Frasi su molestia

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema molestia, essere, due-giorni, vita.

Frasi su molestia

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“Ed eccovi in secondo luogo la "cuna", altro flagello dell'infanzia, altro strumento di morte per bambini. Bisogna far dormire per forza quella mummia, che grida nei suoi ceppi. Le sue grida riescono importune, moleste, insopportabili. Dl'altronde, la madre deve attendere alla sua acconciatura, ha da intendersi colla sarta, ha da finire di leggere quel romanzo che tanto l'interessa! Deve vestirsi pel teatro, per le visite, pel veglione, per la passeggiata. Bisogna dunque per forza quel marzmottino si acceti nel sonno. Ed ecco il piccolo importuno consegnato alla balia, che te lo acchiappa come un involto di robe vecchie e te lo getta nella "cuna", dopo aver dato una buona ristretta alle fasce, quasi che tema ceh il prigioniero non scappi. Ed accola a far giuocare quel crpicciuolo ad un violento giuoco di altalena, agitando la culla in modo tempetosissimo che, senon fosse per legge fisica che il gran moto produce l'immobilità, quel puttino dovrebbe essere cento volte tramazzato sul suolo ovvero trabalzato in aria come la palla della racchetta. Bisogna far dormire a forza il monello. Dunque, stordendolo fino alla stupefazione, fino all'encefalagìa, fino al coma. L'oppio, la morfina ed altri mortali soporiferi riuscirebbero meno letali a quel tenero tessuto nervoso della violenta agitazione della "cuna". Un bel dì, il bambinello è assalito da convulsioni nervose e leva l'incomodo alla madre: «Dio se l'ha preso» dice questa. E noi diremo: «Siete voi che Glielo avete dato!».”

Francesco Mastriani (1819–1891) scrittore italiano

Parte prima, libro II, cap. XXVI, p. 253-54

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“Il sapersi adattare è una gran virtù! Risparmia infinite molestie, e concilia la benevolenza degli altri.”

Giuseppe Giusti (1809–1850) poeta italiano

Origine: Raccolta dei proverbi toscani, p. 402

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“Per vedere la maga figlia del gran sole, | spingendoti fuori da questi rifugi, | senza ostacoli verrai nel dominio Circeo, | che non è affatto racchiuso entro angusti confini. | Per vedere le belanti pecore e i muggenti buoi, | per vedere i saltellanti padri dei capretti, | tu verrai, e per vedere tutti quanti gli animali del campo, | e tutte le belve della selva. | Con vario ed armonioso canto si leveranno qua e là i volatili nel cielo, | aggirandosi per la terra, sull'onda e nell'aere. | Mentre lasceranno che tu passi indisturbato i pesci del mare, | mantenendosi nel loro naturale silenzio. | Bada però che quando ti accosterai alla dimora, | per ritrovare gli animali domestici: | allora infatti proprio di fronte alle porte ed all'ingresso dell'atrio | facendosi avanti tutto fangoso, | ti correrà incontro il porco, e se per caso gli andrai troppo accosto, | col fango, colle zanne e con gli zoccoli | quello ti morderà, ti sporcherà, ti calpesterà, | e col suo grugnito t'importunerà. | Sulla soglia poi, e nello stesso ingresso dell'atrio, | il genere di bestie latranti che là se ne sta in ozio, | ti sarà molesto per il gran abbaiare, | e terribile per le fauci. | Se per questo non smarrirai il senso, e se neanche i cani si infurieranno, | per timore tu delle loro zanne, quelli del tuo bastone, | quelli non ti morderanno, tu non li picchierai: | sarai libero di passare, né quelli ti saranno di ostacolo. | Superate con solerte industria tutte queste prove, | mentre ti addentri nei luoghi più celati, | ti verrà incontro il solare volatile, il gallo, | per condurti in presenza della figlia del sole.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

da Giordano al libro; 2008

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“Non si incontrano affatto la sera, nelle strade di Napoli, quelle donne che sono la vergogna del loro sesso con le molestie; è vero che vi sono delle guide che si piazzano nei luoghi conosciuti, come vicino al teatro, ma è ancora con una specie di riservatezza, o di timidezza, che fa onore ai costumi e alla città di Napoli.”

Jérôme Lalande (1732–1807) astronomo francese

da Voyage d'un François en Italie: fait dans les années 1765 et 1766, traduzione di Lorenzo Terzi; citato in Lorenzo Terzi, Joseph-Jérôme Le François de Lalande a Napoli, ARPA Campania n. 1, Napoli 2010

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“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.”

Horacio Verbitsky (1942) giornalista e scrittore argentino

Origine: Da Un mundo sin periodistas, Ed. Sudamericana, Bs. As. (1997); citato in Peter Gomez, Marco Lillo, Marco Travaglio, Bavaglio, Chiarelettere, 2008.

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“C'è a Roma una genia di faccendoni, sempre in giro di corsa, piena di fretta, indaffarata senza vere occupazioni, affannata senza pro, fa mille cose e non ne fa nessuna, dannosa a se stessa e insopportabile agli altri.”
Est ardalionum quaedam Romae natio, trepide concursans, occupata in otio, gratis anhelans, multa agendo nil agens, sibi molesta et aliis odiosissima.

Fedro libro Fabulae

V. Tib. Caesar ad Atriensem
Favole, Libro II

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“Lo spirito di una indipendenza primitiva regna assoluto; ognuno fa quel che crede e quel che più gli accomoda senza curarsi se sarà ridicolo o se arrecherà molestia.”

Renato Fucini (1843–1921) poeta e scrittore italiano

Origine: Napoli a occhio nudo, [Lettere a un amico], p. 6

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“Ero solo in casa e Petalo come al solito si era messo a grattare la porta e a gemere nel modo più molesto e inurbano, disturbando indicibilmente la mia concentrazione profonda di filosofo. […] Con una scopa corsi alla porta e… ma non ricordo di avergli dato un colpo… forse glielo minacciai soltanto, urlandogli istericamente di filare […]. Quel che ricordo nitidamente, come se guardassi una istantanea di quel momento, è la fuga del maleamato sulla rampa della scala […]. Su ogni gradino c'erano gocce di sangue. Petalo era ferito. Era venuto a supplicarmi soccorso e si era ricevuto un colpo di scopa.Andai su a vedere, temendo di essere stato io il feritore… (Forse glielo diedi, il colpo). Stava leccando del latte, disperatamente. Una zampina era stata portata via di netto da qualcosa di terribile, e sulla schiena aveva uno squarcio, vicino al collo, un cratere di sangue. Non si lamentava più, ogni tanto ci guardava, come fossimo stati i suoi giudici, o i suoi medici.
Chiamai il veterinario, che aveva il rimedio nella borsa e che consigliò di adoperarlo subito. Era stato un cane a ridurlo in quello stato […]. Mentre il misericordioso Dottore preparava l'iniezione, [Petalo] mi fissò in modo indimenticabile e volle – proprio così – che la mia mano si posasse dolcemente sulla sua mutilazione, un grumo di dolore che spenzolava. Non so se mai più mi capiterà di supplicare mentalmente, con tanta angoscia e febbrile vergogna, qualcuno, qualche groviglio di visceri viventi, di perdonarmi, sul punto della morte.”

Guido Ceronetti (1927–2018) poeta, filosofo e scrittore italiano

Origine: La pazienza dell'arrostito, pp. 286-288

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“Fate che anche un uomo del volgo vegga un malato pallido, debole, tossicotoso, emaciato, egli vi dirà costui essere un tisico. Allorché taluni vi sono, che sebbene non abbiano i polmoni ulcerati, tuttavia sono consunti da diuturne febbri, hanno la tosse, ma secca, dura e senza sputi, anche questi propriamente sono chiamati tisici. Hanno anche questi una oppressione di petto, una infermità di polmone, l'angoscia, l'intolleranza, la nausea, i brividi vespertini e calori mattutini, un molesto sudore vaporoso sino al petto, emettono nella espettorazione materie di diversa qualità, come di sopra notammo: hanno la voce rauca, il collo alquanto ritorto e gracile, non pieghevole ma come irrigidito: le dita sottili, e grosse le loro articolazioni, talché sembra che le sole ossa ne siano rimaste. Diresti che tabidi ne sono i muscoli: le unghie si rendono adunche, il polpaccio di esse si fa rugoso e spianato, imperocchè per il dimagrimento perdono le parti molli circolari, e la loro rotondità. Tutta la l'orza è circoscritta alle loro estremità e nelle loro unghia uncinate, colle quali soltanto come membra solide sostengono alcune fatiche. Similmente le narici diventano acuminate e gracili: le guance prominenti e rossastre: gli occhi incavati lucidi splendenti: tumefatta emaciata, pallida o livida è la faccia: le labbra assottigliate stringonsi sui denti, sicché somigliano a chi ride: in tutto finalmente ti rappresentano un cadavere.”

Areteo di Cappadocia medico greco antico

Origine: Delle cause, dei segni e della cura delle malattie acute e croniche, pp. 34-35

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“Non vedi tu che tutto il mondo è pieno | di questa razza inutile, e molesta, | che i Poeti produr sembra il terreno?”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

Origine: Satire, Satira II, La poesia, p. 100

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“[Sullo scandalo Weinstein] Le molestie sulle donne nel mondo del cinema? Ci sono sempre state. E prima era anche peggio di oggi. […] Ci provavano sempre e tutti. Qualche volta ci stavo e qualche volta dicevo di no: funzionava così. […] Una donna può sempre dire di no. Se non lo fa spesso è perché le fa piacere.”

Sandra Milo (1933) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Giulia Bianconi, Sandra Milo senza freni: "Weinstein? In migliaia hanno toccato il mio sedere" http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2017/11/03/news/sandra-milo-senza-freni-weinstein-in-migliaia-hanno-toccato-il-mio-sedere-1037488/, IlTempo.it, 3 novembre 2017.

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“Non ho tolleranza per la discriminazione, le molestie, gli abusi, e la diseguaglianza. Ho chiuso.”

Alyssa Milano (1972) attrice statunitense

Origine: In AA.VV., Il libro del femminismo, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019. ISBN 9788858022900

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“Credo che le intenzioni del MeToo fossero assolutamente nobili, che il fenomeno delle molestie e della prevaricazione maschile dovesse venire alla luce. Il tempo era scaduto, time is out.”

Paola Turci (1964) cantautrice italiana

[«E poi?»] Qualcosa è andato storto, qualcuno si è fatto prendere la mano. E quindi ecco i processi mediatici, questa denuncia in massa. Attenzione, sono sacrosante le denunce e sono l'arma per sconfiggere i soprusi, ma farle televisive e nel modo in cui s'è visto, non so quanto bene abbiano portato.
Origine: Dall'intervista di Gaspare Baglio, Paola Turci: «Se uomini e donne iniziano a odiarsi è finita» https://www.rollingstone.it/musica/interviste-musica/paola-turci-non-smetto-di-lottare/444693/, Rollingstone.it, 7 febbraio 2019.