Frasi su antologia

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema antologia, citata, italiano, poesia.

Frasi su antologia

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“Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza; per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso. Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra. Così qui l'intero fenomeno aderisce ancora strettamente al tronco della natura, dal quale è germogliato, ed è partecipe dell'inconsapevole onniscienza della grande Madre. Solo dopo che l'intima essenza della natura (la volontà di vivere nella sua oggettivazione) s'è elevata attraverso i due regni degli esseri incoscienti e poi, dopo essere passata, vigorosa ed esultante, attraverso la serie lunga e vasta degli animali, è giunta infine, con la comparsa della ragione, cioè nell'uomo, per la prima volta alla riflessione: allora essa si stupisce delle sue proprie opere e si chiede che cosa essa sia. La sua meraviglia, però, è tanto più seria, in quanto essa si trova qui per la prima volta coscientemente di fronte alla morte, e, accanto alla caducità di ogni esistenza, le si rivela anche, con maggiore o minore consapevolezza, la vanità di ogni aspirazione. Con questa riflessione e con questo stupore nasce allora, unicamente nell'uomo, il bisogno di una metafisica: egli è dunque un animal metaphysicum.”

Il mondo come volontà e rappresentazione
Origine: Citato in Umberto Antonio Padovani, Andrea Mario Moschetti, Grande antologia filosofica, Marzorati, Milano, 1971.

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“Giustino Fortunato e Benedetto Croce rappresentano […] le chiavi di volta del sistema meridionale e, in un certo senso, sono le due più grandi figure della reazione italiana.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

Alcuni temi della questione meridionale, p. 45
La questione meridionale
Origine: Il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni. Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi più ampi.» La questione meridionale, p. 38.

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“E se un epitaffio dovesse esser la mia storia | ne avrei uno breve pronto per me. | Avrei voluto scrivere di me sulla mia lapide: | ebbi una lite d'innamorato col mondo.”

Robert Lee Frost (1874–1963) poeta statunitense

Origine: Da The Lesson for Today, citato in A.a. V.v., Antologia della critica americana del Novecento, a cura di Morton Dauwen Zabel, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, 1962, p. 79 http://books.google.it/books?id=A9XEvLggfz8C&pg=PA79.
Origine: Citato nel film Una canzone per Bobby Long (2004): «Se un epitaffio dovesse raccontare la mia storia, | ne avrei uno breve già pronto | sulla mia lapide: | ho avuto una lite d'amore con il mondo.»

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“Caro professore [Pasquale Leonetti]. Le sono molto grato del suo Alfieri. Mi congratulo con lei, che ha dottrina a fine criterio. Ho veduto quasi tutto l' «Agamemmone». La prefazione introduttiva è un modello di sobrietà e compiutezza…”

Nicola Zingarelli (1860–1935) filologo italiano

citato in Antologia Alfieriana da Pasquale Leonetti, postfazione a Vittorio Alfieri, Saul, Società Editrice Dante Alighieri, 1934

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“Icaro mi fa tornare in mente il volo di Lauro De Bosis, che dovrebbe esserle carissimo. Era nato nel 1901 e aveva poco più di vent'anni quando fu invitato a New York e avvertì gli americani dell'infamia della dittatura fascista: proprio come fece poi il Gaetano Salvemini cui lei si ispira, e che fu fra gli amici di Lauro. Nel 1926 insegnò a Harvard e nel 1927 scrisse il poema intitolato così: "Icaro". I suoi famigliari e collaboratori furono arrestati mentre lui tornava dall'Italia in America. Si fermò a Parigi, faceva il portiere d'albergo, traduceva, studiava, preparava antologie di poeti, imparava a guidare l'aereo. Nel 1931 una sottoscrizione gli consentì di acquistare un piccolo velivolo e di caricarlo di volantini. Il 3 ottobre decollò da Marsiglia, arrivò sopra Roma, scese a una quota bassissima, versò su piazza Venezia e sul resto del centro 400 mila manifestini. Aveva preparato tre testi diversi. In uno si leggeva fra l'altro: "Chiunque tu sia, tu certo imprechi contro il fascismo e ne senti tutta la servile vergogna. Ma anche tu ne sei responsabile con la tua inerzia. Non cercarti un'illusoria giustificazione col dirti che non c'è nulla da fare. Non è vero. Tutti gli uomini di coraggio e d'onore lavorano in silenzio per preparare un'Italia libera". De Bosis sapeva che il carburante non gli sarebbe bastato per il ritorno. Precipitò in mare vicino all'isola d'Elba, Icaro di se stesso. La notte prima aveva scritto una "Storia della mia morte". Non era invasato di morte, come gli assassini-suicidi delle Torri. Pensava semplicemente che bisognasse. "Mentre, durante il Risorgimento, i giovani pronti a dar la vita si contavano a migliaia, oggi ce ne sono assai pochi. Bisogna morire. Spero che, dopo me, molti altri seguiranno, e riusciranno infine a scuotere l'opinione."”

Adriano Sofri (1942) giornalista, scrittore e attivista italiano

La sua compagna, la famosa attrice Ruth Draper, intitolò a lui una donazione per una cattedra di italianistica a Harvard. Quel Gaetano Salvemini vi tenne le sue famose lezioni sulle origini del fascismo.
Origine: Da Una mia vecchia lettera non spedita a Oriana Fallaci, il Foglio, 29 marzo 2016.

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“In ogni repubblica vi dovrebbe essere un corpo adatto a correggere i pregiudizi, frenare le passioni smodate e controllare le opinioni incostanti di un'assemblea popolare.”

Alexander Hamilton (1757–1804) politico e economista statunitense

da Elogio della stabilità, in Antologia degli scritti politici, p. 152

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“Non è prudente demandare i poteri che dovrebbero spettare all'Unione ad organi che non possono essere continuamente e precisamente controllati.”

da Osservazioni generali sulla Costituzione, Federalista, n. 84; in Antologia degli scritti politici, p. 144

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“Attribuire ad ognuno la direzione di ciò che il suo occhio riesce a sorvegliare.”

Thomas Jefferson (1743–1826) 3º presidente degli Stati Uniti d'America

dalla lettera a Joseph C. Cabell, 2 febbraio 1816; in Antologia degli scritti politici, p. 109
Origine: Questo precetto è considerato l'anticipazione del principio di sussidiarietà adottato dall'Unione Europea a partire dal Trattato di Maastricht del 1992.

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“Uscir di se medesimo, e parlare al maggior numero possibile di uomini, egli è il più dolce, il più proficuo, il più sacro dovere e del buon poeta e d'ogni vero scrittore.”

Niccolò Tommaseo (1802–1874) scrittore italiano

da L'Antologia, agosto 1831; citato in Dizionario estetico; citato in Giovanni Gambarin, Ateneo veneto, vol. 129, n.° 1-3, 1942, pp. 20-21

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“Napoli ride int'a 'na luce 'e sole | chiena 'e feneste aperte e d'uocchie nire.”

Ferdinando Russo (1866–1927) poeta italiano

citato in Francisco Protonotari, Nuova antologia, Volumi 473-474, Roma, 1958

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“Per condiscendenza un peso è più pesante in discesa che in salita.”

Marcel Duchamp (1887–1968) pittore, scultore e scacchista francese

citato in André Breton, Antologia dello humor nero, Einaudi 1970, p. 290

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“Scrivere non è vivere. È forse sopravvivere a se stessi.”

Blaise Cendrars (1887–1961) scrittore svizzero

citato in Mario Lunetta, Poesia italiana oggi: un'antologia critica degli ultimi poeti, Newton Compton editori, 1981

“Non so di che specie egli [Dino Campana] fosse: se superiore o inferiore alla comune nostra; certo è ch'era di altra specie. […] Da lui e dal coetaneo Ungaretti, s'inaugura un tono intimo e grave nella nostra ultima poesia.”

Emilio Cecchi (1884–1966) critico letterario e critico d'arte italiano

Origine: Da L'Approdo, gennaio-febbraio 1952; citato in Antologia critica a Dino Campana, Canti orfici e altri scritti, Oscar Mondadori, 1972.

“La donna è tutta fiele; ha due momenti buoni nel letto e nella tomba.”

Pallada poeta e grammatico greco antico

da Antologia Palatina, XI, 381; citato in Prosper Mérimée, Carmen, traduzione di Franco Montesanti, Garzanti Editore, 1984

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“Le scrittrici, nei manuali e nelle antologie, praticamente non esistono (e per di più, spesso, vengono relegate in un capitolo a parte, come se vivessero, o fossero vissute, in un mondo parallelo, tutto femminile). Insomma, nel regno della letteratura "canonica", le scrittrici sono ancora "il secondo sesso."”

Maria Rosa Cutrufelli (1946) scrittrice e giornalista italiana

Origine: Dall'intervista inclusa in Narrativa, n. 37, Femminismi: teoria, critica e letteratura nell'Italia degli anni 2000, Presses Universitaires de Paris Ouest, 2015. ISBN 2-907335-233-9

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“Anfibio genere letterario, l'antologia oscilla naturalmente tra il museo e il manifesto.”

Edoardo Sanguineti (1930–2010) poeta italiano

da Poesia italiana del Novecento, Einaudi, 1969, vol. I, introduzione

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“Il paradosso della lirica moderna sembra consistere in questo: una suprema illusione di canto che miracolosamente si sostiene dopo la distruzione di tutte le illusioni.”

Sergio Solmi (1899–1981) scrittore, poeta e saggista italiano

Origine: Citato in in Gaetano Munafò, Quasimodo, Poeta del nostro tempo, Introduzione e guida allo studio dell'opera di Salvatore Quasimodo. Storia e antologia della critica, Le Monnier, Firenze, 1973, p. 18.

“La scoperta della Sicilia è uno dei motivi più fertili e frequenti della letteratura sette-ottocentesca dei «viaggiatori» stranieri in Italia. L'aspirazione al mitico, solare Sud sembra, nella immaginazione di tedeschi, inglesi francesi nordici, raggiungere l'apice più ricco di sorprese e di novità nell'esplorazione attonita, stupita (ma non per questo meno animata da vigile spirito critico e selettivo) dell'isola «del sole», della «terra del fuoco», della «terra della primavera perenne»
Ma la scoperta – come "comprensione" e serena valutazione – della Sicilia è un fatto che riguarda ancor oggi noi italiani. E possiamo compierla, completarla anche seguendo la lunga eco che il Viaggio in Sicilia ha suscitato attraverso le pagine dei viaggiatori stranieri.
Ogni scrittore, dal Settecento al Novecento, possiede una sua «retorica» della Sicilia, che è in parte la retorica del suo tempo, in parte il contributo di una propria suggestione, colma d'attesa e di speranza. E la scoperta si conclude sempre, o quasi sempre, col senso di una gioiosa meraviglia: questo sentimento di un mirabile remoto paradiso che aveva donato al Goethe il gusto dolcissimo e malinconico della sua celeberrima evocazione:
«sai tu la terra ove i cedri fioriscono?
Splendon tra le brune foglie arance d'oro
pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro
umil germoglia il mirto, alto l'alloro…»
Da Goethe a Peyrefitte – i due estremi cronologici e spirituali di questa antologia – il senso dell'ammirata scoperta si ripete e si conferma.”

dalla prefazione a Viaggiatori stranieri in Sicilia

“Non lo dimentichiamo: esistono treni rapidi che «avvicinano» Torino (o Düsseldorf) al meridione, c'è la televisione che invia messaggi di… unità attraverso i presentatori e le acconciature delle belle annunciatrici, c'è il cinema, ci sono anche i libri e i rotocalchi (senza contare l'azione più specificamente politica dei partiti governativi e delle opposizioni)… Pure non si sfugge all'impressione che il Mezzogiorno resti ancora e in larga parte la terra solitaria e difficile, talvolta incomprensibile, che Abba e gli altri – le armi in pugno – vennero a scoprire e a «ricondurre» all'Italia vincendo, com'è noto, molte e cruente e gloriose battaglie ma in definitiva perdendo la loro guerra liberatrice. […] non è una affermazione che si faccia a cuor tranquillo, giacché resta comunque incomprensibile come un secolo così complesso di tragedie e di sommovimenti possa aver lasciato tanta parte del Mezzogiorno ferma ed estranea.
Come è possibile questo?
Se appena però ci si rifiuta di limitare il ragionamento alle modifiche più evidenti e naturali del costume meridionale (del resto molto limitate per esempio nei paesi dell'interno) e si bada invece al crescente dislivello nello sviluppo economico e culturale del sud rispetto alle altre regioni italiane (dislivello paurosamente cresciuto negli ultimi dieci anni) si deve ammettere come un dato della situazione italiana la perdurante «estraneità» del sud rispetto al resto della Nazione.
Né vi può ormai essere alcuno disposto seriamente a imputare questo ai meridionali in genere e non al blocco industriale-agrario che ha guidato secondo il proprio interesse la Nazione determinando per il Mezzogiorno una funzione e un destino coloniali.”

Aldo De Jaco (1923–2003) giornalista e scrittore italiano

da Letteratura e Mezzogiorno a cento anni dall'Unità, in Francesco D'Episcopo, «Le ragioni narrative» 1960-1961, Antologia di una rivista, Tullio Pironti Editore, Napoli, 2012, pp. 194-195. ISBN 978-88-7937-408-8

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“Source: In Antologia della letteratura latina, p. 908.”

Cleobulo filosofo greco antico

Nessuno sarà a lungo felice per i suoi delitti.
Felix criminibus nullus erit diu.
Origine: Citato in Decimo Magno Ausonio Septem sapientium sententiae, traduzione di Manlio Simonetti; citato in Antologia della letteratura latina, p. 909.