Frasi su parolaccia

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema parolaccia, dire, persona, persone.

Frasi su parolaccia

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“L'amore è una parolaccia.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense
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“Mi sfottono per l'accento, per i modi, per qualche parolaccia. Se lo dice Valentino Rossi, col suo dialetto, tutti ridono; se lo dico io, sono un coatto, un ignorante, un burino. Forse dispiace che un giocatore importante stia a Roma e non altrove. Il potere del calcio non è un'esclusiva del Nord, ma la musica è sempre la stessa: noi romani siamo viziati, pigri, prepotenti. La pensino come vogliono, io sono nato romano e romanista. E così morirò.”

Francesco Totti (1976) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Stefano Petrucci, Totti: «Guai a chi tocca ancora la mia Ilary» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/luglio/29/Totti_Guai_chi_tocca_ancora_co_0_0207291833.shtml, Corriere della sera, 29 luglio 2002, p. 32.

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“Le grandi città come Parigi o New York […] non sono popolate solo da grandi vincitori della globalizzazione ma da tutti, classi medie, poveri, senza casa, migranti. Abbiamo il dovere di occuparci di tutti. E il riscaldamento globale minaccia tutti. Dobbiamo cercare di rendere le nostre città inclusive, anche se questo termine può suonare come una parolaccia per Trump.”

Anne Hidalgo (1959) politica spagnola

Origine: Citato in Stefano Montefiori, La sindaca di Parigi rilancia «Il leader Usa uomo del passato Non abbiamo un Pianeta B» «Le città del mondo unite hanno più potere di lui: l’intesa vivrà», Corriere della Sera, 3 giugno 2017, p.2.

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“Buona domenica è diventata un ring di nome e di fatto. Non posso condividere una televisione spazzatura fatta di parolacce e bestemmie allo scopo di fare audience. […] La bugia che si racconta è che noi facciamo quello che il pubblico vuole. Ma il pubblico non è così.”

Claudio Lippi (1945) cantante, produttore discografico e conduttore televisivo italiano

citato in Lippi: lascio «Buona domenica» perché lì vogliono tv spazzatura http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/10_Ottobre/29/franco.shtml, Corriere della sera, 2 novembre 2006

“L'ira, furor brevis come la chiamò Orazio, fomenta risse allo stadio, tumulti di disoccupati davanti alla prefettura e parolacce in parlamento.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

prefazione, p. 9
Quando siamo a tavola

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“Ho il mio stile. Vado d'istinto. Dico parolacce ma non sono mai volgare.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

Grazia, 5 ottobre 2009
Citazioni di Barbara d'Urso

“L'arte non adopera materialmente le cose dell'esperienza; ma dà forma comunicativa all'emozione ch'esse suscitano in noi.”

Emilio Cecchi (1884–1966) critico letterario e critico d'arte italiano

Origine: Da Parolacce in Di giorno in giorno, Garzanti.

“La Littizzetto è un miracolino. E, anche se a prima vista può non sembrare per via delle parolacce che non lesina, è un prodigio di equilibrio. Sa dove fermarsi. Non sgomita, non è mai volgare, mai noiosa. Cosa chiedere di più?”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

dalla rubrica "Mina per voi" http://minapervoi.vanityfair.it/2013/02/26/la-littizzetto-e-un-miracolino/, 26 febbraio 2013
Citazioni di Mina

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“In un'altra vita, frequentavo un circuito in cui era ancora possibile dire parolacce, insultare tutti, in cui potevi essere come volevi. Poi hanno ucciso questo sport instaurando, da 15-20 anni, una specie di codice di condotta per cui non puoi urtare le orecchie del giovane pubblico americano che non può sentire "cazzo" o "merda”

Yannick Noah (1960) tennista e cantante francese

sic). Di fatto, la generazione che è arrivata dopo la mia ha imparato il tennis con queste regole che hanno ammazzato lo spirito di questo sport. Quando giocavo io il pubblico era più vicino a noi giocatori, ci conosceva, ci sentiva gridare. McEnroe con le sue urla ele proteste ha costruito una carriera. La gente lo amava perché dicevano: "Ci sarà sicuramente casino". Oggi un McEnroe non esisterebbe, non potrebbe giocare. Da due o tre anni, la finale del doppio maschile si gioca sul Centrale, quella del doppio delle leggende sul campo 1. Il Centrale è vuoto, l'1 è stracolmo. La gente vuole vedere McEnroe ancora.

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“[…] ognuno ha non solo la libertà e il diritto ma anche l'obbligo di dire ciò che pensa per aiutare il bene comune. Se un deputato non dice quella pensa sia la vera strada da percorrere, non collabora al bene comune. Avere dunque questa libertà, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri [l'organizzatore dei viaggi papali, che si trovava a fianco del Pontefice], che è un amico, dice una parolaccia contro mia mamma, gli aspetta un pugno. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Dall'intervista per un giornale francese durante il volo Colombo (Sri Lanka) – Manila (Filippine); citato in Andrea Tornielli, Il Papa: "Un'aberrazione uccidere in nome di Dio. Ma le religioni non vanno insultate" http://www.lastampa.it/2015/01/15/esteri/papa-francesco-arriva-nelle-filippine-WWimKfYYQderIrQPMpMYtK/pagina.html, Lastampa.it, 15 gennaio 2015.

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“[Sulla Juventus nel 1934] Hanno creato un ambiente che, come una macchina per impastare tutti i caratteri, ne farne il tipo unico mai illuso e mai disperato, mai troppo ottimista e mai troppo pessimista. Mai agitato e mai placato.
Cadere nella macchina un Monti o un Cesarini, un Orsi o un Varglien, spiriti fieri magari protervi, ed escono ben presto come gli altri: impastati. Ricadde un Tiberti, un Ferrari, un Sernagiotto, un Ferrero o un Valinasso e ne esce fuori un momento sicuro con qualche fierezza.
Il 'super asso' diventa solo un asso, l'aspirante a campione diventa asso; uno cava, l'altro cresce, tutto si livella. L'educazione e naturale riservo fanno il resto: se entri e nel Circolo, un tipo in guanti bianchi riceve il tuo cappello, gli stucchi dorati t'impediscono di dir parolaccie. La stretta di mano sulla tetti all'orologio, non una mano sulla spalla. Nessun ordine del giorno, ma l'ordine con l'ora per il domani, firma carcame. Mai niente di nuovo. Un giocatore entra e capisce dov'è, cosa deve imparare, il senso delle distanze, il rispetto, quel formalismo che è pure necessario se tutti gli esserci si sono basati su quello.”

Carlo Bergoglio (1895–1959) giornalista, scrittore e disegnatore italiano

Origine: Da un articolo pubblicato nella rivista Guerin Sportivo del 2 maggio 1934; citato in Roberto Buttafarro, Giovanni De Luna e Marco Revelli, Un fenomeno in bianco e nero http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,26/articleid,0995_01_1986_0214_0028_13712178/, RAI 3, 16 settembre 1986, 59 min 58 s, (1ª puntata, in 53 min 32 s e ssq.).

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“Eppure, dal 2002 a oggi, il tifoso interista, ancora scioccato forse da quel maledetto 5 maggio, ha smesso di guardare il mondo con occhi sinceri e ha creato una realtà virtuale all'interno della quale ha accettato di diventare il prototipo del grillino perfetto […] Le notizie degli ultimi giorni – con ampia e documentata e ridicola polemica sui presunti errori commessi dall'arbitro Rizzoli durante la partita vinta domenica scorsa dalla Juventus sull'Inter per 1-0 – sono soltanto la coda di un problema più grande che affonda le radici in un momento preciso della nostra vita calcistica: quando, nel 2006, venne istruito un processo farsa contro la Juventus, in cui tutte le frustrazioni degli anti casta del calcio italiano vennero prima abilmente trasformate in illeciti sportivi e poi amabilmente trasferite in forma di gogna in tutti i talk-show. Fu in quel preciso momento che il tifoso medio interista – che grazie al supporto decisivo di un interista piazzato al vertice della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Guido Rossi) riuscì a vincere un campionato a tavolino (2005/2006) e uno successivo nell'anno in cui la Juventus fu mandata in B (2006/2007) – scelse di alimentare il circo mediatico sportivo portando in prima serata e sulle prime pagine dei giornali le chiacchiere da bar, facendole uscire dai confini delle serate con Aldo Biscardi con lo stesso effetto che si avrebbe oggi se in prima serata venissero riproposte le telefonate registrate senza filtri da Radio Radicale ai tempi di Radio Parolaccia.”

Claudio Cerasa (1982) giornalista e blogger italiano
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“Se sono scritte sul vocabolario non sono parolacce.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il malloppo, p. 30

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“Femminismo non è una parolaccia.”

Kate Nash (1987) musicista inglese

in AA.VV., Il libro del femminismo, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019. ISBN 9788858022900

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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