Frasi su portale

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema portale, citata, cinema, vita.

Frasi su portale

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“Sulla scena facevo tutto quello che faceva Fred Astaire, e per di più lo facevo all'indietro e sui tacchi alti.”

Ginger Rogers (1911–1995) attrice e ballerina statunitense

citata in Portala al cinema

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“Gli occhi di Roose Bolton erano più pallidi della pietra, più scuri del latte. E la sua voce era esile come il fruscio del ragno sulla tela.”

libro Il Trono di Spade 3. Tempesta di Spade, Fiumi della Guerra, Il Portale delle Tenebre: Libro terzo delle cronache del Ghiaccio e del Fuoco

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“Il meglio deve ancora venire.”

Frank Sinatra (1915–1998) cantante, attore e conduttore televisivo statunitense

epitaffio; citato in Portala al cinema

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“Rio. Fin dall'alba avevo vagabondato in questa residenza del dio solare, il cui portale di roccia accoglie il forestiero apparendogli come le nuove colonne d'Ercole, varcate le quali egli dimentica il Vecchio Mondo. […]Solo nel tardo pomeriggio mi destai come da un sogno nel quale avevo dimenticato di mangiare e di bere, e sentivo che lo spirito cominciava ad affaticarsi sotto la profusione delle immagini. Eppure non riuscivo a separarmene, e mi comportavo da spilorcio col mio tempo. Senza concedermi sosta svoltai in strade e piazze sempre nuove.
Ma presto mi parve che i miei passi divenissero più leggeri e che la città mutasse aspetto, stranamente. Nello stesso tempo, mutò il mio modo di vedere: mentre fino a quel momento avevo dissipato gli sguardi nella visione del nuovo e dell'ignoto, ora le immagini penetrarono in me senza sforzo. Ora poi mi erano note; mi sembrarono ricordi, composizioni di me stesso. Strumentai il mio umore a piacere, come uno che vada a passeggio con la sua bacchetta direttoriale e, gesticolando con essa in questa o in quella direzione, faccia musica col mondo. […] La sera, in un caffé presso Copacabana, meditavo su queste relazioni. Pensai che esiste un'eco non soltanto per l'orecchio, ma anche per l'occhio: anche le immagini che osserviamo richiamano una rima, e come per ogni eco esistono relazioni sonore particolarmente favorevoli, così qui è la bellezza che risuona con maggior forza.
Ma in formula più semplice e precisa, le cose si presentano in questo modo: con lo sguardo profondo e gioioso che rivolgiamo alle immagini, noi offriamo un sacrificio, e ogni volta siamo esauditi secondo il valore della nostra offerta.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da L'eco delle immagini, pp. 174-175
Il cuore avventuroso. Figurazioni e capricci

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“Sono autobiografico anche quando parlo di una sogliola.”

Federico Fellini (1920–1993) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in Portala al cinema, p. 94.

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“Metà della mia vita è intrisa di colore | guardando questi bagliori rossi | versati sulla porta laterale | che accoglie il giorno | ed i portali di bamboo | che chiudono fuori il giorno, | ma non riesco a capire | se terra e cielo | si separano la sera | e s’incontrano al mattino | o si separano al mattino | e s’incontrano la sera!”

L Colore Dell'Orizzonte
Origine: [Pokhrel, Suman, L Colore Dell'Orizzonte, Color of Horizon, Italian, Rita Stanzione, Poetic Prism 2016 [International Multilingual Poetry Anthology], September 2016, 171, The Cultural Center of Vijayawada and Amarawati, Padmaja Iyengar, Andra Pradesh, India]

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“Anche se facessi Cenerentola, il pubblico cercherebbe qualche cadavere nella carrozza.”

Alfred Hitchcock (1899–1980) regista britannico, considerato il "maestro del brivido"

citato in Portala al cinema, p. 146

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“La durata di un film dovrebbe essere direttamente commisurata alla capacità di resistenza della vescica umana.”

Alfred Hitchcock (1899–1980) regista britannico, considerato il "maestro del brivido"

citato in Portala al cinema, p. 5

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“Il cinema è come una vecchia puttana, come il circo e il varietà, e sa come dare molte forme di piacere.”

Federico Fellini (1920–1993) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in Portala al cinema, p. 170.

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“L'unica cosa peggiore che dover guardare un brutto film è averci recitato.”

Elvis Presley (1935–1977) cantante, chitarrista e attore statunitense

citato in Portala al cinema, p. 101

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“Sto pagando fior di quattrini a voi sceneggiatori, e per cosa? Tutto quello che fate è cambiare le parole.”

Samuel Goldwyn (1879–1974) produttore cinematografico

citato in Portala al cinema, p. 66

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“Il cinema è uno dei tre linguaggi universali; gli altri due sono la matematica e la musica.”

Frank Capra (1897–1991) regista italiano

Origine: Citato in Portala al cinema (The Moviegoer's Companion, Think Publishing, Londra, 2004), a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006. ISBN 88-06-18304-4

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“[A telefono con Giampaolo Tarantini] Ieri sera bene mi sembra? [«Bene, una bellissima serata, perché eravamo pochi, tranquilli, poi eravamo stanchi pure.»] Sì forse per tutte quelle, son troppe. Al massimo averne due a testa, però adesso voglio che abbia anche tu quelle tue, altrimenti mi sento in debito… Scusa portale per te che poi io mi porto le mie. [«Va bene.»] Poi ce le prestiamo… Insomma la patonza deve girare…”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2008
Origine: Dall'intercettazione del 10 ottobre 2008; citato in Le ragazze? Sull'aereo presidenziale: «Non prenderle alte, noi non siamo alti» http://www.corriere.it/cronache/11_settembre_16/berlusconi-telefonata-polanco_c853be88-e093-11e0-aaa7-146d82aec0f3.shtml?fr=box_primopiano, Corriere.it, 16 settembre 2011.

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“Voglio che il sole mi dia il benvenuto.”

Rodolfo Valentino (1895–1926) attore italiano

citato in Portala al cinema

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“Se ora penso agli anni di allora, mi colpisce quanto poco ci fosse in realtà da vedere, quante poche immagini illustrassero la vita e la morte nei Lager. Conoscevamo di Auschwitz il portale con la sua scritta, i pancacci di legno a più piani, i mucchi di capelli, occhiali e valigie; di Birkenau l'entrata con la torre, i corpi laterali e il passaggio per i treni; e da Bergen-Belsen ci venivano le montagne di cadaveri trovate e fotografate dagli alleati al momento della liberazione. Conoscevamo alcune testimonianze di detenuti, ma molti libri apparvero subito dopo la guerra e vennero ristampati solo negli anni Ottanta, visto che nel frattempo non rientrarono nei programmi delle case editrici. Ora ci sono così tanti libri e film che il mondo dei Lager è ormai parte dell'immaginario collettivo che completa il mondo reale. La fantasia lo conosce ormai bene, e a partire dalla serie televisiva Olocausto e da film come La scelta di Sophie e soprattutto Schindler's list si muove anche in quel mondo. E non ne prende solo atto, ma integra e abbellisce. Allora la fantasia stentava a muoversi; riteneva che allo sgomento di cui era debitrice al mondo dei Lager non si confacessero le movenze della fantasia. Quelle poche immagini che doveva alle foto degli alleati e alle testimonianze dei detenuti, le ha poi guardate riguardate, fino a farne dei cliché.”

The Reader

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“«Una volta» disse mia madre «non esisteva il buio totale. Persino di notte, la luna era luminosa quanto il sole. L’unica differenza stava nella luce, che era blu. Vedevi tutto per chilometri e chilometri e non faceva mai freddo. Si chiamava crepuscolo».
«Perché crepuscolo?».
«Perché è una parola in codice per cielo blu». Mi ero ricordata che si diceva codice blu quando moriva qualcuno, e anche questo aveva a che fare con il cielo.
Un giorno Dio aveva chiamato il pipistrello per dargli una cesta da portare sulla Luna. La cesta era piena di buio, ma Dio non aveva detto al pipistrello cos’era, solo “Portala sulla luna, poi quando torni ti spiego tutto”. Così il pipistrello parte in cerca della luna con la cesta in groppa. Mentre vola verso il cielo, la luna lo vede e si nasconde dietro una nuvola. Il pipistrello è stanco, e si ferma a riposare. Depone la cesta e va in cerca di qualcosa da mangiare. Mentre è a caccia, arrivano altri animali (più che altro lupi e cani, e anche un tasso con una zampa rotta). Pensando che nella cesta ci sia del cibo, gli animali alzano il coperchio, ma dentro c’è solo il buio, e loro non l’hanno mai visto. I cani e i lupi cercano di tirarlo fuori e di giocarci, ma gli guizza tra i denti e scivola via. In quel momento torna il pipistrello, apre la cesta e la trova vuota. Gli altri animali spariscono nella notte e il pipistrello si alza in volo per andare a riprendere il buio. Lo vede dappertutto, ma non riesce proprio a infilarlo di nuovo nella cesta. Per questo il pipistrello ancora oggi dorme tutto il giorno e vola di notte. Cerca sempre di riprendere il buio.”

Jenny Offill (1968)

Le cose che restano

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?