Frasi su piemontese

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema piemontese, italiano, stato, parte.

Frasi su piemontese

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“[Prima della finale della UEFA Champions League 1995-1996 tra la Juventus e l'Ajax] Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi, noi saremo dei piemontesi tosti.”

Gianni Agnelli (1921–2003) imprenditore italiano

Origine: Citato in Presentate le nuove maglie! http://www.juventus.com/site/ita/NEWS_newseventi_8071896C68864B47AD0D4FF6DE6AB2F1.asp, www.juventus.com, 8 luglio 2009

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“[Nei piemontesi] L'amore della verità domina la maniera che o svanisce o si mostra timida e impacciata.”

Camillo Boito (1836–1914) architetto e scrittore italiano

Origine: Il critico, p. IX

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“Quest'oggi ho partecipato alle esequie della sen. Rita Levi-Montalcini. Ci sono stato per testimoniare il cordoglio di tutti i piemontesi per la perdita di una grande donna e grande scienziata. Un esempio per i nostri studenti e per le nuove generazioni.”

Roberto Cota (1968) politico e avvocato italiano

Origine: Dal sito Internet RobertoCota.it, Un esempio per nostri studenti http://www.robertocota.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1040%3Aun-esempio-per-nostri-studenti&catid=19%3Anews&Itemid=578, 2 gennaio 2013.

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“Tanti miei colleghi [calciatori] pensano solo a soldi, donne, auto e orologi. Credono che Rossana Rossanda sia una caramella, Pol Pot un piatto tipico piemontese e Clinton una pistola.”

Pasquale Bruno (1962) commentatore televisivo, ex calciatore e agente sportivo italiano

Origine: Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai Editore, 2000, p. 2112 http://books.google.it/books?id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2112. ISBN 8880898620

“Gli porse la mano e s'avviava a uscire. Ma s'arrestò di nuovo: -Ah! mi dimenticavo! Senti, Pino: c'è una cosa che tu devi considerare ora che resti solo… Non vorrei che tu ti credessi, per quel che ti dissi l'altro giorno, quando ancora stavi a letto, che il progresso non c'è e l'uomo sta immobile. Tu adesso rimani qua con questa impressione: papà è un retrogrado. Nossignore: il progresso c'è, e io ci credo. E che cristiano sarei se non ci credessi? Solo che d'una cosa sono sicuro: che il progresso non ci viene da fuori. Da dentro ha da venire. Tu non ti fare montare la testa da quelle fesserie sanguinose di Rousseau e degli Enciclopedisti, che l'uomo è buono naturalmente e che bastano le leggi a far felice un popolo. È una cosa troppo semplice e magari fosse! L'uomo è una bestia perfettibile con istinti ferini; ma con una coscienza che se lo lavora e tende a portarlo in alto. La tua coscienza però tu non la trovi sul "Giornale Ufficiale delle Due Sicilie" e nemmeno sulla "Gazzetta Piemontese" … in corpo ce l'hai e con lei ti devi mettere d'accordo se vuoi andare avanti o no. Non esistono buone leggi per un popolo corrotto e sono gli uomini che fanno le leggi, non le leggi gli uomini. Tu il progresso vuoi? Sissignore: anche io. Sii onesto, se l'onesta' ti mancava, e questo è certamente un bel progredire. E se gia' eri un galantuomo, cerca di diventare migliore. Ma a quel progresso che ti porge la politica, tu non ci credere, ch'è roba sporca.”

Origine: L'Alfiere, p. 147

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“Quale busta vuole? La uno, la due o la trè?”

Dai programmi televisivi
Origine: Da La versione di Mike, Mondadori, 2010, p. 514 https://books.google.it/books?id=jfnK-SR8JxYC&pg=PT514. ISBN 88-520-1205-2

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“[Sul derby di Torino] C'era una volta il derby, verrebbe da dire. Una sfida che raccoglieva furori non soltanto calcistici, ma sociali ed economici, culturali. Già, che giorni e che emozioni! Gli anni settanta, ad esempio. La Juventus dominava l'Italia, ma spesso cadeva davanti ai cugini, che facevano di quell'appuntamento una ragione di vita e d'orgoglio. Da una parte, lo stile di Bettega e Capello, l'eleganza di Zoff, le acrobazie di Anastasi (idolo dei lavoratori della Fiat Mirafiori), la mutria severa di Beppe Furino, il palleggiare ironico di Causio, dall'altra l'agonismo e il ferro e il fuoco di Fossati, Cereser, Agroppi, capitan Ferrini, e là davanti i dioscuri Graziani&Pulici, ispirati da Claudio Sala, pronti a colpire. Il derby diventava, recuperando Jean-Paul Sartre, una metafora della vita. La Juve degli Agnelli, ma anche degli immigrati siciliani e calabresi, il Toro di Pianelli e degli impiegati piemontesi, di quelli che parlavano il dialetto duro e puro. La Juve dei tanti scudetti e il Toro che portava nelle vene, e porterà per sempre, il mito di capitan Valentino e degli altri eroi scomparsi nel rogo di Superga, e il rimpianto per la farfalla granata, Gigi Meroni. Due modi di essere.”

Darwin Pastorin (1955) giornalista italiano

Origine: Citazione da Juve-Toro, il derby smarrito http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/280000/276268.xml?key=Darwin+Pastorin&first=101&orderby=1&f=fir, l'Unità, 25 ottobre 2008, p. 54

“Ai signori Vichy e Lenorme era sufficiente ottenere tutti i permessi per perlustrare il terreno presso il santuario del Marzale; e il parigino, che s'era previdentemente messo in società con uno stimanto cittadino piemontese, anzi italiano ormai, sperava che la questione romana, il pontefice, Roma capitale d'Italia, tutti problemi sui quali fra le due potenze non c'era accordo, non interferissero nei suoi affari, guastassero i buoni rapporti con le autorità. Anche le relazioni fra le autorità politiche e quelle religiose non erano tranquille. Sul principio del 1863, il ministro Pisanelli aveva proposto la legge per l'abolizione delle congregazioni ecclesiastiche e per l'ordinamento dell'asse ecclesiastico. in Francia era uscita, in quei mesi, la Vita di Gesù di Renan. L'8 dicembre di quell'anno, noi sappiamo, che il pontefice avrebbe pubblicato l'enciclica Quanta cura e il Sillabo. E fra due anni, nel 1866, si avrebbe avuta «l'infausta campagna» del 1866, con la donazione del Veneto da parte dei francesi, anche se: «Questa mostra di guerra consumò 144 milioni per gli apparecchi e armamenti: 141 milioni per la flotta; poi 91 milioni e mezzo per indennità pagate all'Austria, sicché la Venezia costava al regno quasi un miliardo». Il governo dei moderati durò, sappiamo ancora, sedici anni, fornendo al regno ben quindici ministeri.”

Alberico Sala (1923–1991) scrittore, poeta e critico d'arte italiano

Origine: I vizi naturali, p. 36

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“A Torino c'è la cultura della vittoria unita al temperamento riservato del piemontese. A Napoli c'è il contagioso entusiasmo che scorre per le strade della città.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Citato in Franco Ordine, "Higuain & C. come il Barça. Ma io dico ancora Juve" http://www.ilgiornale.it/news/sport/higuain-c-bar-io-dico-ancora-juve-1222418.html, Il Giornale.it, 10 febbraio 2016.

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“Voglia il cielo ch'io sia cattivo profeta, ma anche in questo i piemontesi prevarranno, lasciando ai napoletani solamente i maccheroni e i mandolini, e pigliandosi il resto.”

Luciano Bianciardi (1922–1971) scrittore, saggista e giornalista italiano

Origine: Da La battaglia soda, cap. VIII, ne L'antimeridiano, vol. I.

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“Ora il Musinè è celebre nei fasti della botanica piemontese e menzionato in tutte le flore per la ricchezza mirabile della sua vegetazione.”

Michele Lessona (1823–1894) zoologo, medico e scrittore italiano

citato in Naturalisti italiani, A.Sommaruga, Roma, 1884

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“[Se sarò eletto Governatore della regione Liguria] Andremo insieme a Novi Ligure per porre fine allo scempio toponomastico. Chiederemo al sindaco di tornare ad aggregarsi alla Regione Liguria oppure di cambiare il nome della città in Novi Piemontese.”

Giovanni Toti (1968) giornalista italiano

Origine: Dichiarazione resa a seguito di una nota gaffe (aveva affermato che Novi Ligure fosse in Liguria anziché in Piemonte) fatta dopo essersi candidato per la carica di Governatore della Regione Liguria.
Origine: Citato in Massimo Putzu, Toti dopo la gaffe: «Novi Ligure? Se vinco io la annetto o cambia nome in Novi Piemontese» http://www.ilsecoloxix.it/p/basso_piemonte/2015/04/11/ARbOvF6D-piemontese_annetto_cambia.shtml, Il Secolo XIX.it, 11 aprile 2015.

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“Ventisette motivi per cui un interista deve accettare la Juventus. 1 Perché c'è. 2 Perché, se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. Altrimenti chi potremmo invidiare/detestare/sospettare (a seconda delle circostanze)? […] 5 Perché quelle due Coppe Campioni sono state così malinconiche (1985 e 1996, entrambe dal dischetto del rigore) che adesso potrebbe anche vincere una come si deve. […] 8 Perché, senza la Juventus, ogni saga calcistico-letteraria risulterebbe incompleta. Ricapitolando. La Juve è Voldemort (l'Inter Harry Potter, il Milan Draco Malfoy). La Juve è Sauron (l'Inter Frodo Baggins, il Milan l'elfo Legolas). La Juve è il Lato Oscuro della Forza (l'Inter Obi-Wan Kenobi, il Milan Joda, che deve avere l'età di Rivaldo). 9 Perché indossa una divisa carceraria, ma lo fa con noncuranza. […] 16 Perché, insieme al cioccolato e a Macario, la Juve è una delle poche cose che riesce a far sorridere certi piemontesi. 17 Perché ha riempito l'Italia di tifosi (dieci milioni!). Dicono che ce ne sia qualcuno anche a Torino, ma la notizia è in attesa di conferma. […] 24 Perché Scirea era Scirea. 25 Perché, in maglia azzurra, i bianconeri ogni tanto combinano pasticci (Del Piero, Francia 2000), ma spesso si danno da fare anche per noi”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Argentina 1978, Spagna 1982
Italians, Corriere.it
Origine: Da Sportweek, Gazzetta dello Sport, 24 maggio 2003; riportato in Ventisette motivi per cui bisogna accettare la Juventus. http://www.corriere.it/solferino/severgnini/03-05-24/01.spm.

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