Frasi su san
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“Bella è, ancora oggi, la vita a Modica. Città grande e spaziosa e insieme intima e segreta, Modica cresce a grappolo sulle rocce e sulle grotte seguendo una strada sinuosa, come a spirale. Il cuore è la grandiosa chiesa di San Giorgio, la cui facciata è ritta come una torre e insieme soffice come una torta. La vediamo da ogni punto: dal Palazzo Giardina con una spaziosa terrazza e poi dal mirabile Palazzo Napolino. Tra le mura della città senti ancora la voce di Quasimodo, il poeta che partì da una piccola casa, oggi riarredata e custodita da Valeria Lentini, per arrivare a parlare della Sicilia in tutto il mondo. Ma il tempo qui non si è fermato: riparato nella sua casa scrive oggi Franco Antonio Belgiorno, descrivendo le estasi di questo luogo straordinario. E c'è poesia non solo nella letteratura, ma anche nella produzione di dolci e cioccolate, su ricette antiche con sapori insperati. Così troviamo animate, per una festa senza fine, le pasticcerie di Modica: Di Lorenzo, Bonajuto e Iacono, che preservano i sapori in carte colorate che saranno piaciute a Giuseppe Tornatore. L'incanto e la vita continuano nella notte a Villa De Naro Papa, integra negli arredi e magica nel giardino, teatro di musiche zigane, arabe e greche, spagnole. Così lasciamo Modica con molto rimpianto e molte cioccolate.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

Citazioni di altro tipo
Origine: Da La magia di Modica nascosta nei dolci da Sgarbi Quotidiani, ne Il Giornale, agosto 2002.

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“Quante pupille brune | Passano disprezzate | Senza palme e fortune, | Perché mute, insensate | Non san piegarsi in giro, | Né destare un sospiro?.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Origine: Il cespuglio delle quattro rose, Canzonetta, p. 277

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“[Su James Harden] Se vivessi ad Oklahoma City andrei anch'io alla partita con la barba. "Ma avvocato?!?". Lasci stare, barba, barba!”

Federico Buffa (1959) giornalista italiano

Oklahoma City Thunder vs San Antonio Spurs, NBA Playoffs 2012 - Gara #5
Citazioni tratte da telecronache

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“[Su James Harden] Dalla al Barba… dalla al Barba.”

Federico Buffa (1959) giornalista italiano

Oklahoma City Thunder vs San Antonio Spurs, NBA Playoffs 2012 - Gara #5
Citazioni tratte da telecronache

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“Giocare a San Siro è un privilegio e un onore.”

Alessandro Del Piero (1974) calciatore italiano

Origine: Da San Siro http://www.alessandrodelpiero.com/news/san-siro_260.html, Alessandrodelpiero.com, 24 febbraio 2012.

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“Come tutti i bolognesi, mi affido anch'io alla protezione della Madonna di San Luca, confidando nel suo aiuto per svolgere con serena imparzialità e rigore il mio mandato.”

Pier Ferdinando Casini (1955) politico italiano

Origine: Dal discorso di inizio mandato; citato in La Madonna in Aula, la Repubblica, 1º giugno 2001.

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“È un volantino. Per una vendita all'incanto di attrezzi agricoli usati e sacchi di concime! Avrà luogo al consorzio di San Maurizio – Dio sa dov'è quel buco – martedì prossimo. Cento copie. Che verranno affisse sulla porta del cesso esterno di qualche fattoria o buttate nel fosso più vicino. E lei si preoccupa per un accento!»
«Disperatamente. Sa cosa insegna la Cabala? Che tutto il male, tutte le sofferenze dell'umanità provengono dallo sbaglio di uno scrivano pigro o incompetente che sentì male, o trascrisse erroneamente, un'unica lettera, un'unica e sola lettera nel Testo Sacro. Ogni orrore successivo ci è pervenuto tramite e a causa di quell'unico erratum. Non lo sapeva, vero? […] È proprio qui che conta, più che mai in passato. Agire diversamente è segno del più profondo disprezzo. Disprezzo per quelli che non si possono permettere di sfogliare un'edizione di lusso, che non vedranno mai un foglio di carta di qualità o dei caratteri artigianali. Disprezzo per quelli cui Dio, sì, Dio!, ha concesso il diritto di avere un volantino senza pecche, anche per una svendita di concime! È proprio per quelli che vivono in qualche sperduto buco di campagna, nei bassifondi, che dovremmo produrre il lavoro migliore. Perché qualche scintilla di perfezione penetri nelle loro vite sconsolate. Non capisce quanto disprezzo ci sia in un accento sbagliato o in un trattino fuori posto? Come se lei sputasse su un altro essere umano.”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

cap. X, pp. 76 sg.
Il correttore

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“Pregiudicati dalla scarsa domanda dell'esterno, i giovani stazionano nel "Reclusorio" grazie anche alla compiacenza degli amministratori, fino al punto di disattivare i criteri per il loro allontanamento. Alla fine del XVIII secolo, questo fenomeno è largamente rinvenibile, tanto da richiamare l'attenzione dei governatori che, nel 1790, dopo aver riscontrato che nei cinque anni precedenti nessun recluso è uscito impiegato, propongono alcune modifiche ai regolamenti vigenti. Considerando che i criteri fino ad allora osservati di licenziarsi dopo i diciotto anni i reclusi maschi, debbano essere rispettati più largamente, la Giunta dell'Albergo introduce alcune restrizioni per quanto riguarda la permanenza nell'Istituto, al fine di incentivare il reinserimento dei giovani nella società. Infatti, mentre si continua a raccomandare di non licenziare il recluso se non è perfettamente "istruito nell'arte", se ne prevede il trasporto nella casa di correzione di San Francesco fuori porta Capuana «se discepolo e resistente all'apprendere l'arte», oppure il passaggio ai vecchi dell'Albergo se "incapace e scimunito". Resta, invece, confermata la norma di dotare il giovane licenziato di un abito intero, ma questo misero incentivo, ben presto, è arricchito dalla dotazione dei basiliari strumenti di lavoro, nella vana speranza di invogliare i vittitanti a lasciare l'ospizio. Si tratta di espedienti poco convincenti che si scontrano, m annullandosi, contro i numeri sempre più grandi di quanti confluiscono nell'istituto”

cap. 2, p. 51
L'industria della carità

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“Dacia Maraini è una bravissima scrittrice di romanzi che leggo sempre con piacere; ma nel suo discettare etico-politico ritrovo soltanto gli stanchi luoghi comuni del terzomondismo politicamente corretto. Tiziano Terzani ci ha raccontato con finezza e bravura dell'Asia; ma quando cita – come ricette di salvezza – San Francesco d'Assisi, Gandhi e poi, scendendo di parecchi chilometri, padre Balducci e il mio collega (alla Columbia University) Edward Said, allora cita a sproposito. Personalmente io preferisco i Domenicani ai Francescani. Concedo che Il Cantico di Frate Sole è un testo di un candore commovente. Ma quel candore non può essere trasferito da una età davvero primitiva all'età ultracomplicata del terzo millennio. Quanto a Gandhi, lui aveva a che fare con gli inglesi, e noi non abbiamo a che fare con dei Gandhi. E padre Balducci? Pochi sanno chi fosse. Ma a Firenze negli anni nei quali padre Balducci affascinava il colto e l'inclita (e anche, a quanto pare, Terzani) c'ero anch'io; e ricordo un dibattito nel quale lui attaccò così smodatamente il Papa da costringere il sottoscritto, laico abbastanza catafratto, a fare il papalino, il papofilo. Bel personaggio quel padre Balducci! Ma sempre più bello del cupissimo Edward Said, che scrive bene ma razzola malissimo. Il fatto che Said sia palestinese lo legittima nel suo essere pro palestinesi. Ma non mi risulta che Said abbia mai condannato i suoi uomini-bomba, ed esiste una fotografia che lo coglie, in zona Gaza, che lancia un sasso «intifadico» contro gli israeliani. Lui sarebbe un fautore di «campi di comprensione invece di campi di battaglia?»”

Giovanni Sartori (1924–2017) politologo italiano

On aura tout vu, se ne vedono (e sentono) proprio di tutte.

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“[San Benedetto da Norcia] costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unità dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

da Udienza Generale, 27 aprile 2005 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2005/documents/hf_ben-xvi_aud_20050427_it.html
Udienze

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“San Francesco era veramente un'icona viva di Cristo.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Udienze, San Francesco d'Assisi, 27 gennaio 2010

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“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Comunicazione di rinuncia al Ministero Petrino, 11 Febbraio 2013
Discorsi

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“Riflettendo su questi testi biblici [il Vangelo proposto dalla liturgia in quella domenica, Mt 21, 28-32], ho pensato subito a Papa Giovanni Paolo I, di cui proprio oggi ricorre il trentesimo anniversario della morte. Egli scelse come motto episcopale lo stesso di san Carlo Borromeo: Humilitas. Una sola parola che sintetizza l'essenziale della vita cristiana e indica l'indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell'autorità. In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l'altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: "Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore… Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili". E osservò: "Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra" (Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p. 51-52). L'umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale.
Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esempi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosiva con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani. È stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro. "Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio", disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: "Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato" (ivi, p. 49). Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani. Invochiamo per questo Maria Santissima, umile Serva del Signore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

28 settembre 2008 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2008/documents/hf_ben-xvi_ang_20080928_it.html
Angelus, Regina Coeli

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“Con lo sguardo dell'artista, Michelangelo vedeva già nella pietra che gli stava davanti l'immagine-guida che nascostamente attendeva di venir liberata e messa in luce. Il compito dell'artista – secondo lui – era solo quello di toglier via ciò che ancora ricopriva l'immagine. Michelangelo concepiva l'autentica azione artistica come un riportare alla luce, un rimettere in libertà, non come un fare. La stessa idea applicata però all'ambito antropologico, si trovava già in san Bonaventura, il quale spiega il cammino attraverso cui l'uomo diviene autenticamente se stesso, prendendo lo spunto dal paragone con l'intagliatore di immagini, cioè con lo scultore. Lo scultore non fa qualcosa, dice il grande teologo francescano. La sua opera è invece una ablatio: essa consiste nell'eliminare, nel togliere via ciò che è inautentico. In questa maniera, attraverso la ablatio, emerge la nobilis forma, cioè la figura preziosa. Così anche l'uomo, affinché risplenda in lui l'immagine di Dio, deve soprattutto e prima di tutto accogliere quella purificazione, attraverso la quale lo scultore, cioè Dio, lo libera da tutte quelle scorie che oscurano l'aspetto autentico del suo essere, facendolo apparire solo come un blocco di pietra grossolano, mentre invece inabita in lui la forma divina.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

citata in Paolo Gulisano, Tolkien. Il mito e la grazia, Ancora, Milano 2007, p. 134

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“I predicatori devono essere uomini del loro tempo se vogliono farsi intendere ed ascoltare da quelli a cui e per cui parlano.”

Giovanni Semeria (1867–1931) oratore e scrittore italiano

da Il pensiero di San Paolo nella lettera ai Romani

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“Chisto è Napule d' 'o sole, | 'o paese d' 'o calore? | Gela l'acqua inte' 'e cannole', | s'è schiattato' 'o cuntatore!”

Raffaele Viviani (1888–1950) poeta, commediografo e compositore italiano

San Gennaro dei Poveri
Poesie
Origine: Tubazioni.
Origine: Scoppiato.

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“Grazie, San Buzz, e tutti gli altri santi patroni degli spaziali incoscienti.”

Origine: Galassia nemica, p. 48

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“[Intervista a Raoul Casadei] Queste canzoni mi ricordano un poco le donne degli anni cinquanta. Mia madre ad esempio! Che vedevano nell'uomo il viziato, un uomo per essere definito tale doveva fumare, bere, tradire… insomma un personaggio di Renzo Arbore ha detto: "L'uomo addà puzzà". (Da Casa Casadei San Marino RTV del 20 novembre 1995).”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

http://www.youtube.com/watch?v=JYyHLMoFP4w
Origine: Frase attribuita a Giorgio Bracardi dal programma radiofonico Alto Gradimento. 13 luglio 1970 – 2 ottobre 1976.

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“Perché signor Capone con la bella voce che si ritrova non prova a doppiare anche i preliminari? Poiché ci sono alcuni uomini con voci disastrose che rendono le donne insensibili!… Queste sembrano le domande di Gregory Stock”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi del 1 gennaio 1996 – San Marino RTV; http://www.youtube.com/watch?v=zhrUVvkDKLs
Prima che sia troppo tardi – San Marino RTV –

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“Rinnovo l'esperimento, anche a voi da casa, di inalazione dell'effluvio catodico che Alessia Vignali emana prima di catapultarmi sul divano e di godere appieno delle sue doti esoteriche e non solo.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia Troppo Tardi del 5 gennaio 1996 – San Marino RTV;
Prima che sia troppo tardi – San Marino RTV –

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“L'assistente di studio fa lo scat come i Neri per Caso.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi – 1995-1996 – SMtv San Marino, frase ricorrente.

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“Guadagni il proscenio! Abbiamo suddiviso questo studio come un angolo cottura, qui ospitiamo, cantiamo e di tanto in tanto mangiamo.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi del 7 febbraio 1996 – San Marino RTV; http://www.youtube.com/watch?v=4z99IjHV0q4
Prima che sia troppo tardi – San Marino RTV –

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“Io ho solo il vizio del bacco! Gli altri due, per carità, tabacco e venere!? Neanche a parlarne! [Replica maliziosa della collega] Per venere poi lo posso garantire io, amici telespettatori! (Da Prima che sia Troppo Tardi”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

San Marino RTV – del 5 gennaio 1996). http://www.youtube.com/watch?v=lQBstP5rrjw
Prima che sia troppo tardi – San Marino RTV –

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“Lei, De Bonis, ha detto che Andreotti e Hitler andranno all'inferno, Togliatti andrà in paradiso, l'ha fatto per farsi pubblicare da Walter Veltroni questo bell'articolo su l'Unità? (Da Prima che sia Troppo Tardi”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

San Marino RTV – del 3 maggio 1996) http://www.youtube.com/watch?v=2Yo2rCvEDMY.
Prima che sia troppo tardi – San Marino RTV –

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“La mia massima aspirazione non è lavorare in televisione ma alle poste.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 11 marzo 1996

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“Siamo nel mondo delle mutandine servite insieme alla mortadella-”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 13 marzo 1996

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“Sono uno di quelli che crede ancora nelle gioie della vita anche se non le ha mai avute.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 18 marzo 1996

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“[Roberto Mattioli al suo ospite ristoratore] Gli spaghetti del Conte Pinto non saranno niente ma li ho mangiati lo stesso con voluttà.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 19 marzo 1996

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“Lei è un obeso culturale.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 28 marzo 1996

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“Questo ragazzo di campagna ha seco qualche parvenza di rocker [Definizione di Gianni Drudi].”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 16 aprile 1996

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“Io sono un vero e proprio pataca, ho lo spirito da pataca, ragiono da pataca.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 29 aprile 1996

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“Vorrei avere un figlio come questo cane.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 26 aprile 1996

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“Per chi come me soffre di pappagorgia, e non ha propriamente un collo alla Modigliani.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 7 maggio 1996

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“Teo De Luigi mi ha dato del Poltergeist catodico.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 16 maggio 1996

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“Antonella Arancio non si sente neppure sull'onda corta.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino dell'aprile 1996

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“Prima di affrontare l'agone della trasmissione.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi del 5 marzo 1996 – San Marino RTV
Prima che sia troppo tardi – San Marino RTV –

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“Gli specchi sono l'anticamera degli analisti.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino dell'aprile 1996

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“Io sono rimasto traumatizzato da Topolino.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 22 marzo 1996

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“Chi fa canto fa anche recitazione, chi fa recitazione non canta.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 28 marzo 1996

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“Le cose fatte in casa sono come le tagliatelle, vengono sempre bene.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 3 aprile 1996

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“Quando ci si impapocchia diamo un'idea di noi stessi più verace.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 4 aprile 1996

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“È un discorso alla Enrico Ghezzi da terza serata.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 29 aprile 1996

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“Ho ingoiato un vocabolario da bambino.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 30 aprile 1996

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“Lei faceva parte dei sessantottini, quelli che si vomitavano addosso?”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 16 maggio 1996

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“Io mi struggo quando le storie d'amore sono tormentate. Se non c'è tormento non c'è passione.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino dell'8 maggio 1996

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“Tony De Bonis! Un uomo che fa un cinema rusticano, oserei dire un cinema ruspante!”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 3 maggio 1996

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“Lei si chiama Giuseppe Costanzo detto Pippo!? Come Pippo Baudo? Quindi possiamo definire la Sicilia la terra dei "Pippi", visto che Elio e le storie tese parlano della terra dei cachi riferendosi all'Italia. (Da Prima che sia troppo tardi”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

San Marino RTV dell'8 maggio 1996)
Prima che sia troppo tardi – San Marino RTV –

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“Demicrofonatevi!… Ecco lei Robertina faccia da sola, visto che è stata microfonata nelle zone endogene.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 18 aprile 1996

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“Vi è il castello de San Filadelfo, habitato da Longobardi, ch'ancora cosi favellano.”

Giuseppe Carnevale (1558) giurista e storico italiano

Origine: Da Storia e descrizione del regno di Sicilia, Napoli, 1591. Caltanissetta 1987, Lib. II, p. 153.

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“Come tutti i grandi imprenditori, Berlusconi non ha la purezza di San Francesco.”

Bruno Vespa (1944) giornalista, conduttore televisivo e scrittore italiano

ibidem

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“Se a spiegare Dante è necessaria la filosofia di san Tommaso a spiegare Pound basta il cinematografo e l'oniromanzia freudiana.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Cronache letterarie anglosassoni: vol. II, p. 37

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“Quando vivevo a Roma andavo sempre a San Pietro, affascinata da quel puntino bianco che diceva Messa e non si sentiva nulla per l'audio modesto. Ma la bellezza delle cose ama nascondersi. Io darei una carezzina al Papa, mi fa tenerezza. Mi ricorda mio nonno Ferruccio.”

Carmen Consoli (1974) cantautrice italiana

citato in Consoli e Grandi alla festa delle star https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/30/Consoli_Grandi_alla_festa_delle_co_0_0004301820.shtml, Corriere della sera, 30 aprile 2000

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“Sono Irlandese e sono nato nel giorno di san Patrizio. Sono lucky sevens.”

Billy Corgan (1967) cantante e chitarrista statunitense

dall'intervista al Chicago Sports Channel dell'aprile 1997

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“Mi piacerebbe anche scrivere su San Paolo, ma i miei desideri sono limitati dalla mia incompetenza.”

Pietro Citati (1930) scrittore e critico letterario italiano

dall'intervista di Claudio Altarocca, Citati confessa Proust. Tragedia di una colomba pugnalata, La Stampa, 8 settembre 1995, p. 17

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“I San Antonio Spurs potrebbero essere una migliore squadra di basket se David Robinson non scomparisse ogni volta che giocano una partita importante.”

Dennis Rodman (1961) cestista, allenatore di pallacanestro e attore statunitense

Cattivo come voglio essere

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“Luci a San Siro di quella sera | che c'è di strano siamo stati tutti là, | ricordi il gioco dentro la nebbia?”

Roberto Vecchioni (1943) cantautore, paroliere e scrittore italiano

da Luci a San Siro
Parabola

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“Di fronte a questo imbarbarimento, il Santo Bambino resta l'unica via, l'unica verità, l'unica vita dell'universo. Gli sforzi per costruire un mondo giusto e pacifico, al di fuori di Cristo, non sono che schiuma in un mare in tempesta. per raggiungere la pce e la tranquillità, il mondo non ha bisogno di incontri al vertice, di convegni internazionali, di discussioni tra esperti, ma solo di quella semplicità di cuore che penetra fin nel fondo delle cose, svelandone gli aspetti più reconditi. Oggi la pace è lontana dal mondo, quanto lo è la ricerca della gloria di Dio. Le radici cristiane sono estirpate e la notte è tornata a calare nel mondo, con il brivido di paura che l'accompagna. La Chiesa e la società vivono ore non di pace e di tranquillità, ma di dramma. Gli occhi si volgono verso il cielo e non vi scorgono che l'oscurità della notte più fonda. Ma il cristiano sa che il mistero del Natale, come quello della Resurrezione, è il simbolo, e la luminosa realtà, della luce che squarcia le tenebre più profonde. Così avvenne a Betlemme, così accadde spesso nella storia. "Natale" fu il grido di entusiasmo con cui nella notte del 25 dicembre dell'anno 496, i Franchi salutarono il battesimo del loro Re Clodoveo. La stessa acclamazione riecheggiò sotto le volte di San Pietro nella notte di Natale dell'anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore dal Papa san Leone III. I cuori orgogliosi rifiutano con sufficienza l'idea di una grande rinascita cristiana nel secolo XXI. I cuori semplici, pregando ai piedi del presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo, oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

N. 20, p. 3
Editoriali in Radici Cristiane

“Fra tutte le colonie lombarde, quella che ha più mantenuto costumi e lingua è stata San Fratello, San Filadelfio in origine, costruita sul cocuzzolo di una montagna di 700 metri, vicina all'antica città siculo-greca Apollonia e quindi bizantina Demena”

Vincenzo Consolo (1933–2012) scrittore e saggista italiano

da cui prese il nome il Valdemone
Origine: Da Quei siciliani lombardi investiti dalla frana http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/02/25/quei-siciliani-lombardi-investiti-dalla-frana.html, la Repubblica, 25 febbraio 2010, edizione Palermo, p. 1.

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“E chi siamo noi sacerdoti, se non discepoli di Cristo? Qual è la nostra forza, se non la parola di Dio? Ecco la spada a due tagli, che, come dice san Paolo, penetra le midolle, e divide l'anima dallo spirito: e quest'arma è onnipossente come Dio stesso, ma è l'unica del secerdote.”

Antonio Rosmini (1797–1855) filosofo e sacerdote italiano

dalla lettera all'abate Félicité Robert de Lamennais, S. Michele della Chiusa, 22 marzo 1837, in Opere edite e inedite, vol. 30, Boniardi-Pogliani, 1840

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“Quell'uomo, ragazzo mio, fa rapidi progressi, e invaderà tutto con la forza di un elemento naturale. Mussolini è un uomo formidabile. Mi ha capito bene? Un uomo formidabile!”

Papa Pio XI (1857–1939) 259° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

citato in L'Illustration, 9 gennaio 1937; in Yves Chiron, Pio XI. Il Papa dei patti Lateranensi e dell'opposizione ai totalitarismi, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2006