Frasi su campione
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“[Chi è il calciatore più forte della serie A? ] Higuain, senza dubbio il più forte è lui. Un grande attaccante, completo, segna e fa segnare, un grande campione, il centravanti della nazionale argentina.”

José María Callejón (1987) calciatore spagnolo

Origine: Citato in Callejon non ha dubbi: "Tevez? Il giocatore più forte della Serie A è Higuain" http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2014/03/01/4653759/callejon-non-ha-dubbi-tevez-il-giocatore-pi%C3%B9-forte-della-serie-a-, Goal.com, 1° marzo 2014.

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“[Sull'esperienza all'Inter] Ho bellissimi ricordi dell'Inter. Non scorderò mai il mio esordio in Coppa Italia contro la Juve. Ero a Viareggio e mi chiamarono per giocare con campioni del calibro di Matthäus e Brehme. Stavo bene: Moratti mi considerava fondamentale e mi diceva che ero incedibile, che dovevo dare una mano a far ambientare i nuovi compagni.”

Marco Delvecchio (1973) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Dall'intervista per I Signori del calcio, Sky; citato in Delvecchio: "Amareggiato quando andai via dall'Inter" http://www.fcinternews.it/news/delvecchio-amareggiato-quando-andai-via-dall-inter-78208, Fcinternews.it, 28 aprile 2012.

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“Il fatto è che Mario è uno che ha i colpi, non un campione determinante per la squadra.”

Cesare Prandelli (1957) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Andrea Santoni, Prandelli: Io minacciato. Balotelli non è un campione http://www.corrieredellosport.it/calcio/mondiali_2014/2014/07/08-368491/Prandelli%3A+Io+minacciato.+Balotelli+non+%C3%A8+un+campione, Corriere dello Sport.it, 8 luglio 2014.

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“Se possedessi un club, Tony Pulis sarebbe il primo manager che contatterei. È perfetto, è una garanzia per raggiungere l'obiettivo che un club vuole. Non ha mai allenato un club che vuole diventare campione, non ha mai allenato un club che vuole rimanere tra le prime quattro d'Inghilterra, ha sempre e solo allenato squadre che dovevano sopravvivere, salvarsi e avere la giusta stabilità. Tony Pulis è matematica e il suo record è incredibile.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Chelsea (2013-2015)
Origine: Dalla conferenza stampa prima della partita contro il West Bromwich Albion (testo in lingua originale citato in Oliver Todd Jose Mourinho: If I owned an English club, I would make Tony Pulis manager... he is a guarantee of delivering what a club wants http://www.dailymail.co.uk/sport/football/article-3083386/Jose-Mourinho-owned-English-club-make-Tony-Pulis-manager-guarantee-delivering-club-wants.html, Dailymail.co.uk, 15 maggio 2015); citato in Mourinho: "Se possedessi un club, contatterei Tony Pulis" http://www.maidirecalcio.com/2015/05/19/mourinho-se-possedessi-un-club-contatterei-tony-pulis.html, MaiDireCalcio.com, 19 maggio 2015.

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“Life is now è una cosa vergognosa. La vita non è soltanto adesso, è anche adesso, ma deve esserci un po' di passato e tanto di futuro, non si è solo ragazzini, si è stati bambini e saremo vecchi. Io non sono meno importante di mio nipote!”

Enzo Bearzot (1927–2010) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Citato in «Bearzot, campione anche nella fede» http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-bearzot-campioneanche-nella-fede-243.htm, La Bussola Quotidiana.it, 21 dicembre 2010.

“Pogba può diventare un campione di livello europeo. Ha le tre C del grande centrocampista: contrasta, costruisce e conclude.”

Franco Rossi (1944–2013) giornalista italiano

Con data
Origine: Da un tweet https://twitter.com/francorossicom/status/356356523674451969 del 14 luglio 2013.

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“Campione della verità.”

Teodoreto di Cirro (393–458) vescovo e storico della scuola di Antiochia

Citazioni di Teodoreto

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“Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d'Europa e il Benfica, senza di me, non vincerà mai più una Coppa dei Campioni.”

Béla Guttmann (1899–1981) allenatore di calcio e calciatore ungherese naturalizzato austriaco

Origine: Il 2 maggio 1962 il Benfica conquistò la sua seconda Coppa dei Campioni battendo 5-3 il Real Madrid in finale. Dopo la vittoria, Guttmann chiese alla dirigenza un premio extra per sé. Dopo il rifiuto da parte della società di concedere tale premio, Guttmann, offeso, decise di lasciare il club e scagliò questa maledizione contro il Benfica. La prima parte della maledizione si è rivelata sbagliata: il Porto vinse la Coppa dei Campioni (poi Champions League) nel 1987 e nel 2004. La seconda parte invece si è, almeno per il momento, avverata: il Benfica non ha più vinto la Coppa dei Campioni (né tanto meno altri trofei europei), perdendo ben cinque finali nelle edizioni successive della competizione europea.
Origine: Citato in Luca Valdesseri, Cento anni senza vincere una coppa La maledizione eterna del Benfica https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2013/maggio/17/Cento_anni_senza_vincere_una_co_0_20130517_2f922bb2-beb3-11e2-bef8-c5ab4aaffbd8.shtml, Corriere della Sera, 17 maggio 2013, pp. 54-55.
Origine: Citato in Andrea Sorrentino, Benfica, resiste la maledizione di Guttmann: "Non vincerete più una Coppa per 100 anni" http://www.repubblica.it/rubriche/la-storia/2013/05/16/news/benfica_maledizione_guttmann-58913532/, Repubblica.it, 16 maggio 2013.

“[Sulla Juventus nel 1934] Hanno creato un ambiente che, come una macchina per impastare tutti i caratteri, ne farne il tipo unico mai illuso e mai disperato, mai troppo ottimista e mai troppo pessimista. Mai agitato e mai placato.
Cadere nella macchina un Monti o un Cesarini, un Orsi o un Varglien, spiriti fieri magari protervi, ed escono ben presto come gli altri: impastati. Ricadde un Tiberti, un Ferrari, un Sernagiotto, un Ferrero o un Valinasso e ne esce fuori un momento sicuro con qualche fierezza.
Il 'super asso' diventa solo un asso, l'aspirante a campione diventa asso; uno cava, l'altro cresce, tutto si livella. L'educazione e naturale riservo fanno il resto: se entri e nel Circolo, un tipo in guanti bianchi riceve il tuo cappello, gli stucchi dorati t'impediscono di dir parolaccie. La stretta di mano sulla tetti all'orologio, non una mano sulla spalla. Nessun ordine del giorno, ma l'ordine con l'ora per il domani, firma carcame. Mai niente di nuovo. Un giocatore entra e capisce dov'è, cosa deve imparare, il senso delle distanze, il rispetto, quel formalismo che è pure necessario se tutti gli esserci si sono basati su quello.”

Carlo Bergoglio (1895–1959) giornalista, scrittore e disegnatore italiano

Origine: Da un articolo pubblicato nella rivista Guerin Sportivo del 2 maggio 1934; citato in Roberto Buttafarro, Giovanni De Luna e Marco Revelli, Un fenomeno in bianco e nero http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,26/articleid,0995_01_1986_0214_0028_13712178/, RAI 3, 16 settembre 1986, 59 min 58 s, (1ª puntata, in 53 min 32 s e ssq.).

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“[Su Giacinto Facchetti] Resta di esempio per le nuove generazioni l'attaccamento ai valori di lealtà e di agonismo che hanno fatto di lui un grande campione e manager. Simbolo dello sport italiano, ha saputo dimostrare nel corso della sua lunga carriera non soltanto le doti tecniche di calciatore ma anche la correttezza, la compostezza e la professionalità come dirigente.”

Giorgio Napolitano (1925) 11º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Citato in Mazzola: "Compagno meraviglioso sempre pronto a lottare" http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/sport/calcio/morto-facchetti-reazioni/morto-facchetti-reazioni/morto-facchetti-reazioni.html, la Repubblica, 4 settembre 2006.

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“In questi anni se ne sono sentite tante, troppe sulla notte dell'Heysel. C'è chi ci ha voluto speculare. Hanno scritto e detto che Platini non doveva esultare dopo il rigore. Ma guardate bene l'espressione sul volto di Michel: non è gioia, quello è uno sfogo di rabbia. Altre volte hanno criticato quei miei quattro o cinque compagni che hanno festeggiato a fine gara. Pazzesco. Dico: nessuno vuol capire che un calciatore è un uomo come un altro. In quel momento la sua reazione può essere di qualunque tipo, compreso lo sfogo. Semmai sarebbe meglio parlare dei calciatori del Liverpool, che a fine partita sono andati sotto la curva dei loro tifosi per applaudire. Andate a vedervi le riprese Tv per rendervene conto. Spero non sapessero cosa fosse effettivamente accaduto, anche se la cosa mi sembra strana. Noi sapevamo tutto ed eravamo a pochi metri da loro. Forse è il comportamento degli inglesi, gente che se ne frega di tutto. Morte compresa. […] A proposito chi dice che abbiamo esultato per la vittoria, si ricordi che la Coppa dei Campioni non ce l'hanno consegnata in campo, ma dentro una cassa di legno, proprio come fosse una bara.”

Stefano Tacconi (1957) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista del 1995 al Guerin Sportivo; citato in Francesco Caremani, Le verità sull'Heysel. Cronaca di una strage annunciata, Taylor & Francis, 2003, pp. 136-137 http://books.google.it/books?id=S6ta_UvwS5IC&pg=PA135&lpg=PA136. ISBN 8887676232

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“Il mio primo scudetto all'Inter non lo abbiamo vinto in campo bensì al centro sportivo di Appiano Gentile. Era un sabato e il nostro inseguitore era il Milan, che nell'anticipo di quella sera era stato battuto rendendoci così campioni. Era la terz'ultima di campionato e noi dovevamo giocare il giorno dopo col Siena. Al centro esplose subito la baldoria, con tutta la squadra a chiedermi di andare a festeggiare in Piazza Duomo assieme ai tifosi. Io ho pensato: se ci andiamo non andremo a letto prima delle tre-quattro del mattino e poi scendiamo in campo stanchi e addormentati e la striscia di partite di fila sempre vinte finisce lì. No, non possiamo farlo: "Tutti a letto" ho tuonato. Quando già ero in camera mia pronto a coricarmi bussa alla porta Júlio Cesar. Il suo era un grido di dolore, piangeva a dirotto: "Mister, dobbiamo andarci in Piazza Duomo, ci aspettano in migliaia. Se non ci andremo tu in vita tua non vincerai più niente". Parole che sembravano una maledizione. Ho pensato: "Sono fregato". Non sono superstizioso, ma quelle parole mi hanno lasciato traballante. Bene. Andiamoci tutti: e così è avvenuto. I tifosi quando ci hanno scoperto sono diventati pazzi. Siamo tornati ad Appiano verso le tre di domenica e nel pomeriggio i giocatori sono stati fantastici, dando tutto per non perdere l'imbattibilità e per non consentire agli avversari di dire che avevano battuto i neocampioni d'Italia. Questi ricordi, lo ripeto, mi procurano tanta nostalgia. Gioisco per i successi dell'Inter e soffro quando l'Inter viene battuta o fermata, com'è successo in queste ultime settimane… Fra l'altro, l'unica volta in vita mia in cui ho vinto ai rigori è stata la Supercoppa Italiana conquistata contro la Roma, il primo dei miei trofei nerazzurri. È che quando si va ai rigori per decidere il vincitore mi assale il panico. Così perdo sempre, comprese due finali di Champions League. Soltanto l'Inter mi ha regalato anche questa gioia.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Real Madrid (2010 – 2013)

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“[Su Andrea Pirlo] Fantastico per come tratta la palla, meraviglioso da guardare, campione di tutto… Ha tali qualità che fa sempre divertire noi amanti del calcio che lo guardiamo.”

Iker Casillas (1981) calciatore spagnolo

da La Gazzetta dello Sport; citato in Real Madrid, Casillas: "Con la Juve sarà molto dura" http://www.tgcom24.mediaset.it/sport/calcio/real-madrid-casillas-con-la-juve-sara-molto-dura-_2109252-201502a.shtml, tgcom24.mediaset.it, 4 maggio 2015

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“Senza ombra di dubbio è il Milan il club più grande in cui abbia mai giocato. Nel mondo tutti lo conoscono, ha una storia incredibilmente vincente […]. Si respirava un'aria di grandezza assoluta e la percepivi da tutti quei campioni di fama internazionale che affollavano il campo d'allenamento, qualcosa di veramente geniale.”

Zlatan Ibrahimović (1981) calciatore svedese

Origine: Da un'intervista a Le Monde; citato in Ibrahimovic esalta il suo passato: "Milan club più grande in cui ho giocato" http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2016/06/07/24369232/ibrahimovic-esalta-il-suo-passato-milan-club-pi%C3%B9-grande-in?ICID=HP_BN_6, Goal.com, 7 giugno 2016.

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“Giocare nella Sampdoria deve essere per tutti un onore. Questo è un club prestigioso, con 67 anni di storia. E se qualcuno dei miei giocatori questa storia non la conosce gliela ricorderò io. Ricorderò ai miei giocatori, che la maglia che indossano è stata vestita in passato da grandi giocatori e grandi uomini. Sono talmente tanti che me li sono dovuti scrivere per ricordarli tutti: potremmo partire dagli anni '50 e andare avanti e citare Suarez, Skoglund, Brighenti, o dire che qui ha giocato un Ct Mondiale come Lippi. […] Questa è stata la squadra di una coppia irripetibile, tra le più grandi della storia del calcio italiano, come Vialli e Mancini, di una freccia come Lombardo, di talenti come Dossena e Salsano, di attaccanti come Chiesa e Montella. Fino a Cassano e Pazzini. E ne dimentico tanti… In panchina si sono seduti miti come Fulvio Bernardini e Vujadin Boskov, e tecnici innovatori come Eriksson. Questo club negli ultimi 30 anni è stata gestito da due grandi famiglie: Mantovani e Garrone. E io ho avuto l'onore di conoscerle entrambe. Qui solo vent'anni fa si vinceva una Coppa delle Coppe, uno scudetto e si è persa ai supplementari una Coppa dei Campioni. […] Perché nella sua storia la Samp è anche caduta ma si è sempre rialzata.”

Siniša Mihajlović (1969) allenatore di calcio e ex calciatore serbo

Origine: Dalla conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore della Sampdoria; citato in Sampdoria, Mihajlovic cita Kennedy: "Troveremo la strada, io sono sampdoriano" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Sampdoria/21-11-2013/sampdoria-mihajlovic-cita-kennedy-troveremo-strada-io-sono-sampdoriano-201618672582.shtml, Gazzetta.it, 21 novembre 2013.

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“Buffon […] è un campione che non ti aspetti; si mette subito al tuo stesso livello.”

Federico Bernardeschi (1994) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in Bernardeschi: "Per me la Juventus è Buffon" http://www.juvelive.it/2017/02/05/bernardeschi-la-juventus-buffon/, Juvelive.it, 5 febbraio 2017.

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“Ventisette motivi per cui un interista deve accettare la Juventus. 1 Perché c'è. 2 Perché, se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. Altrimenti chi potremmo invidiare/detestare/sospettare (a seconda delle circostanze)? […] 5 Perché quelle due Coppe Campioni sono state così malinconiche (1985 e 1996, entrambe dal dischetto del rigore) che adesso potrebbe anche vincere una come si deve. […] 8 Perché, senza la Juventus, ogni saga calcistico-letteraria risulterebbe incompleta. Ricapitolando. La Juve è Voldemort (l'Inter Harry Potter, il Milan Draco Malfoy). La Juve è Sauron (l'Inter Frodo Baggins, il Milan l'elfo Legolas). La Juve è il Lato Oscuro della Forza (l'Inter Obi-Wan Kenobi, il Milan Joda, che deve avere l'età di Rivaldo). 9 Perché indossa una divisa carceraria, ma lo fa con noncuranza. […] 16 Perché, insieme al cioccolato e a Macario, la Juve è una delle poche cose che riesce a far sorridere certi piemontesi. 17 Perché ha riempito l'Italia di tifosi (dieci milioni!). Dicono che ce ne sia qualcuno anche a Torino, ma la notizia è in attesa di conferma. […] 24 Perché Scirea era Scirea. 25 Perché, in maglia azzurra, i bianconeri ogni tanto combinano pasticci (Del Piero, Francia 2000), ma spesso si danno da fare anche per noi”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Argentina 1978, Spagna 1982
Italians, Corriere.it
Origine: Da Sportweek, Gazzetta dello Sport, 24 maggio 2003; riportato in Ventisette motivi per cui bisogna accettare la Juventus. http://www.corriere.it/solferino/severgnini/03-05-24/01.spm.

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“Nel laboratorio medico della colonia Bishop era chino su una sonda ottica. Sotto le lenti giaceva un frammento campione di uno dei mostriciattoli morti, prelevato da un esemplare del più vicino cilindro di stasi. Anche morta, la creatura sembrava minacciosa, stesa sul dorso sul banco di dissezione. Le zampe prensili sembravano costruite appositamente per artigliare il volto di chi si avvicinasse troppo, la potente coda per far balzare la bestia attraverso la stanza con un solo colpo.
La struttura interna era affascinante come quella esterna, e Bishop era assorbito dallo studio di un occhio. Combinando la potenza analizzatrice della sonda con la versatilità della propria vista artificiale, era in grado di scoprire una quantità di elementi sfuggiti ai coloni.
Una delle domande che lo interessavano in modo particolare e a cui era ansioso di trovare risposta riguardava la precisa possibilità di un parassita alieno di introdursi in un organismo sintetico come il suo, radicalmente diverso dalla struttura di un essere umano esclusivamente biologico. Un parassita sarebbe stato in grado di avvertire la differenza? E se avesse cercato di utilizzare un androide come ospite, quali potevano essere i risultati di questa unione forzata? Si sarebbe semplicemente staccato alla ricerca di un altro corpo, od avrebbe tranquillamente deposto l’embrione di cui era portatore in un ospite artificiale? Se così, l’embrione sarebbe stato capace di crescere, oppure sarebbe stato il più sorpreso dei due scoprendo di dover maturare all’interno di un corpo privo di carne e sangue?
Un robot poteva essere attaccato dai parassiti?”

Alan Dean Foster (1946) scrittore statunitense

Origine: Aliens scontro finale, p. 86

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“Ogni palla che arriva a Higuaín, è un mezzo gol. È un grande campione, e la sua forza sta soprattutto nella testa: mentalmente è davvero fortissimo.”

Alex Sandro Lobo Silva (1991) calciatore brasiliano

Citazioni di Alex Sandro
Origine: Da un'intervista a Sky Sport; citato in Alex Sandro: «Concentrati per vincere tutto» http://www.juventus.com/it/news/news/2017/intervista-sky-alex-sandro.php, Juventus.com, 7 maggio 2017.

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“Ho la fortuna di giocare [alla Juventus] con grandi campioni e tutti mi danno una mano: chi in maniera più tranquilla come Chiellini, chi da leader come Bonucci, chi in modo più silenzioso, come Barzagli…”

Daniele Rugani (1994) calciatore italiano

Origine: Citato in Rugani: «Imparo dai campioni» http://www.juventus.com/it/news/news/2016/rugani-imparo-dai-campioni.php, Juventus.com, 7 dicembre 2016.

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“Ibrahimović è un campione innanzitutto. Poi, quello che ammiro di lui è la storia. È nato dal niente, è nato da un ghetto come dice lui quindi mi sono appassionato al percorso lungo e difficile che ha intrapreso e al giocatore e all'uomo che è diventato.”

Federico Bernardeschi (1994) calciatore italiano

Origine: Citato in Federico Bernardeschi: "Voglio fare la storia in viola" http://www.footballnerds.it/intervista-a-federico-bernardeschi/, Footballnerds.it, 29 ottobre 2015.

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“In un club come la Juve, con grandi campioni che scrivono la storia del calcio, bisogna entrare in punta di piedi. Io ho fatto così.”

Daniele Rugani (1994) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista a Sky; citato in Il momento di Daniele http://www.juventus.com/it/news/news/2016/rugani-intervista.php, Juventus.com, 14 aprile 2016.

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“La discesa di Bormio è ormai entrata nel novero delle grandi classiche dello sci moderno. La Stelvio, con le sue caratteristiche tecniche di elevata difficoltà, con le sue pendenze estreme mette veramente alla prova anche gli atleti più forti del circuito. A Bormio non si vince per caso, ma solo i campioni riescono a domare il tracciato e tagliare il traguardo davanti a tutti.”

Flavio Roda (1948) dirigente sportivo ed ex allenatore di sci alpino italiano

Origine: Citato in Sci alpino: presentata a Milano la Bormio Ski World Cup 2019 https://fisialpicentrali.it/cms/sci-alpino-presentata-a-milano-la-bormio-ski-world-cup-2019/, fisialpicentrali.it, 4 dicembre 2019.

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“Tutto ritorna dove tutto cominciò, in Alabama, nella Sweet Home Alabama come era cantata dalla band Lynyrd Skynyrd, nella dolce e crudele casa di Rosa Parks la ribelle dell’autobus, del sangue nero sparso per i diritti civili, della rivoluzione morale e pacifica che mezzo secolo fa cambiò per sempre il volto dell’America. Come lo ha cambiato ora la sbalorditiva vittoria di un candidato democratico contro il campione repubblicano, proprio grazie al voto dei pronipoti degli schiavi.”

Vittorio Zucconi (1944–2019) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da La rivincita afroamericana dell’Alabama: oltre la siepe non c’è più solo il buio https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2017/12/13/news/la_rivincita_afroamericana_dell_alabama_oltre_la_siepe_non_c_e_piu_solo_il_buio-184040898/, Rep.repubblica.it, 14 dicembre 2017.

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“Cammino come un campione, parlo come un campione.”

Gue Pequeno (1980) rapper italiano

da Forza campione
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“Francesco Totti, un po’ il campione della mia vita. Ognuno di noi ha un campione di riferimento, per me è lui. Credo il più grande calciatore italiano di tutti i tempi!”

Francesco Repice (1963) giornalista e paroliere italiano

Origine: Citato in [//rossoporpora.org/rubriche/cultura/442-francesco-repice-tutto-il-calcio-minuto-per-minuto-e-tanto-altro.html Intervista a RossoPorpora], rossoporpora.org, 26 dicembre 2014.

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“Cammino come un campione, parlo come un campione.”

Gue Pequeno (1980) rapper italiano

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“Cosa mi resta della mia carriera da centravanti? I gol sbagliati e le sconfitte. Delle vittorie ho goduto poco, perché sono subito volate via. Le sconfitte no, sono rimaste qui. E ancora ci combatto. La retrocessione in B del Genoa causata anche da un mio rigore sbagliato e la finale di Coppa Campioni persa con il Liverpool (nonostante il mio gol…) ancora mi vengono a trovare ogni tanto.”

Roberto Pruzzo (1955) dirigente sportivo, allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Da Bomber - La storia di un numero nove normale (o quasi); citato in Alessandro Catapano, Pruzzo e le sue confessioni: "A volte penso al suicidio..." http://www.gazzetta.it/Calcio/04-12-2014/pruzzo-autobiografia-roma-genoa-fiorentina-marcellini-italia-confessioni-suicidio-libro-100134536206.shtml, Gazzetta.it, 4 dicembre 2014.