Frasi su trincea

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema trincea, guerra, vita, parte.

Frasi su trincea

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“Sotterranea, l'angoscia avanza con il suo lavoro di trincea. La sua voce non si può completamente imbavagliare.”

Amélie Nothomb (1967) scrittrice belga

Origine: Diario di Rondine, p. 8

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“Il mio carattere è battagliare su ogni fronte per far gol e non farlo prendere. Sempre in trincea, per questo mio fratello mi chiama Sir William Wallace.”

Gianluca Lapadula (1991) calciatore italiano

Origine: Citato in Lapadula, il Vardy italiano: "Il mio segreto? Morire su ogni palla" http://www.repubblica.it/sport/calcio/2016/05/12/news/lapadula_bomber_capocannoniere_pescara-139609547/, Repubblica.it, 12 maggio 2016.

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“Nessuno è ateo in trincea.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il malloppo, p. 16

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“Vista nella sua realtà bruta, tutta la guerra di trincea sarebbe null'altro che un'agonia di animali in agguato.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

p. 13

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“Perché già dalla prima trincea | ero più curioso di voi, | ero molto più curioso di voi.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Amico fragile, n.° 8

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“Si ritirò accigliato dentro le trincee della propria dignità.”

2011, p. 150
Piccolo mondo moderno

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“Casi sono due(I). Casistica della Guerra, divulgata (estate 1917) e divenuta popolare (Petrolini), rispecchia parte dell'indole italiana. «Fra poco sarai sottoposto a nuova visita medica ed i casi sono due: o ti fanno non idoneo o ti fanno idoneo; se ti fanno non idoneo te ne freghi; se ti fanno idoneo i casi sono due: o ti mettono in armi speciali od in fanteria; se ti mettono in armi speciali te ne freghi; se ti mettono in fanteria i casi sono due: o ti mandano in zona di guerra o ti mandano in territorio di pace; se ti mandano in territorio di pace te ne freghi; se ti mandano in zona di guerra i casi sono due: o ti mettono ai servizi speciali o ti mandano in trincea; se ti mettono ai servizi speciali te ne freghi; se ti mandano in trincea i casi sono due: o sei ferito leggermente o sei ferito gravemente; se sei ferito leggermente te ne freghi; se sei ferito gravemente i casi sono due: o vai all'altro mondo o guarisci; se guarisci te ne freghi; se vai all'altro mondo i casi sono due: o vai in paradiso o vai all'inferno; se vai in paradiso te ne freghi; se vai all'inferno i casi sono due: o trovi Cecco Beppe o non lo trovi; se non lo trovi te ne freghi; se lo trovi i casi sono due: o lui impicca te o tu impicchi lui; se tu impicchi lui te ne freghi; se lui impicca te, requie all'animaccia tua.»”

Alfredo Panzini (1863–1939) scrittore e critico letterario italiano

N.B. Questo classico me ne frego non so se, in basso, sia filosofia, ma in alto è delitto. Vedi E CHI SE NE FREGA. MENEFREGHISMO.
Dizionario Moderno

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“[…] comprendere Guareschi nella galleria dei grandi della cultura italiana della seconda metà del Ventesimo secolo sarebbe solo un atto doveroso, che non dovrebbe turbare chi non vuole restare avvinghiato ai fantasmi della storia. Dovrebbe. Ma non succede così, nell'ultima trincea delle ideologie che non esistono più.”

Pierluigi Battista (1955) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

da La trincea dell'ideologia http://www.corriere.it/Cinema/2008/Venezia/guareschi_trincea_battista_897c9e7e-772c-11dd-841f-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 31 agosto 2008

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“È una macchina diabolica, l'esercito, e il militarismo un ingranaggio mortale. Lo sai qual è la ricetta per fotter le reclute fin dal momento in cui arrivano alla caserma, Bernard? Prima si schierano sul piazzale coi loro abiti borghesi affinché ricordino d'appartenere a una società priva di uguaglianza, vale a dire un consorzio nel quale c'è chi veste bene e chi veste male. Poi gli si infila l'uniforme affinché si illudano d'accedere a un sodalizio di uguali, vale a dire un consorzio nel quale tutti vestono i medesimi panni. Subito dopo si rimbecilliscono con le esercitazioni e le marce che stroncano. E-marciando-cantate-così-tenete il passo. (Però il passo non c'entra, Bernard. C'entra che a cantare non pensano, e a non pensare non s'accorgono di venir fottuti.) Infine si cancella la loro personalità, la loro individualità. Perché il soldato non deve essere un individuo, una persona: deve esser parte d un nucleo perfetto che agisce all'unisono. E lo sai qual è l'ingrediente per ottenere un nucleo perfetto o quasi perfetto? L'odio. L'odio collettivo cioè diretto verso lo stesso bersaglio, e non il bersaglio rappresentato dal nemico che la guerra ti procura o ti procurerà: il bersaglio rappresentato da un paria coi gradi di sergente. Il sergente becero, ignorante, di cui subisci la tirannia che gli è stata delegata dal tenente al quale è stata delegata dal capitano al quale è stata delegata dal maggiore al quale è stata delegata dal colonnello al quale è stata delegata dal generale al quale è stata delegata dalla Macchina, a cui hanno insegnato a berciare come a un cantante si insegna a gorgheggiare do-re-mi-fa-sol-la. Sì, gli hanno insegnato a usare la voce per comandarti e sfotterti e umiliarti, Bernard. E lui la usa nel modo prescritto. «Sei laureato, tu? Bene, allora va' a pulire i cessi.» Al contadino e all'operaio, invece: «Razza di piercolo, da che fogna vieni? Non sai nemmeno contare, somaro?» Poi dispetti, addestramenti forzati, canagliate, fino a quando laureati e contadini e operai lo odiano in uguale misura, e il nucleo quasi perfetto è ottenuto. "Quasi" perché manca il tocco finale, l'ingrediente decisivo, e indovina qual è il tocco finale. L'ingrediente decisivo. È l'amore. L'amore concentrato sullo stesso bersaglio che stavolta è il tenente o meglio ancora il capitano. Insomma l'ufficiale buono, comprensivo, paterno, che ascolta e consola e magari si rivolge a te con il Lei. «È laureato, lei? Bravo, me ne rallegro. È contadino, lei? Bravo, me ne compiaccio. È operaio, lei? Bravo, me ne complimento.» Oppure: «Sì, la rampogna del sergente è stata eccessiva: lo rimprovererò a mia volta. Voglio essere un amico, per voi, in caso di bisogno rivolgetevi a me.» Bisogno? Che bisogno? Ormai l'unico bisogno di cui hanno bisogno è ricevere amore, darlo, e dall'odio per il sergente passano all'amore per il tenente o il capitano. Il-mio-capitano. Per il loro capitano accettano qualsiasi sacrificio, qualsiasi martirio, sono pronti a crepare. Con lui salteranno fuori dalla trincea, con lui si lanceranno contro la mitragliatrice che falcia, con lui uccideranno il nemico cioè il disgraziato che dall'altra parte della barricata ha subìto l'identico trattamento, con lui creperanno come bovi al macello. E questo, inutile dirlo, senza che sospettino d'esser le vittime d'un lurido imbroglio, le ruote di un ingranaggio ben oliato e ben collaudato. Perenne.”

I, IV, I; pp. 110–112
Insciallah

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“[Su Papa Francesco] È un bel furbacchione. Ha detto solo parole tardive e fumose sulla strage dei cristiani in Africa. E la Chiesa è la trincea di chi si oppone al controllo delle nascite. Ma il sovrappopolamento è la più drammatica crisi del nostro tempo. […] È un furbo in primis, e poi è argentino. Tutti gli italiani cattivi li abbiamo spediti in Argentina.”

Giovanni Sartori (1924–2017) politologo italiano

Origine: Citato in Antonello Caporale, Sartori: "Renzi bipede implume. E Obama tipo da quattro soldi", il Fatto Quotidiano, 30 giugno 2015; citato in Giovanni Sartori boccia tutti: "Obama è un incapace, Papa Francesco un furbacchione e Renzi un furbetto" http://www.huffingtonpost.it/2015/06/30/giovanni-sartori-boccia-tutti_n_7694004.html, HuffingtonPost.it, 30 giugno 2015.

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“E adesso, per favore, dimmi quando finirà la guerra: | sono stufo di stare nella mia trincea di lusso.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Ultimo discorso registrato, n. 8
Bufalo Bill

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