Frasi su inquisizione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema inquisizione, mondo, secolo, citata.

Frasi su inquisizione

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“Cosa ha a che fare mia figlia con l'astronomia? Le fasi di Venere influiscono in qualche modo sulla curva delle sue chiappe?”

Galileo, sotto sorveglianza dell'Inquisizione, al futuro genero
Vita di Galileo

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“I cardinali dormienti si affannano | a punire Bruno, che invece è lontano. Vola. | Il suo superbo corsiero, vivo come il pensiero, | Già passa le Alpi.”

da La triste storia del dottor Faust; citato in Jean Rocchi, Giordano Bruno davanti all'inquisizione, Stampa Alternativa
La tragica storia del Dottor Faust

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“Se fossi costretta a scegliere tra Galileo e l'Inquisizione, sceglierei l'Inquisizione.”

Madre Teresa di Calcutta (1910–1997) religiosa e beata albanese

Origine: Citato in Christopher Hitchens, La posizione della missionaria: Teoria e pratica di Madre Teresa, Minimum fax, 2003. ISBN 8875210098
Origine: http://indiatoday.intoday.in/story/india-is-my-country-and-i-am-an-indian-mother-teresa/1/371645.html visto il 8/30/2016

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“E' sceso il buio nelle nostre coscienze, | e ha reso apocrifa la nostra relazione, | vorrei innestare il modo dell'indifferenza, | e allontanarmi da te, | per presentarmi innanzi al tribunale | di una nuova inquisizione: | faccio un'Auto da Fé, | dei miei innamoramenti, | un'Auto da Fé, | voglio praticare il sesso senza sentimenti.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Auto da Fé, n. 2
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Variante: E' sceso il buio nelle nostre coscienze, | e ha reso apocrifa la nostra relazione, | vorrei innestare il modo dell'indifferenza, | e allontanarmi da te, | per presentarmi innanzi al tribunale | di una nuova inquisizione: | faccio un' Auto da Fé, | dei miei innamoramenti, | un'Auto da Fé, | voglio praticare il sesso senza sentimenti. (da Auto da Fé, n. 2)

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“La tassa sul macinato è un delitto commesso, una perfetta inquisizione del Santo Ufficio che si è voluto dare al popolo come premio.”

Giovanni Passannante (1849–1910) anarchico italiano

Origine: Citato in Giuseppe Galzerano, Giovanni Passannante, p. 694.

“I napoletani sono vivi, ciarlieri e gesticolosi all'eccesso, e non è meraviglia che non abbiano potuto soffrire l'Inquisizione. Sono avidi di feste e di spettacoli, e si sviluppa questo carattere in tutti i modi.”

Giuseppe Maria Galanti (1743–1806) economista, storico e politico italiano

Origine: Breve descrizione della città di Napoli e del suo contorno, p. 254

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“Gregorio IX nel 1231 crea l'Inquisizione pontificia per processi sommari con immediate condanne al rogo.”

Claudio Rendina (1938) scrittore, poeta e giornalista italiano

Origine: I peccati del Vaticano, p. 210

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“Il governo nazionalsocialista può fare quanto vuole, impunemente. La Germania è nazista. Il Völkischer Beobachter la definisce "una giornata storica. Il sistema parlamentare capitola di fronte alla nuova Germania. In quattro anni, Hitler potrà fare tutto ciò che ritiene necessario: lo sradicamento di tutte le forze corruttrici del marxismo e la costituzione di una nuova comunità popolare. La grande impresa ha avuto inizio! È giunto il giorno del Terzo Reich!". L'impresa ha avuto inizio: è giunto il giorno dei libri. Che cos'è un libro? Domanda abissale: un libro è un santo eretico, un impiccio che fa scivolare i re, la condensazione di visuali alternative e soprannaturali, la morale in azione travolgente, il virus della libertà. Esso agisce per contagio. Tale contagio fu sempre avvertito e si tentò di debellarlo: infezioni e cure simili ebbero luogo in Cina nel III secolo a. C., nel corso del Medioevo a opera dell'Inquisizione, dopo la distruzione dell'Impero Azteco, nella Spagna della Reconquista, fino ai nostri giorni. Laddove il contagio è appiccato, si appicca il fuoco. Lo scrittore è un untore, si sa. Per fare fronte alla diffusione della peste in Venezia devastata dai bubboni, si dispose il rogo di molti libri, strumento di contagio a causa del contatto con le pagine. Quando alcuni umanisti scrissero al vescovo Ghislieri di evitare questa azione, egli rispose che, al pari della peste reale, bisognava debellare la "peste dell'eresia". Nel 1644 John Milton scrisse nell'opera Areopagitica: "Uccidere un buon libro equivale a uccidere un essere umano; chi uccide un essere umano uccide una creatura ragionevole, l'immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione medesima". Nella Tempesta di Shakespeare, Calibano consiglia Trinculo e Stefano per sottrarre il potere a Prospero: "Egli è abituato a fare un pisolino nel pomeriggio, cosicché, dopo esserti impadronito dei suoi libri, potrai strappargli le cervella; oppure con un bastone potrai spezzargli il cranio, o sventrarlo con una pertica, o tagliargli un'arteria col tuo coltello. Però ricordati di impadronirti prima dei suoi libri; senza di essi egli è solo uno sciocco come me, e nessuno spirito potrebbe obbedirgli. Solo i suoi libri devi bruciare."”

Giuseppe Genna (1969) scrittore italiano

da Hitler – Romanzo

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“Anche se toccando il tema dell’Inquisizione, dell’ortodossia che difendeva e della politica cui obbediva, del suo universo giuridico, dei mezzi e delle persone di cui si serviva, immediatamente si e portati a una traduzione visiva in cui prevalentemente gioca la memoria dei quadri del Greco o di Zurbaran, a guardar bene è la pittura di Murillo che, al di là dell’atmosfera da idillio, può meglio spiegare le manifestazioni eterodosse di un vastissimo arco temporale e la conseguente reazione del Sant’Uffizio. E può, soprattutto, spiegarcele a livello di eterodossia spicciola, triviale o soltanto blasfema.
Perchè sarà magari possibile cogliere nella pittura di Murillo influssi dottrinali dell’Inquisizione o dei gesuiti, ma quel che appare più evidente è che siamo di fronte a un pittore che interpreta il sentire religioso del popolo nel modo più autentico e semplice, con una familiarità alle cose della fede da cui è facile travalicare in una eresia di tipo quietista o in un culto talmente umano da diventare blasfemo o che in vera e propria bestemmia si rovescia.
I santini che da secoli moltiplicano e diffondono le immagini del Murillo come di nessun altro pittore, sono in questo senso una prova. Il mondo sacro che egli rappresenta — cosi sospeso tra il terrestre e il celeste, tra la natura e la transumana beatitudine — è un mondo familiarizzabile, familiarizzante; e quindi, nel momento in cui delude, nel momento in cui appare estraneo, in cui non interviene a stornare sventure e a correggere la sorte, bestemmiabile.
Bisogna anche aggiungere che la santità, nelle rappresentazioni di questo pittore, sembra essere un attributo della buona salute, del buon nutrimento, della domestica pace economica: e da ciò l’insinuarsi, nei momenti più affannati e affamati del mondo contadino, di un sentimento che può assomigliarsi all’invidia e comunque di insofferenza, di avversione.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Ore di Spagna

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“Personalmente, per quel tanto che conosco della storia dell'lnquisizione spagnola in Sicilia, nella mostra di Madrid mi imbatto in vecchie conoscenze e particolarmente in quella di Luis Rincon de Paramo (o Paramo del Rincon) che, per la verità, prima che nei fasti dell'lnquisizione di Sicilia, ho conosciuto nel Dizionario Filosofico di Voltaire, appunto alla voce Inquisizione. “Questo Paramo — dice Voltaire — era un uomo semplice, esattissimo nelle date, che non trascurava alcun fatto che avesse un qualche interesse, e calcolava col massimo scrupolo il numero delle vittime umane che il Sant’Uffizio aveva immolato in tutti i paesi”; e prima lo aveva proclamato “uno dei più rispettabili scrittori e dei più vivi splendori del Sant’Uffizio”. Il fatto è che il libro di Paramo lo divertiva, gli permetteva di affilarvi sopra la più micidiale ironia. Si direbbe, anzi, che, una volta imbattutosi nel libro di Paramo, Voltaire non abbia sentito il bisogno di cercare altro, sull’Inquisizione; e ragionevolmente. Paramo risponde così pienamente, così esattamente all’avversione laica nei confronti dell’istituzione, del fanatismo su cui si fonda, delle sue procedure e dei suoi uomini, che basta soltanto riassumerlo o citarlo testualmente per conseguire l’effetto di alimentare e ingigantire quell’avversione. Voltaire lo riassume: oggettivamente, impassibilmente. Che è sempre il modo migliore di fronteggiare il fanatismo, anche se ben sappiamo che non sempre il ridicolo uccide (avendo attraversato il fascismo negli anni suoi più comici, tra la conquista dell’Etiopia e la seconda guerra mondiale, abbiamo coi nostri occhi constatato che al ridicolo non solo si sopravvive ma se ne può trarre nutrimento e forza).”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

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