Frasi su poveraccio

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema poveraccio, cosa, essere, mondo.

Frasi su poveraccio

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“Io trovo vergognoso che tanti italiani e tanti europei abbiano scelto come vessillo il signor (si fa così per dire) Arafat. Questa nullità che grazie ai soldi della Famiglia Reale Saudita fa il Mussolini ad perpetuum e che nella sua megalomania credi di passare alla Storia come il George Washington della Palestina. Questo sgrammaticato che quando lo intervisti non riesce nemmeno a compilare una frase completa, un discorso articolato. Sicché per ricomporre il tutto, scriverlo, pubblicarlo, duri una fatica tremenda e concludi che paragonato a lui perfino Gheddafi diventa Leonardo da Vinci. Questo falso guerriero che va sempre in uniforme come Pinochet, mai che indossi un abito civile, e che tuttavia non ha mai partecipato ad una battaglia. La guerra la fa fare, l'ha sempre fatta fare, agli altri. Cioè ai poveracci che credono in lui. Questo pomposo incapace che recitando la parte del Capo di Stato ha fatto fallire i negoziati di Camp David, la mediazione di Clinton. No-no-Gerusalemme-la-voglio-tutta-per-me, Questo eterno bugiardo che ha uno sprazzo di sincerità soltanto quando (en privè) nega a Israele il diritto di esistere, e che come dico nel mio libro si smentisce ogni cinque secondi. Fa sempre il doppio gioco, mente perfino se gli chiedi che ora è, sicché di lui non puoi fidarti mai. Mai! Da lui finisci sistematicamente tradito. Questo eterno terrorista che sa fare solo il terrorista (stando al sicuro) e che negli Anni Settanta cioè quando lo intervistai addestrava pure i terroristi della Baader-Meinhof. Con loro, i bambini di dieci anni. Poveri bambini. (Ora li addestra per farne kamikaze. Cento baby-kamikaze sono in cantiere: cento!). Questa banderuola che la moglie la tiene a Parigi, servita e riverita come una regina, e che il suo popolo lo tiene nella merda. Dalla merda lo toglie soltanto per mandarlo a morire, a uccidere e a morire, come le diciottenni che per meritarsi l'uguaglianza con gli uomini devono imbottirsi d'esplosivo e disintegrarsi con le loro vittime. Eppure tanti italiani lo amano, sì. Proprio come amavano Mussolini. Tanti altri europei, lo stesso.”

Oriana Fallaci (1929–2006) scrittrice italiana

Origine: Da Sull'antisemitismo http://www.oriana-fallaci.com/18-aprile-2002/articolo.html, Panorama, 18 aprile 2002.

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“Sono solo un poveraccio che cerca di fare del cinema.”

Orson Welles (1915–1985) attore, regista e sceneggiatore statunitense

citato in James Naramore, Orson Welles

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“Nella lista dei libri caduti figurava sotto il numero trentanove un grosso volume antico dal titolo: Armamento e tattica dei lanzichenecchi. Esso era appena rotolato con gran fracasso giù dalla scaletta, che i portinai tubicini s'erano già trasformati in lanzichenecchi. Un immenso entusiasmo s'impadroni di Kien: il portiere era un lanzichenecco, che altro poteva mai essere? La figura tarchiata, la voce tonante, la fedeltà comprata a peso d'oro, la temerarietà che non rretrava davanti a nulla, nemmeno davanti alle donne, la millanteria e il continuo inconcludente sbraitare: un perfetto lanzichenecco. Da quel momento il pugno non gli fece più paura. Gli sedeva davanti un ben noto personaggio storico, e lui sapeva che cosa esso avrebbe fatto e che cosa non avrebbe fatto. Beninteso, la sua stupidità era tale da far rizzare i capelli: si comportava appunto come si addice a un lanzichenecco. Quel poveraccio, nato in ritardo, era venuto al mondo come un lanzichenecco soltanto nel ventesimo secolo e se ne stava rintanato tutto il giorno in quel suo buco oscuro, senza un libro, solo come un cane, esiliato dal secolo che era il suo e sbalestrato in un altro per il quale sarebbe sempre rimasto un estraneo. Collocato nell'innocua lontananza del XVI secolo il portiere si riduceva a niente, facesse pure il gradasso quanto voleva. Per dominare un uomo basta inquadrarlo storicamente. […] Quando s'accomiatava Kien lo trovava ridicolo. Il costume gli stava a pennello, ma ormai i tempi erano cambiati. Gli rincresceva che non sempre fosse possibile applicare il suo metodo storico. A Therese non c'era verso di trovare un posto adatto in tutta la storia dei popoli civili e incivili da lui conosciuti.”

1981, pp. 124-125
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“Lo dico e lo ripeto: Amato è un bugiardo e un poveraccio. È uno che deve far di tutto per restare lì dov'è, sulla poltrona. Ma che devo fare? Devo dire vaffanculo?”

Massimo d'Alema (1949) politico italiano, presidente del Consiglio dei Ministri dal 1998 al 2000

Origine: Citato in La Stampa, 11 marzo 1993; citato in Marco Travaglio, Carta Canta – Proto-Vaffa Day http://www.repubblica.it/2003/k/rubriche/cartacanta/21-settem/21-settem.html, Repubblica.it, 21 settembre 2007.

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“Io devo "buttare il sangue" se spero che MTV mi passi un intero concerto come fanno con Vasco Rossi, De Gregori e simili, per questo devo farmi aiutare da quei poveracci della TIM.”

Edoardo Bennato (1946) cantautore, chitarrista e armonicista italiano

Origine: Dopo-Concerto presso l'Arena Flegrea di Napoli.

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“La trattativa Lega-Forza Italia se l'è inventata lui, poveraccio. Il partito di Berlusconi neo-Caf non potrà mai fare accordi con la Lega. Lui è la bistecca e la Lega il pestacarne.”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

citato in Marco Travaglio, Peter Gomez, Berlusconi http://www.giannivattimo.it/Berlusconi.pdf
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“Il Poveraccio Emerito della Repubblica Francesco Prozac Cossiga rende noto, tramite un suo portavoce, di aver presentato un'interpellanza parlamentare al ministro dell'Interno: Per sapere se alla luce dell'articolo di Pier Luigi Battista sul quotidiano Corriere della Sera, se corrisponda a verità l'ipotesi da detto autorevole giornalista formulata, e pur considerando, se vera, la cosa assolutamente lecita se nell'interesse della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e della necessaria attività di informazione, disinformazione e controinformazione, i giornalisti Marco Travaglio e Giuseppe D'Avanzo siano nel 'libro paga' e per quale somma, del Capo della Polizia dott. Gianni De Gennaro, cui sono notoriamente legati da vincoli di amicizia e collaborazione, come dimostrato dalla loro campagna contro il SISMI; e per sapere inoltre, qualora l'ipotesi sia vera, se non ritenga di rendere permanente e più ampia la loro collaborazione, facendoli assumere come informatori occulti dal SISDE". Alcuni amici mi hanno telefonato per invitarmi a rispondere al Poveraccio Emerito: dicendo, per esempio, che (purtroppo) non ho mai conosciuto il dott. Gianni De Gennaro. Ma ho deciso di non rispondere. Attendo con sempre maggiore impazienza una soluzione più risolutiva: l'arrivo dell'ambulanza. Purtroppo è in ritardo. Di una quindicina d'anni.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

12 giugno 2006

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“Il Poveraccio Emerito della Repubblica Francesco Prozac Cossiga rende noto, tramite un suo portavoce, di aver presentato un'interpellanza parlamentare al ministro dell'Interno: "Per sapere se alla luce dell'articolo di Pier Luigi Battista sul quotidiano Corriere della Sera, se corrisponda a verità l'ipotesi da detto autorevole giornalista formulata, e pur considerando, se vera, la cosa assolutamente lecita se nell'interesse della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e della necessaria attività di informazione, disinformazione e controinformazione, i giornalisti Marco Travaglio e Giuseppe D'Avanzo siano nel 'libro paga' e per quale somma, del Capo della Polizia dott. Gianni De Gennaro, cui sono notoriamente legati da vincoli di amicizia e collaborazione, come dimostrato dalla loro campagna contro il SISMI; e per sapere inoltre, qualora l'ipotesi sia vera, se non ritenga di rendere permanente e più ampia la loro collaborazione, facendoli assumere come informatori occulti dal SISDE". Alcuni amici mi hanno telefonato per invitarmi a rispondere al Poveraccio Emerito: dicendo, per esempio, che (purtroppo) non ho mai conosciuto il dott. Gianni De Gennaro. Ma ho deciso di non rispondere. Attendo con sempre maggiore impazienza una soluzione più risolutiva: l'arrivo dell'ambulanza. Purtroppo è in ritardo. Di una quindicina d'anni.”

Francesco Cossiga (1928–2010) 8º Presidente della Repubblica Italiana

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