Frasi su revisione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema revisione, ancora, stesso, essere.

Frasi su revisione

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“La revisione del Concordato nel 1984 fu una necessità… Penso che su certi punti oggi avrei fatto una cosa diversa. In una società democratica gli interessi legittimi delle varie componenti, compresa quella cattolica, possono essere regolati attraverso la legge.”

Agostino Casaroli (1914–1998) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

dall'intervista a l'Unità del 27 gennaio 1994; citato in Mario A. Manacorda, Scuola pubblica o privata?, Editori Riuniti, Roma, 1999, p. 94

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“Non è fallito il socialismo, ma la sua revisione.”

Marco Rizzo (1959) politico italiano

Origine: Dall'intervista di Antonella Ambrosioni, Secolo d'Italia, 18 gennaio 2014. Disponibile http://www.secoloditalia.it/2014/01/tornano-i-comunisti-li-guida-il-solito-marco-rizzo-e-il-cavaliere-ringrazia-ancora/ su Secoloditalia.it.

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“Forse ai nostri giorni l'obiettivo non è quello di scoprire che cosa siamo, ma di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire quello che potremmo essere.”

Michel Foucault (1926–1984) sociologo, filosofo e psicologo francese

da Perché studiare il potere: la questione del soggetto, traduzione di Roberto Cagliero, revisione di Marcella Pogatschnig, in Poteri e strategie, a cura di P. Dalla Vigna, Mimesis Edizioni, 1994

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“Ma non ci si occupa solamente dei vivi. Si fanno anche processi ai morti. Si rilegge l'intera storia sul registro dell'anacronismo, passando le opere del passato al vaglio delle idee che oggi sono di moda, senza tener conto dell'epoca né del contesto. Di volta in volta, Georges Bataille, Andrè Gide, George Orwell, Alexis Carrel, Ernest Renan, Georges Burqèzil, Emile Cioran, Mircea Eliade, Jean Genet, Antonin Artaud, Lèo Malet, Ezra Pound, Paul Morand, Colette, Baudelaire, Hemingway, Vladimir Nabokov, Montheriant, Carl Schmitt, Jack London, Marguerite Yourcenar, Heidegger, e persino Shakespeare, Voltaire, Balzac o Dostojevskij, per citarne disordinatamente solo alcuni, si vedono convocare a titolo postumo dinanzi a tribunali di carta che pretendono di operare una revisione della loro posizione nel mondo letterario o nella storia delle idee il che permette di togliere i loro nomi dalle targhe stradali o dalle facciate degli istituti scolastici a loro intitolati. L'epurazione del 1945 non è stata sufficiente. Le si aggiunge ogni giorno un post scriptum rifacendo il processo a Céline o trasformando Carrel in "precursore delle camere a gas", mentre ci sono avversari della pena di morte che esprimono pubblicamente il rimpianto di non poter fucilare Brasillach una seconda volta. Non si è del resto vista di recente la Banca di Francia rinunciare a raffigurare su una banconota l'effigie dei fratelli Lumiére, inventori del cinema, perché costoro avevano sostenuto il governo di Vichy – e questo nello stesso momento in cui all'Eliseo sedeva un uomo [Mitterrand, ndt] a suo tempo decorato dell'ordine della Francisque”

Alain de Benoist (1943) scrittore francese

istituito da Pètain per ricompensare chi aveva ben meritato ai suoi occhi, ndt
Origine: Da Pensiero unico e censura, Diorama letterario, gennaio 1998.

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“L'Europa cerca con difficoltà di costituzionalizzarsi. Se questo vuole essere un progetto da prendere sul serio, si deve considerare che ogni Costituzione è l'esito di un «processo di differenziazione». Se non fosse così, non se ne vedrebbe l'utilità. Per perfezionare soltanto istituzioni che già esistono basterebbe una semplice «revisione regolamentare». La difficoltà di mobilitare un'«opinione pubblica europea» deriva anche da qui: per continuare come prima, solo con un po' più di efficienza, che bisogno c'è di una Costituzione? Non c'è enfasi o retorica (come quella esibita nel preambolo del progetto di Costituzione europea) che possa coprire il vuoto. Occorre dunque un «progetto di differenziazione». Nell'attuale momento, esso non potrebbe che definirsi rispetto alle tendenze e alle forze omologanti che già operano nell'indistinto astratto che ci ingloba e che si denomina, per l'appunto, globalizzazione, entro la quale si staglia la concreta egemonia, anche costituzionale, degli Stati Uniti d'America. Se mai l'Europa si darà una vera Costituzione, sarà quando avrà intrapreso una profonda riflessione su se medesima, ancora una volta a confronto con l'America. Questa volta per rispondere alla domanda: chi davvero noi siamo, che cosa davvero ci distingue, sempre che si voglia essere qualcuno e qualcosa, e non una semplice propaggine.”

Gustavo Zagrebelsky (1943) giurista italiano

cap. 17, p. 148
Contro l'etica della verità

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“Ebbene: per la quota del bivacco, l'ora di partenza e il consumo dell'ossigeno ci sono le ricostruzioni di dettaglio, ma per chi non ha voglia di studiare questi particolari basta lo sguardo a una fotografia. È la fotografia che mostra Compagnoni sulla vetta del K2, apparsa non sulla Rivista del CAI ma su Berge der Welt, il famoso Annuario dell'alpinismo extraeuropeo curato da Marcel Kurz. Su questa fotografia Compagnoni non solo ha vicino le bombole, ma ha ancora posta sul viso la maschera del respiratore. La versione ufficiale sostiene che le bombole vuote vennero portate fin sulla vetta per testimonianza: uno scalatore già provato dallo sforzo avrebbe perciò portato almeno 15 kg di bombole inutili per due ore fino a 8611m. Ma come faceva a respirare il poco ossigeno presente nell'aria rarefatta di quelle quote portando una maschera collegata a bombole svuotate? Basta così. Per la revisione della storia dell'alpinismo, che consideri anche la versione di Bonatti finora ignorata, esistono i particolari, le testimonianze, le dimostrazioni. Non ha senso oggi infierire su chi può aver sbagliato, su chi non ha più saputo districarsi nell'ingarbugliata vicenda. Tuttavia al ricupero della realtà storica va aggiunta una riflessione. Come mai questa vicenda non è stata risolta prima? […] La verità, anche quella alpinistica, si può ora ricostruire ufficialmente senza riserva, con il rammarico di un ritardo, ma con la certezza che si riconosca al CAI il coraggio di una ricostruzione non postuma. Questo riconoscimento ci arriverà da molti, anche da coloro che non sono nostri soci, ma siamo grati che ci venga in primo luogo da chi per questa vicenda ha profondamente sofferto, cioè da Walter Bonatti.”

Silvia Metzeltin (1938) alpinista, geologa e scrittrice svizzera

Silvia Metzeltin e Alessandro Giorgetta in La rivista del CAI, maggio-giugno 1994
Origine: Citato in Walter Bonatti, K2. La verità. 1954-2004 http://books.google.it/books?id=x8CJR-zOTMkC&pg=PA155#v=onepage&q&f=false, p. 155, Baldini Castoldi Dalai, 2007. ISBN 8860731704

“Si aggiunga che egli comprendeva l'urgenza di porre riparo ai mali più grandi che affliggevano l'organismo statale e la necessità di attrarre verso il trono gli elementi più responsabili del regno, da tempo sfiduciati e in disparte. Sia pure con dieci anni di ritardo, si tentava così quell'opera di riconciliazione, per la ricostruzione del paese, che sarebbe stato necessario affrontare dopo la restaurazione del '21. Ma quali forme assunse quel tentativo? Parve che in un primo momento esso riuscisse pienamente. Si determinò negli anni dopo il '30 un'atmosfera di idilliaca fiducia intorno al giovane sovrano, che reprime scandali, sradica abusi, richiama in patria gran numero di esuli, fa sentire in tutti i rami dell'amministrazione il peso della sua fattiva volontà di progresso civile, rivolge le sue cure maggiori alla ricostruzione dell'esercito, cura il benessere economico del paese, diminuisce le imposte, promuove le industrie — in modo che la Napoli industriale di allora è stata giudicata, sia pure con qualche amplificazione, dall'Arias o dal Barbagallo per nulla inferiore alle città del settentrione — dà incremento alla marina mercantile, traccia ed apre nuove vie di comunicazione, intraprende opere di bonifica, agevola con un protezionismo moderato e perfino con principi liberistici il commercio, tanto da meritare in pieno parlamento britannico le lodi di Robert Peel. Insomma una linea politica che apparve all'inizio in netto contrasto con quella dei suoi immediati predecessori. Intorno al re una classe di governo che appare sensibile alla necessità di riforme in tutti i campi dell'amministrazione e un notevole fervore di studi che ripropone il problema della revisione degli indirizzi economici dello stato napoletano e rimette sul tappeto, ravvivandoli, molti dei vecchi temi del riformismo settecentesco.”

Ruggero Moscati (1908–1981) storico italiano

cap. 7, p. 121
I Borboni d'Italia
Origine: Ferdinando II re delle Due Sicilie.

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“Recentemente un discepolo pensoso (tale Critone) mi ha chiesto: "Maestro, come si può bene appressarsi alla morte?" Ho risposto che l'unico modo di prepararsi alla morte è convincersi che tutti gli altri siano dei coglioni.
[…] cerca soltanto di pensare che, al momento in cui avverti che stai lasciando questa valle, tu abbia la certezza immarcescibile che il mondo (sei miliardi di esseri umani) sia pieno di coglioni, che coglioni siano quelli che stanno danzando in discoteca, coglioni gli scienziati che credono di aver risolto i misteri del cosmo, coglioni i politici che propongono la panacea per i nostri mali, coglioni coloro che riempiono pagine e pagine di insulsi pettegolezzi marginali, coglioni i produttori suicidi che distruggono il pianeta. Non saresti in quel momento felice, sollevato, soddisfatto di abandonare questa valle di coglioni?"
Critone mi ha allora domandato: "Maestro, ma quando devo incominciare a pensare così?" Gli ho risposto che non lo si deve fare molto presto, perché qualcuno che a venti o anche trent'anni pensa che tutti siano dei coglioni è un coglione e non raggiungerà mai la saggezza. Bisogna incominciare pensando che tutti gli altri siano migliori di noi, poi evolvere poco a poco, avere i primi dubbi verso i quaranta, iniziare la revisione tra i cinquanta e i sessanta, e raggiungere la certezza mentre si marcia verso i cento, ma pronti a chiudere in pari non appena giunga il telegramma di convocazione.
Convincersi che tutti gli altri che ci stanno attorno (sei miliardi) siano coglioni, è effetto di un'arte sottile e accorta, non è disposizione del primo Cebete con l'anellino all'orecchio (o al naso). Richiede studio e fatica. Non bisogna accelerare i tempi. Bisogna arrivarci dolcemente, giusto in tempo per morire serenamente. Ma il giorno prima occorre ancora pensare che qualcuno, che amiamo e ammiriamo, proprio coglione non sia. La saggezza consiste nel riconoscere proprio al momento giusto (non prima) che era coglione anche lui. Solo allora si può morire.
[…] È naturale, è umano, è proprio della nostra specie rifiutare la persuasione che gli altri siano tutti indistintamente coglioni, altrimenti perché varrebbe la pena di vivere? Ma quando, alla fine, saprai, avrai compreso perché vale la pena”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

anzi, è splendido) morire.
Critone mi ha allora detto: "Maestro, non vorrei prendere decisioni precipitose, ma nutro il sospetto che Lei sia un coglione". "Vedi", gli ho detto, "sei già sulla buona strada."
Origine: Da Come prepararsi serenamente alla morte. Sommesse istruzioni a un eventuale discepolo, La bustina di Minerva, L'Espresso, 12 giugno 1997; citato in Umberto Eco: "Come prepararsi serenamente alla morte. Sommesse istruzioni a un eventuale discepolo" http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/02/20/news/umberto-eco-come-prepararsi-serenamente-alla-morte-sommesse-istruzioni-a-un-eventuale-discepolo-1.251268, Espresso.repubblica.it, 20 febbraio 2016.

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“[Sulla riforma del Senato, portata avanti dal Governo Renzi] È una riforma imposta col ricatto di pochi che si fingono molti e derubano il futuro di tutti. Noi non possiamo restare indifferenti; non possiamo assistere silenti e impassibili di fronte a questa violenza. Dobbiamo fermarvi ora, perché ormai non ci resterebbe nemmeno la triste speranza di un intervento della Corte costituzionale, visto che questa contro-riforma consentirà alla maggioranza di spartirsi anche l'elezione dei suoi giudici, estromettendo la partecipazione decisiva delle opposizioni e trasformandola in una sua malleabile appendice. Chi troverà la forza di levare la sua voce contro l'autoritarismo, contro l'accentramento del potere nelle mani di marionette nominate da una ristretta di cerchia di uomini lontani anni luce dagli interessi del popolo? Sarà la Repubblica del sopruso, delle ripicche sugli oppositori e dell'arbitrio contro i dissenzienti. Sarà, signori, il fascismo del terzo millennio, ancora più insidioso perché nascosto sotto le spoglie di una democrazia morente. Pur di realizzare il vostro sogno, che è il nostro incubo, nessuna bugia è troppo grande. Avreste il coraggio di ripetere anche ora le «balle» di qualche mese fa, quando affermavate che le leggi di revisione costituzionale vanno approvate con il consenso più ampio possibile?”

Paola Taverna (1969) politica italiana

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 510 del 23 settembre 2015 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/315795.pdf. Roma, 23 settembre 2015.

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“La Chiesa all'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione.”

appendice II; p. 93
Contro il metodo
Origine: Citato in Antonio Carioti, Quella citazione di Feyerabend l'epistemologo che smitizzò Galileo http://www.corriere.it/cronache/08_gennaio_16/feyerabend_galileo_galilei_1f7f4b4c-c3ff-11dc-8fe5-0003ba99c667.shtml, Corriere.it, 16 gennaio 2008.

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