Frasi su prossimità

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema prossimità, essere, proprio, vita.

Frasi su prossimità

Umberto Veronesi photo
Carlo Maria Martini photo
Woody Allen photo
Wolfgang Pauli photo

“Le leggi generali della natura dovrebbero conservare invariata la loro forma anche nei sistemi non galileiani. Questa possibilità è offerta dal cosiddetto principio di equivalenza. Nella teoria newtoniana, un sistema situato in un campo gravitazionale uniforme è perfettamente equivalente, dal punto di vista meccanico, a un sistema di riferimento uniformemente accelerato. La richiesta che anche tutti gli altri processi fisici debbano svolgersi nei due sistemi secondo le stesse leggi, costituisce il principio di equivalenza di Einstein, che è uno dei pilastri fondamentali della teoria della relatività generale, da lui sviluppata più tardi. Poiché il decorso di un processo in un sistema accelerato può venire calcolato, risulta possibile valutare l'influenza di un campo gravitazionale uniforme su un processo qualunque. In questo consiste tutto il valore euristico del principio di equivalenza. Einstein è pervenuto in questo modo al risultato secondo cui orologi situati in punti di basso potenziale gravitazionale procedono più lentamente di orologi situati in punti di più alto potenziale, e ha previsto lo spostamento verso il rosso delle righe spettrali emesse dal sole rispetto a quelle emesse da sorgenti terrestri. Risultò inoltre che la velocità della luce in un campo gravitazionale è variabile, e di conseguenza i raggi luminosi vengono incurvati, come se ad ogni energia corrispondesse non solo una massa inerziale, ma anche una massa gravitazionale in E=m/c2. In un lavoro successivo Einstein mostrò che la curvatura dei raggi luminosi ha per conseguenza uno spostamento delle stelle fisse visibili in prossimità del bordo del sole, suscettibile di verifica sperimentale. L'effetto calcolato allora risultò uguale a 0,83 secondi d'arco.”

Wolfgang Pauli (1900–1958) fisico austriaco

Origine: Teoria della relatività, pp. 212-213

Konrad Lorenz photo
Bruno Forte photo
Igor Sibaldi photo
Andrea Riccardi photo
Carlo Giovanardi photo
Nino Farina photo
Nathaniel Hawthorne photo
Enzo Ferrari photo
Huston Smith photo
Andrea Riccardi photo

“[Su Giorgio Morandi] Non ebbe mai un atelier nel senso pomposo del termine. Viveva e lavorava in una camera di media grandezza, una finestra della quale dava su un piccolo cortile ricoperto di verde […]. Qui si trovava anche la sua brandina, un vecchio scrittoio e il tavolo da disegno, una specie di libreria, il cavalletto e poi tutt'intorno su stretti scaffali l'arsenale, in attesa discreta, delle semplici cose che noi tutti conosciamo attraverso le sue nature morte: bottiglie, recipienti, vasi, brocche, utensili da cucina, scatole. Le aveva scovate chissà dove, per lo più da rigattieri, si era innamorato di ciascuna di esse, le aveva portate a casa una ad una, per poi disporre in fila questi trovatelli quali suoi compagni di stanza, in via sperimentale e con grandi speranze. Qui si trovavano dunque i suoi modelli veri e propri: le "cose" nel loro isolamento silenzioso, gli interlocutori del suo incessante dialogo. […] Quanto più essi diventavano parte del suo mondo abituale, dimostrando il proprio diritto di cittadinanza attraverso un crescente strato di polvere, tanto più gli stavano a cuore. Tutto ciò sembrava molto ordinato in modo piuttosto piccolo-borghese, relativamente ordinato; infatti attorno, davanti e dietro al cavalletto vi era abbastanza spesso una traccia evidente di inquietudine e di caos. Là si trovava una consolle a tre ripiani. Nel settore più basso, che poteva comprendere anche il pavimento, giaceva una confusione di quegli oggetti che l'avevano colpito a un primo esame ma che poi gli si erano dimostrati insufficienti per un discorso prolungato. Al piano di sopra si trovavano oggetti come comparse in attesa di una ancor possibile entrata in scena. Ma la scena, sulla quale comparivano i protagonisti scelti come interlocutori di un lungo dialogo, si trovava nell'ultimo ripiano, situato pressoché all'altezza degli occhi. Lì si trovavano queste cose scelte in tutta la loro imperturbabile solitudine; nelle mutevoli composizioni acquisivano una sconcertante personalità e cercavano anche di allacciare tra loro delle sottili relazioni dalle quali si costituiva pian piano, lenta-mente dalla loro prossimità, una compagine armonica. L'arrangiatore paziente era Morandi, che stava a vedere con dedizione ed ansia estreme il lento formarsi della comparsa delle cose; tutto ciò poteva durare dei giorni. […] E in questa comunicazione meditativa, che si faceva sempre più stretta, la distanza tra le cose e l'io contemplante era abolita […], sicché l'immagine infine raggiunta, la controimmagine che rispondeva al pittore, era al tempo stesso la sua autorappresentazione. Giunto a questo punto, Morandi si metteva a dipingere e trasponeva questa realtà, che egli aveva prefigurato con tanta cura, nella visualità del quadro, nella "seconda", più comprensiva realtà. Il vero e proprio atto pittorico durava spesso solo poche ore. Alcuni quadri mostrano chiaramente le tracce di una certa corsività nella pennellata. Sono segni di spontaneità, di un'estrema visione creatrice divampante come la fiamma di una candela che sprigiona l'ultimo guizzo.”

Werner Haftmann (1912–1999) storico dell'arte tedesco

Origine: Citato in Marilena Pasquali, Morandi, Art Dossier, n°50, Giunti, Firenze, ISBN 88-09-76143-X, pp. 6-8.

Peter Atkins photo

“Appena a sud del carbonio c'è il silicio. Come accade spesso tra i vicini si tratta di una prossimità ambigua, che crea un po' di disagio. Come il carbonio, ma in misura minore, il silicio ha la capacità di formare alcune tra le lunghe molecole a catena necessarie per i processi complessi come la vita. E tuttavia il silicio non ha dato origine a un proprio tipo di vita; forse però da questo punto di vista è solamente dormiente. I prodotti principali del carbonio, gli organismi viventi, hanno impiegato miliardi di anni per mettere a punto meccanismi di accumulo e dispersione dell'informazioni (una definizione austera e sintetica di ciò che intendiamo per «vita»); nel frattempo il silicio è rimasto in attesa. La recente alleanza tra le due regioni, che ha visto organismi basati sul carbonio sviluppare utensili basati sul silicio per la tecnologia dell'informazione, ha portato alla schiavizzazione del silicio. Però gli organismi basati sul carbonio sono ricchi d'inventiva e stanno sviluppando sempre più le potenzialità nascoste del silicio, tanto che forse un giorno il silicio capovolgerà i rapporti di forza con il suo vicino settentrionale e assumerà il ruolo dominante. Sicuramente sui tempi lunghi il silicio ha grandi potenzialità, perché il suo metabolismo e la sua replicazione possono essere meno complessi di quelli del carbonio. Questo potrebbe rivelarsi uno dei più astuti giochi di alleanze di tutto il Regno: il silicio potrà realizzare il proprio potenziale soltanto se il carbonio si sarà prima sobbarcato tutto il lavoro preparatorio.”

Peter Atkins (1940) chimico, saggista e divulgatore scientifico britannico

Origine: Il Regno periodico, pp. 29-30

Benjamin Graham photo
Yoshida Kenkō photo
Plutarco photo
Nathaniel Hawthorne photo
Ambrose Bierce photo
Jonathan Safran Foer photo
Alicia Giménez-Bartlett photo

“Con le persone che non mi piacciono sono politicamente corretta, ma non riesco ad essere ironica. Sento questa prossimità solo con chi mi piace.”

Alicia Giménez-Bartlett (1951) scrittrice spagnola

Origine: Da twitter @festletteratura https://twitter.com/festletteratura/status/1038388057743998976 del 8 settembre 2018