Frasi su cammello

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema cammello, essere, ago, dio.

Frasi su cammello

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“È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli.”

Gesù (-7–30 a.C.) fondatore del Cristianesimo

19, 24
Nuovo Testamento, Vangelo secondo Matteo

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“Nobiltà, non occorre essere nati nobili per avere l'andatura del cammello | o della giraffa che regge bene il confronto col leone.”

Léopold Sédar Senghor (1906–2001) politico e poeta senegalese

Elegia degli alisei, p. 16
Poesie dell'Africa

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“È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un evasore passi per le porte di un carcere.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Le mani in tasca ai ladri, 27 maggio 2010
Il Fatto Quotidiano

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“Quando la politica entra dalla porta del tempio, la giustizia fugge impaurita dalla finestra per tornarsene al cielo.”

Francesco Carrara (1805–1888) giurista e politico italiano

da Programma del corso di diritto criminale dettato nella R. Università di Pisa, Fratelli Cammelli, 1898

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“Per un cammello sordo un cenno della testa vale quanto un bastone appuntito.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 14. Tartarughe Divine (1992)

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“Un cammello spelacchiato porta pur sempre il carico di molti asini.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
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“Ha detto tante cose Gesù. Forse i laici dovrebbero promuovere un raduno di massa intitolato al suo nome per vedere fino a che punto la Chiesa di oggi abbia ancora il diritto di usarlo. E per capire se i cammelli riescano a passare nella cruna dell'ago o se quella cruna non sia diventata una ampia autostrada dove i cammelli transitano al galoppo con tutto il carico delle loro ricche mercanzie.”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

Origine: Da I cammelli al galoppo nella cruna dell'ago http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/05/13/cammelli-al-galoppo-nella-cruna-dell.025i.html?ref=search, la Repubblica, 13 maggio 2007.

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“Vale la pena soffermarci su quest’incubo [della fine della letteratura e delle arti], per come Borges ce lo racconta in una sua conversazione sui sogni e gli incubi.
Il terribile sogno è del poeta inglese William Wordsworth e si trova nel secondo [rectius: quinto] libro del poema The Prelude — un poema autobiografico, come dice il sottotitolo. Fu pubblicato nel 1850, l’anno stesso della morte del poeta. Allora non si pensava, come invece oggi, a un possibile cataclisma cosmico che annientasse ogni grande opera umana, se non l’umanità interamente.
Ma Wordsworth ne ebbe la preoccupazione e, in sogno, la visione.
Ed ecco come Borges l’assume e riassume nel suo discorso: “Nel sogno la sabbia lo circonda, un Sahara di sabbia nera. Non c’è acqua, non c’è mare. Sta al centro del deserto — nel deserto si sta sempre al centro — ed è ossessionato dal pensiero di come fare per sfuggire al deserto, quando vede qualcuno vicino a lui. Stranamente, è un arabo della tribù dei beduini, che cavalca un cammello e ha nella mano destra una lancia.
Sotto il braccio sinistro ha una pietra; nella mano una conchiglia. L’arabo gli dice che ha la missione di salvare le arti e le scienze e gli avvicina la conchiglia all’orecchio; la conchiglia è di straordinaria bellezza. Wordsworth ci dice che ascoltò la profezia (‘in una lingua che non conoscevo ma che capii’): una specie di ode appassionata, che profetizzava che la Terra era sul punto di essere distrutta dal diluvio che l’ira di Dio mandava. L’arabo gli dice che è vero, che il diluvio si avvicina, ma che egli ha una missione: salvare l’arte e le scienze. Gli mostra la pietra. La pietra, stranamente, è la Geometria di Euclide pur rimanendo una pietra. Poi gli avvicina la conchiglia, che è anche un libro: è quello che gli ha detto quelle cose terribili. La conchiglia è, anche, tutta la poesia del mondo, compreso, perche' no?, il poema di Wordsworth.
Il beduino gli dice: ‘Devo salvare queste due cose, la pietra e la conchiglia, entrambi libri’. Volge il viso all’indietro, e vi è un momento in cui Wordsworth vede che il volto del beduino cambia, si riempie di orrore. Anche lui si volge e vede una gran luce, una luce che ha inondato metà del deserto. Questa luce è quella dell’acqua del diluvio che sta per sommergere la Terra. Il beduino si allontana e Wordsworth vede che è anche don Chisciotte, che il cammello è anche Ronzinante e che allo stesso modo che la pietra è il libro e la conchiglia il libro, il beduino è don Chisciotte e nessuna delle due cose ed entrambe nello stesso tempo”…
l’immagine di don Chisciotte che si allontana invincibilmente richiama quella dipinta da Daumier, forse contemporaneamente. E ci è lecito, in aura borgesiana, chiederci se il poeta e il pittore non abbiano fatto lo stesso sogno.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Ore di Spagna

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“[Durante il Giro d'Italia del 1968] Il momento arrivò dopo Auronzo verso Cortina: Vandenbossche, che era un bel cammello, attaccò un ritmo allegro veloce, dietro di lui Merckx, Gimondi, Zilioli e io, e il gruppo si frazionò. Ogni 500 metri Eddy si girava e mi guardava, ma io scuotevo la testa. Quando vidi che erano tutti cotti, finalmente feci cenno di sì, e Eddy scattò.”

Vittorio Adorni (1937) dirigente sportivo, ex ciclista su strada e conduttore televisivo italiano

Origine: Citato in Marco Pastonesi, Quel maggio del '68 - Vittorio Adorni, l'unico che poteva dare ordini a Merckx http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2018/05/25/news/maggio_del_sessantotto_adorni-197328207/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P1-S1.4-L, Repubblica.it, 25 maggio 2018.
Origine: L'episodio di corsa riferito da Vittorio Adorni è accaduto nel corso nella tappa che si concludeva alle Tre Cime di Lavaredo e che decise il successo finale di Eddy Merckx.