Frasi sul viaggio
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“Qui in ballo c'è il futuro di un modello politico, quello della Lega, che non è più un partito, ma almeno tre: c'è la Lega tradizionale di Maroni, quella xenofoba e lepenista di Salvini e ci sono i mille rivoli dei fuoriusciti che si richiamano in modo ancora più deciso alle origini di Bossi.”

Giorgio Gori (1960) giornalista, politico e imprenditore italiano

Origine: Dall'intervista di Alessia Gallione, Gori: "Sono accecati dall'odio per il Pd, ma i loro elettori stanno con me" https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2018/01/12/news/_gori_sono_accecati_dall_odio_per_il_pd_ma_i_loro_elettori_stanno_con_me_-186391115/, Rep.repubblica.it, 12 gennaio 2018.

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“Il modo migliore per ricordare ed onorare la vita dell'ultimo grande eroe del XX secolo è prenderlo da esempio. Mandela come Ghandi prima di lui e Martin Luther King hanno combattuto battaglie reputate ai tempi impossibili, e lo hanno fatto sfidando la visione del mondo tradizionale espressa dall'opinione pubblica, in nome dell'eguaglianza tra gli uomini.”

Loretta Napoleoni (1955) economista e saggista italiana

Origine: Da Nelson Mandela e la lotta alla moderna apartheid economica https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/07/nelson-mandela-e-la-lotta-alla-moderna-apartheid-economica/804316/, Ilfattoquotidiano.it, 7 dicembre 2013.

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“[Sulla recitazione] La cosa più difficile è far sorridere il pubblico in modo intelligente e importante, per i ruoli brillanti ci vuole una proprietà di tempi e di tecnica.”

Erika Blanc (1942) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Pasquale Ferro, Erika Blanc, una vita da artista https://www.ilmondodisuk.com/erika-blanc-una-vita-da-artista/, Ilmondodisuk.com, 14 gennaio 2013.

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“Il traffico di migranti non si ostacola facilmente. Dovremo fare tutto quello che abbiamo fatto lungo la rotta balcanica anche lungo la rotta Italia-Mediterraneo, in modo che sia chiaro che il tempo del lasciapassare verso la Mitteleruopa è finito, qualsiasi sia la rotta.”

Sebastian Kurz (1986) politico austriaco

Origine: Da un'intervista al quotidiano tedesco Bild am Sonntag; citato in Emergenza migranti, Austria: "Chiudere rotta verso Italia come Balcani" http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/13/news/migranti_kurz_rotta_balcani-135371047/, Repubblica.it, 13 marzo 2016.

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“Ho iniziato a giocare a sei anni nella squadra maschile […]. Non c'erano squadre femminili, quindi non avevo alternative. E sei vista un po' in modo strano, sei la ragazze che gioca con i maschietti. Le ragazze giocavano a pallavolo, facevano danza, e i maschietti giocavano a calcio. Io però mi facevo rispettare e penso sia stata una fortuna giocare coi maschi. Ti fa crescere caratterialmente.”

Lisa Boattin (1997) calciatrice italiana

Origine: Citato in Edoardo Siddi, Boattin si racconta: "Nedved il mio idolo, Chiellini un esempio. La Juve un sogno raggiunto grazie ai miei genitori" https://www.tuttojuve.com/primo-piano/esclusiva-tj-boattin-si-racconta-nedved-il-mio-idolo-chiellini-un-esempio-la-juve-un-sogno-raggiunto-grazie-ai-miei-genitori-450623, Tuttojuve.com, 14 dicembre 2018.

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“Negli ultimi anni mi sono dedicata (anche) alla regia teatrale e mi piace moltissimo. È per questo che forse al momento il ruolo che mi piace di più svolgere nel doppiaggio è quello di direttrice… in qualche modo il direttore del doppiaggio è un "regista", no?”

Georgia Lepore (1965) doppiatrice, attrice e cantante italiana

Origine: Da La voce dell’arte. Georgia Lepore https://ilovecoffeeing.wordpress.com/2014/09/22/la-voce-dellarte-georgia-lepore/, ilovecoffeeing.wordpress.com, 22 settembre 2014.

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“Non sento la nostalgia degli anni '80. È stato un periodo magico per chi come me ha avuto modo di crescere ascoltando Led Zeppelin, Bob Marley o Duran Duran. Solo che oggi è la vita vera a influenzarmi. A ispirare il mio ritrovato bisogno di fare musica e darmi la ricetta per trovare un mio stile personale.”

Nikka Costa (1972) cantante statunitense

Origine: Dall'intervista di Stefano Landi, Nikka Costa: «Dopo un'infanzia magica, voglio la normalità» http://www.corriere.it/spettacoli/17_giugno_02/nikka-costa-dopo-un-infanzia-magica-voglio-normalita-b2ca7100-46fa-11e7-b9f8-52348dc803b5.shtml, Corriere.it, 2 giugno 2017.

“Benché la testimonianza sopraccitata dimostri la sua reputazione di persona di intelligenza eccezionale, nessuno fra quanti ebbero contatti con lei sembra avere sospettato l'altezza del suo genio. Questa altezza si manifestò in svariate lettere, e soprattutto nella poesia. È una poesia la cui caratteristica più appariscente risiede nel suo totale il anticonformismo: il successo lentamente arriso alla Dickinson sarebbe venuto nei tempi moderni, quando retrospettivamente si trovarono in lei anticipazioni di esperienze centrali nella nuova letteratura americana. Tale anticonformismo riguarda tanto le idee, quanto la forma nella quale queste sono espresse; fra le prime balzando in primo piano l'ironia per non dire la sfiducia nell'incrollabile religiosità di stampo calvinista di cui era saturo il suo ambiente (non che questa religiosità da cui prese le distanze non lasciasse comunque tracce profonde nel suo modo di ragionare e di esprimersi), unita alla costante, intensa ricerca di un'elevazione, di una fuga dalla quotidianità, nel sogno e nell'avventura intellettuale vissuta con una concretezza accostabile ai cosiddetti poeti metafisici del Barocco inglese.”

Masolino D'Amico (1939) critico teatrale, traduttore e giornalista italiano

Origine: Da Il diamante Emily http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0998_01_1986_0296_0003_23320083/, La Stampa, 18 dicembre 1986, p. 3.

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“Fu il Ceresa buon figurista sì in grande, che in piccolo, ma ad olio solamente. Studiava le opere sue dal naturale, dal che ne risulta esatta correzione del disegno. Nell'inventare fu piuttosto aggiustato, che ferace. Si valse per lo più di colori vivaci e brillanti, caricando però gli scuri con molta forza: usò certo modo di tingere, che in parte a quello, che tenne il Querino nelle carnagioni, si accosta. Le figure sono aggraziate, ed espressive, e le sacre spirano. Fece li puttini assai carnosi, e, e che molto dilettano per le idee loro belle e ridenti.”

Francesco Tassi (1710–1782) storico dell'arte italiano

tomo I, Carlo Ceresa pittore, p. 246
Vite de' pittori scultori e architetti bergamaschi
Variante: Fu il Ceresa buon figurista sì in grande, che in piccolo, ma ad olio solamente. Studiava le opere sue dal naturale, dal che ne risulta esatta correzione del disegno. Nell'inventare fu piuttosto aggiustato, che ferace. Si valse per lo più di colori vivaci e brillanti, caricando però gli scuri con molta forza: usò certo modo di tingere, che in parte a quello, che tenne il Querino nelle carnagioni, si accosta. Le figure sono aggraziate, ed espressive, e le sacre spirano, e che molto dilettano per le idee loro belle e ridenti. (Carlo Ceresa pittore, p. 246)

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“Fin dai primi momenti della mia carriera mi sentivo guardata in un certo modo, quasi con soggezione. Mi vedevano alta, regale, con un portamento naturale che sembrava mettere in riga la gente. Entravo in scena, o in una stanza, e mi rimiravano come la Madonna.”

Rossella Falk (1926–2013) attrice italiana

Origine: Citato in Addio a Rossella Falk, grande mattatrice http://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2013/05/05/news/rossella_falk-58112536/, Repubblica.it, 5 maggio 2013.

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“Oggi Pina direbbe a Ugo che lo ama. Ma non solo oggi, da sempre. Gli diceva che lo stimava, ma era un modo per dirgli che lo amava.”

Milena Vukotic (1935) attrice italiana

Origine: Citato in Milena Vukotic commossa ai funerali di Paolo Villaggio: "Pina amava Fantozzi, gli sono grata" https://cinema.fanpage.it/milena-vukotic-commossa-ai-funerali-di-paolo-villaggio-pina-amava-fantozzi-gli-sono-grata/, Fanpage.it, 5 luglio 2017.

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“[Su Marlon Brando] Era bello in modo incredibile, portava i blue-jeans e una t-shirt bianca che gli fasciava il corpo. Noi in Italia non avevamo mai visto una cosa così.”

Lucia Bosé (1931) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Alain Elkann, Lucia Bosé: Affascinante come un animale http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,27/articleid,0197_01_2004_0182_0027_1389861/, La Stampa, 3 luglio 2004.

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“Una battaglia epocale: da una parte il socialismo, dall'altra parte una società di schiavi. Con un'élite finanziaria economica, protetta da un apparato militare, aiutata da un apparato culturale, che evita che vi siano idee come quelle socialista e comunista che possano in qualche modo mettere in discussione il sistema. (min. 16:33)”

Marco Rizzo (1959) politico italiano

Variante: Una battaglia epocale: da una parte il socialismo, dall'altra parte una società di schiavi. Con un'élite finanziaria economica, protetta da un apparato militare, aiutata da un apparato culturale, che evita che vi siano idee come quella socialista e comunista che possano in qualche modo mettere in discussione il sistema. (min. 16:33)

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“L'Iran imperiale disponeva di enormi risorse finanziarie che consentivano grandi innovazioni, in tutti i campi. Teheran era la meta obbligata di legioni di uomini d'affari occidentali, incolonnati come questuanti davanti ai ministeri, ansiosi di proporre prodotti e progetti. Non mi passò neppure per la testa l'idea che quel successo potesse condurre a un disastro. A ritorcesi contro lo scià fu l'eccessiva modernizzazione, compresa quella culturale. La precipitosa industrializzazione, pagata con i proventi petroliferi, non dette i frutti sperati. L'Iran non era competitivo sul piano internazionale e all'interno i consumi non erano sufficienti per mantenere le attività appena create. Si accentuò il declino dell'agricoltura, ferita da una riforma che, per volontà dello scià, aveva trasformato mezzadri e fittavoli in tanti proprietari troppo piccoli per sopravvivere. Così il distacco tra le città, gonfiate da popolazioni inurbate in gran fretta, e la società rurale era aumentato, ed era cresciuto in modo vertiginoso quello tra le classi beneficiate dalla pioggia petrolifera e quelle escluse, abbandonate a se stesse. Le campagne in favore dell'emancipazione femminile e dell'alfabetizzazione fecero emergere strati sociali subito assetati di libertà adeguate al loro nuovo status. Ma un apparato poliziesco severo, e spesso spietato, reprimeva quegli slanci suscitati dalle riforme. La monarchia non fu capace di gestire la modernizzazione (l'occidentalizzazione) che essa stessa aveva voluto. Non fu capace di rinunciare a un rigido autoritarismo che comprimeva la società civile in espansione.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Sulle strade di Teheran con la furia di un popolo http://download.repubblica.it/pdf/diario/31012004.pdf, la Repubblica, 31 gennaio 2004.

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“All'inizio il presidente Yoweri Museveni ha esitato a riconoscere l'estensione dell'Aids. Lo tratteneva, come capita per gli individui, un senso di vergogna; poi ha capito la necessità di affrontare a viso aperto la prova con una campagna nazionale. La quale comincia a dare i suoi frutti, poiché l'epidemia si estende meno rapidamente d' un tempo. Oggi l'Uganda non è un paese africano come gli altri. Conosce una crescita economica costante, il Fondo monetario internazionale lo considera uno dei suoi migliori allievi, e vive un esperimento democratico di notevole interesse. Esso è stato elaborato durante la guerra civile dal Movimento Nazionale della Resistenza, di cui l'attuale presidente, Museveni, era ed è il capo. Il pluripartitismo occidentale, essendo stati i partiti nel passato all'origine di tante sciagure nazionali, è per ora escluso o, per meglio dire, sotto esame; ma le elezioni si sono svolte, come promesso, e in un modo giudicato regolare; e le libertà di parola, di stampa e di associazione sono rispettate; mentre dei "consigli rivoluzionari" a vari livelli, dal villaggio alla capitale, garantiscono una partecipazione e un controllo popolari che non sembrano del tutto fittizi. Gli Stati del continente sono stati spesso ritagliati secondo gli interessi o le fantasie dei colonizzatori, e le nazioni appaiono artificiali: l'Uganda è invece un grappolo di monarchie tradizionali, federate con la forza; e, nell'insieme, quelle monarchie tendono a formare, non senza difficoltà, è vero, una nazione. Una nazione compatta? Sarebbe eccessivo sostenerlo. Ma senz'altro una nazione temprata dalle severe prove vissute dalla indipendenza in poi.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
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“Milosevic è una vistosa reliquia del nazionalismo primitivo, quello che, su scala assai più grande, con le sue degenerazioni ideologiche, ha provocato le tragedie del '900 europeo. È a questo nazionalismo, ricreatosi a pochi minuti di volo dalla nostra costa adriatica, che la Nato ha dichiarato di fatto la guerra. Quasi volesse distruggerlo prima di entrare nel nuovo millennio. È roba da lasciare al secolo che se ne va. Fallito il comunismo, anche nella sua eccentrica versione jugoslava, Milosevic si è gettato in quel nazionalismo: e nel giugno '89 ha dato solennità alla conversione recandosi nella pianura di Kosovo Polje, ai piedi del monumento alla battaglia del 1389 (da cui cominciò il dominio ottomano, durato quasi mezzo millennio), per annunciare che "mai più i serbi si sarebbero lasciati maltrattare". Con quel gesto e quelle parole Milosevic ha spazzato via tutto quel che Tito aveva fatto per contenere i nazionalismi balcanici. E ha dato il via, in modo più o meno diretto, a una serie di massacri in cui i serbi sono stati carnefici ma anche vittime, e da cui sono sempre usciti sconfitti. Sono stati ripudiati dagli sloveni e dai croati, e molti loro insediamenti secolari sono stati scalzati dalle province di confine bosniache e croate. E adesso il Kosovo. Il nazionalismo serbo assume a tratti una colorazione religiosa e messianica, ereditata dal ruolo nazionale che la Chiesa ortodossa ha avuto nei secoli. Nell'Europa occidentale il territorio della nazione si è sostanzialmente delineato prima che si creassero una lingua e una cultura comune. Al contrario la nazione serba non ha un quadro territoriale di riferimento. Le comunità, non sempre maggioritarie tra cattolici, ebrei e musulmani, si identificavano in rapporto alla Chiesa serba. Era serbo chi era ortodosso. Si sono così creati spazi mistici. Sono nate rivendicazioni territoriali stravaganti, dettate dagli avvenimenti politici del momento e dalle leggende. I poemi nazionali hanno cantato per secoli il Kosovo come "culla del popolo serbo", e così lo è diventato di fatto, e tale è rimasto benché abitato al novanta per cento da albanesi. Crollato il comunismo, Milosevic ha sfruttato quel sentimento, attorno al quale, nei momenti di tensione, si raccolgono anche tanti serbi di solito estranei ad ogni tipo di estremismo. La letteratura serba è generosa in opere in cui si piangono le terre perdute e in cui la nostalgia diventa passione violenta.”

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“Era a Pontigny, non so in quale occasione, al tavolo, R. M. du Gard fu sorpreso che non tenevo un diario. Parlando d'altro, sommerso dalle idee che percepivo nella coscienza, sembrava si insinuasse un pensiero chiaro e compatto - compatto in tutto il desiderio che lo animava: da oggi scriverò il diario, scriverò tutto ciò che vivo intimamente, tutto il residuo spirituale che mi lascia la vita, e - perché non ho mai fatto nulla senza amore, niente di utile dico - sapevo che questa decisione non sarei stata in grado di realizzarla in modo coerente se non "dedicandola" a qualcuno.”

Alice Voinescu (1885–1961) scrittrice, saggista e traduttrice rumena

Era la Pontigny, nu mai stiu cu ce prilej, la masă, R.M. du Gard s-a mirat mustrător că nu-mi ţin jurnalul. Vorbind despre altele, dedesubtul ideilor ce se perindau în conştiinţă, parcă se înfiripa un gând limpede şi compact - compact de tot dorul ce-l mâna: voi scrie de azi jurnalul, voi scrie tot ce trăiesc intim, tot reziduul spiritual ce-mi lasă viaţa şi – fiindcă niciodată nu am făcut nimic fără dragoste, nimic cu folos zic – ştiam că şi această hotărâre nu o voi putea realiza consecvent decât «dedicând-o» cuiva
Origine: Citato in Alice Voinescu a scris, în jurnalul ei, pagini inedite despre marile personalităţi interbelice: „Iorga o avea păcatele lui, dar e un om rar“ http://adevarul.ro/cultura/spiritualitate/video-alice-voinescu-jurnalul-ei-scris-pagini-inedite-despre-marile-personalitati-interbelice-iorga-pacatele-lui-e-om-rar-1_534525c20d133766a8a12773/index.html, Adevărul, 13 aprile 2014

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“L'importante nel doppiaggio, come nella recitazione in genere e forse nella vita, è essere sempre entro ciò che è misurabile ed attuabile, non andare oltre né fare troppo poco. Ciò che importa è insegnare l'essenzialità delle cose. Consiglio a tutti di vivere tutto con passione. È il modo migliore per dare un senso alla vita.”

Giorgio Lopez (1947) attore, doppiatore e dialoghista italiano

Origine: Da Intervista esclusiva a Giorgio Lopez http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2006/10/272669.shtml, a cura di Daniela Sgambelluri, Supereva.it, 27 ottobre 2006.

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“"Sentii parlare di lui alle riunioni di Mallarmè: lo dipingevano come un parlatore brillante; provai il desiderio di conoscerlo pur non sperando di riuscirvi. Mi venne in aiuto un caso fortunato, o meglio un amico al quale avevo confidato il mio desiderio. Invitammo Wilde una sera al ristorante. Eravamo quattro, ma fu lui il solo a parlare. Wilde non chiacchierava: raccontava. Per quasi tutto il pranzo non smise di raccontare. Raccontava lentamente, senza forzare il tono; già la sua voce era meravigliosa. Sapeva il francese in modo ammirevole, ma qua e la fingeva di cercare le parole per farle aspettare un po'. Non aveva quasi ombra di accento inglese, o se mai quanto gli piacesse conservarne, tale da conferire alle parole un suono a volte nuovo e strano. Anzichè "scepticisme" pronunciava volentieri "skepticisme"… Le storie a non finire che ci raccontò quella sera erano confuse e non tra le sue migliori; Wilde, insicuro di noi, ci saggiava. Della sua saggezza o follia non dispensava mai se non quanto l'ascoltatore, potesse a suo giudizio, recepire; a ciascuno forniva cibo secondo l'appetito; chi non si aspettava nulla da lui non riceveva nulla o se mai, un leggero schiumeggiare; e poichè si preoccupava innanzitutto di divertire, molti fra quanti si sono illusi di conoscerlo non hanno visto in lui che un essere spassoso.”

André Gide (1869–1951) scrittore francese

OSCAR WILDE in Memoriam (Ricordi) edizione numerata di 1000 copie Mario Luca Giusti Firenze 1979

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“Non c'è assoggettamento tanto perfetto quanto quello che mantiene l'apparenza di libertà: in questo modo si imprigiona la volontà stessa.”

Jean Jacques Rousseau (1712–1778) filosofo, scrittore e musicista svizzero di lingua francese

La Nouvelle Héloise