Frasi su atletica

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema atletica, sport, sporta, due-giorni.

Frasi su atletica

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“Margaret Smith, prima che tennista, è un fenomeno atletico, forse il più straordinario tra le straordinarie amazzoni dei campi.”

Gianni Clerici (1930) giornalista italiano

Origine: Citato in Pietro Farro, Il tennis è un grattacielo: storie in punta di racchetta, Effepi Libri, 2005, p. 68, ISBN 88-6002-001-8.

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“Nella sua migliore giornata il russo avrebbe potuto battere chiunque, solo che di buone giornate ne ha avute poche. Il talento, comprese le qualità atletiche, non si discute ma il tennis e lo sport richiedono altre doti ed altre priorità. Il tennis è sempre stata la più importante per Federer, Safin si è concesso altre distrazioni.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Troppo Federer per Safin http://archiviostorico.gazzetta.it/2009/gennaio/24/Troppo_Federer_per_Safin_ga_10_090124069.shtml, Gazzetta dello Sport, 24 gennaio 2009.

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“[Sulla questione dei pari montepremi tra tennis maschile e femminile] Non conta quanta gente ci sia a vederci, ma conta il nostro livello di gioco. C'è lo stesso impegno, gli stessi sacrifici, lo stesso lavoro tecnico e atletico, e non è detto che i match a cinque set siano sempre migliori di quelli al meglio dei tre.”

Samantha Stosur (1984) tennista australiana

Origine: Citato in Davide Uccella, Vicenda "Pari Montepremi": le reazioni di Bartoli, Stephens e Stosur http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/06/28/735996-vicenda_pari_montepremi_reazioni_bartoli_stephens_stosur.shtml, Ubitennis.com, 28 giugno 2012.

“Erano indiani, per davvero. O figli della rivoluzione del '68, o profeti di una dottrina che avrebbe cambiato per sempre il modo di fare calcio. E il loro capo-tribù si chiamava Rinus Michels. Il suo calcio totale che trasformava gli spazi in praterie era fatto di un possesso-palla esasperato, di accelerazioni improvvise, di pressione multipla sul'avversario col pallone, di fuorigioco alto quando non altissimo. Ma soprattutto era interpretato non più da specialisti dei vari ruoli, bensì da giocatori eclettici capaci di attaccare e difendere, di giocare senza palla prima ancora che con la palla, di muoversi con disinvoltura in ogni zona del campo stando sempre corti, compatti, ossessivi. Una nuvola biancorossa, quella dell'Ajax, una nuvola arancione, quella dell'Olanda. Con portieri che, una volta aboliti i ruoli specifici, si erano riciclati da liberi, interpretando la parte in maniera più spregiudicata. L'emicrania non venne soltanto a Maldini. Venne agli inglesi la prima volta che affrontarono l'Olanda di Michels, le punte scattavano sul risaputo lancio dalle retrovie e la nuvola arancione li aveva messi in offside non di tre, ma di dieci-quindici metri. Venne al sommo Brera, cui quei satanassi mandarono all'aria tutti i parametri atletici e tattici sino a li' elaborati: e Brera se ne vendicò ribattezzandoli «cicale» dopo la finale mondiale persa nel '74 dai tedeschi padroni di casa. È vero, nell'albo d'oro ci sono le formiche, che ad ogni buon conto si chiamavano Beckenbauer, Muller, Overath, Breitner, Mayer. Ma nell'archivio delle emozioni indimenticabili restano loro, restano quei 16 tocchi consecutivi olandesi dal fischio d'avvio al fallo di Vogts su Cruyff in area germanica. Il primo tedesco a toccare il pallone in quella finale fu Muller, riavviando il gioco dal disco di centrocampo dopo il rigore di Neeskens. Il generale Michels si prese la rivincita quattordici anni più tardi quando, sullo stesso campo, l'Olympiastadion di Monaco, decorò la bacheca olandese dell'unico trofeo conquistato sin qui, l'Europeo '88, firmato da una storica prodezza di Van Basten. Ma fu un indennizzo tardivo e mai fino in fondo assaporato. Perché pur nel rispetto di una matrice di massima, quella non era più la sua Olanda-totale. Tant'è vero che il suo fuoriclasse, Van Basten, era pienamente classificabile, in quanto prototipo del centravanti moderno: a differenza del fenomeno d'un tempo, Cruyff, che segnava sì a mitraglia ma che nessuno ha mai saputo battezzare se non come uomo-ovunque.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

4 marzo 2005

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“Fisicamente forte, dotato di tecnica sopraffina, formidabile finalizzatore […], capace di colpi balistici memorabili […] e, soprattutto, giocatore fornito di un'intelligenza tattica e una visione di gioco tali da renderlo anche un eccellente rifinitore, Totti aggiunge a tutto questo una longevità atletica fuori dal comune, di cui sta dando dimostrazione anche in questi giorni. Ciò non toglie che il Pupone, com'è normale, abbia pure lui qualche difetto. Stranamente mediocre nel tirare le punizioni, ha sempre evidenziato dei limiti caratteriali la cui conseguenza principale (al di là delle troppo numerose intemperanze in campo o delle frequenti manifestazioni di vittimismo davanti a microfoni e telecamere) è stata la scelta di non mettersi mai alla prova con società più blasonate della Roma, uscendo in tal modo da un contesto nel quale, dal 1992 a oggi, viene considerato un semidio a prescindere dai risultati effettivamente raggiunti dalla sua squadra […]. Sia chiaro: è legittimo che Totti – peraltro profumatamente pagato dalla Roma anche in anni nei quali nessun altro gli avrebbe più garantito certe astronomiche cifre – abbia preferito, anziché sgomitare per affermarsi come leader altrove, rimanere un indiscusso e adorato imperatore in casa propria, rinunciando all'idea di assaporare più spesso il gusto della vittoria sportiva e conducendo una vita quasi interamente inscritta nella direttrice Trigoria-Eur (rispettivamente i quartieri di Roma Sud dove si trovano il centro sportivo della Roma e l'abitazione privata di Francesco). Una scelta che, fra l'altro, gli permetterà di diventare (anzi, glielo ha già permesso) sia una delle figure di maggior rilievo nell'intera storia della Città Eterna sia una delle "bandiere" più importanti del calcio mondiale.”

Giuseppe Pollicelli (1974) giornalista, poeta e regista cinematografico italiano

Origine: Da Controcanto su Totti e i tottiani http://www.lintraprendente.it/2016/04/controcanto-su-totti-e-i-tottiani/, L'Intraprendente.it, 22 aprile 2016.

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“Per girare un film serve più l'atletica dell'estetica, se dovessi restare senza una gamba cambierei mestiere”

Werner Herzog (1942) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco

Arte e spettacoli, 24 agosto 2009

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“Tutto dipende dallo spirito: vedo sempre positivo, punto molto in allenamento sulla parte atletica, e considero ogni match indipendente dagli altri. Poi molte volte sbaglio, giocando aggressivo, ma lottare può anche portare l'avversario a scoraggiarsi, sul piano dell'atteggiamento: il fatto che lui veda dall'altra parte uno che non molla mai, e raggiunge sempre la palla, lo deprime. Ve lo garantisco.”

David Ferrer (1982) tennista spagnolo

Origine: Dall'intervista per El Mundo Deportivo; citato in Ferrer: "Il mio segreto? Tanto allenamento e pensare positivo" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/11/08/799366-ferrer_segreto_tanto_allenamento_pensare_positivo.shtml, Ubitennis.com, 8 novembre 2012.

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“[Su Pietro Mennea] Lui era pane e atletica, viveva per questo sport, i risultati ottenuti li ha voluti con tutto se stesso.”

Gabriella Dorio (1957) atleta italiana

Origine: Citata in Morto Mennea, Sara Simeoni: "Se n'è andato un pezzo della mia vita" http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/03/21/news/reazioni_morte_mennea-55036477/, Repubblica.it, 21 marzo 2013.

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“I duecento metri mondiali di Mennea per noi sono stati rabbia e poesia, talento e geometria, insofferenza e razionalità. E la sua maniera di correrli ci ha sempre fatti restare appesi al finale, meglio di un film giallo: ce la farà o sarà preso prima del traguardo? E lui lì ad arrancare, almeno così sembrava, e invece ecco che lui spuntava dalla curva, ecco che quando lo davano per finito lui cominciava a mangiare i metri e lì veramente cominciavano a scoppiare i cuori, anche quelli più introversi. E lui che finalmente aveva combattuto e vinto il mostro interno che lo azzannava alzava il dito. Non come il padrone che reclama una sua proprietà, ma come uno schiavo che si libera delle catene e mostra orgoglioso il frutto della sua liberazione. Non era un'Italia atletica quella di Mennea: jogging, esercizio fisico, palestra non andavano ancora di moda. E non era un'Italia mentalmente attrezzata ad affrontare alla pari gli avversari. Con Mennea qualcosa cambiò: il suo record dimostrò che non eravamo solo un paese pieno di talenti, spesso incompiuti, ma che avevamo anche la scienza e l'applicazione per costruire un primato che sarebbe durato quasi vent'anni. Lo sprint non era più Little Italy. In questo Mennea è stato e continua ancor oggi ad essere la nostra diversità. Ci ha fatti correre, soffrire, vincere. E soprattutto vivere controvento la nostra fragilità.”

Emanuela Audisio (1953) giornalista e scrittrice italiana

la Repubblica
Origine: Da Mennea. Il campione controvento http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/12/08/mennea-il-campione-controvento.html, 8 dicembre 1999.

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“Io e Sebastian Coe fummo i primi a far soldi con l'atletica.”

Edwin Moses (1955) atleta statunitense

Senza fonte

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“[Su Roger Federer] Penso che dopo averlo visto giocare dal vivo, io non lo farò per un po'… È un campione assoluto, uno degli sportivi più forti al mondo: un esempio di coordinazione, forza atletica e di classe.”

Gian Piero Gasperini (1958) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Luca Palmieri, Re Federer conquista il Genoa, numero 15 sulla maglia rossoblù http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/09/19/re-federer-conquista-il-genoa-numero-15.html, la Repubblica, 19 settembre 2009.

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“[Su Pietro Mennea] Era il nero bianco, con una feroce determinazione nell'affrontare la vita fuori dalla pista d'atletica.”

Walter Veltroni (1955) politico italiano

Origine: Citato in Gabriella Greison, Sportivi, politici, attori in fila per salutare Mennea http://www.vanityfair.it/news/italia/13/03/22/mennea-ultimo-saluto-a-roma-camera-ardente, Vanityfair.it, 21 marzo 2013.

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“Usain da anni domina lo sprint mondiale e grazie a lui i limiti umani si sono spostati un po' più avanti. È il [Lionel] Messi dell'atletica perché sa anche essere un uomo squadra, come dimostrano i successi con la 4x100 della Giamaica ai mondiali o alle Olimpiadi.”

Joseph Blatter (1936) dirigente sportivo svizzero

Origine: Citato in Blatter incontra Bolt: "Sei il Messi dell'atletica" http://www.lastampa.it/2013/08/28/multimedia/sport/blatter-incontra-bolt-sei-il-messi-dellatletica-EXQ7P7pMoIkS4b66diLX0K/pagina.html, La Stampa.it, 28 agosto 2013.

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“Le ‪Olimpiadi‬ per me sono sempre state una competizione fuori dal tempo. Un'oasi di felicità ed entusiasmo fatta di scherma, atletica, nuoto, tuffi, box, judo, ciclismo, volley, canoa…”

Gianluigi Buffon (1978) calciatore italiano

Origine: Da un post https://www.facebook.com/GianluigiBuffon/photos/a.301164849972199.73821.280290668726284/1055596604529016/?type=3&theater sulla pagina ufficiale Facebook.com, 5 agosto 2016.

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“[Su Zdeněk Zeman] Un allenatore molto simpatico e di compagnia, sembrava burbero ma è tutt'altro. Ricordo Di Biagio che ci scherzava, era il suo figlioccio. Lui stava allo scherzo, era molto divertente. Sul lavoro era molto esigente, faceva provare e riprovare gli schemi, poi c'era quella dose di lavoro atletico che ti levava la voglia di fare altro.”

Marco Delvecchio (1973) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Dal programma televisivo Slideshow, Roma TV; citato in Delvecchio: "Devo molto a Mazzone e Sensi, Capello ti faceva dare il massimo, Batistuta un fratello" http://www.romaforever.it/news/leggi.php?idNews=40138, Romaforever.it, 31 ottobre 2014.

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“[Su Juventus-Milan, finale di Champions League del 2003] La vittoria in Champions è anche un premio ad una certa strategia societaria. Il Milan ha scelto la strada della grandeur (o comunque della ricchezza sportiva) e la Juve quello della ricchezza economica. […] Se la Juve vende Vieri, Henry, Zidane e Inzaghi e poi si ritrova a giocare la gara più importante degli ultimi sette anni con Zalayeta e Birindelli, le colpe non possono soltanto attribuirsi alla sfortuna che le ha impedito a Manchester di schierare lo squalificato Nedved. Lippi ha anche sbagliato formazione con un Montero a sinistra chiaramente a disagio e un Tudor centrale, ruolo che contro Inzaghi non è in grado di ricoprire. Ma c'è anche qualcosa sulla preparazione atletica che ha lasciato perplessi: mai la Juve negli ultimi due anni era stata messa sotto sul piano dinamico come lo è stata a Manchester nel primo tempo. Ma il Milan ha giocato alla grande, a pieno ritmo nei primi quarantacinque minuti e nel finale, in dieci, è stato trascinato da Paolo Maldini, forse il più grande calciatore italiano dell'ultimo ventennio. Seedorf alla sua terza Champions con tre squadre diverse, Sheva finalmente primo in una grande manifestazione e Ancelotti praticamente perfetto gli artefici di un successo invidiato da tutti.”

Franco Rossi (1944–2013) giornalista italiano

Con data
Origine: Da Grandeur del Milan premiata in Europa: quando a vincere sono anche i soldi https://web.archive.org/web/20030712132134fw_/http://www.dialoga.com/francorossi/Admin/Leggi_Articolo.asp?id=732, Francorossi.com, 29 maggio 2003.

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“Amo l'atletica perché è poesia | se la notte sogno, | sogno di essere un maratoneta.”

Eugenio Montale (1896–1981) poeta, giornalista e critico musicale italiano

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“Carlitos però è uno che non ti tradisce mai e ha nel suo bagaglio i numeri per sbloccare i match intricati. Tevez in Argentina è quasi più amato di Leo. È il giocatore del popolo, con le sue giocate infiamma il pubblico. I suoi sono numeri imparati sulla strada: dall'uno-due contro il muro o in mezzo ai sassi. A questi unisce una forza atletica impressionante e una fantastica voglia di lottare.”

Hernán Crespo (1975) calciatore argentino

Origine: Da un'intervista a Tuttosport; citato in Crespo a Tuttosport: "Tevez giocatore del popolo, l'aneddoto su Tevez.." http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/crespo-a-tuttosport-tevez-giocatore-del-popolo-l-aneddoto-su-tevez-149742, TuttoJuve.com, 27 luglio 2013.

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“[Antonio Conte] L'allenatore più forte che ho avuto. È stato il mio maestro. Sa come si parla ai giocatori, sa come si tira fuori il massimo e tatticamente ti spiega tutto nel dettaglio. Lui è allenatore, preparatore atletico e psicologo.”

Simone Pepe (1983) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Luigi Di Marzio, Pepe: «Io, la Juve e Pescara: riparto da dirigente» http://www.ilcentro.it/sport/pepe-io-la-juve-e-pescara-riparto-da-dirigente-1.1410270, Ilcentro.it, 12 aprile 2017.

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“Milano obiettivamente oggi non può ospitare le Olimpiadi. C’è un problema oggettivo che è quello che non ha uno stadio con pista di atletica per le cerimonie di apertura e di chiusura. A livello di impiantistica sportiva è molto indietro rispetto a Roma, che aveva il 70 per cento degli impianti pronti.”

Giovanni Malagò (1959) imprenditore, dirigente sportivo e ex giocatore di calcio a 5 italiano

Origine: Citato in Malagò: Milano oggi non pronta ad ospitare Olimpiadi http://www.askanews.it/sport/2017/05/24/malag%C3%B2-milano-oggi-non-pronta-ad-ospitare-olimpiadi-pn_20170524_00355/, Askanews,it, 24 maggio 2017.

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“Classe, più preparazione atletica, più intelligenza, uguale scudetto.”

Helenio Herrera (1910–1997) calciatore e allenatore di calcio argentino

Origine: Citato in Epoca vol. 19, A. Mondadori, 1968, p. 128 https://books.google.it/books?id=d1c1AQAAIAAJ&q=Classe,+pi%C3%B9+preparazione+atletica,+pi%C3%B9+intelligenza,+uguale+scudetto&dq=Classe,+pi%C3%B9+preparazione+atletica,+pi%C3%B9+intelligenza,+uguale+scudetto&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwifgOPBkLTSAhVGlJAKHfE3DzcQ6AEIGTAA.