jean Giraudoux (1882–1944) scrittore e commediografo francese

citato in Illustrazione Igea, 1961
Citazioni di Jean Giraundoux

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“Il musco, i pini altissimi | e quanto è a Te d'intorno | nel nulla ineluttabile | sarà travolto un giorno | Tu solo non morrai, | Ivascimizu mai.”

Ki no Tsurayuki (866–945) poeta e scrittore giapponese

da Al tempio di Ivascimizu, traduzione di T. Gargallo; citato in Arcangeli, p. 211
Origine: Santuario dedicato ad Hachiman, divinità scintoista.

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“L'arcangelo Gabriele è persona non limpida. Lucifero? Un errore giudiziario. Qua 'a questione morale ariva da molto prima!”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Recital
Imitazioni, Gianfranco Funari

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“Santa Teresina indietreggia | davanti all'arcangelo del comando | dal quale avrà aspra sete | e avremo costanti rimorsi.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Origine: Da La Terra Santa: e altre poesie, Lacaita, 1984.

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“Maria non si stupì affatto della presenza di un angelo. Fu invece l'angelo a stupirsi di lei. Maria vedeva il Creatore in tutte le creature, e vederlo negli occhi di un angelo le sembrava altrettanto sublime che vederlo in quelli di un uomo. Non la stupiva scorgere ovunque il Creatore. Era intenta a normali lavori domestici. Aveva forse un panno in mano o una spazzola di legno che a un certo punto le erano caduti non perché fosse rimasta trasecolata dall'apparizione di Gabriele, ma per lo stesso identico motivo per cui a ciascuno di noi cascano di mano le penne e gli smartphone. Gabriele ha il volto di un giovane molto bello, dai lineamenti molto delicati. Capelli leggermente ondulati, castani. Occhi verdi. Niente ali però, questo no. Solo una veste candida. È lui a stupirsi. Molto, molto più di Maria. Gabriele è un arcangelo eviterno abituato a guardare fisso l'eterno Dio, e sa bene tutta l'opaca caligine che avrebbe trovato arrivando sulla terra. Aveva ancora fresca una certa esperienza con Zaccaria (cfr Lc 1). Proprio per questo si stupì. Di Maria. Si stupì molto. Non si aspettava di vedere il Creatore guardando una creatura. Di vedere una creatura "tutta così piena di Creatore. Così stracolma, così piena di grazia, così kecharitoménê. Devo aver sbagliato strada, pensò Gabriele. Credevo d'esser sceso sulla terra, e guarda un po' sono arrivato in cielo. Si guardava attorno nella stanza mentre Maria curava cose casalinghe impercettibili a un angelo, e quel principe del cielo pensava: «Guarda un po', qui è tutto pieno di cielo. È tutto pieno degli spirituali sorrisi che si sorridono nei cieli, delle trepidanti parole che alitano su da noi nei cieli». Era molto stupito, Gabriele, di fronte a Maria. Era stupefatto. Non aveva mai visto nulla di simile. Con nessuna creatura aveva mai visto Dio comportarsi in simile modo. Gabriele disse «il Signore è con te» (Lc 1, 28) e non lo aveva mai detto a nessuno. Una cosa così non l'aveva mai detta. Era una prima volta, una primizia. Di tutta la creazione, di tutte le creazioni. Mai vista una cosa simile, pensava Gabriele, mentre Maria lo guardava e non si stupiva più di tanto. E lui proprio di questo era stupefatto. Dell'atmosfera famigliare, normale, che lo sguardo di Lei, le sue mani, la sua presenza, creavano. Lei era quasi seduta a terra (forse a filare o a pulire) e lui, che veniva dal più alto dei cieli, era molto affascinato da quelle dita, da quelle mani. E si chiedeva se stesse filando o forse solo pulendo, e si stupiva di essere affascinato da una cosa così semplice e umile.”

Mauro Leonardi (1959) giornalista italiano

Il Signore dei Sogni

“[Sul teatro di Pirandello] Quanto più accentuata e brutale e naturalisticamente definita è la conclusione della vicenda occasionale, la formale perentorietà del gesto culminante […] tanto più essa misura, come un deus-ex-machina infruttuoso ed ironico, la non-conclusione del dramma dei personaggi.”

Arcangelo Leone de Castris (1929–2010) scrittore e critico letterario italiano

da Arcangelo Leone de Castris, Il decadentismo italiano, Bari, 1974, p. 199; citato da Ferruccio Masini in Gli schiavi di Efesto; L'umorismo pirandelliano e la scrittura teatrale come entelechia drammatica. Editori Riuniti, Roma, 1981, pp. 349-340, nota
Origine: Omissione di Ferruccio Masini

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“Il disegno dei borghi fu commesso, con opportuna delibera, ad otto architetti siciliani; perché fin dal suo sorgere (nella luce nuova delle opere e dei giorni attesi) l'edilizia rurale dell'appoderamento ripetesse dagli autori e inventori, nati nell'isola, forme congeniali alla natura e ai paesi di Sicilia: direi al senso del suo costume e della sua storia mediterranea, al suo essere: antico e nuovo. E davvero le forme han corrisposto, per felicità intera e nativa, all'aspettazione ed alla fede. Ho veduto i raduni bianchi dei cubi nella immensità della terra, quasi gregge portatovi da Geometria: e una limpida disciplina di masse, riquadri, diedri, gradi; e li avviva una grazia semplice, un'opportunità dell'atto, una speranza. E mi parvero già custoditi dal senno: non nati dall'arbitrio tetro, come può accadere a chi ha matita tra mano da fare i rettangoli, e soltanto matita. E vi erano brevi, puri portici: tinti alla calce i volti, i pilastri: e a sfondo il sereno. Archi a sesto, campiti di turchese. E la torre. Sul lastrico del cortile erano portate le ombre, come ore. E gli sgrondi cadevano alla serpentina lunga dei tegoli veduti in taglio, quasi ghirigoro o belluria: ma non ghirigoro, disegno sano anzi e venuto da necessità. E la porta era accesso già sacro, e la cucina in luce, con l'acquaio, pareva sbandire tutti i mali del luogo come dèmoni il fulgore dell'Arcangelo.”

Carlo Emilio Gadda (1893–1973) scrittore italiano

Origine: Da I nuovi borghi della Sicilia rurale http://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/resources/essays/borghisici.php, La Nuova Antologia, Roma, 1941, 1° febbraio 1941, p. 7.

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“Sergej Esenin, il poeta arcangelo-contadino che passò attraverso il bene e il male dell'esistenza per lasciarci un dolce messaggio.”

Mario Rigoni Stern (1921–2008) militare e scrittore italiano

Origine: Da Arboreto Salvatico, Einaudi, 2006, p. 50.

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“La poesia ha il cuore umano per seme. Gli uomini sono pieni di attività diverse, fra le quali la poesia è quella che consiste nell'esprimere i pensieri del cuore con metafore tolte da ciò che vedono e sentono. Ascoltando l'usignolo che canta tra i fiori, o il gracidar della rana fra le acque dello stagno, noi riconosciamo una verità, cioè che ogni essere vivente fa udire un canto ed esprime il proprio sentimento.”

Ki no Tsurayuki (866–945) poeta e scrittore giapponese

dalla prefazione di Tsurayuchi al Kokinwakashū; citato in Arcangeli, pp. 210-211
Origine: Con questa traduzione a p. 51: «la poesia ha il cuore umano per seme. Gli uomini sono pieni di attività diverse, fra le quali la poesia è quella che ci fa esprimere i pensieri con metafore tolte da ciò che si vede o si sente. Ascoltando l'usignolo che trilla tra i fiori o la rana che gracida fra le acque dello stagno, noi riconosciamo una verità, cioè che ogni essere vivente fa udire un canto ed esprime il proprio sentimento».

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“oggi uno de li due Casali più belli, più ricchi e ben culti tra li che abbia la nostra Città di Capua (atteso l'altro è Santa Maria Maggiore,) popolato di ben cinque mila persone, e più centinaia, buona parte di natali assai civili, di molti Dottori di Legge, di più Medici, e Notaj, di un Clero assai dotto, e ben costumato: le strade sono ben lastricate di pietra viva, ed è tutto il Paese adorno di molti, e vaghi palagi. Per mezzo di esso passava l'antichissima strada Atellana, che da Capua nell'antica Atella conduceva; ed ha tal pago il bel pregio di farsi in esso ogni Venerdì un pingue mercato, col concorso di gente di tutti i paesi convicini.
Finalmente Marcianesi si è reso famoso per le bellissime Chiese, che vi sono, e per le rare pitture della celebre scola del Marchese Francesco Solimena, di cui è principal discepolo Paolo de Majo, naturale di tal luogo, che ave adornato le Chiese suddette, specialmente quella dell'Arcangelo San Michele, dove è la Collegiata, e l'altra della Santissima Annunciata, delle più fine, e maravigliose pitture. Questo Villaggio per lo temporale alla Città di Capua, per lo spirituale poi nella maggior parte alla Chiesa di Capua, in a quella di Caserta si appartiene.”

Francesco Granata (1701–1771) vescovo cattolico italiano

Origine: Da Storia civile della fedelissima città di Capua, Libro I e II, Napoli, Stamperia Muziana, 1752, pp. 23-24 https://books.google.it/books?id=vKE5PJJ8doIC&hl=it&pg=PA23#v=onepage&q&f=false,.