
da La politica dell'esperienza; citato in Gilles Deleuze e Félix Guattari, L'Anti-Edipo, traduzione di Alessandro Fontana, Einaudi, 2002, p. 147
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema dissoluzione, mondo, tempo, due-giorni.
da La politica dell'esperienza; citato in Gilles Deleuze e Félix Guattari, L'Anti-Edipo, traduzione di Alessandro Fontana, Einaudi, 2002, p. 147
da "Cavalcare la tigre", Edizioni Mediterranee, 1961
Cavalcare la tigre
Origine: da Solus ad Solam.
Origine: Citato in Lucy Napoli Prario, Tre abiti bianchi per Alesandra, Mondadori, 1966.
Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 41, Raflesia e Harlock: incontro ravvicinato
Citazioni di Ciro II
Origine: Parole riportate da Cicerone in Cato Maior de Senectute, XXII.
da Il problema di Socrate, 2, 1998
Dormite, – disse accostandosi al letto e ponendo le mani sulla testa dell'inferma. Passò qualche minuto e Anna Ivànova cominciò ad assopirsi.
Silenziosamente Jura uscì dalla camera e disse alla Egòrovna di richiamare l'infermiera. «Che diavolo,- pensò,- sto diventando una specie di ciarlatano. Mi metto pure a fare scongiuri, a curare la gente imponendo le mani».
Il dottor Živago
Origine: L'autunno del Leviatano, p. 89
Raymond Radiguet. Le guance in fiamme
V, 2
Considerazioni sopra la storia di Sicilia dai tempi Normanni sino ai presenti, Libro 5
Origine: Se si unisce l'amministrazione di territorj separati, provincie e giurisdizioni locali in una sol cosa
V, 3
Considerazioni sopra la storia di Sicilia dai tempi Normanni sino ai presenti, Libro 5
2013, 405b-406a
Tantrāloka, Capitolo VIII
da Dissoluzione e metamorfosi, pp. 60-61
Gli schiavi di Efesto
Origine: In A. Camus, Lettres à un ami allemand, Paris, 1945, p. 72. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 60.
Origine: Mangia bene e starai meglio, p. 95
Parātriṃśikāvivaraṇa
Origine: Dall'appendice V, in Abhinavagupta, Luce delle scritture (Tantraloka), a cura di Raniero Gnoli, UTET, edizione elettronica De Agostini, 2013, p. 769.
p. 24
La camera di Baltus
Variante: Perchè il miracolo di illuminarlo lei non può compierlo.
Non ha alcun potere su di lui, perchè leui non crede a niente, nemmeno all'inferno.
Lui pensa che la vita non sia una punizione, ma una ricompensa. Fuggevole, ma sempre un premio che ciascunnuomo deve meritarsi.
Lui crede che l'uomo abbia un grande destino e un grande destino credeva che avrebbe avuto lui stesso.
Un'opera, un'opera che ancora non è scaturita da lui, ma che pure è dentro di lui come la perla in un'ostrica.
L'inferno è per lui l'assenza di futuro, è questo presente nebbioso e stagnanate, è l'indebolirsi delle convinzioni, delle idee, della fiducia nella vita e più ancora nel proprio talento.
L'inferno è sentir ribollire in sè un magma infuocato di ipotesi, di idee e della fiducia nella vita e non riuscire a esprimerne nessuno: vedere quelle ipotesi, idee e sentimenti oscurarsi, appassire, tramontare e dissoversi senza aver mai visto la luce.
L'inferno è lo sperpero dei propri giorni, è la mediocrità della propria anima votata alla dissoluzione.
L'inferno è questa inerziale assenza di tempo, è l'esilio dall'essere e dall'eternità.
Un'età che rifugge dal figurativo cerca poi simboli e immagini un po' dappertutto.
Sacro e bizzarro
Origine: Le comunicazioni di Seth, p. 293