Frasi su cazzo
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“"Trump" suona facoltoso. È quasi un'onomatopea. "Trump"! È il suono prodotto quando un domestico sfrontato è schiaffeggiato con una mazzetta da centinaia di dollari. "Trump"! È il suono di un tappo che viene sparato fuori da una bottiglia di champagne da anniversario da una coppietta il giorno in cui lavori di ristrutturazione in cantina sono stati finalmente completati. È proprio il nome "Trump" a fare da chiave di volta al suo marchio. Se solo ci fosse un modo per separare quella magica parola dall'uomo che è veramente… Be, indovinate? C'è. Perché vien fuori che il nome "Trump" non è sempre stato il nome della sua famiglia. Una biografa ha scoperto che un previdente suo antenato lo ha cambiato da - è questo è vero - "Drumpf". Sì, cazzo, "Drumpf"! E "Drumpf" è molto meno magico. È il suono prodotto da un piccione obeso che sbatte contro la vetrina di un negozio Old Navy pignorato. "Drumpf"! È il suono di una bottiglia di root beer da discount che cade dallo scaffare di un minimart alla stazione di benzina. […] Il nome "Drumpf" riflette molto di più ciò che è realmente. Perciò se state pensando di votare per Donald Trump come presidente, il carismatico tizio che promette di rendere l'America di nuovo un Paese grandioso, fermatevi e prendetevi un momento per immaginare come sarebbe se aveste appena incontrato un tizio di nome Donald Drumpf, un litigioso bugiardo seriale con una sfilza di iniziative imprenditoriali fallite, supportato da un ex-capo del Ku Klux Klan che non sa se disapprovare o no. Sarebbe davvero un buon presidente oppure l'incantesimo si è dissolto? Perciò, chiedo all'America di rendere Donald un "Drumpf" di nuovo.”

John Oliver (1977) Attore comico britannico
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“Io avevo già deciso da un mese prima. Mica avevo deciso, figurati, tre giorni prima. "Ma come? Tre giorni prima hai detto male di Berlusconi". L'ho detto apposta. Ma non hai capito un cazzo di niente. Io già avevo deciso, io già avevo deciso, già avevo deciso.”

Antonio Razzi (1948) politico italiano

citato in La compravendita dei parlamentari http://www.youtube.com/watch?v=63ywHKrI1sM, 50:24, 7 dicembre 2011, Gli intoccabili, La7

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“[Sugli U2] Suonate "One" e lasciate stare l’Africa, cazzo.”

Noel Gallagher (1967) cantautore e chitarrista inglese

Origine: Citato in The Telegraph, febbraio 2007; ripreso da Claudio Biazzetti, Le 20 citazioni più cattive di Noel Gallagher. Fabio Fazio incluso http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/le-20-citazioni-piu-cattive-di-noel-gallagher/2015-03-18/, RollingStone.it, 18 marzo 2015.

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“[…] la satira informa, deforma e fa quel cazzo che le pare.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

da Benvenuti in Italia, p. 13 https://books.google.it/books?id=GbUl0EDvBs4C&pg=PA13

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“Il governo deve rispondere, siamo noi che paghiamo le tasse e che lavoriamo. La presidenza del Consiglio dica una parola invece di fare slogan del cazzo! Devono chiedere scusa, perché paghiamo le tasse anche per loro. Devono sapere che questo Paese esiste grazie alla gente che lavora.”

Maurizio Landini (1961) sindacalista italiano

Origine: Citato in Ast, Maurizio Landini: "Basta slogan del cazzo di questo governo, chiedano scusa. Basta Leopolde" http://www.huffingtonpost.it/2014/10/29/ast-landini-slogan-cazzo_n_6068046.html, HuffingtonPost.it, 29 ottobre 2014.

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“Prendi il tuo orgasmo migliore, moltiplica per venti la sensazione, e non ci sei arrivato nemmeno vicino, cazzo, sei ancora lontano un chilometro.”

I ragazzi del buco, Jean-Claude Van Damme e la Madre Superiora; p. 17
Trainspotting, Tirarsi fuori

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“[Gaffe famosa] Se ognuno di noi non accumula ricchezze soltanto per sé, ma le mette al servizio degli altri, in questo cazzo… In questo caso la provvidenza di Dio si rende visibile in questo gesto di solidarietà.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Recitando l' Angelus del 2 marzo 2014 http://www.vatican.va/holy_father/francesco/angelus/2014/documents/papa-francesco_angelus_20140302_it.html; video visibile su Fanpage.it http://youmedia.fanpage.it/video/aa/UxN4OOSw76odSU6O.

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“… qui siedo sempre come un maestoso cazzo fra duoi coglioni.”

Denis Diderot (1713–1784) filosofo, enciclopedista, scrittore e critico d'arte francese

Le neveu de Rameau

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“Requiescat come cazzo gli pare. Amen!”

Giorgio Faletti (1950–2014) scrittore italiano

Yo mato

“Hey, stronzo, che cazzo fai?" Mario demands.”

Waiting: The True Confessions of a Waitress

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“Che cosa comporta, di preciso, essere un uomo, uno vero? Repressione delle emozioni.
Mettere a tacere la propria sensibilità. Vergognarsi della propria delicatezza, della propria vulnerabilità. Lasciare l'infanzia brutalmente, e definitivamente: gli uomini-bambini non hanno una buona reputazione. Essere angosciati per le dimensioni del proprio cazzo. Saper far godere le donne senza che queste sappiano o vogliano dare indicazioni su come fare. Non mostrare la propria debolezza. Imbavagliare la propria sensualità. Indossare abiti di colori spenti, portare sempre le stesse scarpe goffe, non giocare con i propri capelli, non portare troppi anelli, braccialetti eccetera, non truccarsi. Dover fare il primo passo, sempre. Non avere alcuna cultura sessuale per migliorare il proprio orgasmo. Non saper chiedere aiuto. Dover essere coraggiosi, anche senza averne la minima voglia. Valorizzare la forza qualunque sia il proprio carattere. Dar prova di aggressività. Avere un accesso limitato alla paternità. Riuscire socialmente, per pagarsi le donne migliori. Temere la propria omosessualità perché un uomo, uno vero, non deve essere penetrato. Non giocare con le bambole da piccoli, accontentarsi delle automobiline e di orribili armi di plastica. Non prendersi troppa cura del proprio corpo. Essere sottomessi alla brutalità di altri uomini, senza lamentarsi. Sapersi difendere, anche se si è dolci. Non essere in contatto con la propria femminilità, simmetricamente alle donne che rinunciano alla loro virilità, non in funzione dei bisogni di una situazione o di un carattere, ma in funzione di quello che il corpo collettivo richiede. Affinché, sempre, le donne facciano i figli per la guerra, e gli uomini accettino di andare a farsi ammazzare per salvare gli interessi di tre o quattro cretini che non vedono al di là del loro naso.”

Virginie Despentes (1969) scrittrice e regista francese
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“Questi elogi del tipo «te lo spiego io di cosa parla il tuo libro» sono tutti appunti che ho mandato agli amici a proposito dei loro libri. La mia tendenza è sempre quella di spingere il libro verso l’astratto, verso la tristezza, verso le tenebre, verso la duplicità, verso diciassette tipi di ambiguità. Mi sforzo sempre di leggere la forma come contenuto, lo stile come significato. In un certo senso il libro balbetta sempre sul suo stesso linguaggio. Dipingo sempre me stesso e l’autore come le uniche fonti di un’oscura sapienza, sono sempre il paladino della disperazione spensierata, volo sempre troppo alto. Metafisico è grande. Nella mia formulazione, il soggetto del libro non è mai quello che sembra. Dico spesso che secondo tutti il libro riguarda X ma in realtà riguarda Y. Leggo sempre il libro come un’allegoria, una tesi filosofica mascherata. Uno dei termini ricorrenti è esistenza, così come umano, animale, sesso, cazzo e violenza. Adoro gli avverbi potentemente ed enormemente e instancabilmente e infinitamente. Uso di continuo indagine ed esplorazione e scavo ed esame e rigoroso. Dove andrei a finire senza meditazione? Sotto sotto c’è sempre una storia d’amore tra me e l’autore: io che amo il libro e l’autore. La chiave è il candore: essere disposto a dire ciò che nessuno è disposto a dire. Il gesto di scrivere è sempre visto come un atto di coraggio (impavido imperversa). La vita è dura, e a volte perfino una noia: il linguaggio è una (piccola) consolazione. Nessun altro coglie quello che stai facendo: solo io ci arrivo. Siamo io e te, baby. Intimità. Urgenza. Solo noi capiamo la vita. Te lo spiego io il tuo libro, il testo. Te lo spiego io di cosa parla il tuo libro. La vita è una merda. Noi siamo delle merde. Solo questo ci salverà: questa dichiarazione.”

Reality Hunger: A Manifesto

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“[Sugli immigrati] Aiutarli in Africa è la soluzione più saggia e più utile, anche se è della Lega. Lo direi anche se lo dicesse Hitler. Che però li voleva eliminare. Siccome non si può, è necessario aiutarli in Africa. […] Anche il Papa esprime profondo dolore, ma è un'ipocrisia. Non gliene frega un cazzo.”

Paolo Villaggio (1932–2017) attore e scrittore italiano

Origine: Da un intervento alla trasmissione radiofonica La Zanzara, Radio 24; citato in Gisella Ruccia, Paolo Villaggio: "Ha ragione Salvini, i migranti bisogna aiutarli in Africa" http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/23/migranti-paolo-villaggio-ha-ragione-salvini-bisogna-aiutarli-in-africa/364177/, ilFattoQuotidiano.it, 23 aprile 2015.

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“Tutti contro Luigi Di Maio perché il padre ha combinato casini. Ma che c’entra il figlio se papà ha sbagliato? Gigino semmai va attaccato perché non capisce un cazzo.”

Vittorio Feltri (1943) giornalista italiano

Origine: Da un tweet https://twitter.com/vfeltri/status/1067105685626920961 del 26 novembre 2018.

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“A me personalmente, che ci sia una sinistra che si sposta a sinistra o una destra che stringe verso il centro, non me frega un cazzo. Parlare delle formule fa trascurare i contenuti.”

Natalino Balasso (1960) attore, comico e scrittore italiano

Dal suo blog su Il fattoquotidiano.it
Origine: Da L'Italia si fonda sul lavoro. Peccato https://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/03/litalia-e-una-repubblica-fondata-sul-lavoro-peccato/35938/, Ilfattoquotidiano.it, 3 luglio 2010.

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“Sei solamente giovane, | non diventare pazzo, | non alzare le mani. | La libertà col cazzo.”

Filippo Gatti (1970) cantautore, musicista e produttore discografico italiano

da Requiem per i grandi numeri, n.5
Tutto sta per cambiare

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“Tu hai scritto Ti amo o ti ammazzo e La mia ragazza mena, la mia domanda è questa: Ma con chi cazzo ti metti?”

Mago Forest (1961) comico, showman e conduttore televisivo italiano

Parlando con J Ax degli Articolo 31
da Mai dire Martedì
Data?

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“Prima o poi verrà la fine della punizione, l'espiazione dei peccati; quindi vivi peccando e non fare il buono: non serve a un cazzo.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net