Frasi su Dio
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“Senza la colpa, nessuna coscienza dell'esistenza divina. Perciò è raro trovare Dio in una coscienza che ignori i tormenti del peccato.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Lacrime e santi

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“Migliaia di volte mi sono ritirato in quel ripostiglio che è il cielo; migliaia di volte ho ceduto al desiderio di soffocarmi in dio.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Sillogismi dell'amarezza

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“Senza lidea del suicidio, mi sarei ucciso subito.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Sillogismi dell'amarezza

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“Se obbedissi al primo impulso, passerei le giornate a scrivere lettere di ingiurie e di addio.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Confessioni e anatemi

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“Si diventa tolleranti soltanto nella misura in cui si perde di vigore, si cade amabilmente nell'infanzia, e si è troppo stanchi per tormentare gli altri con l'amore o con l'odio.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Su due tipi di società. Lettera a un amico lontano
Storia e utopia

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“È l'Antico degli Antichi — questa espressione dello Zohar è quanto di meglio sia stato detto su Dio.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

p. 29

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“Un dio comincia a diventare falso nel momento in cui nessuno si degna di farsi ammazzare per lui.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

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“Se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

citato in Carlo Macchitella, Il gigante nano: il sistema radiotelevisivo in Italia: dal monopolio al satellite, RAI-ERI, 1985

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“R: Quattro delle cinque cose, allora ne poteva dire solo quattro! È come se arriva Mosè con la Tavola dei Dieci Comandamenti e dice: "Ahò, m'ha detto Dio che su sti dieci, se si può sei o sette…"”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Il Fatto; "Serata d'onore con Roberto Benigni" 10 maggio 2001
Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Con Roberto Benigni

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“Il migliore stadio del mondo sia dal punto di vista strettamente estetico che da quello della funzionalità delle sue attrezzature sportive e della comodità per il pubblico: un'opera all'altezza di Firenze.”

Hugo Meisl (1881–1937) calciatore e allenatore di calcio austriaco

citato in Il marchese Ridolfi, l'ingegner Nervi e lo stadio di Firenze, www.museofiorentina.it http://www.museofiorentina.it/news/museo-viola-news/205-il-marchese-ridolfi-lingegner-nervi-e-lo-stadio-di-firenze.html

“Ma la cosa più sorprendente era l'enorme cumulo di ossa.”

riferendosi al campo di battaglia dopo l'assedio di Antiochia
Alessiade

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“[Carlo Cassola] Un'aria ferma di tedio stupefatto.”

Franco Fortini (1917–1994) saggista, critico letterario e poeta italiano

citato in Corriere della sera, 4 giugno 2003

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“Devi saperlo, è un vivace saluto l'addio. | Il ramo, che morì, lo sa.”

Franco Fortini (1917–1994) saggista, critico letterario e poeta italiano

Questo muro

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“Tra i benefizi che ci ha fatto Iddio, | Non è mica il minor quelle del vino.”

Niccolò Forteguerri (1674–1735) accademico e presbitero italiano

XVII, 1
Ricciardetto
Origine: Citato in Harbottle, p. 428.

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“Ti gavevi rasone: se pol smover tuto, perfin la Scala. OSTIA!! E la smoveremo insieme.”

Luigi Nono (1924–1990) compositore italiano

da una lettera a Claudio Abbado, citato in Corriere della sera, 30 dicembre 2008

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“La scuola è quell'esilio in cui l'adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.”

Maria Montessori (1870–1952) pedagogista, filosofa e medico italiana

Origine: Citato in Claudio Nutrito, I due magnifici insolenti, Effepi Libri, 2011, p. 68.

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“L'America Latina confina a nord con l'odio, e non ha altri punti cardinali.”

Luis Sepúlveda (1949) scrittore, giornalista e sceneggiatore cileno

Origine: Da Una Sporca Storia.

“Chi si propone l'amore del prossimo senza l'amore a Dio, cerca se stesso.”

Andrea Gasparino (1923–2010) presbitero e scrittore italiano

Richiami del deserto

“Di tanto in tanto mi esercito a dare a Dio qualche gioia?”

Andrea Gasparino (1923–2010) presbitero e scrittore italiano

Richiami del deserto

“La forza di Dio e l'aiuto dei fratelli sono due mezzi potentissimi contro lo scoraggiamento.”

Andrea Gasparino (1923–2010) presbitero e scrittore italiano

Richiami del deserto

“La più bella scuola di gioia è aprire gli occhi sui doni che Dio ci fa.”

Andrea Gasparino (1923–2010) presbitero e scrittore italiano

Richiami del deserto

“La preghiera è lasciare che l'amore di Dio entri in noi e nei fratelli: per questo la preghiera è amore.”

Andrea Gasparino (1923–2010) presbitero e scrittore italiano

Richiami del deserto

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“Oh, se soltanto i peccatori sapessero di essere l'opera di Dio e la gioia del suo cuore! "Siamo opera delle sue mani”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Ef 2,10). Se il peccatore fosse sicuro che la sua condizione agli occhi di Dio è sempre stata tra le preoccupazioni dell'Onnipotente ed è stata presa in considerazione fin dall'eternità, e che la mente di Dio di è data pensiero nel corso dei secoli del uso ritorno, e che i cieli e quanto contengono restano in attesa della sua conversione, allora non si vergognerebbe mai di se stesso, non disprezzerebbe la propria possibilità di conversione, non rimanderebbe il suo ritorno.

“Il peccato non ha più il potere di separare l'uomo da Dio”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Comunione nell'amore, Il pentimento

“Il pentimento consiste nel cadere nelle braccia di Dio”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Comunione nell'amore, Il pentimento

“Ma Dio conosce veramente quel che accade al peccatore in preda a una simile pena e angoscia? Per avere una risposta a questo interrogativo sentiamo Cristo che dice: "Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Mt 26,41). "Donna … nessuno ti ha condannata? … Neanch'io ti condanno, va' e d'ora in poi non peccare più" (Gv 8,10-11). "Vuoi essere guarito?" (Gv 5,6).

“Questo cambiamento [il retrocedere dell'uomo vecchio e l'inizio dell'attività dell'uomo nuovo] può prodursi progressivamente, per mezzo di molti sforzi, di fatiche e di tentativi, sostenuti con pazienza e tenacia, grazie anche a molte preghiere con lacrime, grida, violenza, dolore e tristezza. Infatti si tratta di una dolorosa duplice operazione di morte e di parto, espressa da una stessa parola nella Bibbia [1]: sono da un lato i dolori della morte dell'uomo vecchio recalcritrante che vi si oppone con tutto il suo essere e dall'altro i dolori del parto dell'uomo nuovo: essi implicano un'immensa trasformazione dell'essere che l'uomo subisce faticosamente, perché rinasce a immagine del suo Creatore nella giustizia e nella santità della verità. Le forze repulsive richieste per espellere il vecchio e el eforze di attrazione necessarie per mettere in opera il nuovo superano le capacità umane. È come se l'essere uomo dovesse ingaggiare la lotta contro se stesso e mettersi a morte. Se non fosse stato per le qualità eccezionali dell'uomo nuovo, la nuova nascita sarebbe stata impossibile. Ma Dio l'ha creato perché viva, perché domini e nulla possa impedirgli di vivere. Le forze vitali dell'uomo nuovo hanno la meglio sugli atteggiamenti recalcitranti dell'uomo vecchio, con una potenza invincibile che il soggetto percepisce con ammirazione, chiedendosi da dove gli venga questo aiuto, e perché prima fosse nascosto. Egli ha l'impressione di essere liberato da ciò che l'ostacolava e comincia a discernere come l'eco di una voce che lo chiama dall'intimo del suo essere e che lo invita alla traversata. Tuttavia questo stesso cambiamento può anche prodursi all'improvviso – come testimonia l'esperienza di molti – senza sforzo né dolore, come un risveglio dopo un profondo sonno. Sul punto di nascere, l'essere nuovo attende solo più un impulso della grazia, in un movimento di fede ardente nel cuore. Allora si sveglia, si manifesta e suscita lo stupore e l'ammirazione. Si dice allore che il tale si è "rinnovato", si è trasformato. Egli stesso percepisce bene che qualcosa è cambiato nel suo essere, nel suo fisico, nel suo stesso corpo. La sua voce, la sua intonazione, l'espressione del suo viso hanno qualcosa di nuovo. Una gioia serena inonda il suo cuore e sprizza dal suo viso e da tutto il suo essere. La calma interiore colma tutta la sua vita: altrettanti segni che una nuova nascita nello Spirito è effettivamente avvenuta. L'uomo si sente riempito di nuove energie spirituali che gli sembrano venire dall'alto ma che, in realtà, hanno la loro origine all'interno, nell'essenza stessa della sua creazione e della sua eredità celeste. [1] Il travaglio del parto (cf. Rm 8,22) e l'agonia della morte (cf. At 2,24) sono espressi in greco dallo stesso termine: odinas.”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Il cristiano: nuova creatura

“Dio ha creato il mondo. Prima o poi ci riproverà.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Dio sì... ma di cognome?

“Io credo in Dio. Il problema è che credo a tutti.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Dio sì... ma di cognome?

“Dio c'è. O c'è stato. O sta rinquattato.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Dio sì... ma di cognome?