Frasi su intestino

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema intestino, essere, corpo, animale.

Frasi su intestino

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“Il ricordo | penetra | nell'angolo grigio | del cervello, | morde gli intestini, | crea | lacrime e rimpianti, | muti dolori | che muoiono | in un sonno di pietra.”

Riccardo Mannerini (1927–1980) poeta e paroliere italiano

Amaro ricordo, Port Said, 3 giugno 1959; p. 132
Il sogno e l'avventura

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“Nella leggenda del labirinto può essere ravvisata la rappresentazione di una nascita anale; i corridoi aggrovogliati sono l'intestino, il filo di Arianna il cordone ombelicale.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Da Introduzione alla psicoanalisi, Nuova serie di lezioni; citato in Alain Daniélou, Śiva e Dioniso, traduzione di Augusto Menzio, Ubaldini Editore, 1980.

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“Cos'è l'amore? Ognuno ha una risposta diversa a questa domanda. Questo demone ha tormentato un numero infinito di uomini valorosi e di donne virtuose e capaci.
Basandomi sulle storie d'amore del nonno, sugli amori tempestosi di mio padre e sul pallido deserto delle mie esperienze, ho desunto alcune costanti valide per le tre generazioni della mia famiglia. La prima fase, quella dell'amore ardente, è fatta di dolore lacerante, dal cuore trafitto gocciola un liquido simile alla resina di pino; il sangue versato per le pene d'amore sgorga dallo stomaco, attraversa gli intestini e viene espulso dal corpo sotto forma di feci nere come la pece. La seconda fase, quella dell'amore crudele, è la fase della critica impietosa; gli innamorati adorano scorticarsi vivi sul piano fisico, psicologico, spirituale e materiale; adorano strapparsi a vicenda le vene, i muscoli, gli organi e infine il cuore nero o rosso, e gettarlo in faccia all'altro, facendo sì che i due cuori si scontrino e vadano in pezzi. La terza fase, o dell'amore di ghiaccio, è caratterizzata da lunghi silenzi. La freddezza trasforma gli amanti in ghiaccioli. E' per questo che quelli che amano veramente hanno il viso bianco come brina e una temperatura corporea di venticinque gradi. Battono i denti senza riuscire a parlare, non perché non lo vogliano ma perché hanno disimparato, e agli altri danno l'impressione di esser muti.”

Red Sorghum

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“Gli intestini quasi mi penzolavano fuori dal culo come la coda di un cane.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

A sud di nessun nord

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“Io vorrei, e questo sia l'ultimo ed il più ardente dei miei desideri, io vorrei che l'ultimo dei re fosse strangolato con gli intestini dell'ultimo dei preti.”

Jean Meslier (1664–1729) presbitero e filosofo francese

Je voudrais, et ce sera le dernier et le plus ardent de mes souhaits, je voudrais que le dernier des rois fût étranglé avec les boyaux du dernier prêtre.
Il Testamento

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“La carne è un alimento di qualità inferiore, poiché la sua decomposizione, più rapida di quella della frutta e dei vegetali, porta ad uno stato di putrefazione all'interno dell'intestino.”

Thomas Tryon (1634–1703) mercante, scrittore e saggista inglese

Origine: Citato in Rosella Sbarbati Del Guerra, Il vegetarianesimo, Xenia Edizioni, Milano, 2001, p. 38. ISBN 88-7273-430-4

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“Chi ha vinto è là che vomita il suo vino | e quel che conta in fondo è l'intestino.”

Roberto Vecchioni (1943) cantautore, paroliere e scrittore italiano

da Aiace
Saldi di fine stagione

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“Venni chiamato ad Asheville (Carolina del Nord) per visitare un giovane alla stadio terminale. Lo trovai in uno stato di consunzione quasi scheletrica, benché da diversi mesi mangiasse sei volte al giorno, così come prescritto da un medico provetto. Le eruttazioni intestinali erano frequenti e rumorose; l'espettorato era di circa sei once ogni 24 ore.
Fu prescritto un digiuno e al terzo giorno venne vomitata una massa di cibo non digerito. Allorché lo stomaco e l'intestino vennero liberati, ci fu un sollievo generale e la tosse venne così a diminuire, fino ad arrivare a un'oncia di espettorato ogni 24 ore.
Dopo una settimana di digiuno il giovane paziente provò un desiderio naturale per il cibo e d'ora in poi godette di assenza di malessere gastroenterico, mangiando qualsiasi cosa desiderasse, vivendo perciò meno disagiatamente. Infine, con labbra bisbiglianti mi ha dettato le sue ultime volontà, riguardo a una grande proprietà, facendo segni allorché non riusciva ormai più ad aprire bocca e la sua vita finì così come una candela in consunzione.
Le sue sofferenze per mesi erano quasi tutte dovute alla massa di cibo in stato di decomposizione. Lo vide chiaramente, lo diceva spesso, che il suo era un caso di inanizione per sovralimentazione. La natura infine soccombette, in quanto non fu capace di trattare appropriatamente la malattia, l'indigestione, ma lottò valorosamente fino a che il corpo non ne venne pressoché assorbito.”

Edward Hooker Dewey (1837–1904) medico statunitense

traduzione propria da The No-Breakfast Plan and the Fasting-Cure, pagg. 46-47

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“Editoria. Da guerre intestine, giornali di merda.”

Massimo Bucchi (1941) disegnatore e illustratore italiano

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano, Arnoldo Mondadori Editore, 1997.

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“Non sono i miei sudditi che mi hanno combattuto contro; non mi strappano il Regno le discordie intestine, ma mi vince l'ingiustificabile invasione d'un nemico straniero.”

Francesco II delle Due Sicilie (1836–1894) Quarto ed ultimo sovrano del Regno delle Due Sicilie (1859-1861)

Tratto da "Re Franceschiello. L'ultimo sovrano delle Due Sicilie", di Giuseppe Campolieti, Mondadori, Milano, 2005

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“Se una parte dell'intestino tenue è tagliata non si riunisce.”

Ippocrate di Coo (-460–-370 a.C.) filosofo, medico

VI, 24; p. 67
Aforismi

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“Sottili fili di acciaio, avvolti intorno a quella stessa sorta di viti di legno che negli strumenti musicali servono a tender le corde, tenevano aperte le labbra di quelle orrende ferite: si vedeva il cuore nudo pulsare, i polmoni dalle venature dei bronchi simili a rami d'albero, gonfiarsi proprio come fa la chioma di un albero nel respiro del vento, il rosso, lucido fegato contrarsi adagio adagio, lievi fremiti correre sulla polpa bianca e rosea del cervello come in uno specchio appannato, il groviglio degli intestini districarsi pigro come un nodo di serpi all'uscir dal letargo. E non un gemito usciva dalle bocche socchiuse dei cani crocifissi. […] A un tratto, vidi Febo. Era disteso sul dorso, il ventre aperto, una sonda immersa nel fegato. Mi guardava fisso, e gli occhi aveva pieno di lacrime. Aveva nello sguardo una meravigliosa dolcezza. Non mandava un gemito, respirava lievemente, con la bocca socchiusa, scosso da un tremito orribile. Mi guardava fisso, e un dolore atroce mi scavava il petto. "Febo" dissi a voce bassa. E Febo mi guardava con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Io vidi Cristo in lui, vidi Cristo in lui crocifisso, vidi Cristo che mi guardava con gli occhi pieni di una dolcezza meravigliosa. "Febo" dissi a voce bassa, curvandomi su di lui, accarezzandogli la fronte. Febo mi baciò la mano, e non emise un gemito. Il medico mi si avvicinò, mi toccò il braccio: "Non potrei interrompere l'esperienza", disse, "è proibito. Ma per voi… Gli farò una puntura. Non soffrirà". […] Anche gli altri cani, distesi sul dorso nelle loro culle, mi guardavano fisso, tutti avevano negli occhi una dolcezza meravigliosa, e non il più lieve gemito usciva delle loro bocche. A un tratto un grido di spavento mi ruppe il petto: "Perché questo silenzio?", gridai, "che è questo silenzio?"”

Era un silenzio orribile. Un silenzio immenso, gelido, morto, un silenzio di neve. Il medico mi si avvicinò con una siringa in mano: "Prima di operarli", disse, "gli tagliamo le corde vocali".
La pelle, Il vento nero

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“Buie voragini! - grido dalla cima della rupe, - Prendetemi! Trascinatemi nei maleodoranti e neri vostri intestini e polverizzate le mie ossa!”

John Gardner (1933–1982) scrittore e insegnante statunitense

Mi terrorizza il suono della mia voce immensa nell'oscurità. Tremo da capo a piedi, trasportato nelle profondità abissali del mio essere, come una creatura costretta a un'udienza col tuono.
Allo stesso tempo in segreto non mi lascio ingannare. Il tumulto è frutto soltanto del mio grido, e le voragini, come tutto ciò che è vasto, sono inanimate. Non mi carpiranno mai, a meno che, in uno slancio di fanatismo religioso, mi butti. (p. 9)
L'orco

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