Frasi su ciottolo

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema ciottolo, altro, tre-giorni, mare.

Frasi su ciottolo

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“Una piuma può tornire un ciottolo, se la conduce la mano dell'amore.”

Hugo Von Hofmannsthal (1874–1929) scrittore, drammaturgo e librettista austriaco

Il libro degli amici

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“Montale, | ciottolo roso, | dal greto che più non risuona, | ha tolto una canna | bruciata dal sole, | e intesse liscosa canzone.”

Giorgio Caproni (1912–1990) poeta, critico letterario e traduttore italiano

Origine: Da Epigramma in Res Amissa

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“Un passo dietro l'altro, su per la rampata di ciottoli vecchi e lisci, con un muro alla fine e una porta aperta sul cielo; e di là il mondo.”

Renato Serra (1884–1915) critico letterario e scrittore italiano

Esame di coscienza di un letterato

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“Lo stile deve purificarsi come l'acqua che diventa chiara, a forza di lavoro, e per così dire, a furia di consumarsi sui ciottoli.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

8 giugno 1904; Vergani, p. 218
Diario 1887-1910

“[La lingua di Avvakum è] Un torrente impetuoso che incorpora e incessantemente trascina via con sé ciottoli e blocchi di slavo ecclesiastico.”

Pierre Pascal (1890–1983) storico francese

Origine: Da Avvakum, Vita dell'Arciprete Avvakum scritta da lui stesso, traduzione di Pia Pera, Adelphi, 1986, p. 46. ISBN 978-88-459-0208-0

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“Esterina, i vent’anni ti minacciano,
grigiorosea nube
che a poco a poco in sé ti chiude.
Ciò intendi e non paventi.
Sommersa ti vedremo
nella fumea che il vento
lacera o addensa, violento.
Poi dal fiotto di cenere uscirai
adusta più che mai,
proteso a un’avventura più lontana
l’intento viso che assembra
l’arciera Diana.
Salgono i venti autunni,
t’avviluppano andate primavere;
ecco per te rintocca
un presagio nell’elisie sfere.
Un suono non ti renda
qual d’incrinata brocca
percossa!; io prego sia
per te concerto ineffabile
di sonagliere.
La dubbia dimane non t’impaura.
Leggiadra ti distendi
sullo scoglio lucente di sale
e al sole bruci le membra.
Ricordi la lucertola
ferma sul masso brullo;
te insidia giovinezza,
quella il lacciòlo d’erba del fanciullo.
L’acqua’ è la forza che ti tempra,
nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi:
noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo
come un’equorea creatura
che la salsedine non intacca
ma torna al lito più pura.
Hai ben ragione tu!
Non turbare
di ubbie il sorridente presente.
La tua gaiezza impegna già il futuro
ed un crollar di spalle
dirocca i fortilizî
del tuo domani oscuro.
T’alzi e t’avanzi sul ponticello
esiguo, sopra il gorgo che stride:
il tuo profilo s’incide
contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t’abbatti fra le braccia
del tuo divino amico che t’afferra.
Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra”

Eugenio Montale (1896–1981) poeta, giornalista e critico musicale italiano

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