Frasi su salario

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema salario, lavorio, lavoro, parte.

Frasi su salario

Pierangelo Bertoli photo
Karl Marx photo
Giuseppe Di Vittorio photo
George Carlin photo
Eric Schlosser photo
Giorgio Gaber photo

“Sul muro c'era scritto | «Alzateci il salario». | L'ha cancellato un grande cartellone | con scritto «Costa meno il mio sapone.»”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da Eppure sembra un uomo, n. 4
Il signor G

Karl Marx photo
Noam Chomsky photo
Giuseppe Di Vittorio photo
Brad Gilbert photo

“Il tennis ti fa crescere in fretta. Puoi avere diciotto, diciannove anni o persino più giovane e competere in un torneo Challenger, in Turchia o in Asia e non hai nessun amico con te. Se passi al professionismo e non fai dei buoni risultati, non è un sport in cui qualcuno ti dice "Sono dispiaciuto per te."”

Brad Gilbert (1961) allenatore di tennis e ex tennista statunitense

Non c'è nessun salario garantito come nel baseball o nel football.
Origine: Citato in Piero Pardini, Citazioni a bordo campo http://www.ubitennis.com/2008/09/07/116570-citazioni_bordo_campo_agosto.shtml, Ubitennis.com, agosto 2008.

Thomas Young photo

“Confesso di ritenere che sarebbe in una certa misura degradante sia nei miei confronti, sia nei confronti della [Royal] Institution il fatto che il salario, a mio avviso già in precedenza moderato, debba essere ora ridotto di un quarto, mentre l'impegno e la responsabilità dell'incarico risultano aumentati anziché diminuiti.”

Thomas Young (1773–1829) scienziato britannico

Origine: Citato in Richard J. Weiss, Breve storia della luce: arte e scienza dal Rinascimento a oggi, traduzione di Elisabetta Maurutto, edizioni Dedalo, Bari 2005.

Alexandre Marius Jacob photo
Noel Gallagher photo
Giovanni Giolitti photo
Vilfredo Pareto photo
John Maynard Keynes photo
Adam Smith photo
Milton Friedman photo
Karl Marx photo
George Ade photo

“Conserva il tuo salario prima di averlo speso tutto.”

George Ade (1866–1944) giornalista, commediografo e regista statunitense

Senza fonte

Frédéric Ozanam photo

“Credo che sia una follia consumare i propri giorni ad accumulare ciò di cui non si potrà godere. Sollevate il velo e vi vedrete sotto l'egoismo che trova nella proprietà un mezzo per estendere e prolungare in qualche modo il personalismo. Io sento anche che quest'umile condizione in cui mi trovo, mi dà la capacità di meglio servire i miei simili. Se deve essere la lotta tra quelli che nulla hanno e quelli che troppo hanno, il nostro dovere di cristiani, è di interporci tra questi nemici irriconciliabili. Che l'uguaglianza si restauri! Che la carità faccia da sola ciò che la giustizia non riesce a fare! Io so che Dio e la Chiesa non hanno bisogno né di poeti né di dottori; ma quelli che ne hanno bisogno, sono i deboli credenti scandalizzati dalle defezioni. Sì, noi siamo degli inutili servitori; ma noi rimaniamo dei servitori, e il salario non ci verrà dato che a condizione del lavoro che faremo nella "vigne del Signore" nella parte che ci verrà assegnata. Sì, la vita è spregevole. Ma se noi vediamo l'uso che se ne possiamo fare, se noi la consideriamo come l'opera più perfetta. Del Creatore, la vita allora è degna di rispetto ed amore. Preghiamo l'uno per l'altro. Diffidiamo delle nostre noie, delle nostre tristezze e delle nostre diffidenze. Andiamo semplicemente dove la Provvidenza misericordiosa ci conduce. Superiamo spesso le distanze col pensiero, scriviamoci, consigliamoci, sosteniamoci.”

Frédéric Ozanam (1813–1853) storico e giornalista francese

A Francoise Lallier, 5 novembre 1836, p. 84
Lettere

Frédéric Ozanam photo
Roberto Lavagna photo

“È questo il momento in cui la stessa collera della natura scatenata sul Mezzogiorno dà un tono perentorio alla protesta delle popolazioni meridionali. Le quali, ed è qui la novità, non vogliono elemosine, provvidenze paternalistiche che ripugnano alla loro coscienza civile e politica. Conoscendo i limiti del proprio diritto, e misurando su quei limiti, senza alcuno zelo servile, il loro dovere, le popolazioni meridionali vogliono soltanto quel che loro spetta come facenti parte della famiglia italiana, nella quale, con l'Unità, si sono illuse di entrare a parità di diritti, non avendone che lo sfruttamento e la degradazione. Tutto questo è stato reso possibile dal tradimento della classe politica che aveva in mano le sorti del Mezzogiorno. La borghesia terriera del Sud accettò lo sfruttamento perpetrato dal protezionismo industriale del Nord per avere, in cambio, qualche posticino nel branco delle maggioranze governative, il possesso indisturbato della terra e la continuità dell'oscurantismo.
«In omaggio alla verità, nostra sola padrona, aggiungeremo che, al banchetto protezionista, se pur prendendo solo le briciole, parteciparono alcune aristocrazie operaie del Nord portate dalla dinamica di classe a realizzare migliori salari, anche se ottenuti con una maggiorata soffocazione economica delle popolazioni rurali del Sud. […] La Questione Meridionale è tutta la questione italiana. Se la piaga della degradazione non si chiude, la cancrena che potrebbe seguirne non minaccerebbe solo la distruzione della parte malata ma l'intero organismo nazionale. […]”

Leonida Rèpaci (1898–1985) scrittore

Origine: Calabria grande e amara, pp. 162-163

Alexandre Marius Jacob photo

“Caro Piero,
ho ripensato alla nostra discussione e ti faccio qui di seguito alcune osservazioni.
Innanzi tutto provo a riesporre le tue tesi, in modo che tu possa controllare se le ho capite bene.
La tua prima proposizione è stata questa: dallo schema di Produzione di merci a mezzo merci risulta che non esiste altra originale del profitto al di fuori del fatto che il salario è minore del prodotto netto; l'unico modo corretto di interpretare il profitto è perciò quello di considerarlo come un «minus-salario.»”

Claudio Napoleoni (1924–1988) economista e politico italiano

Nel tuo schema che il valore del saggio profitto sia determinato solo dal livello del salario risulta già dal fatto che, con qualunque unità di misura, r è funzione soltanto di w, cioè dal fatto che la funzione che dà il saggio del profitto possiede un'unica variabile indipendente, ossia appunto il salario. La forma di questa funzione mi pare inessenziale rispetto al fatto (questo, sì, essenziale) che si tratti di una funzione di un'unica variabile, e quindi al fatto, da cui quest'ultimo deriva, che il tuo schema presenta, come direbbe un matematico, un solo grado di libertà. (p. 25-26)
Origine: Dalla scienza all'utopia, p. 23

Joseph L. Mankiewicz photo
Carlo Luigi Morichini photo
Carlo Luigi Morichini photo
Carlo Luigi Morichini photo
Silvio Berlusconi photo

“Difendere l'opera di Marco Biagi significa dare compiuta attuazione alla legge, completare il sistema dei servizi che proteggono chi cerca lavoro, ridurre il prelievo fiscale e contributivo con particolare riguardo alle parti del salario che sostengono la competitività delle imprese.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2007
Origine: Citato in Legge Biagi, precari contestano convegno http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_20/legge_biagi_difesa.shtml, Corriere.it, 22 ottobre 2007.

Massimo Marchiori photo
Nasr Hamid Abu Zayd photo
Gianni Agnelli photo
Rino Gaetano photo

“Occorre aumentare i salari e ridare al lavoro dipendente epica e dignità fraterne.”

Geminello Alvi (1955) economista e saggista italiano

Origine: Una repubblica fondata sulle rendite, p. 119

Alberto Bagnai photo
Arto Paasilinna photo
Eric Schlosser photo
Massimo d'Alema photo

“Lo so anch'io che nel mezzogiorno ci sono almeno due milioni di italiani che lavorano in nero: donne, giovani. Sento anch'io questa come un'enorme vergogna. Ma non sono sicuro, non sono sicuro che questo sia soltanto un problema di polizia di ispettorati del lavoro. Temo che non basti. Temo che non basti. Non sono sicuro che se li scopriamo avremo 7 mila miliardi di entrate in più. Io temo che se li scopriamo alcuni pagheranno le tasse, ma altri chiuderanno: avremo forse un milione di disoccupati in più in giro per il mezzogiorno. Allora, io lo capisco benissimo che questo pone un problema enorme, che questo pone un problema drammatico, e non chiedo certo al sindacato di legalizzare il lavoro nero, il lavoro precario, il sottosalario. Sarebbe assurdo. Ma penso che noi dovremmo preferire essere lì con quei lavoratori e negoziare, negoziare, quel salario per migliorarlo, quello; e negoziare i loro diritti, anziché stare fuori da quelle fabbriche con in mano una copia del contratto nazionale di lavoro.”

Massimo d'Alema (1949) politico italiano, presidente del Consiglio dei Ministri dal 1998 al 2000

Origine: Dal congresso del PDS, Roma, 23 febbraio 1997; citato in Marco Simoni, Senza alibi: Perché il capitalismo italiano non cresce più, Marsilio Editori spa, p. 75 https://books.google.it/books?id=Km_wDQAAQBAJ&pg=PT75. ISBN 8831733605. Video disponibile su Dailymotion.com http://www.dailymotion.com/video/x2p01hh_d-alema-congresso-del-pds-febbraio-1997_fun.

Ian McEwan photo
Demostene photo
Cormac McCarthy photo
Giovanni Giolitti photo
Emile Zola photo
Platone photo
Mohammed Siad Barre photo

“In molti paesi, l'esercizio del potere da parte delle forze armate non è risultato nel successo previsto. Ma noi vogliamo chiarire dei concetti importanti: i nostri soldati non sono i prodotti d'una classe privileggiata. Sono i figli di contadini, di nomadi, di piccoli artigiani e semplici lavoratori, che ricevono i salari più bassi della Repubblica. Se s'impossessarono del potere un' anno fa, in nome del popolo, per spodestare una cricca autonominatosi una democrazia parlamentare, fu perché si identificavano interamente col popolo e con la nazione che era diventata la vittima di rapina flagrante.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II
Variante: In molti paesi, l'esercizio del potere da parte delle forze armate non è stato coronato dal successo che ci si aspettava. Ma noi vogliamo chiarire alcuni concetti importanti: i nostri soldati non sono i prodotti d'una classe privilegiata. Sono i figli di contadini, di nomadi, di piccoli artigiani e semplici lavoratori, che ricevono i salari più bassi della Repubblica. Se un anno fa presero su di sé la difficile responsabilità, in nome del popolo, per spodestare una cricca autonominatasi una democrazia parlamentare, fu perché si identificavano interamente col popolo; la nazione che era diventata la vittima di un flagrante saccheggio.

Marco Rizzo photo

“L'Unione Europea è una gabbia per i lavoratori e per i popoli del continente. I trattati europei creano un'istituzione nelle mani della finanza e delle grandi imprese. L'Europa impone le politiche antipopolari, nell'interesse della finanza, determinando disoccupazione, delocalizzazioni, diminuzioni dei salari e dei diritti.”

Marco Rizzo (1959) politico italiano

Origine: Citato in Rizzo strappa copia dei Trattati di Roma in diretta tv: "Ue è una gabbia" http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2017/03/24/rizzo-strappa-copia-dei-trattati-roma-diretta-una-gabbia_QGn0GBkY29zKVhouJPNPEK.html, Adnkronos.com.

Bernie Sanders photo
Heydər Əliyev photo

“Io vivo normalmente, il mio salario è come quello del direttore di una grande impresa, mi è sufficiente, niente di più.”

Heydər Əliyev (1923–2003) politico azero

Origine: Citato in Svolta o continuità? Ecco la risposta di Aliev https://archivio.unita.news/assets/main/1986/02/28/page_003.pdf, L'Unità, 28 febbraio 1986

Paolo Sylos Labini photo