Frasi su concretezza

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema concretezza, vita, realtà, senso.

Frasi su concretezza

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“[Su Sergio Pininfarina] Ho avuto modo di conoscere personalmente l'ingegner Pininfarina e di apprezzarne le doti di imprenditore, di organizzatore, di animatore di progetti, fornito di un talento innato per coniugare concretezza e bellezza, qualità profonde dello spirito italiano.”

Mario Monti (1943) politico, economista e accademico italiano

Origine: Citato in Resoconto stenografico dell'Assemblea – Senato della Repubblica Italiana – XVI Legislatura – Seduta n. 756 del 3 luglio 2012 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00666241.pdf – Informativa del Presidente del Consiglio dei ministri sul Vertice europeo di Bruxelles del 28 e 29 giugno 2012 e conseguente discussione. Roma, Senato della Repubblica, 3 luglio 2012

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“[Su Massimiliano Allegri] Mi sono rivisto un po' in lui. È arrivato alla Juve più o meno alla mia età, ha la stessa mia concretezza e la voglia di modernizzare la squadra. Ci sono punti in comune. Si vede l'intelligenza: in punta di piedi in un ambiente dove si praticava un certo calcio, senza stravolgere le certezze. Poi, con idee leggermente diverse, ha dato a poco a poco la sua identità.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Fabio Licari, citato in Lippi: "Mi rivedo in Allegri. E magari la Juve in Champions fa come la mia Italia" http://www.gazzetta.it/Calcio/24-03-2015/lippi-mi-rivedo-allegri-magari-juve-champions-fa-come-mia-italia-110228094875.shtml, Gazzetta.it, 25 marzo 2015.

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“Nel nostro G7 terremo insieme sogno e concretezza. Farlo in Sicilia non è un caso. La Sicilia della Magna Grecia, della bellezza, della filosofia, del barocco ma anche del volontariato e del farsi carico degli altri.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Citato in Renzi: il G7 italiano sarà sogno e concretezza http://www.lastampa.it/2016/05/27/italia/politica/renzi-il-g-italiano-sar-sogno-e-concretezza-ewOyY6Vcj7CjyCBt7CPajL/pagina.html, La Stampa.it, 27 maggio 2016.

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“Torino non era una copia in piccolo di Parigi anche perché, a differenza di questa, non fu città di sommosse, di barricate. È una città che produce eccentrici, solitari, genialoidi e talora tipi geniali, outsider, scrittori e pittori isolati, qualche anarchico ma teorico, di rado bombarolo, provoca omicidi e suicidi (per questi ultimi, una delle più alte, se non la più alta, percentuale italiana, in triste gara con Trieste, la città al confine opposto), ma la massa è di gente pacata, di sudditi, spesso brontoloni e ipercritici ma, alla fine, obbedienti. Nella sua storia non cacciò mai i suoi duchi e poi re, non complottò contro di essi. A differenza di Parigi, periodicamente sulle barricate, Torino insorse solo due volte. Ed entrambe non per fumosi obiettivi ideologici, ma per la concretezza del pane: nel 1864 quando, a tradimento, giunse il trasferimento della capitale; e nel 1917, quando lo Stato chiedeva di digiunare con le razioni di guerra e al contempo di faticare a ritmi accelerati nelle fabbriche che producevano per il fronte. Movimento ci fu anche negli ultimi giorni dell'aprile del 1945. Ma, pure qui, per una questione molto concreta: soprattutto per impedire la distruzione di impianti industriali, dal cui lavoro sarebbe dipesa la vita futura. Ancora una volta, al mito della «lotta di classe», prevalse la consapevolezza, dettata dal buon senso, che gli interessi degli imprenditori coincidevano con quelli dei dipendenti. Senza fabbriche, niente guadagni per il padrone; ma neanche pane per i lavoratori.”

cap. III
Il mistero di Torino

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“L'arte contemporanea è sublimata nella sua non essenzialità e invisibile concretezza. La metafisica incontra la oltrefisica nell'ulteriorità segmentata del genio. E chi non lo capisce è uno stronzo.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

dall'intervista di Anna Bandettini, L'arte e la controarte in Sgarbi, la Repubblica, 16 settembre 2008
Da interviste

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“Bisogna guardare la concretezza dei fatti […] dobbiamo vedere non le idee generiche ma come si possono realizzare le cose.”

Vittorio Foa (1910–2008) politico, giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato nel TG 3 del 30 luglio 2007.

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“L'ho vista esagerare. Parlare troppo. Perdere sostanza, concretezza.”

Dino Zoff (1942) allenatore di calcio, dirigente sportivo e ex calciatore italiano
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“Benché la testimonianza sopraccitata dimostri la sua reputazione di persona di intelligenza eccezionale, nessuno fra quanti ebbero contatti con lei sembra avere sospettato l'altezza del suo genio. Questa altezza si manifestò in svariate lettere, e soprattutto nella poesia. È una poesia la cui caratteristica più appariscente risiede nel suo totale il anticonformismo: il successo lentamente arriso alla Dickinson sarebbe venuto nei tempi moderni, quando retrospettivamente si trovarono in lei anticipazioni di esperienze centrali nella nuova letteratura americana. Tale anticonformismo riguarda tanto le idee, quanto la forma nella quale queste sono espresse; fra le prime balzando in primo piano l'ironia per non dire la sfiducia nell'incrollabile religiosità di stampo calvinista di cui era saturo il suo ambiente (non che questa religiosità da cui prese le distanze non lasciasse comunque tracce profonde nel suo modo di ragionare e di esprimersi), unita alla costante, intensa ricerca di un'elevazione, di una fuga dalla quotidianità, nel sogno e nell'avventura intellettuale vissuta con una concretezza accostabile ai cosiddetti poeti metafisici del Barocco inglese.”

Masolino D'Amico (1939) critico teatrale, traduttore e giornalista italiano

Origine: Da Il diamante Emily http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0998_01_1986_0296_0003_23320083/, La Stampa, 18 dicembre 1986, p. 3.

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