Frasi su pragmatico

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema pragmatico, modo, essere, paese.

Frasi su pragmatico

Alessandro Bergonzoni photo
Roberta Bruzzone photo
José Mourinho photo

“Chi vince un trofeo non è il migliore. È un modo pragmatico per giudicare una situazione.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Real Madrid (2010 – 2013)

Richard Stallman photo

“Se si vuole realizzare qualcosa al mondo, l'idealismo non è abbastanza; bisogna scegliere un sistema per raggiungere lo scopo. In altre parole, bisogna essere "pragmatici."”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

Permesso d'autore: idealismo pragmatico

Matteo Salvini photo
Giorgia Meloni photo
Jorge Luis Borges photo

“È una rivelazione confrontare il Don Chisciotte di Menard con quello di Cervantes. Questi, per esempio, scrisse (Don Chisciotte, prima parte, capitolo nono):«… la verità, la cui madre è la storia, emula del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e consiglio del presente, avvertimento dell'avvenire». Redatta nel XVII secolo, redatta dal «genio profano» Cervantes, quell'enumerazione è un mero elogio retorico della storia. Menard, invece, scrive:«… la verità, la cui madre è la storia, emula del tempo, deposito delle azioni, testimone del passato, esempio e consiglio del presente, avvertimento dell'avvenire». La storia, madre della verità; l'idea è stupefacente. Menard, contemporaneo di William James, non definisce la storia come un'indagine della realtà, ma come la sua origine. La verità storica, per lui, non è ciò che è avvenuto; è ciò che riteniamo che sia avvenuto. Le clausole finali – esempio e consiglio del presente, avvertimento dell'avvenire – sono sfacciatamente pragmatiche. È anche nitido il contrasto tra i due stili. Lo stile arcaizzante di Menard – in fin dei conti straniero – soffre di una certa affettazione. Non così quello del precursore, che impiega con disinvoltura lo spagnolo corrente della sua epoca.”

2003, p. 43
Finzioni, Il giardino dai sentieri che si biforcano, Pierre Menard, autore del Don Chisciotte

Ciriaco de Mita photo

“Non è che Taviani fosse un uomo di riflessione. Era piuttosto un uomo pragmatico.”

Ciriaco de Mita (1928) politico

Origine: Citato in Amedeo La Mattina, "Taviani sbagliava mai con i socialisti http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0394_01_2001_0176_0010_4181741/, La Stampa, 28 giugno 2001.

“Nella visione monadica ci domandiamo il motivo, l'origine la causa, quindi il "perché", nella visione pragmatica ci chiediamo "ciò" che accade qui e ora.”

Paul Watzlawick (1921–2007) psicologo e filosofo austriaco

Origine: Da Il codino del Barone di Münchhausen.

Tina Brown photo

“Mrs. Obama è una donna intelligente, tosta e pragmatica il cui ruolo è uguale a quello di Bill Clinton. Sarebbe una first lady attivissima e potrebbe seguire le orme di Hillary e candidarsi.”

Tina Brown (1953)

da «Un Paese depresso e affamato di poesia: Hillary è tutta prosa» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/06/Paese_depresso_affamato_poesia_Hillary_co_9_080206116.shtml, Corriere della sera, 6 febbraio 2008

Juli Zeh photo
Michela Marzano photo
Franco Basaglia photo
Ralf Dahrendorf photo
Elisabetta II del Regno Unito photo

“Siamo un popolo moderato e pragmatico, più a suo agio con la pratica che con la teoria.”

Elisabetta II del Regno Unito (1926–2022) regina del Regno Unito

Citazioni di Elisabetta II

Livio Berruti photo
Eric Hobsbawm photo
Noam Chomsky photo
Pier Paolo Pasolini photo
Isaac Herzog photo

“Sono un socialdemocratico che vuole sia il libero mercato sia la presenza dello stato. Sono un pragmatico che cerca di agire correttamente. Provo a portare queste contraddizioni dentro un sistema armonico e unito.”

Isaac Herzog (1960) politico israeliano

Origine: Citato in Ora Netanyahu è indietro nei sondaggi http://www.ilpost.it/2015/03/12/sondaggi-elezioni-israele-netanyahu-herzog/, Il Post.it, 12 marzo 2015.

Fabio Mussi photo
Marguerite Yourcenar photo
Alberto Ronchey photo
Mobutu Sese Seko photo

“La rivoluzione congolese non ha niente a che fare con quelle di Pechino, di Mosca o di Cuba. Non è fondata sulle teorie già esposte, né sulle dottrine straniere. È rivoluzionaria per la sua volontà di fare affidamento sulla popolazione e il suo scopo, che è quello di modificare il vecchio ordine delle cose. Ma si tratta di una rivoluzione veramente nazionale, essenzialmente pragmatica, nutrita dall'esperienza e identificando correttamente tutti gli aspetti della situazione del paese. Repudia totalmente il capitalismo e il comunismo, siccome egli, nella loro disputa per l'egemonia mondiale, hanno diviso le nazioni e i popoli in campi opposti.”

Mobutu Sese Seko (1930–1997) politico della Repubblica Democratica del Congo

Citazioni di Mobutu, Paroles du Président
Variante: La rivoluzione congolese non ha niente a che fare con quelle di Pechino, di Mosca o di Cuba. Non è fondata su teorie già esposte (confezionate, precostituite), né su dottrine prese in prestito. È rivoluzionaria per la sua volontà di fare affidamento sulla popolazione e per il suo scopo, che è quello di modificare il vecchio stato di cose. Ma si tratta di una rivoluzione veramente nazionale, essenzialmente pragmatica, nutrita dall'esperienza e che individua nel modo più esatto tutti gli aspetti della situazione del paese. Ripudia tanto il capitalismo quanto il comunismo, siccome l'uno e l'altro sistema, nella loro disputa per l'egemonia mondiale, hanno diviso le nazioni e i popoli in campi opposti.

Enver Hoxha photo
Beppe Severgnini photo

“Chi comanda in Ungheria da più di trent'anni, fino alla vigilia dell'89, è Janos Kadar: il più riuscito esempio di leader restauratore di un comunismo afflitto dall'incapacità di rendersi tollerabile. La sua carriera politica ha seguito un percorso zigzagante, tra stalinismo e riformismo, scandito da scomuniche e promozioni. Il suo è il classico curriculum vitae di un dirigente dell'Est. All'inizio non ha osteggiato l'insurrezione del'56, ma poi è stato uno dei "normalizzatori". Il pragmatico Kadar ha preso le distanze dal tumultuoso disordine, troppo traboccante di sognie di passioni, al tempo stesso rivolto contro il comunismo e in favore di un comunismo migliore. E ha finito col chiedere l'intervento sovietico, che comunque ci sarebbe stato. Con lo stesso realismo, arrivato al vertice del partito, ha adottato la politica dell'indulgenza. Non verso la contestazioneo la critica politica; ma verso i piaceri più individuali. LL'Ungheria è diventata con lui la meta dei privilegiati degli altri paesi comunisti, attirati dalle vetrine in cui erano esposti, non senza gusto e con insolita abbondanza, tanti prodotti introvabili nelle loro città, dai tessuti di qualità ai cosmetici più raffinati. Non mancavano la buona cucina e la vita notturna con la sua dose di erotismo. L'ideologia dei consumi, accompagnata da un certo laissezfaire nell'illusoria satira dei cabaret, funzionava da surrogato delle libertà fondamentali chieste durante l'insurrezione del'56 e respinte con la repressione. Con il suo comunismo "al gulash" Kadar raggiunse un consenso passivo invidiabile nelle altre capitali del socialismo reale, alcune delle quali assai più dotate di risorse dell'Ungheria, paese economicamente gracile con una testa enorme e fantasiosa quale era (ed è) la sua capitale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

“Il bombardamento americano dell'86 ha avuto l'effetto di un elettrochoc: più ancora delle bombe ha traumatizzato Gheddafi l'isolamento subito dal paese in quei momenti difficili. I fratelli arabi e gli amici africani gli hanno girato le spalle, l'Unione Sovietica e le altre nazioni socialiste l'hanno tenuto a debita distanza. La Libia aveva tutte le porte sbarrate: ai suoi fianchi i confini con la Tunisia e l'Egitto erano chiusi, a Sud era ancora in corso la guerra col Ciad e dal Mediterraneo erano appena arrivati i fulmini di Reagan. Cosi è cominciata la svolta pragmatica di Gheddafi. Anzitutto egli ha ammorbidito la situazione interna: ha liberato gran parte dei prigionieri politici, più quelli detenuti per delitti d'opinione che i veri oppositori del regime, ha soppresso la giustizia sommaria esercitata dai comitati rivoluzionari, ha avviato la liberalizzazione del commercio e autorizzato l'importazione di beni di consumo. Vuotando o sfoltendo le prigioni, riempiendo i negozi e aprendo le frontiere Gheddafi ha dato un po' di respiro ai libici. Ne avevano bisogno. Essi avevano rivelato di essere giunti ai limiti della sopportazione quando avevano espresso con molta parsimonia la loro solidarietà al regime dopo i bombardamenti americani. Ma è veramente cambiato Gheddafi? È rinsavito sul serio? Una cosa è certa: lo stacco tra quel che dice e quel che fa si è notevolmente allargato.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
Turi Vasile photo

“Io sono siciliano, ma la Sicilia è la terra delle contraddizioni. Capace delle passioni ma anche degli abbattimenti, è la patria del razionalismo che deborda nella poesia, per cui perde la sua capacità pragmatica.”

Turi Vasile (1922–2009) produttore cinematografico, regista e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in Giovanni Massa, Poesia e Razionalità La Sicilia di Vasile http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/09/16/poesia-razionalita-la-sicilia-di-vasile.htmlìì, Repubblica.it, 16 settembre 2009.