Frasi sulla motivazione
pagina 2

Fabri Fibra photo
Hana Mandlíková photo
Luca Toni photo

“Un giocatore del Milan deve sapere che gioca nel Milan, non c'è bisogno di dirgli di tirare fuori le motivazioni. Ma se ad alcuni giocatori glielo devi dire, non dovrebbero giocare nel Milan.”

Luca Toni (1977) calciatore italiano

Origine: Dal programma televisivo Tiki Taka, Italia Uno; citato in Verona, Toni incorona Higuain: "È più forte di Suarez" http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2016/05/17/23625392/verona-toni-incorona-higuain-e-pi%C3%B9-forte-di-suarez?utm_referrer=https%3A%2F%2Fit.wikiquote.org%2F, Goal.com, 18 maggio 2016.

Angelo Pezzana photo

“In particolare c'era la sinistra comunista dove regnava un'ipocrisia identica a quella cattolica. Basterebbe ricordare il rapporto tra Togliatti e Nilde Iotti, assolutamente emblematico. Avevano le loro motivazioni: in Russia gli omosessuali venivano condannati a dieci anni di carcere duro, cioè di gulag. Quando a sinistra furono costretti dalle manifestazioni del 1972 a parlare di omosessualità, ricorsero all'espressione "terzo sesso."”

Angelo Pezzana (1940) attivista e politico italiano

Solo tempo dopo arrivò "diversi".
Origine: Citato in Paolo Conti, «Quella Torino in cui era vietato parlare dell'omosessualità» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2012/agosto/14/Quella_Torino_cui_era_vietato_co_8_120814014.shtml, Corriere della Sera, 14 agosto 2012, p. 22.

Dean Ornish photo
José Mourinho photo
Albert Einstein photo
Franca Leosini photo
Vittorio Foa photo
Ambrose Bierce photo

“Tasca (s. f.). Culla delle nostre motivazioni e tomba della nostra coscienza.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 169
Dizionario del diavolo

Gautama Buddha photo
Terry Goodkind photo
Gael García Bernal photo
José Mourinho photo
José Mourinho photo
Chuck Dixon photo
Vittorio Messori photo

“Nel maggio del 1949 fu istituito a Strasburgo il Consiglio d'Europa, organismo allora privo di poteri politici effettivi e incaricato solo di «porre le basi per la costruzione di una federazione europea». Così nell'atto della sua fondazione. L'anno dopo – dunque, nel 1950 – quel Consiglio bandì un concorso di idee, aperto a tutti gli artisti, per una bandiera della futura Europa unita. Un allora giovane disgnatore alsaziano, Arsène Heitz, partecipò con un bozzetto, dove dodici stelle bianche campeggiavano in un cerchio su uno sfondo azzurro. Come rivelò poi, l'idea non era casuale: devoto della Madonna, recitava ogni giorno il rosario. Proprio quando seppe del concorso europeo e decise di partecipare stava leggendo la storia di santa Catherine Labouré e – stimolato da quella lettura – si era deciso a procurarsi, per sé e per la moglie, una «Medaglia miracolosa», che sino allora non conosceva. Le stelle, dunque, del suo disegno vennero da lì: e, lì, venivano direttamente dall'Apocalisse e dalla sua «Donna vestita di sole» con la corona attorno al capo. Quanto all'azzurro, era il colore tradizionale della Vergine. Tra i 101 bozzetti giunti da tutto il mondo, «inspiegabilmente», come disse lo stesso Heitz (che aveva partecipato al concorso senza troppe speranze, quasi solo per rispondere a un impulso datogli dalla scoperta della Medaglia), il Consiglio d'Europa scelse proprio il suo. Si noti, tra l'altro, che il responsabile della commissione che procedeva alla scelta era un ebreo, Paul M. G. Lévy, direttore del Servizio di stampa e informazione del Consiglio. Non agirono, dunque, motivazioni confessionali […] Inoltre, a conferma della singolarità della scelta, contro la proposta di Heitz stava il fatto che, se dodici erano le stelle sulla bandiera proposta, non altrettanti erano allora gli Stati del Consiglio. In effetti, di fronte alle critiche, il disegnatore dovette replicare che il dodici rappresentava un «simbolo di pienezza» (e tale è, infatti, anche nell'Antico Testamento: dodici, tra l'altro, i figli di Giacobbe, come dodici le tribù di Israele; ed è perciò che dodici è il numero voluto da Gesù per i suoi apostoli, a significare che la Chiesa è il «nuovo popolo eletto»). Avendo adottato questa prospettiva simbolica, le autorità comunitarie, quando gli Stati membri dell'Europa finirono col superare la dozzina, stabilirono ufficialmente che il numero delle stelle sulla bandiera era da considerare immutabile.”

Origine: Ipotesi su Maria, pp. 107-108

Daniel Alves photo

“[«Se la Juve fosse un film, che genere sarebbe secondo te?»] Probabilmente un film d'avventura. Quel tipo di avventura che ti dà la carica e la motivazione, ti mantiene vivo e predisposto a fare sempre un passo in più. Se sei un club come la Juve, crei attese nei tifosi, per questo devi spingerti sempre oltre. Così si tagliano i grandi traguardi.”

Daniel Alves (1983) calciatore brasiliano

Origine: Da un'intervista a Sky; citato in Dani Alves: «La Juve è una grande squadra, deve puntare al massimo» http://www.juventus.com/it/news/news/2016/intervista-dani-alves-3009.php, Juventus.com, 30 settembre 2016.

José Mourinho photo
Andrea G. Pinketts photo

“Del resto sono i gesti immotivati quelli per cui si cercano mille motivazioni.”

Andrea G. Pinketts (1961–2018) scrittore, giornalista e drammaturgo italiano

Fuggevole Turchese

Ashis Nandy photo
Kia Joorabchian photo
August Strindberg photo
Albert Einstein photo

“Avevo già saputo della morte di Langevin. Era uno dei miei conoscenti più cari, un vero santo, e di grande talento per di più. È vero che i politici hanno sfruttato la sua bontà, perché era incapace di penetrare le motivazioni squallide, troppo estranee alla sua natura.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

9 aprile 1947
Lettere a Maurice Solovine
Origine: Archivio Einstein 21-250; pubblicato in Letters to Solovine, 1906-1955, p. 99. Citato in Pensieri di un uomo curioso, p. 53.

Danilo Toninelli photo
Andrea Riccardi photo

“Nel patrimonio religioso ci sono le motivazioni del destino comune dei popoli nella madre terra. Vanno riproposte. I leader religiosi e i credenti debbano vivere una conversione ecologica, comunicando stili di vita differenti. Tale conversione è motivata in profondità dalle loro tradizioni. Leader illuminati, come il patriarca Bartolomeo o papa Francesco, lo mostrano…”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da Religioni, ecologia e pace "tre cose che vanno insieme" Andrea Riccardi al Summit sul clima http://www.riccardiandrea.it/2015/07/religioni-ecologia-e-pace-tre-cose-che.html, RiccardiAndrea.it, 22 luglio 2015.

Annette Curtis Klause photo
Lucio Anneo Seneca photo
Adam Kotsko photo

“Io ho smesso di mangiare animali nel 1987, ma sono diventato vegano solo il primo gennaio 2011, eppure non ho cambiato le mie motivazioni: quando decisi di passare al vegetarismo, lo feci perché non volevo contribuire all'uccisione di animali. […] fingevo di non sapere che la produzione di latte e uova è parte della stessa catena di sfruttamento e morte che produce la carne. Non andavo fino in fondo nei miei pensieri e nelle mie scelte […]. Quando diventi vegetariano, i familiari e gli amici si preoccupano per la tua salute e tu cominci a sentirti diverso; sai che ogni invito a pranzo comporterà la necessità di spiegare i motivi per cui non mangi carne e così via. Alla fine i più si fermano lì e non osano andare oltre: dire no a tutto ciò che comporta sfruttamento e morte per gli animali, quindi latte, uova, lana eccetera. Sembra impossibile, una cosa da estremisti e asociali. Ma bisogna ricordare che estremisti e asociali erano definiti i vegetariani fino a poco tempo fa; ora che il vegetarismo è più diffuso e accettato, quest'etichetta è passata a stigmatizzare i vegani. […] In realtà credo che l'unico modo per essere davvero vegetariani, cioè rispettosi degli animali, sia la scelta vegan e spero che presto il termine vegetariano torni ad indicare un'alimentazione a base vegetale e non lacto-ovo-vegetariana come avviene ora.”

Lorenzo Guadagnucci (1963) giornalista italiano

Origine: Dall'intervista di Lorenzo Strisciullo, Intervista a Lorenzo Guadagnucci http://www.mangialibri.com/interviste/intervista-lorenzo-guadagnucci, mangialibri.com, 2013.

Arthur Schopenhauer photo
Alberto Malesani photo

“Beh, guarda… io… Noi due non ci conosciamo, sicuramente non ci conosciamo. Però… apro una parentesi veloce, senza polemiche e senza niente. Credo che tu non sia stato… non sei molto al corrente della mia carriera., la Fiorentina anc… eh però, però nel mio curriculum… Però, se ti devo dire la verità, ti devo dir la verità… arrivato qua mi sembra di esser tornato ai tempi del Chievo. Però cosa c'è qua? Che respiri un'aria, pur essendo piccola… ecco la differenza, eh… c'è, c'è aria di una società mol… importante, secondo me. Ecco, queste sono le mie prime sensazioni quando mi son calato nel nero-verde.
[…] E quando vieni fuori da una situazione di 'sto tipo qua, che comunque poi ti hanno scelto, beh, parti ancora più rinvigorito, perché vuol dire che… che tu li hai convinti e… e che è una cosa bella! Se tu invece vieni fuori da situazioni forzate, eccetera, non sta bene, capisci? Ecco, questa l'ho vissuta molto bene. Perché comunque credo che alla fine dopo, o per un motivo o per l'altro, la scelta è caduta su di me perché ero quello… quello a cui la scoietà voleva arrivare.
[…] Esonero se tu fai… Allora, chiaro che se tu fai 2 anni di carriera, la statistica, magari fai 2 esoneri di fila, è un conto. Se tu fai 20 anni di Serie A e lavori anche all'estero qualche esonero ci sta, vai a vedere le carriere degli allenatori… Poi dopo, sai… un conto è lavorare in un posto, un conto è lavorare in un altro posto. È una cosa normale in un… in un trand, diciamo di lavoro di un allenatore. La vivo, l'ho sempre vissuta… chiaro che non fa mai piacere essere esonerati, però bisogna sempre trovare l'energia e la forza di andare avanti, di capire perché comunque sei stato esonerato, di cercare di, di, di, di… di avere quel coraggio di insistere e di migliorarti in modo che poi di far ricredere anche chi ti ha esonerato, ecco, questo ti deve sempre animare secondo me. […] Modena, Modena fu… il mio esonero è stato perché c'è stata incompatibilità col direttore sportivo Tosi. Non è stato un esonero di quelli… e non c'era incompatibilità, io purtroppo ho un carattere di quelli, allora magari più di adesso, avevo un carattere che io non, non… non ci si deve sposare per forza nella vita, se c'è incompatibilità ci si lascia. Ecco, di Modena ho 'sto ricordo qua.
[…] Però sono parito dalle giovanili, ho fatto un percorso, un cammino credo giusto e mi hanno scelto per allenare la prima squadra, ho fatto 2 anni di allenatore in seconda, ho imparato; poi mi hanno dato in mano la squadra, l'ho portata in Serie B, credo che se non è un'impresa come il Sassuolo, ci manca poco. Perché il Chievo, chi sa dov'è Verona, era un posto dove c'era la diga, ci passa l'Adige… ci sono 500 persone, e lì siamo andati in Serie B. In Serie B ho fatto 3 anni, tutti in miglioramento fino alla soglia della Serie A. Poi l'ho lasciato… l'ho lasciato perché sai, e lo sa anche il Sassuolo, tu quando vai, ad esempio il Sassuolo va in Serie A e cerca il giocatore di grande esperianze, eccetera, a volte ti senti dire di no. Quindi al Chievo c'era questo grande enigma. Noi eravamo in B madovevamo fare ancora con giocatori di C. Quindi sono state grandi imprese quelle lì. Perché, chi veniva al Chievo? Capisci? Chi veniva… adesso al Chievo ci va anche il grande giocatore, ma allora figurati. Quindi, abbiamo seminato insieme anche là con una grande società insieme con buon lavoro di gruppo, e siamo arrivati alla soglia della Serie A, che dopo l'ha ottenuta Del Neri dopo 2 anni. Però bisogna guardare anche il lavoro precedente, perché non è che tutto quanto è da buttare a mare, capito? Ecco, questo voglio dire.
[…] Io quando la mattina apro gli occhi e guardo il cielo ringrazio il Signore, perché credo che bisogna anche nella vita essere… Io credo di aver fatto, di avere avuto la fortuna di fare il lavoro che mi piace e di averlo svolto in maniera professionale al massimo e sono ancora qua dopo 20 che ho questa voglia qua perché penso che sia… per me è il più bel lavoro del mondo. E mi limito a dire questo, capito? Cioè, non ho nessun rimpianto, non ho nessun rammarico. La carriera di un allenatore purtroppo, o bene o male, ha degli alti e bassi e bisogna accetarli, bisogna sempre essere lì sul pezzo, a migliorarsi, a… la voglia di, di… altrimenti quando non c'è quella voglia lì bisogna smettere. Se non c'hai quella voglia lì bisogna smettere, qualsiasi tipo di lavoro. Oppure cambiare lavoro. Io questa voglia qua ce l'ho ancora, quindi sono qua con la voglia di, di, di… di trasmettere le, le, le, le, le, le mie sensazioni e le mie motivazioni a questa società ma soprattutto ai ragazzi.”

Alberto Malesani (1954) allenatore di calcio e ex calciatore italiano
Matthew Fox photo
Roberto Marchesini photo
Pier Vittorio Tondelli photo
Haile Selassie photo

“Le motivazioni e i desideri egoistici dell'uomo di perseguire esclusivamente il proprio interesse personale, facendo così fallire il suo compito divino di seguire l'obiettivo dell'unità di tutti, sono testimoni della fiacchezza della natura umana, e costituiscono il maggior ostacolo all'unità di tutti i Cristiani, per la quale noi ci battiamo.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dal discorso d'apertura al consiglio mondiale delle chiese in Addis Abeba 12 gennaio 1971; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

Norodom Sihanouk photo

“Ho degli idoli; De Gaulle di Francia, Tito di Jugoslavia, Mao Tse-tung e Chou En-lai di Cina. Erano grandi patrioti, eroi delle loro nazioni, guerrieri della liberta, liberatori delle loro patrie. In secondo luogo, erano molto, molto umani. Erano amati dai loro popoli. De Gaulle fu criticato mentre era in vita, perché ai francesi non piace amare un leader ancora in vita. Ma il De Gaulle morto è amato da tutta la nazione francese. Infine, erano amici fedeli. Capivano me e le mie motivazioni. Non sono come quei critici che credono che sono disonesto, machiavellico, e così via. No, non l'hanno mai creduto. Erano veramente fra i più grandi della storia dell'umanità.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

I have heroes - De Gaulle of France, Tito of Yugoslavia, Mao Tse-tung and Chou En-lai of China. They were great patriots, heroes of their nation, freedom fighters, liberators of their homeland. Second, they were very, very human. They were loved by their people. De Gaulle was criticized when he was alive, because the French don't like to love a leader who is alive. But the dead De Gaulle is loved by the whole French nation. And third, because they were faithful friends. They understood me, my motivations. They are not like those critics who believe I am dishonest, Machiavellian, and so on. No, they never believed that. Really, they are among the greatest in mankind's history.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Ho degli idoli; De Gaulle di Francia, Tito di Jugoslavia, Mao Tse-tung e Chou En-lai di Cina. Erano grandi patrioti, eroi delle loro nazioni, guerrieri della liberta, liberatori delle loro patrie. In secondo luogo, erano molto, molto umani. Erano amati dai loro popoli. De Gaulle fu criticato mentre era in vita, perché ai francesi non piace amare un leader ancora in vita. Ma il De Gaulle morto è amato da tutta la nazione francese. Infine, erano amici fedeli. Capivano me e le mie motivazioni. Non sono come quei critici che credono che sono disonesto, machiavelliano, e così via. No, non l'hanno mai creduto. Erano veramente fra i più grandi della storia dell' umanità.

Alessio Tacchinardi photo
Luigi Gui photo

“Per Moro occorre andare oltre le emozioni, oltre anche ai quesiti non ancora risolti delle modalità della sua prigionia, del suo sacrificio e delle motivazioni dei suoi assassini, e cercare di continuare ad approfondire l'attualità della sua eredità politica.”

Luigi Gui (1914–2010) politico italiano

Origine: Da un articolo su Prospettive del mondo, citato in La dc ricorda Moro (ucciso 5 anni fa) http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1027_02_1983_0121_0002_19052313/, La Stampa, 9 maggio 1983.

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
Zig Ziglar photo
Martin Luther King photo
Paolo Sylos Labini photo
Ivan Zaytsev photo

“Abbiamo giocato al massimo delle nostre possibilità, ma il Canada aveva tante motivazioni. Biscotto? Come ho detto già prima della partita contro il Canada, noi i biscotti non li facciamo. Al massimo quelli fatti in casa.”

Ivan Zaytsev (1988) pallavolista italiano

16 agosto 2016
Attribuite
Origine: Citato da Accuse e biscotti: Italia-Francia scuote l'Olimpiade https://www.supereva.it/accuse-e-biscotti-italia-francia-scuote-lolimpiade-15309,, su supereva.it (per la partita Italia-Canada alle Olimpiadi di Rio del 2016). URL archiviato il 19 agosto 2016 http://archive.is/eW2Bf/.

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
Martin Luther King photo

“Cristo ha fornito lo spirito e la motivazione mentre Gandhi ha fornito il metodo.”

Martin Luther King (1929–1968) pastore protestante, politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili